Sono d'accordo con Miskin, secondo me le persone, uomini e donne, sono sempre state, diciamo, ben poco umane e sensibili; adesso c'è più libertà rispetto al passato, ma invece di usarla bene la si usa male, giocando a "scambiarsi i ruoli" in senso negativo; poi, che odio i ruoli precostituiti...
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Ho dei parenti, uomini e donne, che si sono comportati molto, molto male nei miei confronti, quindi ho capito piuttosto presto che entrambi i sessi si possono comportare in modo spregevole e dunque mi sono liberata presto dei "luoghi comuni".
Buoni e cattivi possono avere qualsiasi sesso, nazionalità, aspetto........
ho capito che ciò che cerco nelle persone, uomini o donne che siano, sono qualità eccezionali, non nel senso di superpoteri ma nel senso che cerco di valutare e vedere le eccezionalità del singolo individuo al di là degli stereotipi. Solo chi ha coraggio di essere se stesso/a ha la possibilità di fare la differenza, naturalmente nel rispetto altrui. Così come non mi va più bene giustificare certi comportamenti perché tanto che vuoi farci “gli uomini sono così” “le donne sono cosà”. Forse dipende anche dal fatto che non mi trovo a mio agio con il binarismo maschio/femmina, fin da piccola non mi sentivo una bambina-rosa, ma allo stesso tempo non volevo essere un bambino-azzurro, non so come spiegare, l’infanzia mi permetteva quella fluidità e neutralità (quindi libertà) che poi col tempo ahimè è scomparsa, sì ok appurato che biologicamente sono nata femmina cosa vuol dire? Che devo adeguarmi con il corredo di stereotipi che si addice alla donna, fosse anche alla donna moderna? No, grazie. E no caro mio/cara mia, tu sei tu e io sono io e non c’è storia che tenga. Siamo egualmente responsabili di ogni nostro singolo comportamento o atteggiamento. E per la cronaca è dalle donne che ricevo e ho ricevuto più o meno indirettamente le critiche più aspre, anche per quel che riguarda il mio aspetto ad esempio: “Ma perché non ti curi un po’ di più, ma perché non fai più la carina, ma perché non sei più accomodante, ma perché non sorridi nelle foto, ma perché qui e la etc etc” fino ad arrivare alle accuse di colpevolezza “Sei tu che ti poni così e cosà, sei tu che non vuoi, etc, etc”. Di sicuro non sono aggressiva, anzi, questo è sempre stato un problema perché evitando accuratamente di “esplodere”, spesso sono finita con l’implodere, facendomi del male inutilmente, con sensi di colpa infiniti e atteggiamenti autodistruttivi. Ora mi sono proprio rotta, degli altri, delle altre, ma finanche di me. Ed è una liberazione, come dire mo’ basta! Non mi fregate più e non me ne frega più niente.
Quoto, infatti di amici ne ho pochi proprio perchè è difficile trovare chi ascolta se stesso e non la massa, ma io con chi ragiona per luoghi comuni senza nemmeno pensare se davvero fanno per sè, senza pensarci, non riesco a stare.
Personalmente ho diversi comportamenti che notoriamente sono appannaggio dei maschi, ma non mi interessa: non ho problemi a definirmi una ragazza perchè biologicamente sono tale, e per me finiscono qui il "maschile" e il "femminile"; per il resto siamo tutti persone, ognuna con il proprio modo di essere e di agire, al di là degli stereotipi.
nei momenti di maggior rabbia verso gli stereotipi mi definisco demigirl (almeno, da quando ho conosciuto il significato di questo termine qui sul forum) ma non è una definizione esatta, perchè non mi sento nemmeno in parte a disagio con la mia identità biologica: sono la società e il comportamento di certe altre persone, soprattutto donne purtroppo (
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) che mi fanno arrabbiare, e me ne rendo perfettamente conto.
D'altra parte, se, come spesso succede, sono le donne stesse a non volersi ribellare a certe "costrizioni", e gli uomini non vogliono smetterla di "fare i macho", beh, non cambierà mai niente
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