Gay Pride Milano: una riflessione sull'asessualità

Per tutto ciò che riguarda l'asessualità e gli asessuali.
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SilverKitsune
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Re: Gay Pride Milano: una riflessione sull'asessualità

Messaggio da SilverKitsune »

Al Milano Pride? SUL SERIO? Ma come! Quelli che hanno sponsorizzato il Milano Pride addirittura hanno menzionato l'asessualità nel volantino dei video che hanno girato! Non me l'aspettavo decisamente da individui del genere :|
Mi dispiace molto che tu abbia avuto a che fare con domande del genere... hai risposto egregiamente, ma non è mai piacevole.

Hai ragione sul fatto che bisogna PARLARE e mettersi in gioco, se si vuole migliorare la visibilità. Hai fatto benissimo a partecipare al progetto video e te ne sono riconoscente, anzi - tutta la comunità asessuale, seppur indirettamente, ti è riconoscente :) per me lavorare per la visibilità è stato solo un piacere finora, ma ho anche avuto la fortuna di trovarmi davanti a maggioranza persone comprensivissime che, a parte qualche domanda di curiosità assolutamente non offensiva e in buona fede, non hanno fatto altro che comprendere e supportarmi. Ovviamente, anche io ho conosciuto gente che al sentire "asessuale" ha storto il naso, ma sul totale delle persone a cui ho fatto coming out erano veramente, veramente poche.

Ah, e in ultimo, riguardo alla risposta che avrei dato alla ragazza che ti ha chiesto se sei felice: io le avrei risposto che la felicità è dentro ognuno di noi, e la si può trovare in tante cose. Lei l'ha trovata in un'altra persona, ma non per forza bisogna trovarla in qualcUNO, la si può trovare anche in qualcOSA (un lavoro, un hobby, un viaggio, una passeggiata al parco, qualunque cosa).
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KURENAI
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Re: Gay Pride Milano: una riflessione sull'asessualità

Messaggio da KURENAI »

Ho visto ora alcune foto del Pride di Milano (tutte molto belle) sul gruppo Facebook di AVEN e come ho già commentato, mi sarebbe piaciuto tantissimo esserci, peccatto che non sia proprio riuscita ad organizzarmi in tempo, sarà per un'altra volta, Pride o raduno del forum che sia.
Passando a cose più serie, mi si è incimurrito il cuore a leggere le domande che alcune persone ti hanno rivolto Dany, purtroppo l'ignoranza e i pregiudizzi su questo tipo di orientamento sessuale, sono ancora molto radicati, soprattutto in un paese come il nostro e sappi che tutti ti siamo riconoscenti per quello che fai, per l'impegno che ci metti nel portare la nostra comunità all'orecchio di tutti. Io è da poco che ho deciso di entrare effettivamente a far parte di questa comunità, come ho scritto nela mia presentazione qui sul forum, pur conoscendo da tempo L'AVEN, ho voluto prendermi un lungo periodo di riflessione per capire se l'asessualità fosse parte della mia vera natura, cosa che è risultata essere veritiera. Ma da ora in poi, seppur nel mio piccolo, vedrò cosa posso fare per la nostra causa, giusto ieri ho trovato un blog sull'asessualità che aveva postato il fronte e il retro del volantino che penso abbiate proprio distribuito al Pride, la mia idea era quella di stamparne per conto mio qualche copia e distribuirne un pò qua e un pò la per la mia città. Avrei intenzione anche di utilizzare la mia pagina facebbok, per sensibilizzare e argomentare su cosa sia e come si vive l'asessualità, insomma, piano , piano, vedo cosa posso metterci giù di mio. Comunque complimenti per la prontezza di riflessi nel rispondere e argomentare Dany, è anche attraverso il modo in cui ci poniamo di fronte agli altri, che possiamo far capire loro che siamo piùche sereni e felici. Vorrei inoltre ricordare che la felicità ha tante facce, tanti colori, non è per forza necessario stare con qualcuno per essere felici, essa può venire dagli amici, dagli hobby, dalla semplice consapevolezza di aver trovato finalmente se stessi, dalla soddisfazione di aver fatto qualcosa che per tanto tempo si è rimandato... ecc. Ad esempio, per me capire che sono asessuale, mica è stato un trauma, anzi, sapeste quanti pesi dal cuore mi sono tolta!! Dopotutto non sono malata, sono solo molto più serena, di quanto lo sia mai stata in precedenza. ^__^ Non so se mi spiego. Sapete qual'è il modo migliore per far capire che non siamo alieni alla gente? Portare l'esempio con la nostra stessa vita, la nostra quotidianità, che vedano pure che viviamo benissimo come un qualsiasi essere umano.
Ultima modifica di KURENAI il dom giu 29, 2014 3:22 pm, modificato 1 volta in totale.
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astrid
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Re: Gay Pride Milano: una riflessione sull'asessualità

