Amatonormativity: di cosa si tratta

Per tutto ciò che riguarda l'asessualità e gli asessuali.
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Edward
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Amatonormativity: di cosa si tratta

Messaggio da Edward »

Il tema dell'amatonormativity è stato trattato spesso all'estero in contesti che hanno a che fare con gli aromantici e dunque anche con il lato asex-aro, ma anche altrove, in ambiti queer e femministi.
In Italia noto che non ne ha scritto nessuno, dunque provo a proporvi il tema.

Con il termine Amatonormativity (che non saprei come adattare all'italiano, se avete qualche idea, parliamone...) si intende l'idea per cui "trovare la propria metà" (in termini romantici ed esclusivi, ovvero il classico fidanzamento-matrimonio) sia un obiettivo condiviso da tutti, e che questo tipo di rapporto sia la più alta tipologia di legame affettivo tra le persone.

Il termine è stato coniato dalla professoressa e filosofa Elizabeth Brake in un saggio dal titolo "Minimizing Marriage: Marriage, Morality, and the Law":
(Amatonormativity is) the assumption that a central, exclusive, amorous relationship is normal for humans, in that it is a universally shared goal, and that such a relationship is normative, in the sense that it should be aimed at in preference to other relationship types
Il tema è evidentemente molto importante per le persone aromantiche, in quanto queste generalmente sentono che i tipi di legami non-romantici, ai quali si sentono più affini, tendono a essere percepiti dagli altri come qualcosa di meno intenso, o meno importante, o comunque come rapporti che manchino di qualcosa.

In effetti, come mi è capitato di scrivere in altri contesti, molto spesso il mondo tende anche a ricondurre il concetto stesso di amore al solo amore romantico.

Il tema a mio avviso però non riguarda solo gli aromantici, anche se per questi avrà probabilmente un peso maggiore.
L'idea che una vita davvero completa e appagante sia tale solo se coronata da una relazione romantica, può creare diversi problemi a chi, per qualunque motivo, si trovi a non averne una.

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Bakeneko
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Re: Amatonormativity: di cosa si tratta

Messaggio da Bakeneko »

In questo PDF la chiamano amatonormatività. http://www.aphex.it/public/file/Content ... ripodi.pdf
E' la prima volta che sento questa parola e non mi piace per niente. In tutti i sensi.
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Bianca
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Re: Amatonormativity: di cosa si tratta

Messaggio da Bianca »

Sinceramente non capisco per quale ragione si debba sminuire l'importanza del matrimonio che rappresenta una scelta ancora apprezzata e condivisa da milioni di persone, per non creare problemi a quella piccolissima percentuale degli aromantici, sicuramente meno numerosi degli asessuali.
C'è tanta gente che, senza essere aromantica, sceglie di non avere un legame stabile, perché non gliene importa un fico secco di averlo, lo stesso possono fare gli aromantici.
Anche nel mondo animale, che non ha leggi elaborate dagli uomini, ma solo quelle della natura, si formano coppie esclusive che rimangono fedeli l'uno all'altro, tutta la vita, senza firme e senza deliziarci con i confetti.

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Edward
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Re: Amatonormativity: di cosa si tratta

Messaggio da Edward »

Aspetta Bianca: stai confondendo la tesi portata avanti dalla filosofa nel suo testo con il significato dell'amatonormativity.

Del testo della filosofa sinceramente non mi importa, ho citato il brano solo perché effettivamente, ha sancito la nascita di quella parola.

Bak, la traduzione "amatonormatività" per me è un po' troppo maccheronica, non significa nulla.
Immagino che dall'inglese nasca da "amorous" (credo!).

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Bianca
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Re: Amatonormativity: di cosa si tratta

Messaggio da Bianca »

"Il tema è evidentemente molto importante per le persone aromantiche, in quanto queste generalmente sentono che i tipi di legami non-romantici, ai quali si sentono più affini, tendono a essere percepiti dagli altri come qualcosa di meno intenso, o meno importante, o comunque come rapporti che manchino di qualcosa."

