Bianca ha scritto:E poi, anche quando l'amico/a, dovesse rivelarmi di sè, qualcosa che non capisco, ancora di più mi sentirei in dovere, ma senza nessuna fatica, di impegnarmi per capirlo, perchè se non capisco, come faccio ad aiutarlo?
E se non aiuto una persona che amo, come faccio ad aiutare quelli che non occupano nel mio cuore un posto speciale?
Hai ragione. Ma se questa persona si sente libera di dare la sua opinione (anche se noi la riteniamo assurda) perché dovrei ritenerla meno "amica"?
Forse ha solo bisogno di tempo. Forse si tratta di una rivelazione spiazzante per lui/lei che ha bisogno di meditare.
La scelta di non parlarne più è stata mia, alla fine. Non sua. Non gli ho mai detto: "Non mi capisci di questa cosa non parliamo più!", ho solo evitato. Potrebbe aver meditato e pensato, sull'argomento. Noi siamo abituati a giudicare se uno è amico o meno. Ma... noi... lo siamo? Se lo giudico per quella che è una sua reazione immediata... posso definirmi amica?