Messaggio da astrid »

KURENAI ha scritto:Vorrei inoltre ricordare che la felicità ha tante facce, tanti colori, non è per forza necessario stare con qualcuno per essere felici, essa può venire dagli amici, dagli hobby, dalla semplice consapevolezza di aver trovato finalmente se stessi, dalla soddisfazione di aver fatto qualcosa che per tanto tempo si è rimandato... ecc.
Parole sante...

Ma poi, a parte il fatto che mi sembra palese che non tutti abbiano lo stesso modo di sperimentare emozioni e sentimenti (c'è forse qualcosa di più soggettivo di emozioni e sentimenti?) e che ognuno abbia i propri obiettivi nella vita e dunque le proprie priorità (tra cui non necessariamente deve figurare anche l'avere una relazione romantica)... cos'è questa concezione imperante che la vera felicità possa risiedere solo ed esclusivamente nella relazione di coppia stabile (di tipo sessuale)? Ma non viviamo mica in un Harmony!

Dany, tu comunque hai fatto benissimo a partecipare e a parlarne e hai ragione, bisogna mettersi in gioco per fare corretta informazione! :)
"Atticus, forse tu ti sbagli..."
"Come sarebbe a dire?"
"Tutta la gente pensa di aver ragione e che tu abbia torto..."
"Hanno il diritto di pensarlo e hanno il diritto di far rispettare la loro opinione," disse Atticus, "ma prima di vivere con gli altri, bisogna che viva con me stesso: la coscienza è l'unica cosa che non debba conformarsi al volere della maggioranza."

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Celeste
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Re: Gay Pride Milano: una riflessione sull'asessualità

Messaggio da Celeste »

Bravissimo Dany!!!! Leggendo ho provato un'ammirazione immensa!!!!
Inutile nasconderlo, io non ce l'avrei mai fatta! Hai avuto il coraggio di iniziare e non ti sei fatto abbattere da certe risposte indelicate che hai ricevuto e che ero lì da solo a fronteggiare. Per me sei stato eroico, adesso sei nell'elenco dei miei eroi personali :D

Penso che la gente colleghi strettissimamente attrazione sessuale e amore romantico, l'idea che in qualcuno sia assente la prima rende non credibile che si provi il secondo, mentre in realtà non è così.
Sicuramente è ancor più difficile spiegare l'orientamento aromantico rispetto all'asessuale (benchè tu abbia trovato persone che ritengono una malattia -OMG- il non provare attrazione sessuale), e soprattutto far capire che si può essere felici comunque, anche da asessuali e da aromantici.

Devo dire che però mi sorprendono parecchio tutte queste obiezioni, non mi sembra che il mondo sia abitato da persone così romantiche e sentimentali per cui l'amore è l'unica cosa che conta nella vita...
Nella vita di tutti i giorni paiono tutti impegnati a correre dietro a tutt'altre cose, lavoro, carriera, soldi, immagine, divertimento e poi in occasioni pubbliche "eh ma se non ami non puoi avere una vita felice...". Boh, mi sembra che ci sia un bel po' di ipocrisia in queste affermazioni.
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Re: Gay Pride Milano: una riflessione sull'asessualità

Messaggio da Machlah Mikhayhu »

