Vi racconto Detroit e Cleveland
- Bianca
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Re: Vi racconto Detroit e Cleveland
Scatti dal trenino
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Re: Vi racconto Detroit e Cleveland
E' una statua vero?Bianca ha scritto: ..... Salutato gentilmente il signore che legge il giornale nella stazione, ritorno sulla terra ferma e proseguo il cammino.
Una statua dipinta che sembra in equilibrio precario.
Ti amo col sole e con la pioggia
- Bianca
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Re: Vi racconto Detroit e Cleveland
Sì, è una di quelle statue molto reali che a me piacciono tanto.
Ne ho incontrate in tutto il mondo.
Se non fossi stata da sola, avrei fatto la foto con lui mentre gli sbirciavo il giornale da un lato o seduta sulla valigia................
Ne ho incontrate in tutto il mondo.
Se non fossi stata da sola, avrei fatto la foto con lui mentre gli sbirciavo il giornale da un lato o seduta sulla valigia................
- Bianca
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Re: Vi racconto Detroit e Cleveland
Comincia la settimana in questa ridente cittadina, molto popolata da tante persone solari.
Mi corre l'obbligo ora, di mettervi al corrente di alcune cose, a cui inizialmente non ho dato nessuna importanza ma che poi hanno assunto un loro significato.
La sera prima, arrivando in camera, mi sono accorta che sulla scrivania non c'era più un mio bicchiere di plastica (non di quelli che si buttano via) che avevo lasciato al mattino.
Chiedo alla housekeeping che mi dice che il bicchiere non c'era.
Dato che le cose importanti sono in cassaforte, il bicchiere, che non c'era, vada a quel paese.
In realtà, la scomparsa del bicchiere, sarà il primo di una serie di dispetti che mi verranno fatti.
Dispetti stupidi, di persone ignoranti, alle quali, dà fastidio che una donna bianca viaggi da sola e soggiorni in quell'hotel.
Non capiscono neppure che contribuisce a pagare i loro stipendi che spero bassissimi.
Decido di andare a vedere il mercato che le guide consigliano.
Chiedo alla reception, mi confermano che è molto interessante ma non sanno spiegarmi come andarci.
Mi incammino verso un incrocio e mi avvicino ad un'auto della polizia ferma, con dentro due agenti: un uomo e una donna.
Mi accorgo che sono attenti. Chiedo se sanno spiegarmi come posso andare al mercato.
Si consultano, parlottano e mi dicono che è abbastanza lontano e che dovrei prendere due bus.
Vanno via, tornano, mi chiamano e mi dicono che mi accompagnano loro.
Mi fanno sedere dietro, su un sedile in plastica non imbottito e con le sbarre ai finestrini e tra me e loro.
Io incomincio a ridere e faccio presente che è la prima volta, nel mondo, che salgo su un auto della polizia.
Il percorso è abbastanza lungo; chiacchierando, arriviamo al mercato e si fermano davanti a un bar.
Io mi vergogno un po' a scendere, perchè c'è gente fuori, poi, si fanno i selfie com me e ci salutiamo con molti ringraziamenti da parte mia.
Subito mi informano che, essendo lunedì, il mercato è chiuso.
Mi faccio comunque un giro e fotografo i murales.
Mi corre l'obbligo ora, di mettervi al corrente di alcune cose, a cui inizialmente non ho dato nessuna importanza ma che poi hanno assunto un loro significato.
La sera prima, arrivando in camera, mi sono accorta che sulla scrivania non c'era più un mio bicchiere di plastica (non di quelli che si buttano via) che avevo lasciato al mattino.
Chiedo alla housekeeping che mi dice che il bicchiere non c'era.
Dato che le cose importanti sono in cassaforte, il bicchiere, che non c'era, vada a quel paese.
In realtà, la scomparsa del bicchiere, sarà il primo di una serie di dispetti che mi verranno fatti.
Dispetti stupidi, di persone ignoranti, alle quali, dà fastidio che una donna bianca viaggi da sola e soggiorni in quell'hotel.
Non capiscono neppure che contribuisce a pagare i loro stipendi che spero bassissimi.
Decido di andare a vedere il mercato che le guide consigliano.
Chiedo alla reception, mi confermano che è molto interessante ma non sanno spiegarmi come andarci.
Mi incammino verso un incrocio e mi avvicino ad un'auto della polizia ferma, con dentro due agenti: un uomo e una donna.
Mi accorgo che sono attenti. Chiedo se sanno spiegarmi come posso andare al mercato.
Si consultano, parlottano e mi dicono che è abbastanza lontano e che dovrei prendere due bus.
Vanno via, tornano, mi chiamano e mi dicono che mi accompagnano loro.
Mi fanno sedere dietro, su un sedile in plastica non imbottito e con le sbarre ai finestrini e tra me e loro.
Io incomincio a ridere e faccio presente che è la prima volta, nel mondo, che salgo su un auto della polizia.
Il percorso è abbastanza lungo; chiacchierando, arriviamo al mercato e si fermano davanti a un bar.
Io mi vergogno un po' a scendere, perchè c'è gente fuori, poi, si fanno i selfie com me e ci salutiamo con molti ringraziamenti da parte mia.
Subito mi informano che, essendo lunedì, il mercato è chiuso.
Mi faccio comunque un giro e fotografo i murales.