Relazioni affettive, come le vivete?

Per tutto ciò che riguarda l'asessualità e gli asessuali.
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Pdydow_
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Relazioni affettive, come le vivete?

Messaggio da Pdydow_ »

“L’amore eterosessuale può essere stabile o transitorio – e ad ogni nuova generazione sembra diventare progressivamente più transitorio e meno stabile”
<<Psicologia come scienza del comportamento>>

Valutando che questo libro è del 1973, siamo di quasi 2 generazioni in avanti.
Di recente mi sono sentita dire che il pensiero dell’anima gemella è roba adolescenziale, il che mi ha fatto riflettere (e fatta sentire anche piuttosto scema u.u), magari è la terminologia in sé che può portare a pensarlo io semplicemente lo adotto come scorciatoia per dire la persona con un maggiore grado di affinità; la quale è per me cosa essenziale per la duratura di una relazione, amichevole o amorosa che sia.
Più il tempo passa e più mi sento lontana da tutti dato che per l’appunto le relazioni vengono viste come compromessi bilaterali, non riesco ad accettare quest’idea, io penso che qualunque tipo di relazione debba essere analizzata e sentita, cioè è inutile stare con qualcuno solo perché si è deciso così u.u
Ad esempio mia sorella (e praticamente la maggior parte delle persone di mia conoscenza) non crede neanche all’amicizia maschio-femmina proprio perché crede che la conoscenza con qualcuno porti sempre almeno da una delle due parti ad un desiderio fisico o romantico, il che mi ha fatto allora riflettere… una persona bisex secondo questo ragionamento non potrebbe avere amici, o sbaglio?
Io ad esempio sono attratta da entrambi i sessi, ma non per questo starei con la prima persona che mi capita u.u

Ho davvero bisogno di pareri altrui, insomma, voi credete alle affinità? Se si quanta importanza ha nelle vostre relazioni strette? Altrimenti se non ci credete su cosa basate le vostre relazioni?

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AnDieWelt
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Re: Relazioni affettive, come le vivete?

Messaggio da AnDieWelt »

cioè è inutile stare con qualcuno solo perché si è deciso così u.u
Non lo so, apparentemente le relazioni non avvengono neanche in maniera del tutto spontanea, sono si il frutto di una decisione ed una decisione anche rischiosa, che può somigliare ad una scommessa - evidente che andare alla cieca non è funzionale nel lungo termine, al tempo stesso attendere che le condizioni perfette si verifichino (la mitologica anima gemella) può significare attendere in eterno perché il tempo non è illimitato, ogni individuo è unico ed irripetibile ed il conflitto inevitabile. Per quanto idealmente il compromesso deve essere il meno faticoso possibile, qualunque relazione è di per sé un compromesso. Come minimo quello che la paura che si ha delle relazioni andrà soppesata alla paura che si ha dell'assenza di relazioni; il gioco sta nel trovare il proprio equilibrio.
Il principio non è troppo diverso fra le relazioni amorose e non - Cambia, semai, l'entità del rischio.
Ho davvero bisogno di pareri altrui, insomma, voi credete alle affinità? Se si quanta importanza ha nelle vostre relazioni strette? Altrimenti se non ci credete su cosa basate le vostre relazioni?
Sarà che l'affinità è condizione necessaria ma non sufficiente; o come mai l'amore diventerebbe sempre più transitorio?
Paradossalmente, gli amici più di lunga data che ho (praticamente tutta la vita), non sono persone che descriverei come particolarmente affini a me. - Posso quindi pensare che l'affinità non sia tutto per determinare la solidità di una relazione ma potrebbero essere altrettanto (se non più) importanti elementi di carattere più morale, come per esempio la lealtà e la fiducia che si ha per quel particolare individuo. Da cosa dipendono? Non lo so esattamente. Certamente l'affinità è necessaria come minimo quanto basta per essere in grado di comunicare efficientemente, è indubbiamente preferibile e qualcosa che maturando sono andato via via sempre più a cercare, ma non è tutto: non è impossibile che si verifichi che due persone possano essere ad esempio per certi versi affini ma sospettose, affini ma in competizione;
Il senso di quanto appena detto, tuttavia, dipende un po' dall'accezione che si da a affinità. Ed è, naturalmente, una grossolana semplificazione.
"Che cos'è la castità? Non è la castità una follia? Ma questa follia venne a noi e noi ad essa. Noi abbiamo offerto a questa ospite albergo e cuore: ora essa dimora in noi - e ci resti finche vuole!"

