She_92 ha scritto:E' difficile da spiegare. Non è qualcosa e non è un chi. Cioè, non è 'non mi piacciono i modi di fare' o 'non mi piace questa cultura'. Perchè le persone cattive - ed uso un termine semplice - ci sono dappertutto.
E' solo la sensazione di appartenere al posto sbagliato. E come se in certi momenti mi sentissi un'estranea. Guardo le persone per strada, nel bus dentro e fuori dal finestrino, guardo i palazzi, il mare che lo vedo ogni giorno, i bar, le macchine, le persone che urlano e quelle silenziose e mi sento un estranea. Ma non dal punto di vista della solitudine, proprio dal punto di vista abitativo. Come quando vai in una città per visitarla: ti piace, ma ti senti estranea in parte perchè non è la tua cultura, non con quella con cui sei cresciuta.
Esattamente è la stessa cosa che provo io quando penso che forse dovrei rimanere in Italia, lavorare qui e costruirmi qui il mio futuro. Mi sono sempre sentita fuori luogo e non mi sono mai trovata sulla stessa lunghezza d'onda delle altre persone. Sinceramente, per quanto il passato storico e culturale dell'Italia faccia invidia a mezzo mondo e sia qualcosa di sufficiente a rendermi fiera della mia cittadinanza, non mi basta e non è un buon motivo per amare questo paese. A dire il vero, provo un odio ben radicato, perché mi sembra la brutta copia delle grandi nazioni. Importiamo modelli, quasi sempre sbagliati, le cose non funzionano minimamente, le persone sono spesso chiuse mentalmente e hanno sempre ragione, qualsiasi sia l'argomento, e non vorranno sentire scuse. Poi, beh, c'è da dire che io vivo nella parte tanto odiata dell'Italia, al sud, quindi i problemi di interazione con le persone son molto più aggravati. E non solo quelli. Da queste parti i problemi fioccano non appena ti giri.
Tutto quello che i politici non fanno per il sud si riversa nella mia attuale visione negativa del paese. E a questo aggiungete il fatto di essere una grande amante delle lingue e culture straniere, di aver fatto dei viaggi scolastici in Germania e Inghilterra e di aver visto che altrove le cose funzionano diversamente...
Ho capito benissimo che questo posto non fa per me, perché mi sento come un uccello in gabbia, priva di possibilità e incapace di poter realizzare i miei desideri, di vivere al meglio e per questo ne soffro moltissimo -l'ho realizzato sin dalle medie.
Certo, non è detto che altrove sia meglio e che io possa avere un futuro più roseo, però io voglio credere che sia così, nonostante la gente tenti di dirmi "Ma sai che...?". Ci provano, ma non ce la fanno. Questo perché non rientra nella loro capacità cognitiva credere che ad una persona non piaccia vivere qui o che cerchi più di quello che l'Italia offre. Beh, se chiedessi di potermi trasferire in Inghilterra, in Francia, o in qualche paese limitrofo, o al massimo in America, forse comprenderebbero, ma... per come la vedo io, questi paesi non sono poi tanto allettanti. Certo, la Germania è fantastica e sulla sua funzionalità siamo tutti d'accordo -seppur io non abbia in gran simpatia la Germania, devo riconoscere che è un bel posto e viverci non sarebbe male. Azzarderei che forse i posti migliori in cui vivere sono i paesi scandinavi, perché le cose funzionano davvero bene e la vita è talmente "facile" che la gente se ne va in depressione (e anche per la mancanza di luce), ma per me sono un piano B. Mi piacciono e ho un gran interesse per la mitologia nordica e per la lingua -avevo iniziato a studiare svedese qualche anno fa e devo dire che mi è piaciuto più di alcune lingue che ho studiato-, tuttavia si tratta di un interesse minore rispetto a quella che è davvero la mia grande passione.
Se potessi, vorrei risultare giapponese. Cliché, lo so, ma forse è l'unica cosa per cui ho provato davvero amore, sì l'amore romantico che tecnicamente non conosco. Sebbene abbia la sua grande dose di difetti, il Giappone mi piace moltissimo e mi sono fortemente innamorata della sua cultura, della sua storia e mi piacciono alcuni cibi della sua cucina. Provo un profondo amore per la storia giapponese e ho trovato particolarmente interessanti le diversità che l'hanno caratterizzata. Da piccola vidi "Memorie di una geisha" e mi invaghì moltissimo di questa affascinante figura che è un gran modello per le femministe, ma che non è più tanto diffusa come lo era fino a un secolo fa. E non solo. Ho studiato con molta passione il motivo per cui si sente tanto parlare di samurai, Shinsengumi e ninja, perché ho trovato davvero affascinanti e interessanti queste figure e il periodo storico a cui appartenevano. E per quanto la storia sia per me sufficiente per lasciarmi a bocca aperta, il modo in cui la società giapponese di oggi è caratterizzata non è da meno. E' tutto ben organizzato, orari e coincidenze dei mezzi dei trasporti studiati perfettamente, tantissimi servizi, supermercati aperti 24 ore su 24, un sistema molto più efficiente del nostro (okay, qui possiamo dire che non è propriamente perfetto e che ha dei difettucci belli grossi, lo so)... e che invidia le strade PULITE! Lo so, pare una barzelletta, ma non so cosa darei per vedere le strade della mia città belle linde. La gente sputa per terra, altri fanno pipì per strada... non vi dico in che stato è la mia facoltà solo per non farvi piangere. Ci sono un sacco di cose interessanti della società giapponese a cui si aggiunge il fatto di un livello migliore di vita rispetto a quello a cui io sono abituata. A questo si aggiunge il fatto che sì, anche se sono chiusi e hanno le loro strette vedute, la mentalità dei giapponesi è più congeniale alla mia: son gentili, disponibili, ti aiutano - son cose che mi colpiscono parecchio, perché non le ho trovate qui. Non ne ho ancora avuto occasione, ma sento che avrei più cose in comune con un ragazzo giapponese che con un italiano. E non parlo di poter parlare di anime e cose così: mi piace molto la musica giapponese perché offre una scelta più vasta rispetto alla nostra, secondo me, e anche per quanto riguarda la moda sono attratta da particolari tendenze che qui non esistono nemmeno. Diciamo che c'è anche libertà di vestirsi come si vuole in Giappone, nel senso che con tutte le mode che ci sono puoi abbigliarti come meglio credi e nessuno ti verrà a dire "Oh santo cielo, ma come ti sei conciata?". Certo, la decenza esiste anche lì -e altro che gonna corta, lì pure la scollatura è un no-, ma... è tutto così diverso.
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Pardon, scusate ma mi sono dilungata molto e... pfffftt, quando inizio a parlare del Giappone non mi fermo più. Se esistesse un orientamento specifico a riguardo, sarei Giappo-romantica.
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