il mio ritorno

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strangeR
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il mio ritorno

Messaggio da strangeR »

ciao, ragazzi. sono iscritto al forum da diversi anni, prima che crollasse cancellando tutti i vecchi post; da allora non avevo più seguito molto, e adesso lo trovo completamente cambiato, con nuovi personaggi, ma soprattutto nuovi concetti: ero rimasto alle definizioni classiche "asessuale/sessuale" e "anaffettivo/capace di provare sentimenti", invece trovo una miriade di definizioni che, oltre ad inquadrare tutta la serie dei "grigi" compresi tra il bianco e il nero delle dimensioni della (a)sessualità e della (an)affettività, facilitano l'identificazione e la costruzione di un'"identità su misura", ma d'altra parte rendono complicato avere una visione d'insieme e cogliere le sottili differenze tra i vari termini, essendo in alcuni casi veramente sfumature molto sottili, per "addetti ai lavori": certo, tra noi ci si capisce meglio, ma purtroppo questo non equivale alla possibilità di esprimere verso l'esterno la nostra identità con maggiore facilità e immediatezza, perchè tutta la struttura delle definizioni e delle classificazioni diventa così complicata che ci si spaventa all'idea di descriverla per poi mostrare la nostra collocazione in quell'universo... stavo riflettendo intanto su alcune parole, per esempio "romantico" (da dove è venuto? perchè ha soppiantato il concetto di affettività?), o "queerplatonico" (perchè non "platonico" e basta? perchè aggiungere quel prefisso che dà un senso di trasgressione che nulla ha a che vedere con il concetto che il termine rappresenta?), ma anche in generale su questa proliferazione di termini... capisco che inquadrano delle situazioni particolari, la cui identificazione è una conquista culturale dell'umanità, ma è proprio necessario avere una tale complessità? forse alcuni di voi sono stati spinti ad un esame molto approfondito della propria identità e quindi dei concetti correlati alle due dimensioni di cui sopra, oltre all'identità di genere e l'orientamento sessuale, diventando dei "cultori dell'identità" e dei "maniaci della catalogazione"... cmq mi piace l'inclusività di questo sistema di inquadramento rispetto alla dicotomia sessualità/asessualità, che non era in grado di cogliere la complessità della tematica, diventando fonte di discussioni sulla legittimità dell'autoattribuzione della definizione "asessuale" in presenza di elementi discordi rispetto alla definizione classica del termine... ma se l'alternativa era "sessuale" è chiaro che tante persone non trovavano una collocazione... insomma, ho ripreso con interesse a leggere questo forum e confido di trovare spazio per confrontarmi con voi su varie questioni dell'identità di genere (dove sono più ferrato, essendo un transessuale FtM, quindi ho approfondito molto la tematica, prima di sottopormi al percorso di adeguamento medico-chirurgico) e dell'(a)sessualità, che è un altro mio tratto identitario, anche se alla luce delle nuove defnizioni e dell'esperienza di vita di coppia che sto vivendo dovrò rielaborare e discutere con voi. a presto

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SilverKitsune
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Re: il mio ritorno

Messaggio da SilverKitsune »

Bentornato, strangeR! Sono lieta di vederti contento dei cambiamenti :D
Mi dispiace se la terminologia ti sta confondendo. Ovviamente l'essere umano ha così tante sfumature identitarie che è difficile coglierle tutte, noi facciamo solo del nostro meglio per raccoglierne il più possibile. Se non ti senti a tuo agio con uno o più termini, sei libero di non usarne affatto: non obblighiamo nessuno a etichettarsi.
P. S.: "platonico" significa "non sessuale", mentre "queerplatonico" indica un tipo di rapporto interpersonale non sessuale che è spesso più stretto dell'amicizia, ma non è di tipo romantico ;)
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strangeR
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Re: il mio ritorno