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Re: Relazioni affettive, come le vivete?

Messaggio da Pdydow_ »

AnDieWelt ha scritto:
dom giu 06, 2021 4:07 am
evidente che andare alla cieca non è funzionale nel lungo termine, al tempo stesso attendere che le condizioni perfette si verifichino (la mitologica anima gemella) può significare attendere in eterno perché il tempo non è illimitato, ogni individuo è unico ed irripetibile ed il conflitto inevitabile.
*sigh* Già per questo mi andrebbe più che bene la persona di questa epoca con maggiore affinità u.u
Suvvia non chiedo molto :lol:
AnDieWelt ha scritto:
dom giu 06, 2021 4:07 am
Sarà che l'affinità è condizione necessaria ma non sufficiente; o come mai l'amore diventerebbe sempre più transitorio?
Paradossalmente, gli amici più di lunga data che ho (praticamente tutta la vita), non sono persone che descriverei come particolarmente affini a me. - Posso quindi pensare che l'affinità non sia tutto per determinare la solidità di una relazione ma potrebbero essere altrettanto (se non più) importanti elementi di carattere più morale, come per esempio la lealtà e la fiducia che si ha per quel particolare individuo.
A mio parere diventa sempre più transitorio proprio perché si dà meno valore alle affinità caratteriali e mentali preferendo quelle fisiche.
Riguardo le amicizie di lunga data risalgono all'infanzia o perlomeno prima dei 12 anni? u.u
Sto cercando di capire se in qualche modo i legami stretti in tenera età siano simili a legami fraterni.
E quindi con sopravvivenza anche di anni senza sentirsi.

Grazie del messaggio And, ci rifletterò molto ^-^

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Re: Relazioni affettive, come le vivete?

Messaggio da AnDieWelt »

A mio parere diventa sempre più transitorio proprio perché si dà meno valore alle affinità caratteriali e mentali preferendo quelle fisiche.
Pensi? Non lo so, bisognerebbe chiedere a chi è più anziano.
Riguardo le amicizie di lunga data risalgono all'infanzia o perlomeno prima dei 12 anni? u.u
Sto cercando di capire se in qualche modo i legami stretti in tenera età siano simili a legami fraterni.
Si parlo per lo più di amicizie prima dei 12 anni. In un paio di casi prima dei 2. Naturalmente non tutte sono sopravvissute, ma molte si, nonostante le caratteristiche talvolta opposte. Non so nemmeno se poter usare l'aggettivo fraterno, perché personalmente con i legami familiari non ho avuto la stessa fortuna.
Possibile che dipenda dal fatto che si siano formate in una età in cui si è meno diffidenti del mondo e degli altri? O nella quale il carattere è ancora in formazione? Il bambino è d'altronde più aperto alla creazione di nuovi legami, anche quando non c'è dietro una motivazione ovvia; Come dicevo oggi sarei molto più attento nel cercare affinità, e se li avessi incontrati per la prima volta oggi, forse non li considererei nemmeno, per assurdo. Rimane che non è stata l'affinità la discriminante fra quelle che sono sopravvissute e quelle che non.
Grazie del messaggio And, ci rifletterò molto ^-^
E' stata una occasione per rifletterci anche per me, proprio in questo periodo sono cose che mi riguardano personalmente.
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Re: Relazioni affettive, come le vivete?

