Re: il fidanzamento interno
Inviato: gio set 06, 2012 12:01 pm
Ciao Arcobalena!
La tua gran cura nel cercare di spiegare le differenze fra "interno", "esterno" si è infilata nella serratura di un cassetto che avevo chiuso come se fosse la sua chiave e - te pareva! - l'ha aperto. Adesso peggio per te, te ne devo raccontare una![Smile :)](./images/smilies/icon_smile.gif)
Credo di capire che cosa provavi, quella del "fidanzamento interno" è una cosa che mi porto dietro da parecchio tempo.
[Un po' è anche legata alla mia imbranataggine a far valere i miei sentimenti all'esterno, alla mia predilezione per mezzi poco immediati e diretti perché mi sembrano più terribilmente romantici, come canzoni, luoghi, metafore, ma vabbè.]
Fatto sta che ho vissuto una situazione simile con una ragazza. Mi piaceva proprio. Internamente parlando la sentivo vicina a me come mai nessun'altra era stata. La mia testa si era innamorata, credo proprio di sì. La cercavo, amavo stare in sua compagnia, parlarle, sentirla raccontare dei suoi interessi, e poi avevo un occhio di riguardo per lei... sai quando vuoi bene a una persona, stai attento alle sue esigenze, cerchi di aiutarla se puoi e di trovare il modo per aiutarla lo stesso anche se non puoi.
Volevo essere sicuro di non illudermi però. Mi rendevo conto che senza fare passi verso l'esterno il tutto sarebbe rimasto molto fragile e soprattutto ambiguo. Allora provavo anche a non cercarla di proposito, per vedere se ero solo io che mi facevo strane idee, magari lei era una persona più nella media. Cercavo insomma di ragionare, senza farmi guidare solo da quella cosa che avevo dentro e mi calamitava verso di lei. Mi sembrava un buon sistema per capire se per lei fosse uguale, e infatti ci vedevamo e parlavamo lo stesso, come buoni... amici. Eh già. Lo eravamo davvero. E spero che lo siamo ancora, anche se la distanza geografica ormai è diventata oceanica e ci sentiamo molto meno.
Purtroppo però nel frattempo ho dovuto digerire una batosta, un piccolo colpo di sfortuna.
Una sera mi ero deciso! Forse volevo crescere. Dovevo... dirle qualcosa. Qualcosa di serio intendo. Qualcosa che si capisse anche all'esterno. Forse volevo chiederle se le sarebbe piaciuto stare insieme a me. Andai a cercarla. Non stavo più nella pelle, ero agitatissimo, deciso ma emozionato come poche volte, speravo solo che non mi sarebbero usciti dei balbettii ma delle parole chiare, perché il momento le richiedeva. Eravamo in un grande albergo di quelli internazionali per comitive, una gita in Francia. Volevo salire le scale, la sua stanza era al piano superiore. Poi avrei percorso la moquette bordeaux del lungo corridoio poco illuminato, avrei bussato alla porta della sua camera e con una scusa l'avrei chiamata fuori, facendo una battuta scema per far sorridere le altre due ragazze.
Invece, uscito dalla mia stanza, la vidi in fondo al mio corridoio, che si stava avvicinando. Cambiando rapidamente i piani le andai incontro, senza fretta, come se ci fossimo incontrati per caso mentre scendevo al bar. Lei stava venendo da me. "Ciao!" Ciao - rispose, anche lei molto emozionata, quasi elettrica. "Vieni giù al bar?" Sì, e ci incamminammo. Dopo pochi passi però cominciò a parlarmi, doveva dirmi una cosa.
...suspance![Smile :)](./images/smilies/icon_smile.gif)
Credo che una diga di 200 metri faccia meno fatica a tenere dietro di sé milioni di metri cubi d'acqua. Io però non dissi niente, mi misi ad ascoltarla, mentre dentro volevo abbracciarla, illuminarla di tutta l'emozione che avevo, dirle anch'io la stessa cosa - pensavo, saltare per aria incapace di credere a questo insperato lieto fine contemporaneo, allora anche tu...
Insomma, volevo dirti... be'... questa sera io e...
Ci siamo baciati!
CRASH
E una volta tolto il tappo, via all'inondazione!
Ma sai, davvero, io non credevo, lo conosci no? Però ora mi sento... sono davvero persa di lui, insomma, è stato... cioè, sai è una brava persona, non ho fatto male, adesso noi... iiih, non ci posso credere...
E io là, la vedevo proprio come avrei sognato di vederla, felice, con gli occhi a forma di stellina, a parlare con me euforica, saltellare, abbracciarmi. E tutto questo strideva non poco con ciò che avevo dentro. Ma del resto non c'era nessun altro da incolpare, solo il mio equivoco, il mio sbaglio, il mio... fidanzamento interno![Wink ;)](./images/smilies/icon_wink.gif)
Tutta questa pappardella perché?
Non importa per che canale comunichi con un'altra persona, potete anche avere il dono della telepatia, scrivervi lettere dall'Australia, mandarvi onde radio... il fidanzamento, l'amore, sono cose che devono crescere insieme, sessuali o asessuali che siano, perciò devono trovare il modo di arrivare all'interno dell'altro, anche. Forse per questo scopo un passaggio all'"esterno" tuo è il male minore![Smile :)](./images/smilies/icon_smile.gif)
Un salutone!!
