Affinchè il suo gesto non rimanga vano

Tutto quel che vi passa per la testa, senza restrizioni!
Avatar utente
gio74
(A)VENdicatore
Messaggi: 1637
Iscritto il: dom ott 30, 2016 9:02 pm
Orientamento: etero
Genere: maschile

Affinchè il suo gesto non rimanga vano

Messaggio da gio74 »

Questa non è solo una lettera di addio, questo è un je accuse ad un modello di società fallimentare.
È un'analisi lucida di una società mediocre, che non lascia spazio al dissenso, emarginando, isolando, annientando chi non si conforma
Sulle parole di Michele, il giovane precario che si è suicidato e dei tanti altri tagliati fuori dal sistema dovremmo cominciare a costruire una nuova visione e cominciare a dire Ora Basta!
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

."Ho vissuto (male) per trent’anni, qualcuno dirà che è troppo poco. Quel qualcuno non è in grado di stabilire quali sono i limiti di sopportazione, perché sono soggettivi, non oggettivi.
Ho cercato di essere una brava persona, ho commessi molti errori, ho fatto molti tentativi, ho cercato di darmi un senso e uno scopo usando le mie risorse, di fare del malessere un’arte.
Ma le domande non finiscono mai, e io di sentirne sono stufo. E sono stufo anche di pormene. Sono stufo di fare sforzi senza ottenere risultati, stufo di critiche, stufo di colloqui di lavoro come grafico inutili, stufo di sprecare sentimenti e desideri per l’altro genere (che evidentemente non ha bisogno di me), stufo di invidiare, stufo di chiedermi cosa si prova a vincere, di dover giustificare la mia esistenza senza averla determinata, stufo di dover rispondere alle aspettative di tutti senza aver mai visto soddisfatte le mie, stufo di fare buon viso a pessima sorte, di fingere interesse, di illudermi, di essere preso in giro, di essere messo da parte e di sentirmi dire che la sensibilità è una grande qualità.
Tutte balle. Se la sensibilità fosse davvero una grande qualità, sarebbe oggetto di ricerca. Non lo è mai stata e mai lo sarà, perché questa è la realtà sbagliata, è una dimensione dove conta la praticità che non premia i talenti, le alternative, sbeffeggia le ambizioni, insulta i sogni e qualunque cosa non si possa inquadrare nella cosiddetta normalità. Non la posso riconoscere come mia.
Da questa realtà non si può pretendere niente. Non si può pretendere un lavoro, non si può pretendere di essere amati, non si possono pretendere riconoscimenti, non si può pretendere di pretendere la sicurezza, non si può pretendere un ambiente stabile.
A quest’ultimo proposito, le cose per voi si metteranno talmente male che tra un po’ non potrete pretendere nemmeno cibo, elettricità o acqua corrente, ma ovviamente non è più un mio problema. Il futuro sarà un disastro a cui non voglio assistere, e nemmeno partecipare. Buona fortuna a chi se la sente di affrontarlo.
Non è assolutamente questo il mondo che mi doveva essere consegnato, e nessuno mi può costringere a continuare a farne parte. È un incubo di problemi, privo di identità, privo di garanzie, privo di punti di riferimento, e privo ormai anche di prospettive.
Non ci sono le condizioni per impormi, e io non ho i poteri o i mezzi per crearle. Non sono rappresentato da niente di ciò che vedo e non gli attribuisco nessun senso: io non c’entro nulla con tutto questo. Non posso passare la vita a combattere solo per sopravvivere, per avere lo spazio che sarebbe dovuto, o quello che spetta di diritto, cercando di cavare il meglio dal peggio che si sia mai visto per avere il minimo possibile. Io non me ne faccio niente del minimo, volevo il massimo, ma il massimo non è a mia disposizione.
Di no come risposta non si vive, di no si muore, e non c’è mai stato posto qui per ciò che volevo, quindi in realtà, non sono mai esistito. Io non ho tradito, io mi sento tradito, da un’epoca che si permette di accantonarmi, invece di accogliermi come sarebbe suo dovere fare.
Lo stato generale delle cose per me è inaccettabile, non intendo più farmene carico e penso che sia giusto che ogni tanto qualcuno ricordi a tutti che siamo liberi, che esiste l’alternativa al soffrire: smettere. Se vivere non può essere un piacere, allora non può nemmeno diventare un obbligo, e io l’ho dimostrato. Mi rendo conto di fare del male e di darvi un enorme dolore, ma la mia rabbia ormai è tale che se non faccio questo, finirà ancora peggio, e di altro odio non c’è davvero bisogno.
Sono entrato in questo mondo da persona libera, e da persona libera ne sono uscito, perché non mi piaceva nemmeno un po’. Basta con le ipocrisie.
Non mi faccio ricattare dal fatto che è l’unico possibile, io modello unico non funziona. Siete voi che fate i conti con me, non io con voi. Io sono un anticonformista, da sempre, e ho il diritto di dire ciò che penso, di fare la mia scelta, a qualsiasi costo. Non esiste niente che non si possa separare, la morte è solo lo strumento. Il libero arbitrio obbedisce all’individuo, non ai comodi degli altri.
Io lo so che questa cosa vi sembra una follia, ma non lo è. È solo delusione. Mi è passata la voglia: non qui e non ora. Non posso imporre la mia essenza, ma la mia assenza si, e il nulla assoluto è sempre meglio di un tutto dove non puoi essere felice facendo il tuo destino.
Perdonatemi, mamma e papà, se potete, ma ora sono di nuovo a casa. Sto bene.
Dentro di me non c’era caos. Dentro di me c’era ordine. Questa generazione si vendica di un furto, il furto della felicità. Chiedo scusa a tutti i miei amici. Non odiatemi. Grazie per i bei momenti insieme, siete tutti migliori di me. Questo non è un insulto alle mie origini, ma un’accusa di alto tradimento.
P.S. Complimenti al ministro Poletti. Lui sì che ci valorizza a noi stronzi.
Ho resistito finché ho potuto.