Celeste ha scritto:Devo dire che però mi sorprendono parecchio tutte queste obiezioni, non mi sembra che il mondo sia abitato da persone così romantiche e sentimentali per cui l'amore è l'unica cosa che conta nella vita...
Nella vita di tutti i giorni paiono tutti impegnati a correre dietro a tutt'altre cose, lavoro, carriera, soldi, immagine, divertimento e poi in occasioni pubbliche "eh ma se non ami non puoi avere una vita felice...". Boh, mi sembra che ci sia un bel po' di ipocrisia in queste affermazioni.
Anche questo è vero.
Però, di fatto, c'è che se un ateo va da un cattolico, quello si stringe il crocifisso al petto e ti dice "Io ho fede e speranza, e sono felice... tu?"
Se un poverello va da uno ricco, quello abbassa il finestrino della sua maserati, fa ruggire il motore e "Io ho tutti i lussi che voglio, e sono felice... tu?"
Se un ricco borghese va da un artista, quello gli mostra la sua ultima opera e gli dice "Io ho il potere di creare, e sono felice... tu?"
Morale della favola: ricchezza, posizione sociale, considerazione degli altri, amore, fede, creatività, sono alcuni dei tanti obbiettivi che un uomo ha (o può avere), in un mondo estremamente complesso come il nostro (prima uno vedeva il suo villaggio e la sua massima ambizione era fare il lavoro di suo padre, ora assorbe molti più modelli, dalla letteratura, Internet e TV). Il problema è quando uno (non tutti) raggiunge questi obbiettivi, ma il raggiungerli non basta a renderlo felice, allora, li usa come trofei, da ostentare agli altri per mortificarli o per nobilitarsi per essere riusciti a conseguirli, e ovviamente ridimensiona i traguardi raggiunti dagli altri, come se solo lui seguusse ciò che fa bene e ciò che è naturale.

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Sidhe
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Re: Gay Pride Milano: una riflessione sull'asessualità

Messaggio da Sidhe »

danyfantasy ha scritto:Una ragazza seduta abbracciata alla sua ragazza, dopo averla stretta a sé, mi ha detto guardandomi negli occhi e facendo riferimento a lei: “Lei è la mia felicità. Tu, Daniele, sei asessuale e sei davvero felice?” Voi che cosa le avreste risposto? Io (single da sempre e con nessuna relazione vissuta) ci ho pensato un attimo e poi le ho detto: ora sì.
E' molto tenero che si amassero, ma io non farei mai dipendere il 100% della mia felicità da un'altra persona :?

Ad ogni modo complimenti a Dany e a chi c'era, io non so se avrei avuto tanto coraggio... andare in giro a dire i fatti miei. Vi stimo.
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Re: Gay Pride Milano: una riflessione sull'asessualità

Messaggio da Celeste »

Machlah Mikhayhu ha scritto:(....) se un ateo va da un cattolico, quello si stringe il crocifisso al petto e ti dice "Io ho fede e speranza, e sono felice... tu?"
Se un poverello va da uno ricco, quello abbassa il finestrino della sua maserati, fa ruggire il motore e "Io ho tutti i lussi che voglio, e sono felice... tu?"
Se un ricco borghese va da un artista, quello gli mostra la sua ultima opera e gli dice "Io ho il potere di creare, e sono felice... tu?"
Esattamente. Ognuno è libero di cercare la propria felicità e la propria realizzazione in qualunque cosa desideri.
La cosa con cui non sono d'accordo è il dare per scontato che il proprio modo di raggiungerle sia universale e debba valere per tutti.
Io non mi permetterei mai di dire a chicchessia "tu non vivi come me quindi la tua vita non può essere felice", e mi darebbe molto fastidio che qualcuno lo dicesse a me in questi termini.
In più in quel contesto Danyfantasy stava facendo informazione, non stava vendendo una scelta di vita o cercando proseliti. Quindi la questione di chedergli se lui fosse felice o meno mi sembra totalmente fuori posto.

