Chiara78 ha scritto:Secondo il mio modo di pensare può anche voler dire essere una ragazza buona e gentile, non per forza una che rispetta ciecamente le "regole" imposte dalla società (io poi non lo faccio quasi mai, a meno che, dopo averci ben pensato, mi rendo conto che quelle "regole" fanno per me), ecco perchè non ho mai contraddetto nessuno quando mi definiva così
Per esempio, appunto, il non fare sesso senza amore/una buona conoscenza dell'altro ancora trova consenso (anche se è piuttosto raro): meglio così, non mi chiedono troppe spiegazioni, ma se fossi diversa di certo non cambierei per far contenti gli altri, secondo me cambiare per apparire "come gli altri" non porta mai a niente di buono (senza contare che i criticoni non si estingueranno mai, qualsiasi cosa si faccia).
Spero che si sia capito quello che voglio dire
essere attratti sessualmente solo dopo un legame emotivo" viene interpretato come una presa di posizione, della serie "chiunque faccia sesso al di fuori di una relazione seria, al contrario di me, è una sgualdrina o un gigolò
Forse chi pensa così magari ha la coda di paglia perchè gli piace saltare da un letto all'altro ma si sente giudicato (come dicevo prima, i criticoni ci sono qualunque cosa si faccia)... personalmente, anche se non mi piace "sfarfalleggiare", non giudico male chi lo fa senza illudere nessuno.
Non mi piace chi lo fa e illude il prossimo, questo sì, ma è un'altra storia
Però il più delle volte per "brava ragazza" si intende più "una che rispetta ciecamente le regole"... anche io non avrei problemi a definirmi una ragazza buona e gentile, ma mi dà fastidio che le persone interpretino la mia riservatezza e la mia ritrosia nei rapporti con l'altro sesso come una forma di autorepressione! Molti hanno difficoltà a capire che tutto questo mi venga spontaneo... non so se ho reso l'idea
The Waiting Fox ha scritto:
Il punto non è tanto l'utilità dell'etichetta: io la trova utilissima, un altro potrebbe scegliere di non utilizzarla... non è questo il problema. Il problema è quando ti dicono "Non è possibile che per te funzioni così, perché una cosa del genere non esiste", affermazione che arriva sia dal ragazzotto del liceo che dalla persona sposata, adulta e in una relazione monogama, e che invalida completamente la mia identità e il mio rapporto con la sessualità. E sono un po' stufa di leggere che non esisto e che mi sono appiccicata un'etichetta addosso solo perché voglio sentirmi speciale o altre scemenze simili.
Anche perché l'etichetta serve, più che a sentirsi speciali, a sentirsi "normali": se uno sa di appartenere a una categoria di persone, non si sente più né solo, né malato, né colpevole, ma riconosce di avere certe caratteristiche, ne prende atto e va avanti serenamente, sapendo che al mondo esistono altre persone simili con cui confrontarsi!
"Non è possibile che per te funzioni così",
"vuoi solo sentirti speciale",
"è perché non hai fatto esperienze" (leggasi: è perché sei un'imbranata pigra),
"è perché ti autolimiti", (leggasi: sei una repressa bigotta che magari giudica le altre come troie, cosa assolutamente falsa)
"sei troppo selettiva",
"sciogliti!",
"tu idealizzi troppo il sesso",
"tu idealizzi troppo le persone",
"tu ti aspetti troppo da una relazione",
"tu guardi troppi film/leggi troppi libri"
Espressioni come questa fanno sentire colpevolezza, frustrazione, emarginazione.
Io non lo so se sono definibile come "demisessuale" o altro, se sono una persona "sessuale" con delle preferenze un po' particolari o se appartengo alla "zona grigia"... molti di questi concetti ancora non lo ho capiti bene, ma credo che l'essenza di tutto questo sia
Riconoscere che qualunque orientamento/preferenza/comportamento in relazione al sesso e alle relazioni sentimentali (beh, esclusi quelli che implicano violenza, ovvio!) va compreso ed accettato, anziché criticato, emarginato, deriso o, peggio, COMPATITO o CURATO!
Cosa c'è di male ad avere un'attitudine un po' romantica e poco interesse nei confronti del sesso?
Nella società di oggi la liberazione sessuale è quasi compiuta. Tutti (o quasi) percepiscono come una cosa normale e del tutto lecita godere del sesso esattamente come si gode di un pezzo di cioccolata.
L'ultimo baluardo contro questo rimane la chiesa, e va bene anche quello, certo.
Ma perché mai non dovrebbe essere ammessa l'esistenza di persone che, pur non aderendo alle prescrizioni della religione cattolica o di qualunque altra dottrina, religiosa e non, siano SPONTANEAMENTE poco attratte dal sesso ma possano occasionalmente desiderare farlo, se sono "innamorate" di qualcuno?
Cosa c'è di così strano?
Appena duecento anni fa tutto questo andava addirittura di moda, si scrivevano romanzi, poesie, musiche su questo...
Perché adesso non gli si può neppure dare un nome?
Scusate lo sfogo...