Crucco
La tua gran cura nel cercare di spiegare le differenze fra "interno", "esterno" si è infilata nella serratura di un cassetto che avevo chiuso come se fosse la sua chiave e - te pareva! - l'ha aperto. Adesso peggio per te, te ne devo raccontare una
![Smile :)](./images/smilies/icon_smile.gif)
Credo di capire che cosa provavi, quella del "fidanzamento interno" è una cosa che mi porto dietro da parecchio tempo.
[Un po' è anche legata alla mia imbranataggine a far valere i miei sentimenti all'esterno, alla mia predilezione per mezzi poco immediati e diretti perché mi sembrano più terribilmente romantici, come canzoni, luoghi, metafore, ma vabbè.]
Fatto sta che ho vissuto una situazione simile con una ragazza. Mi piaceva proprio. Internamente parlando la sentivo vicina a me come mai nessun'altra era stata. La mia testa si era innamorata, credo proprio di sì. La cercavo, amavo stare in sua compagnia, parlarle, sentirla raccontare dei suoi interessi, e poi avevo un occhio di riguardo per lei... sai quando vuoi bene a una persona, stai attento alle sue esigenze, cerchi di aiutarla se puoi e di trovare il modo per aiutarla lo stesso anche se non puoi.
Volevo essere sicuro di non illudermi però. Mi rendevo conto che senza fare passi verso l'esterno il tutto sarebbe rimasto molto fragile e soprattutto ambiguo. Allora provavo anche a non cercarla di proposito, per vedere se ero solo io che mi facevo strane idee, magari lei era una persona più nella media. Cercavo insomma di ragionare, senza farmi guidare solo da quella cosa che avevo dentro e mi calamitava verso di lei. Mi sembrava un buon sistema per capire se per lei fosse uguale, e infatti ci vedevamo e parlavamo lo stesso, come buoni... amici. Eh già. Lo eravamo davvero. E spero che lo siamo ancora, anche se la distanza geografica ormai è diventata oceanica e ci sentiamo molto meno.
Purtroppo però nel frattempo ho dovuto digerire una batosta, un piccolo colpo di sfortuna.
Una sera mi ero deciso! Forse volevo crescere. Dovevo... dirle qualcosa. Qualcosa di serio intendo. Qualcosa che si capisse anche all'esterno. Forse volevo chiederle se le sarebbe piaciuto stare insieme a me. Andai a cercarla. Non stavo più nella pelle, ero agitatissimo, deciso ma emozionato come poche volte, speravo solo che non mi sarebbero usciti dei balbettii ma delle parole chiare, perché il momento le richiedeva. Eravamo in un grande albergo di quelli internazionali per comitive, una gita in Francia. Volevo salire le scale, la sua stanza era al piano superiore. Poi avrei percorso la moquette bordeaux del lungo corridoio poco illuminato, avrei bussato alla porta della sua camera e con una scusa l'avrei chiamata fuori, facendo una battuta scema per far sorridere le altre due ragazze.
Invece, uscito dalla mia stanza, la vidi in fondo al mio corridoio, che si stava avvicinando. Cambiando rapidamente i piani le andai incontro, senza fretta, come se ci fossimo incontrati per caso mentre scendevo al bar. Lei stava venendo da me. "Ciao!" Ciao - rispose, anche lei molto emozionata, quasi elettrica. "Vieni giù al bar?" Sì, e ci incamminammo. Dopo pochi passi però cominciò a parlarmi, doveva dirmi una cosa.
...suspance
![Smile :)](./images/smilies/icon_smile.gif)
Credo che una diga di 200 metri faccia meno fatica a tenere dietro di sé milioni di metri cubi d'acqua. Io però non dissi niente, mi misi ad ascoltarla, mentre dentro volevo abbracciarla, illuminarla di tutta l'emozione che avevo, dirle anch'io la stessa cosa - pensavo, saltare per aria incapace di credere a questo insperato lieto fine contemporaneo, allora anche tu...
Insomma, volevo dirti... be'... questa sera io e...
Ci siamo baciati!
CRASH
E una volta tolto il tappo, via all'inondazione!
Ma sai, davvero, io non credevo, lo conosci no? Però ora mi sento... sono davvero persa di lui, insomma, è stato... cioè, sai è una brava persona, non ho fatto male, adesso noi... iiih, non ci posso credere...
E io là, la vedevo proprio come avrei sognato di vederla, felice, con gli occhi a forma di stellina, a parlare con me euforica, saltellare, abbracciarmi. E tutto questo strideva non poco con ciò che avevo dentro. Ma del resto non c'era nessun altro da incolpare, solo il mio equivoco, il mio sbaglio, il mio... fidanzamento interno
![Wink ;)](./images/smilies/icon_wink.gif)
Tutta questa pappardella perché?
Non importa per che canale comunichi con un'altra persona, potete anche avere il dono della telepatia, scrivervi lettere dall'Australia, mandarvi onde radio... il fidanzamento, l'amore, sono cose che devono crescere insieme, sessuali o asessuali che siano, perciò devono trovare il modo di arrivare all'interno dell'altro, anche. Forse per questo scopo un passaggio all'"esterno" tuo è il male minore
![Smile :)](./images/smilies/icon_smile.gif)
Un salutone!!
Crucco