Poi è vero che la parola "felicità" può assumere tanti significati quante sono le persone sulla terra, per qualcuno può esserlo anche solo il possedere qualcosa da ostentare.
Per me il livello più profondo di felicità non sta in qualcosa di "esterno" (oggetti, titoli o la presenza di un'altra persona) ma coincide con qualcosa di interiore, con l'essere in pace con se stessi, senza sentire la pressione di dover modificare quello che si è per essere accettati dagli altri. Lo so che molte persone collegano questo "stato di grazia" a una relazione emotiva stabile e quindi ne danno per scontata la necessità, ma non per tutti è così.
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Re: Gay Pride Milano: una riflessione sull'asessualità

Messaggio da Bakeneko »

I miei complimenti a Dany e a quanti hanno partecipato al Gay Pride, informando sull'asessualità.
Penso siano state sollevate delle questioni interessanti.
Alla domanda "sai amare?" risponderei che ognuno ama in modo differente, quindi sì, anch'io a modo mio posso amare.
Alla domanda "non ti manca qualcosa nella vita?" direi che pensando a tutto quello che ho mi sento molto fortunat*, anche se filosoficamente parlando mi sento sempre alla continua ricerca di qualcosa, comunque è proprio questo che mi dà la motivazione.
Alla domanda "sei felice?"... mi verrebbe da rispondere con un lungo discorso filosofico che è meglio tralasciare. Prima di tutto non credo che la felicità si debba necessariamente trovare in un'altra persona (come qualcuno ha già detto), si può trovare anche in qualcosa. Io personalmente mi sentirei troppo vulnerabile ad affidare tutta la mia felicità a qualcuno. C'è gente che va in crisi e si deprime quando quel qualcuno se ne va portandosi via tutta la felicità. Io preferisco essere il creatore della mia stessa felicità, almeno se qualcosa non va me la prendo con me stesso e cerco di aggiustare le cose tra me e me.
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KURENAI
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Re: Gay Pride Milano: una riflessione sull'asessualità

Messaggio da KURENAI »

Sono sicura che la ragazza che ha rivolto quelle domande a Dany, non lo ha fatto con cattiveria, è solo che come hanno già detto altri prima di me, in tanti danno per scontato che il raggiungimento della felicità personale, sia in qualche modo quasi universale o che sia ovio che per stare bene con se stessi, vada ricercata nel rapporto(amorodo/sessuale) con un'altra persona, cosa che tra l'altro trovo un filo insensata. Certo, è molto bello trovare qualcuno da amare, ma non è sempre tutto rose e fiori, ci saranno giorni in cui l'amore è tanto, altri in cui sarà più flebile, altri ancora dove vorresti prendere l'altro e fargli dare testate nel muro a ripetizione... c'è il rischio che affidandosi troppo a qualcuno, dopo si resti scottati, in primis la felicità va cercata e coltivata dentro di noi, non affidata interamente e incondizionatamente a qualcun'altro. Ho visto troppe coppie sfaldarsi per un niente e cadere nell'oblio per un nonnulla. La verità è che ognuno dovrebbe farsi un attimino i fatti propri e non dare per scontato che ad aogni persona corrispondono ideali e scopi diversi e di conseguenza "felicità" diverse. Altro appunto che vorrei fare è che la feicità suprema è solo un'utopia, semmai esisteranno attimi, momenti in cui la avvertirai come una lieve carezza per poi passare in velocità ad occupare un angolino dei tuoii ricordi, come statuo perpetuo e continuo, non esiste proprio.
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Re: Gay Pride Milano: una riflessione sull'asessualità

Messaggio da The Wayward Fox »

Ti faccio i miei complimenti, Dany, ammiro il tuo coraggio!
Penso anch'io che la felicità vada ricercata pure in altri ambiti... il rapporto amoroso può esserne parte, ma la piena realizzazione personale tocca anche altri aspetti, come la soddisfazione in ambito lavorativo, intellettivo, sportivo o sociale (dunque non la sola relazione romantica, ma anche quelle di amicizia o familiari).
Sono della tua stessa opinione: l'informazione è importante, e chi meglio di noi può farne? Io ho cominciato a parlare genericamente di asessualità con familiari, amici e conoscenti, perlomeno per metterli a conoscenza dell'esistenza di questa condizione. Auguriamoci di diventare una comunità sempre più attiva e coraggiosa ;D
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Sidhe
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Re: Gay Pride Milano: una riflessione sull'asessualità

