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Cioé??

Anch'io mi sono chiesta cosa voglia dire "altro"....
Forse separati/divorziati?
Che poi, tra single e fidanzati, ci possiamo trovare sfumature varie e ruoli e presenze e assenze e posizioni.
Ecco, sono le posizioni quelle più difficili da gestire, le posizioni....

Che non ho mai avuto rapporti sessuali, quindi non posso dire di essere o quantomeno essere stato fidanzato tantomeno sposato

Ma se uno dice "single", perché dovrebbe specificare anche la sua precisa condizione di più o meno illibato?
A chi deve interessare se una persona ha avuto o no rapporti sessuali?

Io non mi ritengo "single" perché mi dà l'idea che il termine implichi "ma alla ricerca". Invece io non cerco niente.
Mi ritengo sposata con il mio lavoro, diciamo. E sono ufficialmente in una relazione platonica. Ma nulla di più.

Per la precisione, nel caso non fosse chiaro, ho messo "altro".

Ecco svelato che cosa si può intendere con "altro"!
In effetti, definirsi single, può voler dire, in realtà, disponibile per una relazione.
Infatti, ci sono persone che si definiscono "felicemente single ".
tanto per far capire che non hanno nessuna intenzione di mutare la situazione.

Maya, ti chiedo una cosa: è bello essere sposati con il proprio lavoro?
Anch'io ho lavorato tanto e lavoro ancora, meno; amo il mio lavoro e lo faccio senza fatica, ma non sono sposata con lui.
Nella vita mi è capitato di vedere persone, donne e uomini, che, non avendo impegni di famiglia, si sono dedicati anima e corpo al loro lavoro, senza orari, senza feste, senza mutua.
Tutti li apprezzavano, perché stavano al lavoro senza altri pensieri per la testa, sempre disponibili, sempre pronti anche a svolgere i compiti altrui: il lavoro era il loro coniuge, come dici tu.
Ad un certo punto, come succede, sono diventati inadeguati; la loro infinita disponibilità, che per anni era stata apprezzata ed osannata e portata ad esempio, ha cominciato a dare fastidio e, senza complimenti, sono stati fatti fuori e sostituiti da altri tre. Persino la loro infinita esperienza e professionalità, erano diventate senza importanza, se ne poteva fare a meno.
Per qualcuno è stata una vera tragedia.
Le mie, però, sono soltanto considerazioni.
L'importante è che ognuno abbia delle possibilità di scelta, che le sue siano veramente scelte e non ripieghi e non sostituzioni.
Tanto per allargare le considerazioni, debbo dire che, pur ammirandoli per la tenacia e per la determinazione, a me hanno sempre fatto "molta pena" i campioni sportivi.
Infanzie e giovinezze non vissute, studi trascurati, portati avanti per grazia ricevuta, intere giornate vissute sul campo, tra allenamenti durissimi.
Alcuni di loro hanno dato segni di squilibrio e non sono riusciti, dopo la gloria, a reciclarsi in alcun modo.
Questo per dire che la persona, la persona, non può vivere a senso unico, ha bisogno di svariate cose, di un'infinità di cose.
Ha bisogno di sostanze nutriente per il corpo e per l'anima e se queste sostanze vengono in qualche modo ridotte e limitate, il corpo e l'anima ne risentiranno.

Guarda, Bianca, io sono una scrittrice, quindi il mio lavoro riguarda me e solo me. La scrittura è la mia vita, l'unico vero amore che potrò mai avere e come ogni grande amore alterna picchi di felicità estrema a momenti di devastazione assoluta. Ma non potrei vivere senza. Non importa come la vedano gli altri, è una cosa che ha sempre fatto parte di me e non riesco a vedere un futuro che non la comprenda. Sono un'artista (e sono aromantica): mi innamoro di cose, non di persone. E questa è una cosa che mi accompagnerà fino alla fine dei miei giorni. Non sono queste le premesse di un matrimonio? Che sia felice od infelice, non posso negare la sua rilevanza per me.
Per di più dire che si è sposati col proprio lavoro è molto più semplice e veloce di spiegare asessualità e aromanticismo. Allontana in fretta avances indesiderate.

E comunque questa "condizione" non mi impedisce di avere i miei hobby, i miei amici, la mia famiglia. Non mi priva di un'esistenza completa.

Spiegata così è tutta un'altra storia!
Io mi riferivo a lavori anche importanti, ma certamente, non a quello della scrittrice.
A mio parere, non è neppure un lavoro, è un bisogno che hai dentro. Ecco perché può diventare così importante e può essere paragonato ad un legame sentimentale.
Tutto quello che io ho scritto, non ha nulla a che vedere con la tua situazione, che capisco molto piacevole e soddisfacente, grazie o nonostante le particolarità che ti caratterizzano.

Beh, per una persona che scrivendo guadagna quanto gli basta per vivere e fa solo quello, non vedo come non possa essere considerato un lavoro. È una professione che può affiancarsi ad altre ed essere esclusiva. E in alcuni casi può essere anche "importante", basta pensare ai grandi scrittori dei secoli scorsi e anche a quelli di questo secolo.

Sì, se si guarda il lato economico ed è un'attività che consente di mantenersi, possiamo chiamarla lavoro, ma intanto è un lavoro indipendente, ha bisogno di capacità particolari, di ispirazione costante, di tranquillità e anche di avere vicino le persone giuste.
Ho conosciuto personalmente Calvino, Primo Levi, Lalla Romano, Marina Jarre, Nuto Revelli, Rigoni Stern, ma mi pare di ricordare che non ritenessero un lavoro il loro scrivere. Calvino lavorava in casa editrice, Levi facevo il chimico in una fabbrica di vernici, gli altri non so più.

È l'ultimo OT che faccio, giuro.

Appunto, per alcuni scrivere si affianca ad un'altra professione. Per altri è esclusiva (non dimentichiamoci degli scrittori di racconti che venivano pagati a parole!). Spesso l'una o l'altra dipendono dal successo, dall'avere abbastanza soldi con il ricavato della scrittura per mantenersi, alcune volte sono scelte personali.
Comunque posso dissentire su diversi punti; non occorre ispirazione costante (quella va e viene, bisogna imparare a farci l'abitudine, l'importante è continuare a scrivere comunque), nè tranquillità (io ho una vita piuttosto movimentata, ma impari a scrivere sui mezzi, prima di dormire, appena dopo esserti svegliata, tra i pasti, tutto per guadagnare tempo). Quanto all'avere vicino le persone giuste...penso che dipenda da persona a persona.

Fine OT non parlerò più dell'argomento

Tu puoi scrivere sui mezzi pubblici e non hai bisogno dell'ispirazione.
Altri per scrivere devono vivere una qualche sofferenza o avere qualcosa di personale da raccontare.
I colori sono parecchi e le sfumature, ancora di più.