Re: Buona sera!
Inviato: mer ott 12, 2016 11:11 am
Rispondo anch'io al volo, causa mancanza di tempo.
Axe, il mio intervento "da lettore" era teso proprio a stimolare la ripresa del confronto, che sia nel virtuale o nel mondo reale, certe dinamiche non palesi sono fisiologiche, non appena anche solo due persone comunicano. Come hai giustamente osservato, nel virtuale le cose si complicano proprio per mancanza di presenza fisica.
Haderian, comprendo e condivido le tue ottime considerazioni. Axe, quello che mi sento di aggiungere, proprio sull'estremizzazione: è pericoloso ragionare per opposti, una persona (e la Vita stessa) non è comprimibile in una dicotomia. Per farti un esempio attinente: ci sono omosessuali, per non dire uomini o ancora meglio, persone, che semplicemente rispettano una donna. Ancora, ci sono persone indifferenti alle donne. Ricorrere agli estremi opposti amore-odio è riduttivo. Per essere precisi, si può ragionevolmente affermare che l'opposto dell'amore non sia l'odio ma l'indifferenza.
Il manichesimo con il suo tertium non datur (appunto il ragionare per opposti) è da prendere con le pinze, o meglio, é buona norma diffidarne, poiché rende possibile la classificazione e l'etichettamento delle persone, peraltro inaffidabile e pericolosa; a tal riguardo, sempre per restare in tema, deve far riflettere il fatto che proprio la psicologia classificava l'omosessualità tra i disturbi psichiatrici, con le note e tristi conseguenze per milioni di persone. Gli effetti nefasti sono visibili ancora oggi, nonostante i progressi fatti.
L'orientamento sessuale è appunto tra le etichette più diffuse, altre sono l'origine, la religione, appartenenza a minoranze, il colore della pelle, il genere stesso. Si tratta dei classici "viene dal sud, figurati se è affidabile", "è bionda, quindi non può essere intelligente", "è islamico, quindi un terrorista", ecc. ecc., ecc., ecc.
L'etichetta raggruppa tutta una serie di stereotipi e pregiudizi, nutre l'illusione di poter capire una persona, mentre non si tratta di nient'altro di convinzioni precostituite.
Rifletti su questo: in generale la maggior parte delle persone ha paura di quello che non conosce, di quello è non è allineato a quella che viene considerata la norma, è il caso ad esempio dell'asessualità. Questa paura si autoalimenta proprio dal ricorso alle etichette (caso capitatomi a ripetizione: non ti interessa il sesso? Non sei normale, sei malato, ecc.). Chi invece non ha paura del diverso o del nuovo non è che sia ingenuo. Semplicemente si pone a mente aperta, senza lasciarsi influenzare da preconcetti, giungendo ad una propria opinione (non necessariamente positiva). È quello che tu, Axe, definisci fare uno sforzo. Il frutto della saggezza popolare prendilo sempre criticamente, in fin dei conti è una delle basi da cui originano i le etichette.
Questa la mia sintetica riflessone, mi scuso anch'io per eventuali passaggi poco chiari o appena accennati.
Axe, il mio intervento "da lettore" era teso proprio a stimolare la ripresa del confronto, che sia nel virtuale o nel mondo reale, certe dinamiche non palesi sono fisiologiche, non appena anche solo due persone comunicano. Come hai giustamente osservato, nel virtuale le cose si complicano proprio per mancanza di presenza fisica.
Haderian, comprendo e condivido le tue ottime considerazioni. Axe, quello che mi sento di aggiungere, proprio sull'estremizzazione: è pericoloso ragionare per opposti, una persona (e la Vita stessa) non è comprimibile in una dicotomia. Per farti un esempio attinente: ci sono omosessuali, per non dire uomini o ancora meglio, persone, che semplicemente rispettano una donna. Ancora, ci sono persone indifferenti alle donne. Ricorrere agli estremi opposti amore-odio è riduttivo. Per essere precisi, si può ragionevolmente affermare che l'opposto dell'amore non sia l'odio ma l'indifferenza.
Il manichesimo con il suo tertium non datur (appunto il ragionare per opposti) è da prendere con le pinze, o meglio, é buona norma diffidarne, poiché rende possibile la classificazione e l'etichettamento delle persone, peraltro inaffidabile e pericolosa; a tal riguardo, sempre per restare in tema, deve far riflettere il fatto che proprio la psicologia classificava l'omosessualità tra i disturbi psichiatrici, con le note e tristi conseguenze per milioni di persone. Gli effetti nefasti sono visibili ancora oggi, nonostante i progressi fatti.
L'orientamento sessuale è appunto tra le etichette più diffuse, altre sono l'origine, la religione, appartenenza a minoranze, il colore della pelle, il genere stesso. Si tratta dei classici "viene dal sud, figurati se è affidabile", "è bionda, quindi non può essere intelligente", "è islamico, quindi un terrorista", ecc. ecc., ecc., ecc.
L'etichetta raggruppa tutta una serie di stereotipi e pregiudizi, nutre l'illusione di poter capire una persona, mentre non si tratta di nient'altro di convinzioni precostituite.
Rifletti su questo: in generale la maggior parte delle persone ha paura di quello che non conosce, di quello è non è allineato a quella che viene considerata la norma, è il caso ad esempio dell'asessualità. Questa paura si autoalimenta proprio dal ricorso alle etichette (caso capitatomi a ripetizione: non ti interessa il sesso? Non sei normale, sei malato, ecc.). Chi invece non ha paura del diverso o del nuovo non è che sia ingenuo. Semplicemente si pone a mente aperta, senza lasciarsi influenzare da preconcetti, giungendo ad una propria opinione (non necessariamente positiva). È quello che tu, Axe, definisci fare uno sforzo. Il frutto della saggezza popolare prendilo sempre criticamente, in fin dei conti è una delle basi da cui originano i le etichette.
Questa la mia sintetica riflessone, mi scuso anch'io per eventuali passaggi poco chiari o appena accennati.