Secondo me dipende anche da quando, a chi e come si dice o si fa capire (ad esempio, io ho sempre detto ai miei che avrei aspettato la persona giusta per impegnarmi, ed, era sottinteso, anche per fare sesso; ma essendo loro molto religiosi, sono stati contenti che non gli avrei mai dato problemi "in quel senso") ma se non lo si fa in nessun modo come fa la gente a capire che non esiste una sola strada già tracciata (in un mondo ideale dovrebbero avere tutti abbastanza tatto da capirlo da soli, ma è un'utopia)?
La vita si può vivere in tanti modi; ti può disturbare un qualcosa che non senti nelle tue corde, ma non siamo tutti uguali, la gente se ne dovrebbe rendere conto; l'importante, secondo me , è non insistere, ma buttare lì e, se l'argomento viene lasciato cadere, pazienza, un seme è stato comunque gettato.
♥ La vita è come uno specchio: ti sorride se la guardi sorridendo! ♥
Sidhe, secondo me il coming out non è necessariamente un gesto egoistico... dipende da come e perché lo si fa. Ma del resto, anche se ci fosse dell'egoismo (es. farlo solo per essere riconosciuti e accettati dagli altri tali e quali a come si è) penso che si tratterebbe di egoismo sano e più che giustificato. La gente eterosessuale non ha bisogno di fare coming out, e nessuno gli va mai a dire che "avrebbe preferito non saperlo". Che poi, davvero è così stravolgente fare coming out da asessuale a una persona con cui già si sta? Io penso che sia piuttosto evidente che a qualcuno non piaccia il sesso... dubito che si possa far finta di adorarlo se non è così, e anche se ci si riesce, prima o poi la "bugia" verrà fuori.
Secondo me lo scopo principale degli outing dovrebbe essere quello di rendere tutte le minoranze note, e spargere più consapevolezza e accettazione tra le persone che non ne fanno parte. In tal senso penso anch'io (come strangeR) che sia molto più utile fare outing alle persone più giovani, pure perché tra gli adulti generalmente si riscontra meno apertura mentale su tematiche di questo genere, venendo loro da una generazione precedente. Io personalmente ci tengo a parlarne soprattutto coi miei coetanei, proprio per questa ragione: i ventenni di oggi sono gli adulti di domani!
"I see now that the circumstances of one's birth are irrelevant; it is what we do with the gift of life that makes us who we are."
Ancora non ne ho parlato chiaramente con nessuno, ma pian piano comincerò a far emergere il mio disinteresse verso il sesso nei discorsi con gli amici stretti e in situazioni simili. Per anni sono stato molto riservato, ma alla fine questo non ha fatto bene ai miei rapporti umani. Credo sia giusto che la gente a cui tengo abbia un'idea di me più vicina alla realtà e inoltre mi sono stancato di essere considerato diversamente da ciò che sono (sembra la stessa cosa ripetuta due volte, ma non è così!). Dal discorso escludo adulti e genitori
E allora l'esistenza che importanza ha? Io esisto meglio che posso!
Io utilizzo quando vedo dalla parte degli uomini quasi esclusivamente gli interessi di rapporti sessuali. Da quando ho scoperto l'aven, ne ho cominciato a parlarne con le persone che guarda il caso, con tutti gli uomini sia fidanzato che sposato, hanno negato l'esistenza di area grigia e si finiva nella discussione e tra cui ho scoperto la presenza degli uomini che dichiarano che nell'amicizia i rapporti sessuali devono esistere. Dunque a questo punto, faccio coming out e dico A ME NON INTERESSA. Non mi diverterei e non lo farei mai...
Se lo capisce e non lo capisce, insisto con la logica. Cosi' mi lasciano in pace... funziona anche se perdo tempo... X)
Io penso che sia importante fare coming out per chiarezza, per sensibilizzare e anche per affermare la propria identità (non credo sia egoismo, forse un pizzico di orgoglio, il poter dire "sono così e mi piace quello che sono" è una bella sensazione!).