Messaggio da Sidhe »

KURENAI ha scritto:Sono sicura che la ragazza che ha rivolto quelle domande a Dany, non lo ha fatto con cattiveria, è solo che come hanno già detto altri prima di me, in tanti danno per scontato che il raggiungimento della felicità personale, sia in qualche modo quasi universale o che sia ovio che per stare bene con se stessi, vada ricercata nel rapporto(amorodo/sessuale) con un'altra persona, cosa che tra l'altro trovo un filo insensata. Certo, è molto bello trovare qualcuno da amare, ma non è sempre tutto rose e fiori, ci saranno giorni in cui l'amore è tanto, altri in cui sarà più flebile, altri ancora dove vorresti prendere l'altro e fargli dare testate nel muro a ripetizione... c'è il rischio che affidandosi troppo a qualcuno, dopo si resti scottati, in primis la felicità va cercata e coltivata dentro di noi, non affidata interamente e incondizionatamente a qualcun'altro. Ho visto troppe coppie sfaldarsi per un niente e cadere nell'oblio per un nonnulla. La verità è che ognuno dovrebbe farsi un attimino i fatti propri e non dare per scontato che ad aogni persona corrispondono ideali e scopi diversi e di conseguenza "felicità" diverse. Altro appunto che vorrei fare è che la feicità suprema è solo un'utopia, semmai esisteranno attimi, momenti in cui la avvertirai come una lieve carezza per poi passare in velocità ad occupare un angolino dei tuoii ricordi, come statuo perpetuo e continuo, non esiste proprio.
Mai pensato che la ragazza abbia fatto quella domanda con cattive intenzioni o con malizia, però penso che se non trovi prima di tutto la felicità dentro di te, sia molto imprudente cercarla negli altri. Non solo perché potresti essere lasciat* e rimanerne distrutt* (non lo auguro a nessuno), ma perché ognuno di noi deve a sé stess* questo gesto d'amore e di maturità: imparare a essere felici da soli per rendere più perfetta la felicità che si avrà stando insieme. Non dipendere dall'altr*, anche per non pesare sull'altr* con le nostre necessità e aspettative. Se ami te stess* hai più amore da dare e meno bisogno di pretenderne, allo stesso modo se sei felice hai più felicità da dare. Una frase come "lei è la mia felicità" mi farebbe solo rispondere "è molto tenero, vi faccio i miei migliori auguri".
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Re: Gay Pride Milano: una riflessione sull'asessualità

Messaggio da KURENAI »

Mai pensato che la ragazza abbia fatto quella domanda con cattive intenzioni o con malizia, però penso che se non trovi prima di tutto la felicità dentro di te, sia molto imprudente cercarla negli altri. Non solo perché potresti essere lasciat* e rimanerne distrutt* (non lo auguro a nessuno), ma perché ognuno di noi deve a sé stess* questo gesto d'amore e di maturità: imparare a essere felici da soli per rendere più perfetta la felicità che si avrà stando insieme. Non dipendere dall'altr*, anche per non pesare sull'altr* con le nostre necessità e aspettative. Se ami te stess* hai più amore da dare e meno bisogno di pretenderne, allo stesso modo se sei felice hai più felicità da dare. Una frase come "lei è la mia felicità" mi farebbe solo rispondere "è molto tenero, vi faccio i miei migliori auguri".
Non posso che essere più che daccordo. U_U Non ho nulla da aggiungere a tutto ciò. Gira e rigira, il concetto è sempre quello che un pò tutti abiamo espresso in questa discussione.
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Re: Gay Pride Milano: una riflessione sull'asessualità

Messaggio da Bianca »

