La Repubblica (2007) "Niente sesso, siamo un movimento"

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ithaca
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La Repubblica (2007) "Niente sesso, siamo un movimento"

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Niente sesso, siamo un movimento

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Alcuni non hanno mai provato attrazione per una persona. Altri hanno smesso presto. Altri ancora si amano ma non fanno l'amore. In un'epoca dove la libido è business e ovunque vende - dai film agli abiti ai telefonini - dove l'assenza è considerata una patologia, c'è una minoranza invisibile per cui fare sesso è eccitante quanto fissare un soffitto bianco. Jean-Philippe de Tonnac (vedi intervista) la chiama "la rivoluzione asessuale".

È un fenomeno poco osservato, ma esiste. Ma cosa c'è dietro? Secondo uno studio di Anthony Bogaert, professore di Psicologia alla Brock University in Ontario, Canada, da una a due persone su 100 non avrebbe mai provato alcun fascino sessuale. E il rifiuto del sesso non deriverebbe da una presa di posizione ideologica ma sarebbe una sorta di condizione, come nascere coi capelli ricci o gli occhi blu. Il movimento degli asessuali, che senza avere l'ambizione di convincere nessuno almeno ha il piacere di ritrovarsi insieme, è emerso sui media nel 2001, quando un giovane americano, David Jay, ha fondato il sito Aven (Asexual Visibility and Education Network) che conta ottomila membri. "Il desiderio vive in tante forme: nel ballare tutta la notte a una festa, nel guardare un giardino di camelie, nel combattere per qualcosa in cui credi", spiega Jay. Per lui è come mangiare il cioccolato. Nonostante sia buono, c'è tanta gente a cui non piace. "Non esiste un solo modo di avere le endorfine in circolo per il corpo. Inoltre la gente sta insieme per affetto, per costruire qualcosa, per fare dei figli, per interessi comuni o interessi economici", scrive sul suo sito. "Il sesso non è la prima ragione degli incontri di coppia.

Anche noi cerchiamo l'affetto, ma rinunciamo all'erotismo comunemente inteso. Siamo a favore della tenerezza, delle coccole, della masturbazione". Anche il Kinsey Institute si è interessato al fenomeno e l'anno scorso ha diffuso i risultati di una ricerca su un campione di mille persone. Lo scopo era capire se i "no-sex" potessero essere un nuovo genere sessuale, come gli omo o gli etero. In realtà la responsabile della ricerca, Nicole Prause, ha stabilito che non sono un nuovo genere, ma uno dei tipi di "orientamento sessuale" possibili. "Gli asessuali sembrano essere meglio caratterizzati dal basso livello di desiderio ed eccitazione sessuale", spiega, "piuttosto che dal basso livello di attività sessuale o da alto livello di inibizione relativa al sesso". Sembra quindi che la questione sia quella del desiderio o dei desideri, più che del sesso e del corpo. Ma sotto l'ombrello dell'asessualità ci sono altre condizioni. Molti hanno avuto una vita erotica, sanno cosa è il sesso, eppure vi rinunciano. Caterina, 37 anni, si astiene da dieci: "Non ho più desideri fisici", dice, "non pratico neanche autoerotismo. Ho provato pure con i fumetti erotici ma niente, è tutto spento lassù, o laggiù. Non ne ho bisogno, almeno in questo momento. E non me ne faccio un cruccio. Di fare cose senza senso, finte, non mi va.

