La presenza (nella stessa camera, ma soprattutto nel raggio della prossimita' di primo livello, cioe' la distanza del proprio braccio) di un altro individuo, riconosciuto dal proprio corpo come "estraneo a se stesso", mantiene un livello di vigilanza necessario a far fronte al comportamento potenzialmente-imprevedibile dell'altro, e quindi sostiene la difesa personale.
In una situazione di nucleo familiare esposto a pericoli di difesa personale maggiori ovviamente dormire accanto ad un uomo (o in gruppo) e' il male minore.
La persona accanto puo' avere movimenti involontari durante il sonno che causano spavento all'altro, toccare anche senza intenzione parti delicate dell'altra persona, respirargli vicino facendogli inalare piu' anidride carbonica, puo' alzarsi come sonnambulo e fare qualcosa... tante cose che disturbano il riposo, e anche se uno dorme con l'innocenza di un morto il sistema di allerta e' in funzione e abituarsi ad allentare quell'allerta naturale e' davvero una pessima idea.
La "calibratura" viene alterata e con essa uno perde una parte importante di sensibilita'.
Se nella notte qualcuno entra in camera (un ladro, per esempio), i suoi sensi non saranno piu' affinati nello stesso modo a notare l'energia che si intromette nell'ambiente, la "presenza".
Fa eccezione il genitore che dorme accanto al neonato, poiche' il piccolo e' geneticamente per meta' riconosciuto come uguale a se stesso. Le estensioni genetiche (tipo un figlio, o un organo trapiantato in un altro corpo...), messe a distanza, causano irrequietezza per via della risonanza che le lega.
Mettere il bambino a dormire in una camera separata dai genitori (come hanno fatto per esempio i miei genitori per motivi sessuali, le motivazioni piu' infami in esistenza) tiene in allerta entrambi le parti.
Molte morti "naturali" infantili trovano cause in questo.
Mia madre non dormiva mai serena...
Non ho mai sentito di madri/padri del regno animale, mammiferi e non, che fanno dormire i loro piccoli lontano da loro...
(Mia madre invece ha avuto piu' fortuna da mia nonna: poiche' la casa era piccola, 1944, si appendeva un cestino come culla sopra il letto matrimoniale, sia per cullare il bambino che per essere pronti a prenderlo in caso di bisogno o per allattarlo. Il vantaggio era che il bambino almeno era incluso nella prossimita' di secondo livello, che si estende dal centro del corpo per un raggio maggiore, e quindi il bambino era in quel caso un po' piu' sereno rispetto ad essere messo in una camera separata. Che Kali Yuga!)