Teoria semiseria della mela morsicata

[gio74]

La mia teoria sull'amore prende spunto chiaramente dalla storia di Platone sulle 2 metà della mela, solo che questa metà della mela, che siamo ognuno di noi, non è sana, e quindi liscia, ma morsicata, e quindi con una superficie irregolare...
I morsi sono il frutto Delle nostre esperienze, dei nostri dolori, Delle nostre gioie, insomma rappresentano tutto ciò che ci è accaduto nella nostra vita, e che ha plasmato il nostro carattere.
Ora provate a far combaciare 2 mezze mele morsicate da 2 persone diverse !... Non è facile ehh... Anzi è quasi impossibile...
Puoi trovare quella che più o meno si adatta, ma trovare quella che combacia perfettamente ? Esiste ? E se esiste chissà dove si trova, potrebbe pure trovarsi in Lapponia, e valla a trovare !

[Scrooge]

Quella che combacia perfettamente pure io penso che è impossibile trovarla.
Le persone parlano di "ho trovato la mia anima gemella" e io sorrido, perché credo che ci sia l'anima gemella, ma che sia TROPPO difficile incontrarla.
Non che trovare qualcun altro sia accontentarsi, assolutamente no, eh.

[Bianca]

La mia teoria si basa sull'esperienza.
Due persone che si amano, non devono essere, necessariamente, due mezze mele che si sforzano di combaciare nonostante le mangiucchiature.
Possono essere una mezza mela e un mezzo ananas, oppure, un'arancia e un melograno; sarà molto divertente quando spicchi e granelli si mescoleranno.
L'importante è che ci siano in comune, alcuni elementi di fondo, che possiamo chiamare principi, convinzioni, certezze.
Ecco, è proprio avendo certezze in comune che qualsiasi metà puó combaciare con qualsiasi metà, senza preoccuparsi di dislivelli e mangiucchiature.
Sono le certezze condivise che rendono possibile l'amore vero e senza fine.

Credimi Gio, sono un'esperta di mele e so che in Lapponia non ci sono.
Cerca una metà qualsiasi, in un giardino vicino e stabilisci le comuni certezze: combacerete sicuramente.

[gio74]

Zia Bianca, il fatto è che io non ho nessuna voglia di cercare l'altra metà, sia essa, melograno, mela, pera, o carciofo...

Comunque al di là di questo, non so se sia tu troppo ottimista, o io troppo pessimista, forse la verità sta nel mezzo...

[Bianca]

Certo che la verità sta nel mezzo, ma io devo compiere la mia missione di paladina dell'amore...
Nipotino bellissimo, se tu sei aperto e disponibile, l'altra metà cercherà te....e ti troverà tra migliaia di persone.
Speriamo non sia un carciofo e neppure un fico d'india...

[gio74]

Ma zia, mica sarai la reincarnazione di Cupido o Eros ?...

[Bianca]

Pegggio pegggio molto peggio.............

[Truele]

Bella la teoria della mela.
Io ritengo che l'altra metà esista ma non è perfetta quando la si incontra. Per renderla tale la "mia" metà e la "sua" metà devono trovare il modo e la volontà di combaciare perfettamente.

Invece sono rimasta sconvolta dal pensiero di una persona che mi descriveva la sua idea di amore come... un ACCONTENTARSI. Questa persona spiega che l'amore perfetto non esiste quindi è opportuno accontentarsi di quello che si ha e che la forza di un rapporto sia nella volontà di volerlo far funzionare.

Sinceramente... di un amore così... faccio senza. Mi sa tanto da... "Ho voglia di mangiare una mela ma in casa ho trovato solo arance quindi... pazienza, mangio un'arancia!"
Col cavolo. Esco e cerco la mela! Che poi sia possibile trovare una mela che non è dolce e succosa come volevamo è vero ma almeno... è una mela!

[Bianca]

E almeno rispettiamo il frutto!
La volontà di far funzionare un rapporto, è molto importante, ma non al fine di accontentarsi.
Personalmente, non mi accontenterei neppure fossi al ricovero "Anni Sereni"!
Si fa funzionare una cosa bella, importante, piacevole, non un ripiego.
Col cavolo Tru!
Non siamo tipi che si accontentano!

[Tom]