Di tutte le mie esperienze ne salvo due su quindici. Due storie belle e coinvolgenti, tredici molto modeste. Se è a questa modestia che devo rinunciare, non c'è problema". Lo psicoanalista francese Laurent Jouannaud, autore di La condition sexuelle, ha una tesi in proposito: "La nostra società, che esaspera il bisogno sessuale, ne organizza anche la penuria", scrive. "Di colpo la miseria sessuale è immensa, Una malattia vergognosa che si preferisce nascondere. E così la sofferenza cresce: la si può vedere, in tutta la sua estensione, negli studi degli psicologi, nella cronaca nera o nei romanzi di Houellebecq". Così la pensa anche Daria, 43 anni, romana, che si astiene da otto, dopo una relazione da amante che definisce dolorosissima. "Molte volte "tagliar corto" e andare a letto con una persona è l'alibi della nostra società per non conoscerci e non apprezzarci", dice. "La società ci spinge a consumare qualsiasi cosa, anche il sesso, come fosse un prodotto a buon mercato e prêt-à-porter. Ho capito col tempo che tra il provare attrazione per un uomo e il volerci andare a letto passa una certa distanza. Se un uomo mi piace, magari accetto che mi tenga per mano, che sia galante. E questo può anche provocare eccitazione. Ma il passo verso il sesso fisico non lo faccio più, e ne sono felice.

Questo per me vuol dire fare una scelta di consapevolezza". Nella nostra società altamente sessualizzata, il coming out non è semplice. È anche per questo che non ci sono dati sicuri. Per Caterina il problema sono proprio gli altri: "Gli amici mi guardano con aria ansiosa, mi spingono a buttarmi nelle braccia di qualcuno, a "farmi una scopata". Quando li ascolto penso alla loro vita sessuale, che so, in alcuni casi, essere tristissima. Qualche volta penso che recitino una commedia e che quello che davvero li preoccupa è che io non partecipi a questa recita collettiva". Per chi ha una vita sessuale è difficile capire l'assenza totale di sesso. I commenti vanno dal "sono gay nascosti", a "repressi", a "non sanno che cosa si perdono". Quelli che non l'hanno mai provato sanno di non sapere cos'è ma non desiderano scoprirlo. Un po' come con l'algebra: capiscono il concetto ma non provano alcun interesse. Martino, dirigente di una multinazionale farmaceutica, è vergine a 38 anni, ma soddisfatto. "Col mio lavoro potrei dirvi qualsiasi cosa di chimica, ma non sulle chimiche umane", scherza. La storia di Martino comincia con una non-scelta: sono le donne che lo ignorano, e lui si getta nello studio. Poi la trasformazione. "La mia asessualità mi ha imprevedibilmente regalato, da adulto, un certo tipo di charme, di spavalderia, che hanno fatto bene al mio aspetto. Ora mi sento fascinoso", racconta. "E sono geloso di questa cosa. Della mia privazione, che mi dà tanto. È una specie di superpotere, di vista ai raggi X, di scudo invisibile".

Alcuni asessuali usano tra di loro un sistema di classificazione inventato da David Jay stesso, per la comunità di Aven. Secondo questo sistema, del tutto empirico, gli asessuali si dividerebbero in quattro categorie: chi prova desiderio sessuale ma non attrazione romantica, quelli che provano attrazione romantica ma non sessuale, quelli che provano entrambe, e quelli che non ne provano nessuna. Martino appartiene al terzo tipo, le prova entrambe ma riesce a sublimare. "Io gli amori più belli li ho vissuti e li vivo così, dal lontano sguardo del mio corpo", continua. "Ho molte donne-amiche con cui mi scambio effusioni, carezze; ci sfioriamo, ci abbracciamo. A volte quando una ragazza mi guarda, dopo aver parlato per ore, e mi dice "grazie tu sei meraviglioso, sei un uomo che sa ascoltare", mi si apre un sorriso: penso a quanto sia bello conoscere davvero le donne e quanto il sesso non ci permetta di farlo. E allora sono fiero di me".

(Pubblicato il 27 novembre 2007)

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SilverKitsune
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Re: La Repubblica (2007) "Niente sesso, siamo un movimento"

Messaggio da SilverKitsune »

Per essere così vecchio è fenomenale. Fino a neanche due anni fa dicevano ancora peste e corna dell'asessualità. Lode al giornalista! :)
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