Avatar utente
Essenza
Mega-Mitosi
Messaggi: 150
Iscritto il: mer gen 25, 2017 9:33 pm
Orientamento: Eterosessuale
Genere: Donna

Re: Affinchè il suo gesto non rimanga vano

Messaggio da Essenza »

Non cambierà mai niente purtroppo..la società..la realtà al momento è questa..e non possiamo arrenderci..come ha voluto fare lui..La vita è un dono prezioso..che molti vorrebbero avere..Questo ragazzo ha fatto una cavolata qualsiasi sia stato il suo motivo..poteva chiedere aiuto..ma si è talmente chiuso dentro di sé da non capire il valore di VIVERE!! Nel bene o nel male..

Avatar utente
Essenza
Mega-Mitosi
Messaggi: 150
Iscritto il: mer gen 25, 2017 9:33 pm
Orientamento: Eterosessuale
Genere: Donna

Re: Affinchè il suo gesto non rimanga vano

Messaggio da Essenza »

Che riposi in pace..mi dispiace tanto veramente

Haderian
Asexy
Messaggi: 365
Iscritto il: ven set 16, 2005 7:13 am
Orientamento: omosessuale
Genere: maschio

Re: Affinchè il suo gesto non rimanga vano

Messaggio da Haderian »

e' molto triste e in ogni caso penso debba far riflettere.

non ha senso dire che ha sbagliato ad uccidersi. lo dice lui stesso, ha scelto coscientemente la morte per smettere di soffrire perche' non vedeva alternative.
cio' che e' sbagliato e' che fosse costretto a soffrire e che non avesse vie di uscita disponibili ai suoi occhi, non che abbia scelto di uccidersi.
la vita non e' un dono, assolutamente no, semmai spesso e' una condanna ma questo e' un altro discorso. nessuno puo' desiderarla prima di tutto perche' se non si e' nati non si puo' desiderare nulla perche' non si e' coscienti e non si esiste proprio. poi anche perche' in effetti per molti la vita e' una merda e non si puo' negare

Avatar utente
gio74
(A)VENdicatore
Messaggi: 1637
Iscritto il: dom ott 30, 2016 9:02 pm
Orientamento: etero
Genere: maschile

Re: Affinchè il suo gesto non rimanga vano

Messaggio da gio74 »

E invece io glielo direi che ha sbagliato !... Ha sbagliato ad arrendersi, ha sbagliato a non ribellarsi, posso capire il suo gesto ma non giustificarlo... Credo che i suoi genitori, abbiano voluto rendere pubblica la sua lettera, per farci riflettere certo, ma anche per invitarci a non subire passivamente, a ribellarci, io penso che in un altro paese non voglio dire piu civile, ma semplicemente meno rassegnato, dovremmo avere la gente che scende in piazza, a dire basta, e a pretendere un mondo e una società più equa e giusta, e invece tutto tace...