Personalmente finora l'ho fatto solo con le persone che sento più vicine, quindi famiglia e amici. Con colleghi e conoscenti non penso di farlo, per il momento, anche perchè se non ho confidenza con una persona non credo riuscirei mai a farlo per un fatto di carattere.
Usare o meno termini tecnici o spiegare con parole più semplici, per me, dipende dai casi: con mia sorella e mio cugino sono andata molto sul tecnico perchè erano perfettamente in grado di capirmi, con mia madre e alcune amiche più grandi che non hanno mai avuto a che fare con orientamenti sessuali ho preferito usare perifrasi e parole mie.
Non ricordo il ragazzo che, a Firenze, ha detto che preferirebbe non saperlo ma credo che sia un modo di pensare senza senso: se nascondo a un amico o a un mio partner il mio orientamento, questo non cambia, io resto sempre asessuale e in più devo pure mentirgli e recitare solo per farlo contento? Non giudico questo modo di pensare ma non lo capisco proprio e certamente non fa per me! Se una persona che mi è vicina soffre o sta male per il mio modo di essere non è una persona che può capirmi e starmi accanto, non vuole il mio bene... non avrei mai accettato di fare la recita (ad esempio fingendomi interessata al sesso o, più in genere, diversa da quella che sono) per paura di fare soffrire mia madre, un amico o un fidanzato.
SilverKitsune ha scritto:Sidhe, secondo me il coming out non è necessariamente un gesto egoistico... dipende da come e perché lo si fa. Ma del resto, anche se ci fosse dell'egoismo (es. farlo solo per essere riconosciuti e accettati dagli altri tali e quali a come si è) penso che si tratterebbe di egoismo sano e più che giustificato. La gente eterosessuale non ha bisogno di fare coming out, e nessuno gli va mai a dire che "avrebbe preferito non saperlo". Che poi, davvero è così stravolgente fare coming out da asessuale a una persona con cui già si sta? Io penso che sia piuttosto evidente che a qualcuno non piaccia il sesso... dubito che si possa far finta di adorarlo se non è così, e anche se ci si riesce, prima o poi la "bugia" verrà fuori.
Lo so, infatti a me ha fatto molto male quella frase; dire che preferisci non sapere qualcosa del tuo partner e' come dire che quella parte di lui/lei/* non potresti mai accettarla. Che pretendi che il tuo partner finga sempre per la tua bella faccia, rinnegando una parte della sua identita'. E' stato come sentirsi dire "sei sbagliata". Da parte di un altro esponente di una minoranza, poi, e' stato ancora più strano. Non l'ho trovato giusto, ma comprendo che esistano limiti umani che non sempre coincidono con cio' che e' giusto. Per cui, te l'ho detto, ho preso atto del fatto che non tutti potrebbero accettarlo e che per alcuni sarebbe addirittura un dolore scoprirlo.
Non ci sarò quando verrai a cercarmi nel sole... che la tua vita non è la mia, io sarò già andato via... [Angelo Branduardi, Lamento di un uomo di neve]
Escludendo i *-romantici perchè devo ancora entrare nell'ottica e non capisco bene come vi rapportiate socialmente e quali problemi potete avere con gli altri comunicando il vostro modo di essere (con rispetto eh):
Partendo dal presupposto che tendo a parlare di sesso solo in maniera teorica, che ai miei genitori non deve interessare più di tanto cosa e quanto spesso entra ed esce dal mio letto, io sono per il coming out ma non per l'ostentazione. Nel senso, se capita il discorso non ho problemi a dire che ho altri interessi e tante altre cose più importanti e divertenti da fare, anche se magari non mi viene esplicitamente chiesto, ma mi interessa chiarire solo col partner. Se persona X con cui non avrò mai un rapporto oltre alla stretta di mano o al prendersi una birra assieme non conosce le mie abitudini sessuali o l'assenza di esse, nel momento in cui me lo chiede posso dire "la cosa non ti riguarda in alcun modo", oppure spiegarglielo senza problemi.
Ma così come non provo interesse a sapere se alla persona con cui sto parlando piace il sesso piuttosto che the walking dead, fare coming out mi sembrerebbe come prendere una persona a caso per strada e dirle "a me non piace la cioccolata!!"