Messaggio da strangeR »

vorrei fare una presentazione e confrontarmi con voi su questi aspetti. il mio orientamento è prevalentemente eterosessuale (nel senso che finora sono stato attratto dalle donne, ma non sono omofobo e non ho nessun blocco mentale per cui non mi potrei legare ad un uomo: lo ritengo improbabile ma possibile) e, secondo la terminologia che conosco (non avendo ancora inquadrato bene il termine "romantico", preferisco non usarlo: ho letto che distinguete addirittura la "capacità di provare attrazione romantica" dalla "capacità di provare amore", e di fronte a queste sottigliezze alzo le mani: se qualcuno me le vuole spiegare...), non-anaffettivo, quindi capace di provare sentimenti e a legarmi emotivamente ad una persona in un modo diverso dall'amicizia, anche se per me il legame affettivo non può esistere se non come evoluzione di un solido rapporto di amicizia, che può avere qualcosa in più ma niente in meno rispetto ad esso. il punto su cui mi volevo soffermare è la mia sessualità (capacità di provare attrazione sessuale), che nel mio caso non ha avuto uno sviluppo ordinario ed è stata probabilmente alterata dalla disforia di genere (o meglio, dal malessere indotto dalla condizione transessuale dagli 8 anni in poi, compreso quindi un periodo molto delicato per la definizione dell'identità personale sotto vari aspetti). intanto, nell'attrazione che (con una frequenza molto bassa rispetto alla media) mi è capitato di provare c'è anche una componente "fisica", ma assolutamente non sessuale: sono attratto da alcuni tratti nel viso di una persona, dalla voce, dalla sua gestualità, che spesso racchiudono il fascino che mi colpisce... sono molto sensibile a certi dettagli ed è fondamentale che ci sia questa componente "fisica" per distinguere un'attrazione da semplice stima e desiderio di amicizia. cmq non ho istinti sessuali: nè fine a se stessi (stimoli biologici, per intenderci), nè desiderio sessuale nei riguardi delle persone che mi interessano, nè di altri (attrazione puramente sessuale per una persona specifica). ho imparato l'esistenza del sesso di coppia dai porno e se non fosse per quelli non mi sarei mai immaginato quei movimenti, quel tipo di interazione tra le persone... di mia iniziativa proverei solo il desiderio di stare abbracciati, tenersi per mano, qualche bacio tranquillo (quando mi piace qualcuno sento di voler fare queste cose), qualche carezza, mentre la classica interazione sessuale non mi verrebbe naturale...
2 anni fa mi sono fidanzato con una persona (che a sua volta ha una libido molto bassa); all'inizio della relazione lei ha voluto provare a fare sesso e ho deciso di seguirla in questo tentativo... intanto, non mi è venuto naturale neanche "sul campo", quindi ho smentito il mito per cui "quando ci si trova si capisce come funziona" (senza la cultura dei porno, non avrei mosso un dito...). ho cercato di prendere questo tentativo seriamente, cercando in esso la possibilità di soddisfare qualche mio desiderio che forse non avevo ancora esplicitato e soprattutto di dare soddisfazione al desiderio della mia partner. penso di essere riuscito nel secondo obiettivo, e la sensazione di avere la capacità di dare un piacere fisico così intenso alla persona che amo mi ha dato una soddisfazione emotiva che non mi sarei aspettato... non dico che per me il sesso ha avuto un'importanza maggiore da allora, ma almeno ha acquistato un senso: ho voluto approfondire questo risvolto, salvo poi rendermi conto che non era proprio autentico, perchè la mia ragazza a sua volta amplificava l'espressione del suo piacere per coinvolgermi... questo aspetto di non-autenticità ha azzerato il mio già debole interesse per la cosa (forse era proprio la sproporzione tra quello che ritenevo fosse il mio contributo e l'effetto suscitato a incuriosirmi, dandomi una "sensazione di potere" sul suo piacere... risolto l'arcano, svanita la magia, il tutto è tornato ad avere la giusta dimensione): interesse limitato cmq a quest'aspetto "altruistico" (mentre sul piano della soddisfazione fisica non ho scoperto niente di nuovo, e neanche il ruolo sessuale e l'attività in sè suscita il mio interesse)... ad un'analisi più approfondita, la stessa "sensazione di potere" sul piacere provato da una persona (nel senso di esserne lo strumento, l'artefice) è marginale rispetto al piacere puro di saperla soddisfatta in quel senso: probabilmente se si fosse masturbata davanti a me avrei avuto la stessa soddisfazione (non erotica, ovviamente), condividendo la sua gioia nel riuscire a raggiungere il piacere fisico... per quanto mi riguarda, ho avuto una conferma della mia identità praticamente asessuale ma, rispetto al rapporto di coppia, potrei accettare un ruolo sessualmente attivo per dare all'altra persona un qualcosa di cui altrimenti potrebbe scegliere di privarsi del tutto (perchè tante donne, per motivi vari, non vanno alla ricerca del piacere fisico puro al di fuori dell'interazione con il partner, e non vorrei essere io il motivo di una rinuncia di quel tipo): non lo vedrei come una violenza ma come un atto di altruismo. penso che sia stato "formativo" provare, perchè l'esperienza diretta aiuta a capire tante cose e a dare una dimensione diversa, più solida, alla propria identità sul piano sessuale, anche quando si arriva ad una semplice conferma di una definizione che ci si era già dati. spero che la mia esperienza vi risulti interessante e se volete approfondire degli aspetti, o puntualizzare rispetto alla vostra terminologia, sono a disposizione

