Re: La poesia del giorno
Inviato: mer nov 02, 2011 9:03 pm
Vorrei qui riproporre la parte finale della composizione poetica che il Carducci dedicò al leggendario amore che fiorì nel cuore del poeta e trovatore Jaufré Rudel per la contessa di Tripoli Melisenda pur avendola egli conosciuta soltanto attraverso il racconto delle sue virtù e della sua bellezza che ne facevano i pellegrini di ritorno da Antiochia. La fama di Melisenda era andata crescendo nel mondo latino da quando ella aveva subito la sventura di essere ripudiata del suo promesso sposo imperatore di Bisanzio proprio alla vigilia delle nozze.
Il sentimento che Rudel nutriva per Melisanda era il simbolo dell' "amor de lohn" secondo la tradizione trobadorica, ovvero di un amore che non vuole possedere ma godere di questo stato di non possesso. In questo modo, l'esperienza amorosa appare come una tensione costante verso l'irraggiungibile perfezione richiesta per essere degni di ricevere la grazia da madonna, durante la quale l'amante si affina spiritualmente ed intellettualmente. La dama oggetto di questo sentimento è infatti in genere inaccessibile,perché è sposata o perché è lontana (come la contessa di Tripoli), spesso chiusa in un castello.
Narra la leggenda che un giorno Jaufré Rudel decise di andare a conoscere Melisenda per chiederla in sposa e prese parte alla seconda crociata, imbarcandosi a Marsiglia per il Mediterraneo orientale.Durante il viaggio però si ammalò gravemente e, giunto in Siria, non ebbe neppure la forza di scendere dalla nave.Melisenda, avvisata del suo arrivo, subito si recò da lui, si avvicinò al suo letto e lo prese fra le braccia.Quando il poeta vide che la contessa gli era vicino, ringraziò Dio di averlo fatto vivere fino al momento di conoscerla, e morì fra le braccia di Melisenda.
..........
Contessa, cos'è mai la vita?
E' l'ombra d'un sogno fuggente.
La favola breve è finita,
il vero immortale è l'amor.
Aprite le braccia al dolente.
Vi aspetto al novissimo bando.
ed or, Melisenda, accomando
a un bacio lo spirto che muor.
La donna su'l pallido amante
chinossi recandolo al seno,
tre volte la bocca tremante
co'l bacio d'amore baciò.
E il sole dal cielo sereno
calando ridente ne l'onda
l'effusa di lei chioma bionda
su 'l morto poeta irraggiò.
Questi versi mi hanno sempre commossa, fin da quando il Professore di lettere ce li illustrò per la prima volta al ginnasio( sono sempre stata una romanticona). Oggi, dopo che la mia vita si è avvitata per anni su una folle corsa per poi adagiarsi . soprattutto per motivi di salute, in un più lento,trasparente scorrere dei giorni, la nostalgia dei ricordi, e persino il linguaggio un pò enfatico di Carducci,le rime- alle quali ormai non siamo più abituati - attraverso le quali si dipanano le immagini delicate, un po' melense dei due amanti uniti nel primo ed ultimo abbraccio in questa vita,mi rendono tali versi ancora più cari. Emanano da essi, per me, l'inebriante profumo e tutta la tenerezza di un amore casto ed assoluto, che illumina anche il momento della morte,ed al quale l'amata non può che corrispondere, secondo il principio dell' "amor ch'a nullo amato amar perdona" di padre Dante. Ci troviamo di fronte ad un' Illusione, un sogno,alla idealizzazione un po' ingenua del sentimento dell'amore, bene assoluto al quale tutti agognamo, ma che si dimostra troppo spesso così avaro ed aspro per noi.. è probabile, anche se l'amore ringraziando il cielo ha infiniti colori, gradazioni, sfumature esclusivamente personali, ma può rappresentare anche, almeno per me, il riflesso di un Amore assoluto dal quale proveniamo ed al al quale tendiamo con infinita nostalgia e tenerezza,ed al quale torneremo un giorno, alla fine del nostro viaggio terrestre.
