essaouira ha scritto:Bianca ha scritto:
"Mia moglie mi vuole tanto bene, ma siccome io sono asessuale, ogni tanto devo consentirle di andarsi a fare i suoi giri fuori..."
Non è così...
I sessuali sono delle persone.
Non vanno in calore come gli animali. Non c'è bisogno di farli sterilizzare per averli sempre con sé ed evitare che tornino incinti.
I sessuali, pensa che roba! , possono persino scegliere di accettare l'asessualità.
Lo so che è difficile da capire, ma voi provateci...
Quello che scrivi mi conforta e fa pensare che, forse, io mi sono sempre ingabbiata da sola.
Nell'incontrare una nuova persona che potenzialmente potrebbe piacermi, il primissimo pensiero che sorge nella mia mente è questo:
1. ecco, ora mi bacia... nessun disturbo
2. ecco, ora mi spoglia... poco disturbo
3. ecco, ora vuol fare sesso... e questo mi disturba un po' di più, sopporto per un po', con indifferenza, fingo un minimo e poi subentra il fastidio, una sorta di noia insopportabile; mi passa la voglia e nel sottrarmi, come per giustificarmi del mio scarso coinvolgimento, tra le righe ma esplicitamente rivelo all'ancora sconosciuto la mia natura, cosa che non vorrei conoscesse perché è una cosa molto intima per me, una cosa che mi sento costretta a rivelare prematuramente. Mi sento "spogliata" non dei miei vestiti ma della mia intimità, ed è questa la sensazione più brutta, non quella di avergli offerto un po' del mio corpo.
Ed ecco che il prefigurarmi questa spiacevole rivelazione annienta da principio ogni mia apertura a un rapporto amoroso.
Se la storia comincia, se scelgo di "provare", già prevedo il rifiuto dell'altro, da principio... e con queste premesse pregiudico da sola il mio futuro.
Forse perché assumo, da sempre, che un sessuale è "superiore" a me (nella relazione amorosa, non come persona), mi sento "mancante" rispetto a lui, che non mi accoglierà mai veramente.
Ma quello che dici (spesso) tu, Bianca, mi fa pensare che, invece, sono io ad avere un "pregiudizio" su quello che l'altro si aspetta da me. Sto dividendo il mondo in due: gli asessuali che non incontrerò mai (e con cui, non so perché, essendolo anch'io, non credo di desiderare una relazione, perché mi sentirei limitata in una mia eventuale futura curiosità, in un "non si può fare") e i sessuali con cui "non c'è storia".
... e se provassi a pensare diversamente? forse sarebbe una buona idea
Ciao Essa, provo a dare un contributo al messaggio già di per se completo di Bianca.
Per me la questione principale del problema è che appunto tu consideri te stessa ''mancante'' nella relazione amorosa perché non hai attrazione sessuale che invece il sessuale ha, e che consideri appunto per la presenza di attrazione sessuale nell'altro, il sessuale ''superiore'', come se avesse più di te.
Non è così
I sessuali vivono relazioni sessuali, gli asessuali vivono relazioni asessuali, sono due tipi di relazioni diverse, e nessuna delle due è inferiore all'altra.
Tu non hai attrazione romantica ma nella tua natura non è prevista quella sessuale, qual'è il problema?. Questo non vuol dire che tu abbia meno di un sessuale, soltanto che sei diversa da un sessuale e ami in modo diverso con istinti completamente diversi. Sebbene con forme e istinti diversi, entrambi potete amare allo stesso modo, con la stessa intensità, credimi l'amore di un sessuale non è superiore a quello di un asessuale.
Non fare paragoni tra le relazioni di un sessuale e quelle di un asessuale, non sono la stessa cosa, sono due cose ben diverse e come ti dicevo hanno presupposti completamente diversi. La base però è la stessa, il sentimento che si prova l'uno per l'altro e se il sessuale amerà in una certa forma, tu amerai in un altra bellissima forma. Quindi non prendere ad esempio ciò che fa la maggior parte delle persone, non è scritto da nessuna parte che le relazioni debbano di norma comprendere il sesso, non è così, non sei un anomalia. Per un sessuale potranno includere il sesso come espressione della natura di un sessuale, nell'asessuale (che ha una natura
diversa) le sue relazioni saranno espressione della sua natura, tutto qui. Queste sono soltanto forme, ma l'importante è ciò che si prova per il compagno e che significato ha per la persona, tutto qui.
Si, se provassi a pensare diversamente sarebbe un'ottima idea. Dovresti evitare di prendere a modello i sessuali pensandoli come la norma e capire che anche tu sei la norma, esattamente come i sessuali, e da qui amare esprimendo la tua natura e dare tutto ciò
che ti è lecito dare, esattamente come farebbe un sessuale (ti assicuro che sessuale non vuol dire sesso sesso sesso sesso SESSO SESSO SESSO SESSO! No, ci sono delle regole e tutto viene fatto nel rispetto reciproco, un sessuale non si sente obbligato a fare determinate pratiche da lui ritenute disgustose o anche solo non appropriate o non piacevoli solo perché piacciono al partner, e nessuno credo si sognerebbe di separarsi per questo, lo stesso dovresti a mio parere fare con il sesso che per te non ha alcun significato), se se ne va e tu hai avuto la massima chiarezza e sincerità nonché disponibilità (disponibilità, non accondiscendenza ad andare contro la tua natura) vuol dire che probabilmente non era la persona giusta per te. Inoltre anche se non trovassi nessuno, qual'è il problema? Se succede succede, ma se incontri qualcuno che non va bene per te non ti ci devi mettere per forza per non stare sola, capisci cosa intendo? ^^ A Catania abbiamo un detto: megghiu suli ca mal'accumpagnati ovvero meglio soli che mal accompagnati.
Basta a te stessa, sviluppa la tua individualità e sentiti completa per ciò che sei, non hai bisogno di altri per essere una persona. Se poi un giorno troverai una persona così speciale con cui vorrai condividere il resto della tua vita allora dagli tutto ciò che hai da offrire, e con alla base un sentimento forte amerete ognuno a modo proprio nel rispetto della libertà e dell'individualità altrui.