`Silver ha scritto:alcuni ne hanno anche molti di più di 20...
Qualcuno passa anche il doppio
C'è modo e modo di far capire alla gente che è anziana
`Silver ha scritto:Sul forum internazionale ci sono tantissimi teenager, quindi c'è più discussione su cose come la scuola, la musica, le serie TV e quant'altro. Anche per quello è più attivo.
Teoricamente, anche il forum italiano dovrebbe cominciare ad attirare utenza più giovane a un certo punto, ma è più difficile perché (a) gli italiani sono molti meno delle persone che parlano inglese, e (b) la crescita del forum è molto più lenta rispetto a quello internazionale.
Non è detto che le dinamiche sociali che si sono verificate in alcune grandi aree urbane degli USA (che sono quelle alle quali fa riferimento il "forum internazionale") e a poche aree europee (delle quali non fa parte nessuna area italiana) siano le stesse che si dovranno per forza, prima o poi, verificare nel nostro Paese.
Dal punto di vista dei diritti civili, e sopratutto negli ultimi 10-15 anni, non siamo "indietro", stiamo, purtroppo, prendendo un'altra direzione, molto più vicina alla Russia di Putin. Gli stili di vita alternativi sono al massimo sopportati. Dalla maggioranza della popolazione, dai media, dalla politica. Dietro un paravento di "politically correct", si nasconde l'insofferenza per il diverso "in sé", pronta a scoppiare quando si è stufi di "sopportare" le diversità, le scelte e i modi di vita degli altri, facendo coincidere gli stili di vita e le aspirazioni della maggioranza, con quelle "giuste" e "normali".
In Italia, non si parla di "diritti" in quanto cittadini (es. "sono gay e vivo apertamente con il mio compagno perché è un mio diritto") ma di "concessioni sociali" ("posso dire di essere gay e mi viene
concesso, nella maggior parte dei casi, di vivere con il mio compagno, senza problemi"). Il ddl sulle unioni civili (se mai vedrà la luce) è una concessione ad una minoranza rumorosa, uno specchietto delle allodole per dire di fare ancora parte dell'Occidente democratico, non il riconoscimento di un diritto. Le unioni civili previste sono un matrimonio di serie B, riservato ai soli omosessuali, non l'equiparazione degli stili di vita diversi che hanno ottenuto altrove. E questa miseria, che pure arriva da parte di quelle che dovrebbero essere, nominalmente, le forze politiche più progressiste, avrà, in Parlamento, e nel Paese, una quantità tale di opposizioni da stroncarla quasi sicuramente sul nascere. Matteino potrà dire "ci ho provato".
Detto questo, tornando a noi (perché non è, appunto, sicuro che il nostro percorso e le nostre istanze debbano per forza coincidere, in tutto o in parte, con quello del movimento LGBT), pongo una domanda: e se, dato come è composta la nostra società, la scoperta di essere asex arrivasse "strutturalmente" dopo rispetto agli USA? Giusto per fare un esempio. Altro scenario ipotetico: e se da noi i "matrimoni bianchi" non fossero così comuni, e si potesse equiparare asex=single? O se, al contrario, tutti gli asex fossero accoppiati tra di loro? Sono giusto scenari ipotetici, ma sul fatto dell'età, ci farei un pensierino. Avrebbe ancora senso rifarsi (al 100%, copiando e incollando uno schema) al modello americano? Citando il Migliore, sarebbe proprio così scabroso cercare una "via italiana" al riconoscimento degli stili di vita alternativi, in generale?
Provocazione: non potrebbe essere più proficuo, barriere linguistiche a parte, sapere come sono messi i nostri "fratelli" in paesi come la Polonia, la Romania o la Turchia, che, al momento, ci somigliano di più, rispetto a quelli comunità avanzate come quelle del nord Europa o organizzate come quella USA, che vanno comunque presi come esempio?