Kim
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Re: il mio ritorno

Messaggio da Kim »

Caro stranger, sono d'accordo con te che le parole hanno la loro importanza anche se una eccessiva classificazione fa perdere di vista l'identità del soggetto. Io preferisco definirmi semplicemente asessuale anche se poi mi ritrovo a dover precisare il mio interesse dominante per gli uomini. Ma come dovrei dire? Ho visto usare il termine "asessuale-gay" che a me francamente sembra una contraddizione, io comunque non mi sento affatto gay. Come vedi quando ci si avventura nel "mare" dei termini si rischia di "naufragare". Mi piacerebbe fare la tua "conoscenza" per cui se ti va contattami. Ti saluto con amicizia ! KIM :)

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Re: il mio ritorno

Messaggio da blueberyl »

Kim ha scritto:Caro stranger, sono d'accordo con te che le parole hanno la loro importanza anche se una eccessiva classificazione fa perdere di vista l'identità del soggetto. Io preferisco definirmi semplicemente asessuale anche se poi mi ritrovo a dover precisare il mio interesse dominante per gli uomini. Ma come dovrei dire? Ho visto usare il termine "asessuale-gay" che a me francamente sembra una contraddizione, io comunque non mi sento affatto gay. Come vedi quando ci si avventura nel "mare" dei termini si rischia di "naufragare". Mi piacerebbe fare la tua "conoscenza" per cui se ti va contattami. Ti saluto con amicizia ! KIM :)
E' vero, non bisogna sconfinare nella smania catalogatrice, concordo :)
Omo-asessuale non è una contraddizione, perchè sta indicare che sei attratto esteticamente/romanticamente (e non sessualmente) dagli individui del tuo stesso sesso, a al contempo non provi attrazione sessuale verso nessuno. Gli asessuali possono provare sentimenti e desiderare una relazione con un partner, come qualsiasi altra persona :)
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Chiara78
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Re: il mio ritorno

Messaggio da Chiara78 »

Ciao e ri-benvenuto! Anche io non amo il sesso ma non ho problemi a praticarlo per mio marito; non mi sembra giusto che se ne debba privare, ma c'è da dire che lui non è asex come me ma nemmeno "fissato" ;)
♥ La vita è come uno specchio: ti sorride se la guardi sorridendo! ♥

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SilverKitsune
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Re: il mio ritorno

Messaggio da SilverKitsune »

Precisiamo che l'attrazione sessuale non ha nulla a che vedere con la volontà di condividere intimità fisica non sessuale con il partner, come coccole o baci... anzi, è anche possibile che un asessuale possa voler fare sesso col partner per compiacerlo, nonostante non provi attrazione sessuale di per sé! ;)
Ti ringrazio molto per aver condiviso la tua storia, strangeR, è stato molto interessante leggerla e spero che AVEN ti piacerà e rimarrai a postare anche altrove (come ho visto che stai già facendo) :D

P. S.: perché mai un asessuale gay dovrebbe essere una contraddizione? Allora anche un asessuale etero dovrebbe esserlo :lol:
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Re: il mio ritorno

Messaggio da ithaca »

Bentornato :)

Per quanto riguarda la contraddizione di asessuale-gay lo posso immaginare. Alla fine ogni parola ha un bagaglio lessicale, semantico, emotivo e culturale diverso per diverse persone. Per alcuni la parola "gay" ha lo stesso significato di omosessuale, per altri più una connotazione di attrazione romantica verso lo stesso sesso.