Avatar utente
Bianca
AVEN Mastermind
Messaggi: 29865
Iscritto il: lun mar 10, 2014 7:11 pm
Orientamento: Eterosessuale Sessuale Romanti
Genere: Signora

Re: Affinchè il suo gesto non rimanga vano

Messaggio da Bianca »

Il suicidio è una decisione talmente difficile da capire, che io rifiuto sempre di analizzarne le possibili ragioni.
Credo voglia dire trovarsi su un baratro, senza protezioni e senza alternative.

Se vogliamo, la possiamo considerare una resa, ma chi può essere in grado di valutare, quanto una persona abbia esaurito il suo senso di sopportazione?
E' l'immersione nel buio totale.

Avatar utente
gio74
(A)VENdicatore
Messaggi: 1637
Iscritto il: dom ott 30, 2016 9:02 pm
Orientamento: etero
Genere: maschile

Re: Affinchè il suo gesto non rimanga vano

Messaggio da gio74 »

Al di là del gesto estremo, su cui puoi aver ragione, io ci ho visto in quella lettera, come detto, un analisi e un accusa lucida sulla nostra società odierna, che dovrebbe farci riflettere un po' tutti... Mi ha colpito in particolare quando dice "le cose si metteranno talmente male che tra un po' non potrete nemmeno pretendere cibo elettricità, acqua corrente" io non so se sarà così, ma questa strada ci sta portando davvero verso queste condizioni, e dovremmo far qualcosa per invertire la rotta... Credo che ci abbia voluto dire questo il povero Michele

Avatar utente
Bianca
AVEN Mastermind
Messaggi: 29865
Iscritto il: lun mar 10, 2014 7:11 pm
Orientamento: Eterosessuale Sessuale Romanti
Genere: Signora

Re: Affinchè il suo gesto non rimanga vano

Messaggio da Bianca »

Certo, la sua lettera/testamento è un'accusa e un invito alla ribellione.
Io penso ai suoi poveri genitori che dovranno misurarsi con chissà quanti rimorsi.
Se fosse rimasto a lottare, sarebbe stato uno tra i tanti e il suo grido di protesta, non sarebbe stato così eclatante.

Mi chiedo spesso chi ha ridotto l'Italia così..............................

Avatar utente
gio74
(A)VENdicatore
Messaggi: 1637
Iscritto il: dom ott 30, 2016 9:02 pm
Orientamento: etero
Genere: maschile

Re: Affinchè il suo gesto non rimanga vano

Messaggio da gio74 »

E cosa ti rispondi ?

Avatar utente
Bianca
AVEN Mastermind
Messaggi: 29865
Iscritto il: lun mar 10, 2014 7:11 pm
Orientamento: Eterosessuale Sessuale Romanti
Genere: Signora

Re: Affinchè il suo gesto non rimanga vano

Messaggio da Bianca »

L'avidità sconfinata e la convinzione di molti di essere eterni.

Avatar utente
gio74
(A)VENdicatore
Messaggi: 1637
Iscritto il: dom ott 30, 2016 9:02 pm
Orientamento: etero
Genere: maschile

Re: Affinchè il suo gesto non rimanga vano

Messaggio da gio74 »

Hai ragione in parte, ma io credo che la domanda giusta sarebbe chi ha ridotto il mondo così ?... E la mia risposta è il capitalismo sempre più selvaggio

Avatar utente
Bianca
AVEN Mastermind
Messaggi: 29865
Iscritto il: lun mar 10, 2014 7:11 pm
Orientamento: Eterosessuale Sessuale Romanti
Genere: Signora

Re: Affinchè il suo gesto non rimanga vano

Messaggio da Bianca »

Ok, eliminiamolo.
E poi?