Perfetto. Noi vogliamo credere che i sentimenti degli aromantici siano ugualmente intensi e ugualmente importanti: lo dimostrino.
Io ho letto tante cose su questo argomento, ma ancora non ho capito in che modo gli aromantici sappiano dimostrare quanto siano importanti i sentimenti di amore/affetto che possono provare per una persona in particolare.
Non siamo noi che mettiamo in difficoltà loro, sono loro che fanno sorgere in noi tanti dubbi circa la loro capacità e il loro modo di provare dei sentimenti.
Anche per loro, come per tutti, dipende da chi incontrano; ci sono persone che intuiscono e leggono nella mente altrui e altre che non capiscono neppure se metti loro un manifesto davanti.


"In effetti, come mi è capitato di scrivere in altri contesti, molto spesso il mondo tende anche a ricondurre il concetto stesso di amore al solo amore romantico."

Certo che il mondo si limita a considerare l'amore romantico: è quello che conosce, quello che sa gestire e che, nonostante ciò, non sempre riesce a capire.
Prendere in considerazione l'amore aromantico, comporta uno sforzo maggiore che molte persone non intendono accollarsi.
Lo fanno soltanto se hanno un interesse preciso, ma, anche in questo caso, devono essere aiutate.


"Il tema a mio avviso però non riguarda solo gli aromantici, anche se per questi avrà probabilmente un peso maggiore.
L'idea che una vita davvero completa e appagante sia tale solo se coronata da una relazione romantica, può creare diversi problemi a chi, per qualunque motivo, si trovi a non averne una."


Da che mondo è mondo, abbiamo sempre ritenuto che, in due, la vita sia più bella.
E' un concetto difficile da smuovere, nonostante ciò che ci capita attorno, porti a pensare che, a volte, la vita in due, sia un vero e proprio inferno.
In questo contesto, c'è però sempre il fattore libertà.
Chi è solo ma non ha scelto di esserlo, vive male.
Chi ha scelto di rimanere da solo, vive benissimo, felice e contento e non deve proprio dimostrare a nessuno di essere ugualmente soddisfatto.
Se vedrà qualche occhiata rammaricata, stando bene, se ne fregherà altamente.
Se sta bene, non è neppure tenuto a confermarlo a parenti e amici "preoccupati".
Ha fatto una scelta? Ne è soddisfatto? Qual è il problema?
Se la società (che sta comunque cambiando) ritiene che soltanto in un legame romantico, si è completamente soddisfatti ed appagati, chi ha scelto di rimanere solo, si porti avanti la sua vita e la sua convinzione.
Ci sarà chi capirà che sta benissimo e chi invece penserà che è triste e solo, ma questo vale un po' per qualsiasi scelta.
Non ci sarà mai la totalità del mondo che approverà le nostre scelte, o i nostri ripieghi; nonostante ciò, la libertà di scegliere, per ciascuno rimane un diritto indiscutibile.

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Edward
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Re: Amatonormativity: di cosa si tratta

Messaggio da Edward »

Però scusami, io faccio fatica a comprendere l'idea che io (o qualunque altra persona, tranne il tuo partner) debba dimostrarti come so amare. Che debba fare uno schemino di come il mio amore si manifesti, entro quali termini, con quale intensità, con quali gesti o sensazioni.
Anche perché sappiamo benissimo che anche all'interno delle relazioni romantiche ognuno si comporta in modo diverso dall'altro (c'è chi ama le coccole, chi no, chi scrive poesie, chi no, chi ti scosta la sedia dal tavolo e ti versa da bere, chi ti dice sempre quanto ti ama a chi no e via all'infinito...).

Io il mio modo di amare lo manifesto e lo esprimo con il mio partner, e tutto quello che ne deriva è affar nostro.

Un aromantico può sentire la voglia di avere un rapporto sentimentale con qualcuno oppure anche no. E nel caso lo volesse, non è nemmeno detto che questo rapporto sia necessariamente queerplatonico. Sarà qualcosa che definirà come vuole, come sente, oppure non lo definirà affatto / affari suoi e del suo partner.

Quello che volevo mettere il luce tirando fuori questo argomento è che così come il mondo si aspetta dalle persone che facciano sesso, si aspetta anche che abbiano relazioni romantiche.
Sul sesso, ne abbiamo già parlato ampiamente ovunque. Sul lato romantico, di meno.