Dico anch’io la mia. Dal mio punto di vista l’amore è fondamentalmente una scelta. Non credo e non ho mai creduto al discorso dell’anima gemella, lo trovo un goffo tentativo di giustificare a posteriori un fatto compiuto: non è affatto vero che si incontra la cosiddetta “anima gemella” e di conseguenza ci si innamora di lei. È piuttosto vero il contrario: nel momento in cui ci si innamora di qualcuno, allora ci si autoconvince che quella sia l’anima gemella. Per altro, ho usato appositamente il termine “innamorarsi”, e non invece il termine “amare”. A mio modo di vedere, tra i due concetti passa una differenza profondissima: laddove infatti l’innamoramento è un fatto, per lo più causato da fattori istintuali/non razionali, l’amore è invece un atto, ossia un’espressione di volontà consistente nell’assunzione di una specifica decisione da parte del soggetto amante. Se allora è ben possibile innamorarsi di moltissime persone, amare significa invece determinarsi a voler concretizzare il proprio innamoramento in modo esclusivo nei confronti di un solo soggetto. Ritengo che l’innamoramento sia una precondizione per poter instaurare un rapporto d’amore, perché difficilmente potremmo scegliere di amare una persona verso la quale non proviamo alcun tipo di attrazione (in senso lato), per il banale motivo che non avremmo nemmeno occasione di conoscerla. Tale aspetto è tuttavia necessario ma non sufficiente: se non interviene una scelta consapevole, profonda e responsabile, quel rapporto rimarrà sempre sul piano del mero innamoramento, e come tale sarà destinato a sfaldarsi non appena verrà meno la carica istintuale che l’ha generato. Credo che in questo terribile equivoco semantico risieda la ragione della maggior parte delle separazioni.
Tutto ciò per dire che la metafora della mela non mi convince affatto. Se posso proporne una alternativa, direi che l’amore è un po’ come i lego: un pezzo può attaccarsi a moltissimi altri pezzi, non a tutti ovviamente, ma comunque a molte tipologie. E questo elemento è un po’ l’analogo dell’innamoramento. Tuttavia, affinché due pezzi stiano attaccati è necessario che il costruttore decida di unirli insieme, con l’unica differenza che, nel caso dell’amore, ogni costruttore ha un solo pezzo e dovrà necessariamente collaborare con un altro costruttore. L’amore è pertanto un processo di individuazione, in cui, partendo da una classe di individui tutti potenzialmente idonei, si finisce per selezionarne uno solo. Entro un contesto a giocatori multipli, la scelta sarà dettata da una pluralità di fattori, da cui emergeranno necessariamente soluzioni di compromesso. Ma questo non è di per sé un problema, perché ciò che conta davvero è la volontà di svolgere il gioco nel rispetto delle regole. L’idea che esista una e una sola persona che, in un mondo di 7 miliardi di persone, sarebbe la nostra “anima gemella”, è al tempo stesso pretenziosa e sconsolante: pretenziosa, perché se tutti quelli che dicono di averla trovata avessero ragione, si tratterebbe di un miracolo statistico; sconsolante, perché dovremmo convivere con la consapevolezza che è di gran lunga più facile vincere il superenalotto che trovare la fatidica “anima gemella”. Accettare l’idea che, nella sua natura più intrinseca, l’amore sia fondamentalmente una scelta, forse potrà apparire poco romantico, ma in realtà significa elevare questa dimensione dell’esistenza al più alto grado delle possibilità umane. La scelta implica infatti costanza, impegno, forza di volontà e responsabilità: anzi, essendo in due, si tratta di qualcosa di ancor più profondo, ossia di “corresponsabilità”. Per lo meno, io la vedo così, anche se, per quanto mi riguarda personalmente, ho smesso da tempo di vivere l’esperienza dell’innamoramento, per cui mi manca anche la precondizione per poter amare!

[Bianca]

Fai delle considerazioni molto, molto interessanti, circa le quali, sono, fondamentalmente d'accordo.
Trovo geniale l'idea che l'innamoramento sia un atto istintivo e l'amare una scelta, una condizione voluta.
Ed è una profonda intuizione, che l'innamoramento sia la logica, indispensabile precondizione, circa la scelta volontaria e consapevole, di amare una persona e solo quella tra tante, la quale non è detto che sia l'anima gemella tradizionalmente intesa.

Il discorso dell'anima gemella, non solo dovrebbe valere nella scelta iniziale, ma dovrebbe rimanere statico ed immutabile per tutta la vita.
Ma noi sappiamo, invece, che tutto muta e si evolve.

L'innamoramento, non porta, necessariamente, a convincersi che quella sia l'anima gemella, ma sicuramente aiuta a guardarla con occhi interessati, possibilistici e anche un pochino indulgenti.

Ritenere che l'amore sia, fondamentalmente, una scelta, non lo priva del romanticismo, ma come dici tu, lo eleva, perchè la scelta deve essere accompagnata da volontà di impegno e senso di responsabilità.

Devi dirti che era da molto tempo che non leggevo un'analisi dell'amore così lucida e così bella.

[gio74]

Quindi se ho capito bene, tu dici che uno si può innamorare di Caterina Maria e Gisella, però poi sceglie di amare solo Gisella ?... E questo non equivale un po' ad accontentarsi ?...

[Bianca]

Dovrebbe continuare ad essere innamorato di tre perché non significhi accontentarsi?

[gio74]

Bè scegliendo uno potrebbe pure scegliersi di accontentarsi no ?...

[Bianca]

Sai com'è la storia?
Non ce ne sono mai tre che potrebbero andar bene, perfettamente interscambiabili; chi pensa di trovarsi in questa situazione, è un imbecille e anche un illuso che ritiene che ci siano tre persone che aspettano lui.
Parlo al maschile, per comodità, ma intendo la stessa cosa anche al femminile.
Se si ritiene, alla faccia dell'innamoramento, di poter "scegliere" tra persone diverse, o si è molto superficiali, o si è come sopra.
Seguendo il ragionamento di Tom, l'innamoramento è una fase irrazionale, che si razionalizza nel momento in cui io dico: sono innamorata di quella persona e "voglio" amarla.
Non ci sono le varie Caterina, Maria, Gisella, Francesca.
C'è un nome solo e una persona sola.