Defiizione di assessualità
Inviato: lun lug 08, 2013 3:09 pm
Man mano che mi addentro in questo nuovo mondo, del quale sento di far parte, mi rendo conto di alcune lacune e contraddizioni nelle terminologie e nella personalità di chi ne fa parte.
Come ho scritto nella presentazione sto studiando psicologia, e sebbene sia solo alla fine del primo anno, ho studiato da autodidatta per molto tempo. Questo non fa certo di me uno psicologo o un esperto. Ma non sono a digiuno della materia.
Inoltre ho anche studiato filosofia, quindi, pur riconoscendo di essere un rompipalle di prima categoria, non riesco a non lanciare un argomento di discussione riguardante la coerenza e la proprietà d'utilizzo di alcuni termini.
Innanzitutto il termine asessuale. Che dovrebbe designare, appunto, solo coloro che non provano desiderio sessuale. Per ciò tutta la zona grigia, che invece può provarne, dovrebbe essere riportata nella sfera della sessualità.
Il secondo punto che mi è saltato subito all'occhio è la catalogazione dell'asessualismo tra gli orientamenti sessuali. Passi per l'asessuale "puro" (che ha, quindi, una totale assenza di desiderio sessuali), ma per il resto della popolazione asessuale, non si può parlare di orientamento sessuale, per quale si intende la direzione dei propri interessi sessuali nei confronti di soggetti appartenenti allo stesso sesso o ad entrambi i sessi contemporaneamente.
Si tratta, invece, di un diverso comportamento sessuale all'interno dell'attuale classificazione (etero, gay, bi) e a questi trasversale. Il perché di questo diverso comportamento, inoltre, a differenza degli orientamenti veri e propri, potrebbe essere dato da diversità nella secrezione ormonale, ma non sono da escludere, a mio avviso, neppure motivi dovuti a organizzazioni psicologiche particolari. Questo, ovviamente, non significa essere "malati", sia chiaro. Significa solo essere "neutramente" particolari. In fondo, essere unici non significa proprio questo? Essere particolari?
Per ciò, perché affibbiarsi l'etichetta di asessuali, quando in realtà, da quel che ho capito, il più delle volte esiste un desiderio e un comportamento sessuale che, nell'atto specifico, rientra nella normalità, mentre cambiano solo le condizioni di arousal, che si verifica con modalità e intensità diverse dalla cosiddetta "norma"?
Scusate la pignoleria
Come ho scritto nella presentazione sto studiando psicologia, e sebbene sia solo alla fine del primo anno, ho studiato da autodidatta per molto tempo. Questo non fa certo di me uno psicologo o un esperto. Ma non sono a digiuno della materia.
Inoltre ho anche studiato filosofia, quindi, pur riconoscendo di essere un rompipalle di prima categoria, non riesco a non lanciare un argomento di discussione riguardante la coerenza e la proprietà d'utilizzo di alcuni termini.
Innanzitutto il termine asessuale. Che dovrebbe designare, appunto, solo coloro che non provano desiderio sessuale. Per ciò tutta la zona grigia, che invece può provarne, dovrebbe essere riportata nella sfera della sessualità.
Il secondo punto che mi è saltato subito all'occhio è la catalogazione dell'asessualismo tra gli orientamenti sessuali. Passi per l'asessuale "puro" (che ha, quindi, una totale assenza di desiderio sessuali), ma per il resto della popolazione asessuale, non si può parlare di orientamento sessuale, per quale si intende la direzione dei propri interessi sessuali nei confronti di soggetti appartenenti allo stesso sesso o ad entrambi i sessi contemporaneamente.
Si tratta, invece, di un diverso comportamento sessuale all'interno dell'attuale classificazione (etero, gay, bi) e a questi trasversale. Il perché di questo diverso comportamento, inoltre, a differenza degli orientamenti veri e propri, potrebbe essere dato da diversità nella secrezione ormonale, ma non sono da escludere, a mio avviso, neppure motivi dovuti a organizzazioni psicologiche particolari. Questo, ovviamente, non significa essere "malati", sia chiaro. Significa solo essere "neutramente" particolari. In fondo, essere unici non significa proprio questo? Essere particolari?
Per ciò, perché affibbiarsi l'etichetta di asessuali, quando in realtà, da quel che ho capito, il più delle volte esiste un desiderio e un comportamento sessuale che, nell'atto specifico, rientra nella normalità, mentre cambiano solo le condizioni di arousal, che si verifica con modalità e intensità diverse dalla cosiddetta "norma"?
Scusate la pignoleria