Avatar utente
gio74
(A)VENdicatore
Messaggi: 1637
Iscritto il: dom ott 30, 2016 9:02 pm
Orientamento: etero
Genere: maschile

Re: Affinchè il suo gesto non rimanga vano

Messaggio da gio74 »

Bè io ho in tasca la tessera di un partito che si chiama Rifondazione Comunista quindi...

ninoszka
A-ssolutamente Fantastico
Messaggi: 81
Iscritto il: sab lug 30, 2016 6:31 pm
Orientamento: queer + questioning
Genere: Enby (l*i)

Re: Affinchè il suo gesto non rimanga vano

Messaggio da ninoszka »

Mi aggiungo al filo di pensieri di Haderian: secondo me il ragazzo non ha sbagliato a togliersi la vita. Nel senso (aspettate, non dico che il suicidio sia una cosa "positiva") : non lo vedo come se si fosse arreso, ma si fosse reso conto che non può vincere contro l'intera società di un pianeta. È arrivato a un punto dove la sofferenza e frustrazione sono diventate troppo grandi e, serenamente, ha deciso di abbandonare il campo di battaglia.
La vita è un dono, ma ognuno deve poter scegliere cosa farne di essa, e questo include anche la libertà di farla finita.
Non dico che il suicidio sia una cosa che debba essere "incoraggiata" o presa alla leggera, se si può evitare, molto meglio...

Gio, altro tipo di ragionamento:
Le aspettative da soddisfare, lo stress per compiacere, le sofferenze, il capitalismo... Tutto questo deriva da una sola fonte: la razza umana.
Se, invece di eliminare singole cose attribuendo a esse tutti i problemi ( vedi capro espiatorio), non partissimo dalla cultura, società, l'umanità per cambiarci in un mondo migliore?
"I am the master of my fate;
I am the captain of my soul."


(Invictus/William Ernest Henley)

Tom
Junior
Messaggi: 9
Iscritto il: dom ott 30, 2016 2:27 pm
Genere: maschio

Re: Affinchè il suo gesto non rimanga vano

Messaggio da Tom »