Ho visto la stessa reazione di sorpresa quando qualcuno dice "lesbica asessuale" anche sul forum inglese. Semplicemente potrebbe essere, credo, perchè "gay" e "lesbica" sono parole fortemente sessualizzate, e tanti non le considerano lo stesso che dire omoromantico/a.

Ognuno è libero di pensarla come vuole, e soprattutto identificarsi coem vuole, alla fine :wink:

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strangeR
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Re: il mio ritorno

Messaggio da strangeR »

grazie per aver letto la presentazione. cmq io la contraddizione tra "gay" e "asessuale" non la vedo: il discorso di ithaca è valido, è vero che il termine "gay" nell'uso corrente è fortemente sessualizzato per un retaggio culturale distorto per cui l'omosessualità è associata alla trasgressione e alla sessualità (tante persone, quando sentono "eterosessuale" immaginano una coppietta che si tiene per mano, mentre quando sentono "omosessuale" immaginano 2 maschioni all'opera...), ma l'idea di base in esso contenuta si riferisce semplicemente all'orientamento affettivo-sessuale, senza coprire la dimensione dell'(a)sessualità: è compatibile sia con la condizione sessuale che con quella asessuale, essendo un piano indipendente... cmq esistono anche i termini "omo-asessuale", "omoromantico" e, meglio ancora, "omoaffettivo", anche se il concetto di "(an)affettività" sembra essere scomparso da questo forum, come ho già scritto nelle apposite sezioni e ancora spero di capirne la ragione... in effetti sono ancora confuso su alcuni aspetti della nuova terminologia: anche la stessa definizione id "asessualità" sembra essere più inclusiva (nonostante la presenza di termini specifici per caratterizzare le situazioni intermedie tra sessualità e asessualità) rispetto a qualche anno fa, quando mi era stato detto che non avrei potuto definirmi asessuale per la mia condizione transessuale, che interferiva con il requisito dell'integrità fisica e con la capacità di fare sesso se avessi voluto... anche rispetto al mettere in atto comportamenti sessuali (compresa la masturbazione) c'era una maggiore rigidità, mentre adesso è ammessa anche l'idea che una persona asessuale faccia sesso per compiacere il partner o cmq per motivi che esulano dal desiderio sessuale... la focalizzazione dei termini si è spostata sulle sensazioni provate piuttosto che sui comportamenti agiti, e questo da un lato dà maggiore libertà alle persone di aderire ai vari concetti, ma dall'altra parte diminuisce la comprensibilità dei termini, li svuota di una parte di informazione, che prima si acquisiva di default se una persona ci si presentava come asessuale... non so chi gestisca questa evoluzione semantica, se c'è un coordinamento internazionale a cui dobbiamo aderire... spero che l'evoluzione continui e che la nostra comunità possa contribuire in qualche modo a indirizzarla

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SilverKitsune
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Re: il mio ritorno

Messaggio da SilverKitsune »

Per me la parola "gay" significa "persona attratta da persone dello stesso sesso", e non implica nulla in termini sessuali o romantici, per questo non vedo l'espressione "asessuale gay" come una contraddizione. Posso tuttavia comprendere le ragioni che portano a considerarlo tale, dato il retaggio culturale.
La definizione corrente di asessualità si confà alla definizione riportata su asexuality.org, il network internazionale di AVEN, che è storicamente quello che "detta gli standard" ;) Personalmente, mi trovo molto d'accordo con la considerazione che è asessuale chi non prova attrazione sessuale, perché per esempio la masturbazione può anche essere una necessità fisica, e la transessualità può implicare che l'individuo è "fisicamente omosessuale" ma si sentirebbe meglio come persona eterosessuale nel corpo dell'altro sesso, solo per citare due casi.
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