Scrivi
"Il cattolicesimo promuove la famiglia" e altre osservazioni attinenti al tema.
Ci tengo a precisare che quando non lo specifico, io non mi riferisco necessariamente alla prospettiva cristiana. Anzi il più delle volte la mia visione è totalmente laica (rendendomi anche conto in alcuni casi che "violo" la dottrina della mia fede).
Nel caso di cui stiamo parlando, quando mi sono riferita a "socialità"+"procreazione" = "formazione famiglia" mi mettevo in una prospettiva puramente antropologica. Cioè considero che dalla notte dei tempi (miliardi di anni prima delle religioni monoteiste) l'istinto umano è sociale e procreativo - e la prima cellula NATURALE di tutti i consorzi umani è l'unione maschio+femmina che fanno figli e vanno a formare gruppi sociali più ampi e la società tutta.
Da quel punto di vista dicevo di fare (tutti noi) un'analisi di dove stia all'incirca quell'istinto primordiale dentro di noi. Il primissimo istinto è sicuramente la socialità.
Quindi, ad esempio, se uno non forma una famiglia "classica" solitamente ricerca comunque delle forme familiari, dei "luoghi in cui fare gruppo", fossero anche delle "comuni" tipo figli dei fiori anni Settanta.
Altro chiarimento che forse ti sarà utile, animapura: dalle tue parole deduco che ti sei fatta un'idea di me sbagliata. Credi che abbia vissuto e viva una situazione "classica e rosea" per cui non vedo che altri possono avere problemi. Beh, non posso ora raccontare la mia storia (perché impegnerei troppo il server hahah) ma ti posso dire che non sto in una situazione classica. Questo non m'impedisce, dopo tante esperienze "da paura", di avere comunque prospettive ben chiare su ciò che voglio e su ciò che si può progettare come persona e come coppia - BEN OLTRE l'accettazione della situazione attuale. Come dicevo, "accettare" qualsiasi situazione ed eventi personali accaduti è solo il primo passo.
È ovvio che sono consapevole, come voi tutti, della difficoltà oggi di realizzare completamente i propri progetti....ma ripeto ciò non m'impedisce di vedere "ciò che è desiderabile", "ciò che è un obiettivo".
La mia sensazione è che in certi casi la persona asessuale aromantica non dica "il mio obiettivo è...", ma dica piuttosto "io sono così e non ho altri obiettivi".
Nel momento in cui un asex aromantico trova l'amore sembra che lo trovi "tacitamente" e quella sia la dimensione ideale. Ma l'amore SENZA un "TU" esplicito e dichiarato....semplicemente non è amore. L'amore tra umani è incontro, anche platonico, ma INCONTRO, esplicitazione, interazione. Altri tipi di "affettività" come l'amore per l'arte e la natura si chiamano "amore" ma NON sono paragonabili all'amore tra esseri umani che per forza prevede un qualche tipo di interazione, di scambio, di rischio del rifiuto, di progettazione comune ecc. ecc.
Quindi, come vedi, niente Mulino Bianco e niente Cattolici belli perfetti e sistemati.
Io sto proprio parlando di realtà delle cose. E quando parlo d'amore, non parlo mai di robe sdolcinate. L'amore per me è roba forte, concreta. L'amore è INCONTRO con la REALTÀ di un'ALTRA persona. È scambio e costruzione di una NUOVA REALTÀ.
Non è "riflessione personale solitaria su quanto mi piace quella persona".
Per questo ti chiederei, animapura, o altri aromantici che volessero intervenire: la vostra concezione di "amore" potrebbe essere in realtà meglio definita con le parole "AFFETTIVITÀ GENERICA NON ESPRESSA" oppure "SENTIMENTO IDEALE INTERIORE" verso l'altro ?
Per spiegarmi meglio, ritorno alla religione e prendo il caso ad esempio delle suore: esse scelgono di non formare famiglia uomo+donna e si consacrano. La loro scelta prevede comunque i seguenti passi obbligati e da loro desiderati: formazione di una comunità di sorelle e amore concreto verso gli altri facendo servizio diretto alla comunità cioè concretamente incontrano e scambiano relazioni con l'altro che NON è un "altro generico ideale interiore" ma la loro relazione con Gesù Cristo è vissuta tramite quotidiano relazionarsi con una "famiglia fissa" di persone (sia consorelle che persone concrete alle quali si mettono al servizio) - famiglia che non è la loro famiglia di origine.
Animapura, mi facevi l'esempio dell'amore "come verso un fratello"....ok col fratello non ci faresti sesso, però credo che ci andresti ad abitare con tuo fratello.
Perché allora non vorresti abitare (ok senza sesso) con un eventuale partner?
È solo per capire.....(perché l'asessualità ora mi è chiara e la trovo anche compatibile col resto delle caratteristiche umane, mentre il cosiddetto aromanticismo mi fa nascere ancora dei dubbi sul fatto che sia in qualche modo "mancanza di un pezzo" o "immaturità nell'amare" più che una caratteristica specifica)
@Celeste
Per me invece non si può, se non lontanamente, fare il paragone con l'omosessuale. (e specifico, dato che ci sono, che io sono tra i cattolici quelli che avversano qualsiasi forma di "cura" se non esplicitamente richiesta nel caso eventualmente si tratti di omosex per deviazione e non per sua natura. Specifico anche per la Chiesa sono peccati certi atti precisi, anche se fatti tra eterosessuali, e che un omosessuale non è peccatore o sbagliato in quanto ha natura omosessuale. Cmq è vero che molti cattolici tradizionalisti ancora non l'hanno capito. Ed è anche vero che oggi se non si è d'accordo col cattolicesimo, si può cambiare religione. La scelta è mia personale e non la impongo certo ad altri e nemmeno penso agli altri come "perduti peccatori". Bon, spero essermi spiegata.)
Dunque, dicevo
Anche tu parli di "relazione aromantica". Vorrei far notare che molto spesso si usano impropriamente i termini. Una relazione è relazione. Se è relazione solo nella mia testa non è più relazione ma è "idea di una possibile relazione che non so nemmeno se c'è perché l'altro non lo sa neppure".
In questo senso ci sono (anche per me donna eterosex) nella mia testa ed esperienza:
-relazione con uomo partner/fidanzato
-relazioni fraterne (anche con uomini)
Ma non ci sono "relazioni immaginarie ideali" che io osi definire "vere relazioni d'amore". Se gli aromantici la vedono così, io lo accetto, però....come fai a dire che è "modo d'amare" ? Ok, allora quel modo d'amare ce l'ho anch'io, ma ho ANCHE quell'altro modo col fidanzato/marito.
Significa, di nuovo, che manca un pezzo di gamma d'amori agli aromantici ?
Scusate se insisto.
Grazie per gli scambi di idee
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