Una persona che è aromantica, se non sente il desiderio di stringere nessun legame, si scontrerà con un mondo che lo troverà senza cuore, egoista, strambo, puttaniere (se sessuale), sfigato (sarò sicuramente uno che non lo vuole nessuno), gay velato o represso, problematico.

Una persona aromantica che invece vuole instaurare dei legami sentimentali, si scontrerà invece con una serie di problemi:
- innanzitutto trovare una persona che con "legame sentimentale" non intenda romantico
- che questo tipo di legame non venga svalutato dagli altri perché non romantico
- fingere che questo legame sia romantico per quieto vivere. E qui si torna alla base del problema: la supremazia del rapporto romantico su qualunque altro tipo di rapporto.

Ad allargare, questa cosa si estende anche ai romantici che hanno la capacità di dare un valore molto molto alto dei rapporti amicali.

Un esempio pratico.
Se io parlo con qualcuno e questo qualcuno mi chiede "hai conosciuto qualcuno di interessante, ultimamente? Stai uscendo con qualcuno?" mi sta chiedendo se ho un flirt. Se io dico "sì, ho conosciuto questa persona fantastica, con un'incredibile personalità, abbiamo alcuni interessi in comune e ci stiamo organizzando per fare una vacanza insieme", la persona dall'altra parte si entusiasmerà per me, ma appena capirà che sto parlando in termini amicali rimarrà delusa, come fosse di minor interesse. E mi dirà "sì, ma tu speri che la cosa EVOLVA!". Capisci?

Così come il mondo è tendenzialmente eteronormativo, è anche orientato all'idea che l'amore romantico vada a braccetto con il sesso, e che tutti si desideri di avere relazioni romantiche come massima espressione dell'amore.

Quello che io spero non è certo che gli eterosessuali spariscano, o che il mondo diventi asex, o che l'amore romantico venga svalutato: spero solo che si smetta di prendere per scontato che le persone, in fondo in fondo, desiderino tutti le stesse cose: non è vero, e quello che esce dai nostri schemi non vale di meno.

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Re: Amatonormativity: di cosa si tratta

Messaggio da Bianca »

Che quello che esce dagli schemi comuni, non valga di meno, siete voi che dovete dimostrarlo ad un eventuale partner che può essere anche asessuale come voi, ma non aromantico.
Dando per scontato che voi vogliate un legame ovviamente.
Se voi non lo desiderate, il problema non esiste, ma se voi lo desiderate, è a vostro carico far capire al partner che i vostri sentimenti nei suoi confronti sono pari a quelli di un romantico.

Che gli altri svalutino un amore non romantico (bisogna informarli?) o che la coppia sia costretta a fingere, non sono cose così importanti, secondo me; fondamentale è che il romantico sappia che i sentimenti dell'altro sono alla pari con i suoi, se pur espressi in modo diverso. Ma qualcuno deve dirglielo, deve informarlo, deve farglielo capire.
Invece a me sembra che l'aromantico voglia essere preso così, senza sforzi e senza spiegazioni da parte sua.

"Un aromantico può sentire la voglia di avere un rapporto sentimentale con qualcuno oppure anche no. E nel caso lo volesse, non è nemmeno detto che questo rapporto sia necessariamente queerplatonico. Sarà qualcosa che definirà come vuole, come sente, oppure non lo definirà affatto / affari suoi e del suo partner."

Questa sentenza, è sbagliata, primo perchè è una sentenza e secondo perchè la parola partner è messa al fondo, per ultima.
ECCO DOV'E' L'ERRORE.

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Re: Amatonormativity: di cosa si tratta

Messaggio da Edward »

Edward ha scritto:Però scusami, io faccio fatica a comprendere l'idea che io (o qualunque altra persona, tranne il tuo partner) debba dimostrarti come so amare.
Mi pare che la mia posizione sia già abbastanza chiara dalla prima frase.
Il partner non è un accessorio, è la storia stessa, per cui è chiaro che tra i partner i sentimenti devono essere condivisi.

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Re: Amatonormativity: di cosa si tratta

Messaggio da Bianca »

Forse, ciò che confonde è usare "voi" "noi", come se fossimo contrapposti, invece siamo proprio sulla stessa barca, soltanto con delle variazioni su come condurre l'esistenza e i rapporti interpersonali.

