AVEN Italia • La comunità degli asessuali italiani

Credo che con queste ulteriori spiegazioni, terra terra, sia molto più chiara la differenza tra attrazione e libido.
Parlando di eventuale carenza ormonale, quindi, soltanto la seconda sarebbe influenzata da somministrazioni di ormoni,
mentre la prima rimarrebbe presente oppure no e comunque non influenzata da terapie di alcun genere.

Proprio così!

Basta volerle capire le cose e ci si riesce.

Walk Alone ha scritto:

Ipazia ha scritto:

Walk Alone ha scritto:Immagino che tu stia meglio così, Ipa! Barba e baffi lasciamoli ai maschietti.

Però mi ha incuriosito 'sta cosa!!Tu che sei doctor, dietro la mia asessualità ci può essere una disfunzione ormonale?

La disfunzione ormonale ci può essere, per i motivi detti sopra, per spiegare una ridotta libido ma non una mancanza di attrazione verso il proprio o l'altro sesso, e quindi l'asessualità...che, lo ripetiamo fino alla nausea, non è nulla di patologico.

Grazie, le cose mi sono più chiare!

Grazie a entrambi per i chiarimenti!

Prego,Ipa!
Rilassati, dont' worry...sei approdata su un'isola fantastica!
Non farti problemi di quello che dicono coloro che hanno un orientamento diverso dal nostro, e che spesso ci considerano dei pericolosi alieni; "never care for what they do, never care for what they know...and i know" (J.Hetfield)

Non voglio sostenere il famoso "se non provi non sai", però, mi sembra, che psicologicamente parlando, chi ha avuto qualche esperienza sessuale e l'abbia trovata non adatta a sè, sia in un'altra situazione rispetto a chi non ha avuto esperienze di nessun genere.
Voglio dire, che è più consapevole di come il corpo non partecipi ad un qualcosa che la mente non desidera.

E' come dire, con un paragone alimentare: prima di dire che una cosa non ti piace, assaggiala e poi ti potrai esprimere in merito.
Non lasciamo nulla di intentato.

Sono d'accordo con chi, conoscendo il suo disinteresse, non desidera neppure vivere qualche esperienza.
D'altra parte, rappresenta pur sempre una prova, un confronto, quindi, chi la rifiuta, ha le sue buone ragioni, soprattutto quando non sa, quanto sia affidabile il partner.

Il "chi non prova non sa", per me, vale in situazioni in cui uno giudica l'altro senza sapera davvero cosa l'altro stia affrontando.

Invece nel caso "non puoi sapere se ti piace se non l'hai provato", per me, è una sciocchezza.
C'è chi prova perché ha dubbi e vuole mettersi alla prova, c'è chi invece non ne ha bisogno e si sentirebbe danneggiato nel provare un'esperienza a lui aliena.

Certo, bisogna tener conto di due situazioni diverse, che sono quelle che mi sono state richiamate da Ipa e da Walk.
C'è chi prova per avere una conferma o conta su una smentita e chi non ha bisogno di provare, proprio perché sente la cosa totalmente estranea a sè.

La certezza circa il proprio orientamento, non è uguale per tutti, anzi, direi che sono di più quelli che hanno dei dubbi, che quelli che sono assolutamente certi.
L'incertezza, almeno iniziale, è diffusa in tutti gli orientamenti.
Molte persone hanno raccontato su Aven di aver avuto tanti dubbi anche fino a 40, 50 anni.
Penso ci sia gente che passa tutta la vita, senza stabilirlo mai con sicurezza.

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Ciao Orbs!

La prolattina non è che venga utilizzata più di tanto come farmaco...
La sua importanza, o meglio il suo dosaggio, sta nel fatto che è un marker per i prolattinomi, piccoli tumori benigni dell'ipofisi (che è una ghiandola piccola ma di importanza fondamentale posta al centro del cervello, e che regola molte funzioni tra cui quella riproduttiva).
Un eccesso di prolattina determina principalmente riduzione della libido, galattorea (secrezione lattea dai capezzoli) ed infertilità, in entrambi i sessi.

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Balla spaziale sì, Orbs.
Per spararti al massimo l'aggressività, la libido e compagnia bella semmai ti dovresti proprio dopare di androgeni, testosterone in primis...e non di prolattina, che come dice il nome è l'ormone che favorisce l'istinto materno diminuendo invece l'aggressività nei confronti del cucciolo di uomo da allattare, con stimolazione della produzione di latte contestuale da parte della prolattina stessa.