Scusate se mi sono troppo dilungata, ma volevo condividere con voi, amici carissimi, queste mie emozioni che oggi sono sgorgate nel mio cuore al'improvviso leggendo le bellissime poesie trascritte nel Forum.
Il sentimento che Rudel nutriva per Melisanda era il simbolo dell' "amor de lohn" secondo la tradizione trobadorica, ovvero di un amore che non vuole possedere ma godere di questo stato di non possesso. In questo modo, l'esperienza amorosa appare come una tensione costante verso l'irraggiungibile perfezione richiesta per essere degni di ricevere la grazia da madonna, durante la quale l'amante si affina spiritualmente ed intellettualmente. La dama oggetto di questo sentimento è infatti in genere inaccessibile,perché è sposata o perché è lontana (come la contessa di Tripoli), spesso chiusa in un castello.
Narra la leggenda che un giorno Jaufré Rudel decise di andare a conoscere Melisenda per chiederla in sposa e prese parte alla seconda crociata, imbarcandosi a Marsiglia per il Mediterraneo orientale.Durante il viaggio però si ammalò gravemente e, giunto in Siria, non ebbe neppure la forza di scendere dalla nave.Melisenda, avvisata del suo arrivo, subito si recò da lui, si avvicinò al suo letto e lo prese fra le braccia.Quando il poeta vide che la contessa gli era vicino, ringraziò Dio di averlo fatto vivere fino al momento di conoscerla, e morì fra le braccia di Melisenda.
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Contessa, cos'è mai la vita?
E' l'ombra d'un sogno fuggente.
La favola breve è finita,
il vero immortale è l'amor.
Aprite le braccia al dolente.
Vi aspetto al novissimo bando.
ed or, Melisenda, accomando
a un bacio lo spirto che muor.
La donna su'l pallido amante
chinossi recandolo al seno,
tre volte la bocca tremante
co'l bacio d'amore baciò.
E il sole dal cielo sereno
calando ridente ne l'onda
l'effusa di lei chioma bionda
su 'l morto poeta irraggiò.
Questi versi mi hanno sempre commossa, fin da quando il Professore di lettere ce li illustrò per la prima volta al ginnasio( sono sempre stata una romanticona). Oggi, dopo che la mia vita si è avvitata per anni su una folle corsa per poi adagiarsi . soprattutto per motivi di salute, in un più lento,trasparente scorrere dei giorni, la nostalgia dei ricordi, e persino il linguaggio un pò enfatico di Carducci,le rime- alle quali ormai non siamo più abituati - attraverso le quali si dipanano le immagini delicate, un po' melense dei due amanti uniti nel primo ed ultimo abbraccio in questa vita,mi rendono tali versi ancora più cari. Emanano da essi, per me, l'inebriante profumo e tutta la tenerezza di un amore casto ed assoluto, che illumina anche il momento della morte,ed al quale l'amata non può che corrispondere, secondo il principio dell' "amor ch'a nullo amato amar perdona" di padre Dante. Ci troviamo di fronte ad un' Illusione, un sogno,alla idealizzazione un po' ingenua del sentimento dell'amore, bene assoluto al quale tutti agognamo, ma che si dimostra troppo spesso così avaro ed aspro per noi.. è probabile, anche se l'amore ringraziando il cielo ha infiniti colori, gradazioni, sfumature esclusivamente personali, ma può rappresentare anche, almeno per me, il riflesso di un Amore assoluto dal quale proveniamo ed al al quale tendiamo con infinita nostalgia e tenerezza,ed al quale torneremo un giorno, alla fine del nostro viaggio terrestre.
Scusate se mi sono troppo dilungata, ma volevo condividere con voi, amici carissimi, queste mie emozioni che oggi sono sgorgate nel mio cuore al'improvviso leggendo le bellissime poesie trascritte nel Forum.