Mi permetto di spezzettare il post per rispondere meglio alle domande:
passanteincuriosito ha scritto:Riguardo gli aromantici e i sessuali single-e-felici, il punto è che mi sto convincendo sempre più che la vera felicità necessiti (anche ma non solo) di rapporti interpersonali buoni e profondi. E la relazione amorosa è potenzialmente la più profonda delle relazioni... ci sono le amicizie, è vero, ma quante sono reali? Quante sono profonde? E quanto consentono di capire ed essere capiti? Parlo per esperienze personali, e ho comunque solo 21 anni, ma già solo cambiando città per l'università ho notato come pur con la volontà da entrambe le parti, le vecchie amicizie sbiadiscono, sono difficili da mantenere come prima, non si cresce e matura più insieme passo passo come era stato prima. Inoltre pensando a queste persone single e felici, se i loro amici invece hanno una relazione amorosa giocoforza questa occuperà molto più tempo e non ce ne sarà così tanto per l'amicizia quanto credo sia necessario per un rapporto profondo al livello che intendo.
Conta più la qualità del tempo che la sua quantità, almeno nella mia esperienza. Le persone che non hanno una relazione amorosa possono avere legami profondi con altre persone, di altro tipo. Io per esempio ho due prozii (fratello e sorella) che non si sono mai sposati, e hanno vissuto insieme tutta la vita, tant'è che in tenera età pensavo che fossero marito e moglie. Magari per loro è stato un "ripiego", ma di sicuro non era un ripiego di cui si sono pentiti o che li ha resi infelici.
Le amicizie possono essere aleatorie tanto quanto le relazioni romantiche. Esistono pure relazioni romantiche che non sono né autentiche né profonde. Per essere compresi e supportati ci vuole affinità, e tale affinità non per forza deve avere romanticismo nel mix.
Ah, e un'ultima cosa: l'uomo è
generalmente un animale sociale, ma ciò non implica che tutti gli animali-uomo siano animali sociali. C'è chi la felicità la trova altrove, a volte pure in perfetta solitudine.
Riferendoci ora al tuo intermezzo sulla convivenza e le amicizie che sono andate scemando: è la circostanza che ti ha portato a perderle, o a farle affievolire. Se quelle persone fossero state diverse, se aveste avuto un legame più stretto, molto probabilmente la distanza non avrebbe impattato il vostro rapporto. Capisco che dici di non potere/volere formare un legame stretto con loro che sia allo stesso livello di quello con la persona con cui convivi, ma il fatto che questo sia vero
per te non significa che sia vero
per tutti.
passanteincuriosito ha scritto:E quindi mi chiedo, i singles riescono ad "investire" il proprio tempo in amicizie più salde, feconde, profonde? E questo è sufficiente per la propria realizzazione personale? Oppure dicono di non avere bisogno neanche di amici così profondi / oppure non riescono ad averne? In questi ultimi casi peraltro mi sbilancio più nettamente dicendo che credo che la realizzazione personale (= felicità) non possa esserci (nel caso in cui non vi sia manco mezzo rapporto interpersonale buono e profondo). È il primo che mi interessa: può la buona amicizia sostituire integralmente il rapporto sentimentale? In che misura? Quali le differenze e quali le analogie? Quanto contribuisce alla realizzazione interpersonale? La relazione sentimentale è davvero così necessaria? Ecc ecc...
Falso. Le relazioni interpersonali sono soddisfacenti e possono farti sentire realizzat*, ma NON sono fondamentali per la vita di tutti. C'è anche chi vive benissimo stando sempre per conto suo. Saranno poche, quelle persone, ma esistono senza dubbio (e io non sono poi tanto lontan* da quella categoria). L'unico rapporto personale che DEVE essere sano, appagante e soddisfacente, come condizione necessaria a una buona vita, è il rapporto che hai con te stesso.
Le differenze tra un rapporto d'amicizia e un rapporto amoroso sono solo nel tipo di rapporto. L'intensità può anche essere la stessa, o molto simile. Quel che conta quando si vuole bene a una persona non è sempre il COME le si vuole bene, ma il QUANTO. Se due persone si vogliono bene con la stessa intensità, e desiderano le stesse cose dalla vita, andranno d'accordo a prescindere dal tipo di relazione che hanno.
passanteincuriosito ha scritto:Oltre all'altro quesito che è, per l'appunto: come si fa ad essere sicuri di "stare bene così"? Vale in generale, e vale dunque anche per chi sostiene di non avere bisogno di rapporti sentimentali e sessuali nella propria vita. Ripeto, è una domanda che si può fare per qualunque cosa, e che mi pongo spesso su tante cose che faccio. Un'altra cosa di cui sono convinto è che sia facile ingannarsi su ciò di cui abbiamo o non abbiamo bisogno. C'è chi pensa di non aver bisogno di nessuno se ha una carriera e dei soldi, chi pensa che la droga gli faccia bene, chi pensa che una relazione malata con una persona sia assolutamente sana e anzi perfetta e idilliaca e invece dovrebbe staccarsi, ecc. Gli esempi non si contano: e se la situazione è questa, cosa garantisce agli asessuali che stiano davvero bene così e non si stiano inconsciamente auto-ingannando, che in realtà c'è un qualche problema alla base ma in profondità cresce l'insoddisfazione?
Tu come fai a essere sicuro al 100% di "stare bene" nel tuo essere etero/omo/bi/pansessuale? Ti ci SENTI bene. Se c'è qualcosa che ti rende infelice, lo senti. Non puoi fare finta che non esista, che non sia lì. Sul forum italiano siamo pochi, ma se guardi su quello internazionale vedrai che diversi asessuali dicono pure di non stare bene con se stessi, e noi siamo i primi a consigliargli di trovarsi un buono psicoterapeuta e provare a migliorare la loro condizione (e in questo caso non intendo "farli diventare sessuali", perché non è possibile; ma è sempre possibile cercare di stare meglio con se stessi). Anche ai gay, molto probabilmente, succede una cosa del genere. C'è chi è gay e felice e chi è gay e non contento di esserlo.
passanteincuriosito ha scritto:Ci tengo a puntualizzare ancora che è qualcosa che vale pressoché per tutto, ora sono su un forum sull'Asessualità e mi sto interrogando su questo, perché mi sembra una componente bella forte della persona e non la eliderei così alla leggerà
Detto questo il mio rispetto per le persone concrete è al massimo, non è una "tolleranza per compassione ma non venitemi a chiedere niente", è una volontà che ciascuno sia nelle condizioni di auto-determinarsi come meglio crede, dunque sottoscriverei senza indugio qualunque richiesta di uguaglianza (ad esempio ho sentito che alcuni vi negano il matrimonio religioso poiché sarebbe volto alla procreazione e dunque indirettamente al rapporto sessuale, una bestialità). Semplicemente scindo il diritto accordato a tutti di auto-determinarsi dal pensare che chiunque sappia esattamente cosa è meglio per sé. Anzi penso che siamo tutti molto carenti, nel capire cosa è veramente bene per noi stessi, io per primo, e che una delle cose che più mi hanno aiutato a crescere è proprio la continua messa in questione e anche il fatto che altre persone mi facessero notare, con rispetto e senza pretesa di Verità in tasca, che forse qualcosa di ciò che ero e facevo (sono e faccio) non è davvero un bene per me.
Figurati, si vede molto chiaramente che sei qui coi migliori propositi
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Mi fa sempre piacere aiutare persone aperte di mente, e scommetto che anche per gli altri utenti è lo stesso
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