Certo che sei tu che devi spiegarmi come sai amare, nel momento in cui tu ed io ce la intendiamo. Perchè io amo nel modo tradizionale, come ama la maggior parte delle persone, mentre tu, ami in modo speciale, un modo che io posso intuire, ma che non conosco.
Se io guido la macchina e tu l'aereo, io do per scontato che, a grandi linee tu sabbia come si guida una macchina, ma tu non puoi dare per scontato che io sappia come si pilota un aereo.

Non ho capito perchè hai inserito in evidenza "tranne il tuo partner"....
Certo che è il mio partner che deve farmi capire.
Io parlo a te come asex, aromantica e potenziale partner.

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Re: Amatonormativity: di cosa si tratta

Messaggio da Edward »

Ho usato il "tu" perché tu mi dicevi "mi devi spiegare".
Te la rigiro in modo che sia più universale:

Faccio fatica a capire perché un aromantico debba dimostrare agli altri (tranne al suo partner) com'è il suo modo di amare.
Prendo per scontato che tra le parti in causa le cose siano chiare e condivise, se non lo sono allora molto probabilmente la loro non è una partnership, ma un pasticcio.
Comunque stiamo di nuovo ricadendo nel solito discorso "come amano gli aromantici", mentre qui volevo spiegare cos'è l'amatonormativity.

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Re: Amatonormativity: di cosa si tratta

Messaggio da Bianca »

No Ed, mi sono evidentemente spiegata male.
L'aromantico, è al suo partner che deve spiegare, non al mondo!
Qui stiamo parlando al plurale, in senso universale, ma nella pratica, l'unica persona interessata a capire in quali modi i sentimenti Aromantici si scostano dai romantici, è soltanto la persona che tiene a lui e alla quale lui tiene.

Alla fine, io sono sempre del parere che, quando ci sono cose non facili da spiegare, lasciar fare alla spontaneità è sempre la soluzione vincente.
Comunque si ami, essere spontanei, sinceri, semplici, autententici, è, a mio parere, sempre il modo migliore per essere capiti.
Se il mio partner, non mi apre la porta, non mi scosta la sedia, non mi regala fiori nè mi scrive biglietti affettuosi, però ha gesti gentili, è intuitivo, ha pensieri, ricorda e memorizza, sono io che valuto quanta importanza hanno queste cose e lui farà la stessa cosa con me.
E' importante non fare la punta a tutto, non soffermarsi su tutto, non voler sempre spiegazioni.
Più il rapporto è semplice, più le cose funzionano.

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Re: Amatonormativity: di cosa si tratta

Messaggio da Edward »

Sai, mi fai venire in mente una cosa.

Forse l'unica grande e sostanziale differenza tra l'amore romantico e l'amore amicale è che mentre il primo viene dichiarato, c'è la fase iniziale di innamoramento nella quale "ci si mette insieme", nel secondo le cose evolvono man mano, senza bisogno di dichiararsi il proprio legame. Il legame si crea e basta e forse diventerà una profonda amicizia, o si fermerà prima, o diventerà tanto intensa da decidere di condividere molto e vivere la vita insieme. Io credo che gli aromantici siano molto meno complicati di come ce li si immagina. Alla fine, l'amore che un aromantico prova gli altri si può definire con una parola che conosciamo tutti, e che è semplice e meravigliosa: amicizia. L'unica cosa che teme un aromantico, è la svalutazione, data da quelli che dicono "ah, è SOLO un amico?", come se le amicizie fossero tutte sullo stesso livello e se fossero comunque un legame meno profondo e sul quale non si può scegliere di investire la propria vita.

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Re: Amatonormativity: di cosa si tratta

Messaggio da Bianca »

Si può scegliere di investire la propria vita su un amico, ma deve essere un AMICO, non solo con la A maiuscola, ma con tutte le lettere maiuscole e grandi come una casa.

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Re: Amatonormativity: di cosa si tratta

Messaggio da Edward »

Beh, COME MINIMO

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Re: Amatonormativity: di cosa si tratta

Messaggio da Valkyrie »

io non ho capito cosa vuole sottolineare il termine O.O

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