La prima cotta, o presunta tale, l'ho avuta quando andavo in prima media.
Ero reduce dall'influenza e fra i vaneggiamenti della febbre pensai che se qualcuno della mia classe aveva la ragazza perché non avrei dovuto averla anch'io ?
Scelsi così la ragazza più bella mia coetanea (si chiamava Rosaria ma tutti la chiamavano Iaia).
La avevo intravista all'oratorio (la sezione femminile e quella maschile erano rigidamente separate da un muro invalicabile).
Aveva un nasino a punta alla francese e dei capelli biondi tagliati a caschetto.
Era proprio carina.
Preparai un questionario con un sacco di domande più o meno pertinenti, delle quali mi interessava particolarmente la risposta all'ultima: “C'è l'hai già un ragazzo ?”.
Una domenica, all'uscita della messa, la segui fino a casa senza farmi notare.
Successivamente incrociai tutti i cognomi del citofono dove abitava con tutti gli i cognomi delle iscritte a quella classe dell'oratorio femminile in modo di sapere come si chiamasse e mi offrii, la domenica successiva, all'uscita da messa, di accompagnarla a casa.
Maxi-cappotto con il bavero alzato, durante tutto il tragitto non dissi neanche una parola e neppure riuscii a consegnargli il questionario.
La settimana successiva le regalai una scatola di Mon Cheri.
Qualche tempo dopo uscii con Lei insieme ad un altra coppia, sempre nostri coetanei, per andare a visitare un museo ….
Vi risparmio il triste epilogo.
Una volta, al cinema dell'oratorio, mi sedetti dietro di Lei, e pensai a come sarebbe stato l'incontro fra la cicca che stavo masticando e i suoi bellissimi capelli dorati.
Dopo parecchi anni la cercai, così per curiosità: seppi che era diventata una fotomodella e le chiesi se era disposta ad uscire con me.
Lei rispose che le era indifferente così desistetti.
Non penso di essere stato veramente innamorato di Lei.