Messaggio da Pdydow_ »

AnDieWelt ha scritto:
dom giu 06, 2021 12:14 pm
Possibile che dipenda dal fatto che si siano formate in una età in cui si è meno diffidenti del mondo e degli altri? O nella quale il carattere è ancora in formazione? Il bambino è d'altronde più aperto alla creazione di nuovi legami, anche quando non c'è dietro una motivazione ovvia;
Non posso ancora dare un opinione informata ma quel libro che ho citato dovrebbe trattare anche di questo argomento quindi a breve potrò darti qualche informazione in più ^-^

Come dicevo oggi sarei molto più attento nel cercare affinità, e se li avessi incontrati per la prima volta oggi, forse non li considererei nemmeno, per assurdo. Rimane che non è stata l'affinità la discriminante fra quelle che sono sopravvissute e quelle che non.
Dici di no? Non è che forse non le sentivi poi tanto intense come relazioni?
Io ad esempio anche se l'affinità con una persona non è altissima ed il dialogo è piacevole diventa ugualmente importante per me, anche se conoscessi persone con affinità mediocri ogni persona è speciale e ricopre ugualmente un ruolo nella mia vita, seppure io l'abbia conosciuta per poco e paradossalmente non ci stringerei una relazione di amicizia (anche perchè si può dire che io non ne abbia davvero?! E non sappia cosa siano? @-@) ma conserverei in modo profondo la sua esistenza dentro di me.
Forse dovrei chiarire anche il tipo di amicizia cioè io non ho vere amicizie, ed ultimamente mi fa sentire un pesce fuor d'acqua questa cosa u.u :(

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Re: Relazioni affettive, come le vivete?

Messaggio da AnDieWelt »

Dici di no? Non è che forse non le sentivi poi tanto intense come relazioni?
Io ad esempio anche se l'affinità con una persona non è altissima ed il dialogo è piacevole diventa ugualmente importante per me, anche se conoscessi persone con affinità mediocri ogni persona è speciale e ricopre ugualmente un ruolo nella mia vita, seppure io l'abbia conosciuta per poco e paradossalmente non ci stringerei una relazione di amicizia (anche perchè si può dire che io non ne abbia davvero?! E non sappia cosa siano? @-@) ma conserverei in modo profondo la sua esistenza dentro di me.
Forse dovrei chiarire anche il tipo di amicizia cioè io non ho vere amicizie, ed ultimamente mi fa sentire un pesce fuor d'acqua questa cosa u.u :(
Uh a che ti riferisci nello specifico?
Più che altro dico che si, oggi sarei più "esigente" in un certo senso - facendo più caso alle motivazioni logiche/causali dietro: Mi è capitato di trovare l'amicizia "vera" anche in età adulta e si, l'affinità a quel punto è stata più importante quantomeno come punto di partenza. Ma alla base c'è sempre appunto soprattutto un rapporto di fiducia, se c'è quella e c'è rispetto, si possono anche risolvere facilmente i conflitti dovuti alle eventuali divergenze, senza difficoltà, si può mettere l'ego da una parte se puoi dare per scontato che quella è una persona sulla quale puoi contare. Nei casi in cui si è interrotta, dev'essere che qualcuno di questi elementi sia venuto meno.

Mi dispiace sentire queste cose, io essendoci praticamente nato, l'amicizia è una cosa che do quasi per scontata - ma a sentire in giro pare proprio non sia così.
Si, ne esistono di tanti tipi e forse non è mai abbastanza.
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Re: Relazioni affettive, come le vivete?

Messaggio da Bianca »

Le amicizie che risalgono all’infanzia, siccome non si sono scelte ma sono nate soltanto per questioni di vicinanza, possono continuare nel tempo, con contatti saltuari, come una sorta di fratellanza, come si vivono i rapporti tra cugini, con i quali si è condivisa una parte della vita, dei parenti, degli avvenimenti, dei giochi, anche dei dolori.
Si può essere cresciuti, infatti, completamente diversi, aver fatto scelte diametralmente opposte ma resta quel legame stabilito nei pochi anni insieme e quando gli anni erano pochi.

