Pagina 1 di 1

La piccola differenza

Inviato: mer giu 19, 2019 10:09 am
da montag77
una piccola poesia per chi vive lontano da "casa", qualcun altro del forum abita lontano dall´Italia?

"Si parla col signor Buonavolonta`
un emigrante italiano:
"Sa, e` uguale,
adesso io dico land al posto di paese,
al posto di patria dico Homeland
e poem invece di poesia.
Sa io sono molto happy:
eppure non so felice"

Masha Kaleko (traduzione artigianale dal tedesco)

Re: La piccola differenza

Inviato: mer giu 19, 2019 10:38 am
da Bianca
Incontrai a Cairns in Australia, una ragazza di un paese vicino a Torino che lavorava come hostes su un trenino per turisti.
Disse che, arrivata lì, in tre ore aveva trovato lavoro ma Torino le mancava tanto e le pesava non poter vedere piazza Castello.

Re: La piccola differenza

Inviato: ven giu 21, 2019 10:05 am
da montag77
In effetti per me non e` cosi´ drammatico come nella poesia, a volte soffro per non poter parlare la mia lingua, a volte penso che in una lingua che non e` la mia non sono pienamente me stesso.

Re: La piccola differenza

Inviato: ven giu 21, 2019 12:43 pm
da Bianca
Trasformare il proprio pensiero in una lingua non propria, per spiegarsi oralmente o per scritto, snatura, secondo me, l'essenza stessa di ciò che si vorrebbe dire.
Può non essere una difficoltà per chi cresce bilingue ma per chi ha studiato una lingua straniera, è molto difficile trovare i vocaboli giusti, soprattutto se si tratta di esprimere concetti o sentimenti.

Re: La piccola differenza

Inviato: lun giu 24, 2019 10:45 pm
da montag77
Si Bianca e` cosi`, io quando mi trasferi´ all´estero pensai fosse una cosa positiva, ripartire da zero con parole nuove ed elementari, adesso a distanza di anni mi sono accorto che a volte pesa non riuscire a esprimere quello che si e`.

Re: La piccola differenza

Inviato: mar giu 25, 2019 8:01 am
da Bianca
Mi sono resa conto di questa difficoltà parecchie volte ma lo capii in particolare l’anno scorso a Columbus quando, prima di partire, volevo scrivere un ringraziamento sull’album del B&B alle persone deliziose che mi avevano ospitata.
Nulla di quello che avrei potuto scrivere nella loro lingua, avrebbe potuto assomigliare vagamente a quello che davvero sentivo.
Per cui, per non limitarmi a banalità, scrissi in italiano, tanto sapevo che qualcuno un giorno, l’avrebbe tradotto per loro, magari senza snaturarlo troppo, come avrei fatto io.