Come ogni storia particolare e concreta, anche questa, per essere davvero compresa, richiederebbe un’analisi specifica dei dettagli che la rendono unica, sempre ammesso che sia realmente possibile contenere in sé (cum-prehendere) l’enormità di simili gesti. Detto ciò, accantonando per un attimo la pretesa di fornire una spiegazione soddisfacente al dramma personale di questo ragazzo, credo che una simile vicenda possa comunque fornire spunti interessanti per riflettere, più in generale, sul “disagio della civiltà” che caratterizza il nostro tempo. In effetti, l’autore di questo suicidio fornisce una spiegazione del suo gesto che suona come un grido di disprezzo e condanna verso un modello di società letteralmente disumanizzante, dove gli istinti più beceri e distruttivi dell’uomo (egoismo, avidità, classismo plutocentrico, ecc.) sono stati innalzati a valori fondamentali. Viviamo una realtà che basa la propria conservazione sul principio del consumo progressivamente ed inesorabilmente crescente. Una realtà incapace di accettare l’insostenibilità ecologica e sociale del paradigma di sviluppo che, con folle e metodica abnegazione, si ostina a voler perpetrare. Una realtà in cui i “salvati” dalla fame biologica si trasformano in “sommersi” dalla fame sociale. Una realtà in cui all’aumento di ricchezza materiale corrisponde un drastico impoverimento in termini di felicità personale. Tutto attorno a noi complotta per renderci inconsapevoli e zelanti pedine di questo sistema perverso: fin da piccoli siamo educati a riconoscere come “normale” un modello di vita palesemente innaturale, e man mano che cresciamo “scegliamo” di incanalare il nostro futuro entro strade preconfezionate, dove il margine effettivo di scelta è in realtà minimo. La logica di fondo è che dobbiamo studiare, chi più chi meno, per poi accedere ad un lavoro che ci occuperà (compresi gli spostamenti) almeno 10 ore al giorno, ossia la stragrande maggioranza del tempo a nostra disposizione. Tutto ciò per guadagnare i soldi per acquistare, nel poco tempo libero che residua, molto più del necessario, ossia uno status sociale che ci consenta di sentirci “adeguati”.
Nel frattempo le macchine stanno sempre più sostituendo l’uomo sui luoghi di lavoro, ma siamo talmente assuefatti dal sistema che non riusciamo a gioire per una simile rivoluzione: dopo 2500 anni, i “moderni”, ingenuamente convinti di essere liberi, tornano ad essere forniti di veri e propri “schiavi meccanici”, i quali, come i loro antenati umani, potrbbero di nuovo garantire quella stessa, autentica libertà di cui godevano gli antichi, ossia la libertà dal lavoro. E invece no, a noi la libertà proprio non piace: siamo stati plasmati sull’idea malsana che “il lavoro nobilita l’uomo”, ma la verità è che il nostro mondo non è altro che un campo di concentramento mentale, al cui ingresso si staglia la scritta ignobile e beffarda “il lavoro rende liberi”. Se guardo fuori, vedo un mondo pieno zeppo di schiavi, un’umanità ridotta a numeri di codici a barre, che nel tentativo di affrancarsi dal proprio carnefice, lavorando sempre più sodo, non fa che investire quest’ultimo di un potere sempre più grande. Vedo volti scavati dall’ambizione e dal desiderio di “emergere”, che cercano di affrontare la casa allagata arrampicandosi sulla credenza più alta, anziché facendo uscire l’acqua. E in questo metaforico mare di difficoltà, vedo poi la miseria di moltitudini di umani i quali, forse ancor più drammaticamente, cercano semplicemente di non affogare, aggrappandosi a qualunque cosa galleggi, pur di non finire sotto.
“Non posso passare la vita a combattere solo per sopravvivere, per avere lo spazio che sarebbe dovuto, o quello che spetta di diritto, cercando di cavare il meglio dal peggio che si sia mai visto per avere il minimo possibile. Io non me ne faccio niente del minimo, volevo il massimo, ma il massimo non è a mia disposizione”. Ecco dove sta il problema: vogliamo tutti “il massimo”, senza renderci conto che esso non si identifica nella soddisfazione dei desideri inoculati nel nostro cervello dalla società dei consumi, bensì nella serenità che possiamo ottenere riscoprendo l’autenticità di una “vita semplice”.
Intendiamoci: anche la libertà ha un costo. O meglio, se sapessimo davvero sfruttare anche sul piano sociale i benefici della rivoluzione tecnologica, nel giro di pochi decenni potremmo darci tutti ad un ozio progressivamente sempre più spinto (intendendo “ozio” nel senso latino del termine “otium”). Tuttavia sono molto scettico sul fatto che in giro vi sia la capacità politica per gestire il fenomeno in maniera vantaggiosa. Di conseguenza, per chi non vuole vivere tutta la propria vita come uno schiavo (per noi più giovani non residua nemmeno la speranza di poter, un giorno, godere della pensione...), non resta che elaborare un modello alternativo per condurre la propria esistenza, il quale liberi dalle catene dei troppi bisogni superflui che attanagliano la nostra mente e il nostro cuore.
Da parte mia, sto procedendo esattamente in questa direzione. Per altri tre anni intendo proseguire a lavorare a tempo pieno, per accantonare una cifra dignitosa che mi consenta di affrontare eventuali emergenze. Nel frattempo sto risparmiando ogni singola briciola, ho imparato a tagliare tutto ciò che non serve e fortunatamente trovo le mie più grandi soddisfazioni in passatempi a costo zero. Al termine di questo periodo, intendo passare ad un part time, lavorando poche ore al giorno, quel tanto che basta a garantire la sopravvivenza. Non voglio peraltro assolutizzare questa soluzione, probabilmente non è per tutti, richiede una certa predisposizione mentale e priorità ordinate secondo schemi sicuramente opinabili. E certamente si adatta bene ad un single senza figli privo di responsabilità verso terzi, molto meno per chi deve preoccuparsi anche di altri. Tuttavia, per tornare al discorso iniziale, è necessario scardinare l’idea che esista un solo modello possibile sul quale incardinare la propria vita. La maggior parte di noi, pur potendo riconoscere alcune storture del sistema, vi si adatta senza mai giungere al punto di rottura, un po’ per abitudine, un po’ per rassegnata accettazione, un po’ forse anche per mancanza di capacità critica o per spirito di sopravvivenza. Ma vi sono persone che non riescono ad accettare questo compromesso al ribasso: il ragazzo di cui sopra si è visto instradato su una via che non riconosceva come propria, e attorno a sé non è stato in grado di trovare alcun percorso alternativo entro cui tentare di realizzarsi. Un’altra strada è sempre possibile, ma per vederla è prima necessario sollevare la cortina ideologica che questo sistema socio-economico ha fatto calare sulle nostre menti.

Rispondi