AVEN Italia • La comunità degli asessuali italiani

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Io sto bene nella mia condizione di asessuale, ancora meglio quando penso che grazie alla mia asessualità schivo tutta una serie di problemi che spesso i non-asessuali si pongono.

Vivo la mia asessualità come una presa d'atto, un dato di fatto, insomma sono così e basta, ci ho messo un po' per capirlo nel senso di riuscire a definirmi in questi termini, quindi in un certo senso è stato un percorso di conquista, ora ne sono abbastanza convinta e mi sono liberata di tutta una serie di paturnie e aspettative assurde che mi facevano solo star male, con me stessa e con gli altri. In tal senso sto decisamente meglio. Ovviamente questa mia "diversità" rispetto alla maggioranza mi porterà probabilmente a vivere in maniera "diversa" le varie relazioni e so che gran parte delle aspettative della gente comune tipo sistemarsi, sposarsi, figliare, non mi riguardano minimamente quindi capita a volte di sentirmi un po' stonata. Come detto altrove sento spesso quella noia angosciosa che fa sentire il non-sense di relazione con il mondo/le cose/le persone. Ma non collego questo sentire al fatto di essere asessuale, sono proprio io da sempre che sono così. Amen.
Detto ciò io non riscontro nessuna correlazione con il concetto di felicità. Si può essere pienamente perennemente felici? Non credo. Non so cosa voglia dire essere completamente felici, così come essere completamente infelici. Penso la vita sia una meravigliosa tragedia. Regala istanti unici di gioia ed esaltazione ma anche tanta insofferenza/sofferenza, sconforto etc etc. Credo la comune ricerca della felicità altro non sia che lo scansare il più possibile la sofferenza e il dolore, insomma pare tutto si concentri nel trovare distrazioni, divertimenti, pre-occupazioni che tengano lontani dal pensiero della morte-malattia-vecchiaia. Io non cerco questo. Sono qui e mi piace sentire tutto, non negare nulla. Di mio sono tendenzialmente malinconica e solitaria, da sempre, però allo stesso tempo riconosco anche l'eccezionalità di certi istanti e mi sento incredibilmente legata a me stessa. Di certo so che preferisco accettare il rischio di qualsiasi infelicità derivi dall'essere me stessa piuttosto che subire l'infelicità che deriva dalla menzogna, dal recitare ruoli e parti che non mi appartengono.
Inoltre, viviamo in un mondo complesso e abbiamo vite complicate. Come si potrebbe ridurre la felicità ad una sola componente?

Bakeneko ha scritto:Io sto bene nella mia condizione di asessuale, ancora meglio quando penso che grazie alla mia asessualità schivo tutta una serie di problemi che spesso i non-asessuali si pongono.

Io sono totalmente d'accordo con Bakeneko, quando sono giù di morale mi basta farmi raccontare qualche aneddoto da un* amic* sessuale per tirarmi su. Quando sento i casini senza senso in cui si vanno a ficcare e i problemi che ne derivano tiro un enorme sospiro di sollievo

Inoltre concordo con Miskin, magari la felicità dipendesse solo dall'accettare o meno il proprio orientamento
Ci sono talmente tanti fattori in gioco che se il problema fosse solo quello sarebbe tutto facile ^.^

Per rispondere seriamente comunque sì, mi considero in pace con me stessa.

Miskin ha scritto: Inoltre, viviamo in un mondo complesso e abbiamo vite complicate. Come si potrebbe ridurre la felicità ad una sola componente?

C'est ça. Per me l'asessualità è una parte della mia identità, ma non è tutto, c'è anche il lavoro, le amicizie ecc. ecc. In questo periodo sono contenta perché ho molto da fare (significa più stress, ma anche più soldi) e perché ho conosciuto una ragazza molto simpatica che abita molto vicino a casa mia (quasi tutti gli altri amici vivono in altre città e non ci possiamo vedere troppo spesso).
La domanda "sei felice?" mi fa pensare a quel film di Aldo Giovanni e Giacomo.

Non posso parlare di "felicità" dal punto di vista complessivo, nel senso che non sono "felice" di tutto quel che sono e che ho (ma neanche "triste"!), ma dal punto di vista dell'identità sessuale sicuramente sì. L'unica cosa che mi dava problemi in principio era il non saperle dare un nome, e in parte anche il non sapere che esistessero altre persone come me (sentirsi unici nel proprio genere non è divertente come sembra).
Per quanto riguarda il resto, mi considero una persona mediamente fortunata. Ho un po' di cose che cambierei volentieri, ma la stragrande maggioranza la lascerei così com'è. E poi, quel che sono oggi è grazie a quel che ero ieri, e il giorno prima, e il giorno prima ancora... e via dicendo. E' importante dare il giusto peso anche al proprio trascorso e a soppesare il bene e il male che ha apportato equamente, secondo me

danyfantasy ha scritto:Chi fra voi è felice, sereno e in pace con se stesso perchè è consapevole e accetta la propria identità asessuale?

Io, onestamente, pensavo che ammettere la mia identità sarebbe stato peggio. Invece, ora sto proprio bene. Avevo anche paura per farmi accettare, ed è andato tutto bene, persino al lavoro (dopo i primi lievi contrattempi).
Ci sono anche rimasto un po' di merda, devo dire la verità.

Io sono felice! Certo, ho dei problemi riguardo il trovare un lavoro...ma questo non centra niente con la sessualità.
Se mi dessero una pillola per diventare sessuale io non la prenderei

danyfantasy ha scritto:Chi fra voi è felice, sereno e in pace con se stesso perchè è consapevole e accetta la propria identità asessuale?

Io!
Non ho mai avuto problemi al riguardo, anche se sono demisessuale e non so se per me valga lo stesso dato che credo tu ti rivolgessi ai "tutti bianchi"

Non c'entra nulla ma... bentornata Chiara !!!

Grazie ♥ ups, volevo dire "tutti neri" ovviamente

Non sono asessuale e non sto con un asessuale, ma essendoci abbastanza vicina dico: sì, sono felice.

Si, ora sono felice perchè non mi preoccupo più di non aver bisogno di andare a letto con un uomo. Ora posso dirlo!

Più che felice mi sento "leggero"... amo me stesso più di ogni altra cosa, credo nelle mie capacità e non ho bisogno di dipendere affettivamente da una persona "esterna"!