Qui voi parlate tutti di coraggio. Coraggio per parlarne, coraggio per esporsi, coraggio per apparire.
Io parlo dall'esterno/interno è vero, però, personalmente credo ci voglia più coraggio ad esporsi per gli omosessuali, perche, da sempre, sottointendono quello che viene chiamato "rapporto contro natura" e non è una bella definizione.
Se a voi .il sesso non interessa, può venire considerata una colpa? Io credo proprio di no.
Senza entrare in tanti particolari, non si può dire "a me il sesso non interessa" oppure "mi interessa poco"?
Certo, non contribuite tanto al proseguimento della specie, .......e quelli che non vogliono figli perchè vogliono divertirsi, viaggiare, avere la casa al mare e in montagna e lo vanno pure a raccontare in giro in una sorta di vanto??????
E' piu difficile per voi stabilire legami, ma l'importante è dare un senso alla propria vita e voi avete energie da vendere in questo senso.
Personalmente sono convinta che questo vostro aspetto debba essere conosciuto, riconosciuto, capito.
Se per fare ciò è necessario esporsi e anche rispondere magari a domande imbarazzanti, rientra nel prezzo da pagare.
La gente che fa domande, è perchè vuole capire e il voler capire è sempre un fatto positivo.

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Re: Gay Pride Milano: una riflessione sull'asessualità

Messaggio da Celeste »

Bianca ha scritto:personalmente credo ci voglia più coraggio ad esporsi per gli omosessuali, perche, da sempre, sottointendono quello che viene chiamato "rapporto contro natura" e non è una bella definizione.
Se a voi .il sesso non interessa, può venire considerata una colpa? Io credo proprio di no.
Senza entrare in tanti particolari, non si può dire "a me il sesso non interessa" oppure "mi interessa poco"?
Capisco la differenza che vedi tra il dichiararsi omosex e il definirsi asex, e per come lo intendi tu ti darei ragione che per un omosessuale è più difficile.

Quello che secondo me blocca un asex nel dichiararsi (ma è una mia opinione eh, magari per gli altri questo problema non sussiste) è proprio il fatto che i non asessuali ci vedano come persone tristi, sole, con una vita vuota, incapaci di costruire affetti e di viverli pienamente.
A me personalmente mette a disagio che qualcuno pensi questo, anche perchè se mi si chiede di "dimostrare" che sono felice non ho proprio modi per farlo... Se non credi che sia possibile, che prove ti posso dare?
Tempo fa mi era capitato di parlare di asessualità con un gruppo giovani, e alla fine una ragazza mi ha detto: "all'inizio quando ti sei presentata, ho pensato <poverina...>, ma poi quando parlavi ho visto che sei serena e tranquilla e quindi ho capito che non c'è nulla per cui essere tristi per te".
Ovviamente la conclusione mi ha fatto piacere, ma avrei preferito che non ci fosse neanche quel preambolo di "pena" nei miei confronti...
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Chiara78
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Re: Gay Pride Milano: una riflessione sull'asessualità

Messaggio da Chiara78 »

sattamente. Ognuno è libero di cercare la propria felicità e la propria realizzazione in qualunque cosa desideri.
La cosa con cui non sono d'accordo è il dare per scontato che il proprio modo di raggiungerle sia universale e debba valere per tutti.
Io non mi permetterei mai di dire a chicchessia "tu non vivi come me quindi la tua vita non può essere felice", e mi darebbe molto fastidio che qualcuno lo dicesse a me in questi termini.
In più in quel contesto Danyfantasy stava facendo informazione, non stava vendendo una scelta di vita o cercando proseliti. Quindi la questione di chedergli se lui fosse felice o meno mi sembra totalmente fuori posto.

Poi è vero che la parola "felicità" può assumere tanti significati quante sono le persone sulla terra, per qualcuno può esserlo anche solo il possedere qualcosa da ostentare.
Per me il livello più profondo di felicità non sta in qualcosa di "esterno" (oggetti, titoli o la presenza di un'altra persona) ma coincide con qualcosa di interiore, con l'essere in pace con se stessi, senza sentire la pressione di dover modificare quello che si è per essere accettati dagli altri. Lo so che molte persone collegano questo "stato di grazia" a una relazione emotiva stabile e quindi ne danno per scontata la necessità, ma non per tutti è così.
Mi trovo perfettamente d'accordo, anzi, di più.
Complimenti a danyfantasy, vorrei che più persone si comportassero così :) :)
♥ La vita è come uno specchio: ti sorride se la guardi sorridendo! ♥

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