Avere delle affinità, vuol dire poter attingere da un patrimonio comune, vuol dire condividere radici da cui continuano a spuntare germogli che si riconoscono, aver ricevuto le stesse ammonizioni, aver parlato la stessa lingua, sentito in casa ragionamenti analoghi che porteranno agli stessi comportamenti, alle stesse decisioni; vuol dire aver ricevuto gli stessi rimproveri per mancanze all’educazione, ma nessun complimento scontato, nessun bravo che non fosse meritato.
Avere affinità in comune, è come aver preso il latte dalla stessa balia.
Poi, siccome tutti presentano aspetti diversi e lati del carattere più o meno piacevoli, gli aggiustamenti sono necessari e opportuni ma più facili, perché poggiano sullo stesso terreno.

Ed infine, i sentimenti d’amore sono, in genere stabilì o aleatori, mutevoli, discutibili o spesso da rivedere?

Il libro di testo di Pdy afferma: l’amore è di generazione in generazione, sempre meno stabile, sempre più transitorio.
Perché?

I fattori da cui dipende il scivolare dei sentimenti in una sempre più facile mutevolezza, sono sicuramente vari.
Proviamo a farne un elenco...

Incapacità o cattiva volontà di assumersi responsabilità.

Grande spazio dato al sesso soprattutto prima di qualsiasi impegno reciproco.

La gestione del denaro, comune o no, è spesso fonte di conflitti, discussioni, accuse reciproche.

Una minore disposizione a promuovere il bene dell’altro, alimentata da egoismo, ripicche, abitudine a concedersi tutto, anche contraendo debiti.

Il vizio del gioco in cui si vede un modo facile di uscire dalle ristrettezze e si perde la capacità di ricordare che è altamente aleatorio e improbabile.

Conflitti sull’educazione dei figli, sul modo di considerarli, sul pretendere ubbidienza e senso del dovere.

I figli capiscono al volo quando tra i genitori non vi è coerenza, quando parlano in un modo e si comportano in un altro.

Spesso le reciproche famiglie si inseriscono nella vita della coppia con consigli non richiesti o addirittura fastidiose imposizioni, quando non con ricatti veri e propri.

La pretesa di uno dei due o di entrambi di mantenere le abitudini di prima del matrimonio, come uscite, sport, incontri, divertimenti vari.

Poca disponibilità a fornire aiuto domestico o nella cura dei figli.

Pretese di tipo economico quando non ce le si può permettere o si devono mantenere altri obiettivi ai fini di un maggior benessere per tutta la famiglia.

Il sentimento d’amore può partire con una consistenza granitica ma diventare sempre più fragile sotto i colpi delle tensioni, discussioni, incomprensioni, delusioni.
Il dovere di mantenerlo stabile e forte è reciproco e deve prevedere un impegno quotidiano che anche i figli devono conoscere e al quale saper contribuire.

Soltanto remando nella stessa direzione si va da qualche parte insieme.

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Re: Relazioni affettive, come le vivete?

Messaggio da Lucas93 »

Io penso che i compromessi siano importanti, nelle relazioni affettive. Con i due amici più cari che ho (ma anche con gli altri, diciamo che con loro due la cosa è più palese) abbiamo molte affinità e alcune cose che non sopportiamo a vicenda dell'altro. Quei lati dell'altro li si conosce e li si accetta, e alle volte li si accoglie, ma non si può farlo sempre.

Per come ho sviluppato queste relazioni affettive e di amicizia, non sarebbe rispettoso nei loro confronti dare solo quelle parti ansiose o antipatiche; so che le conoscono e che le accettano, ogni tanto mi sopportano/li sopporto/ci sopportiamo, ma ognuno credo debba imparare a gestire queste parti di sé e conviverci il più pacificamente possibile (nei momenti in cui non è possibile, ci sono appunto queste persone). Le relazioni, a mio parere, hanno soprattutto bisogno di leggerezza, anche di conflitto (che non vuol dire scontro o litigio), per questo c'è appunto bisogno di taciti compromessi.

Tutto questo lo dico da persona che, per sua natura, tenderebbe ad analizzare sempre le relazioni affettive, ma ho anche capito che questo mi porterebbe ad altra ansia (che già ne ho abbastanza di mio :D ), quindi per te o per altri questa analisi non porterebbe a suddetta ansia e questo discorso non reggerebbe.

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Re: Relazioni affettive, come le vivete?

Messaggio da AnDieWelt »

Bianca ha scritto:
dom giu 06, 2021 10:19 pm

Il libro di testo di Pdy afferma: l’amore è di generazione in generazione, sempre meno stabile, sempre più transitorio.
Perché?

I fattori da cui dipende il scivolare dei sentimenti in una sempre più facile mutevolezza, sono sicuramente vari.
Proviamo a farne un elenco...

Incapacità o cattiva volontà di assumersi responsabilità.

Grande spazio dato al sesso soprattutto prima di qualsiasi impegno reciproco.

La gestione del denaro, comune o no, è spesso fonte di conflitti, discussioni, accuse reciproche.

Una minore disposizione a promuovere il bene dell’altro, alimentata da egoismo, ripicche, abitudine a concedersi tutto, anche contraendo debiti.

Il vizio del gioco in cui si vede un modo facile di uscire dalle ristrettezze e si perde la capacità di ricordare che è altamente aleatorio e improbabile.

Conflitti sull’educazione dei figli, sul modo di considerarli, sul pretendere ubbidienza e senso del dovere.

I figli capiscono al volo quando tra i genitori non vi è coerenza, quando parlano in un modo e si comportano in un altro.

Spesso le reciproche famiglie si inseriscono nella vita della coppia con consigli non richiesti o addirittura fastidiose imposizioni, quando non con ricatti veri e propri.

La pretesa di uno dei due o di entrambi di mantenere le abitudini di prima del matrimonio, come uscite, sport, incontri, divertimenti vari.

Poca disponibilità a fornire aiuto domestico o nella cura dei figli.

Pretese di tipo economico quando non ce le si può permettere o si devono mantenere altri obiettivi ai fini di un maggior benessere per tutta la famiglia.

Il sentimento d’amore può partire con una consistenza granitica ma diventare sempre più fragile sotto i colpi delle tensioni, discussioni, incomprensioni, delusioni.
Il dovere di mantenerlo stabile e forte è reciproco e deve prevedere un impegno quotidiano che anche i figli devono conoscere e al quale saper contribuire.

Soltanto remando nella stessa direzione si va da qualche parte insieme.
Possibile che nel tempo amore sia diventato via via più frainteso, come fosse sinonimo di piacere? Quello, inteso dal punto di vista puramente passionale, è indubbiamente sempre transitorio.
"Che cos'è la castità? Non è la castità una follia? Ma questa follia venne a noi e noi ad essa. Noi abbiamo offerto a questa ospite albergo e cuore: ora essa dimora in noi - e ci resti finche vuole!"

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Re: Relazioni affettive, come le vivete?

Messaggio da Bianca »

Ecco un’ipotesi importante.
Sì, è possibile che l’amore come sentimento, venga sempre più frainteso, svalutato in ciò che sarebbe la sua vera essenza.

Quindi non più mezzo attraverso il quale creare il bene per l’altro ma fonte da cui attingere per il proprio tornaconto e questo tornaconto lo si può sinteticamente chiamare piacere personale in tutte le forme sotto cui si può presentare.

Quindi, l’amore tradizionalmente inteso che trova la sua piena soddisfazione nella donazione all’altro, diventa “scusa” per ottenere, mezzo per pretendere.

Questo amore travisato, questo amore che ha cambiato connotazione, perde di consistenza e diventa transitorio.

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