Penso che comunque l'importante sia come uno la vive, se la confidi come fosse una colpa o una cosa anomala crei già i presupposti per farti guardare strano.
KatNik ha scritto:Escludendo i *-romantici perchè devo ancora entrare nell'ottica e non capisco bene come vi rapportiate socialmente e quali problemi potete avere con gli altri comunicando il vostro modo di essere (con rispetto eh):
Partendo dal presupposto che tendo a parlare di sesso solo in maniera teorica, che ai miei genitori non deve interessare più di tanto cosa e quanto spesso entra ed esce dal mio letto, io sono per il coming out ma non per l'ostentazione. Nel senso, se capita il discorso non ho problemi a dire che ho altri interessi e tante altre cose più importanti e divertenti da fare, anche se magari non mi viene esplicitamente chiesto, ma mi interessa chiarire solo col partner. Se persona X con cui non avrò mai un rapporto oltre alla stretta di mano o al prendersi una birra assieme non conosce le mie abitudini sessuali o l'assenza di esse, nel momento in cui me lo chiede posso dire "la cosa non ti riguarda in alcun modo", oppure spiegarglielo senza problemi.
Ma così come non provo interesse a sapere se alla persona con cui sto parlando piace il sesso piuttosto che the walking dead, fare coming out mi sembrerebbe come prendere una persona a caso per strada e dirle "a me non piace la cioccolata!!"
Penso che comunque l'importante sia come uno la vive, se la confidi come fosse una colpa o una cosa anomala crei già i presupposti per farti guardare strano.
Non riesco a capire cosa tu intenda con "ostentazione". Mi spiego: quando si parla di persone omosessuali o transessuali, spesso la parola "ostentazione" rimanda a un comportamento esagerato o teatrale; non penso che gli asessuali, solo in quanto asessuali, siano altrettanto vistosi o riconoscibili al primo sguardo, anche "ostentando" la loro asessualità. Potrei ostentatamente mettermi un anello nero, ostentatamente vestirmi non-sexy e ostentatamente non buttarmi sui ragazzi carini, ma non credo che la gente mi riconoscerebbe come asessuale comunque.
Se intendi "fare coming out con tutti", della serie stringere la mano a qualcuno e dire "piacere di conoscerti, mi chiamo ... e sono asessuale", allora credo che nessuno lo faccia.
Alcune persone scelgono di fare coming out non solo con il partner ma anche con gli amici stretti o perfino con il gruppo allargato di amici, ma al livello a cui siamo messi (siamo una realtà poco conosciuta) questa non è ostentazione, è informazione.
Non ci sarò quando verrai a cercarmi nel sole... che la tua vita non è la mia, io sarò già andato via... [Angelo Branduardi, Lamento di un uomo di neve]
Io non considero dire che sono asessuale come "coming out"... nel senso, non è che mi preparo il discorso "ommioddiocomereagirannohopaura", se capita, per qualsiasi ragione, di parlare di queste cose, io semplicemente lo dico, non me ne vergogno né ho paura delle reazioni della gente. Se a loro non sta bene come sono, non è un problema mio. Sul lavoro sono costretta a dire che non mi interessano questo tipo di attenzioni praticamente tutti i giorni, mentre a terra devo "giustificare" il perché non approfitti di una situazione cosí "propizia", visto che in nave ci sono mille mila maschi morti di fia pronti a soddisfare qualsiasi tipo di esigenza(*).
Che dica semplicemente "Sono asessuale", oppure "Gli uomini non mi interessano" (a cui devo aggiungere subito dopo un "No, neanche le donne"), oppure "Non sento questo tipo di bisogni", oppure "Non provo attrazione fisica per nessuno", insomma gira che ti rigira, mi ritrovo a parlare della mia condizione un giorno sí e l'altro pure. Io non ostento la mia asessualità, ma se portano a galla l'argomento non vedo perché non parlarne. E poi mi diverto a vedere la faccia stranita delle persone XD
(*) L'unica esigenza che effettivamente mi soddisfano i maschi in nave è, banalmente, spostare la roba pesante.
"Ci sono due razze di sciocchi: quelli che non dubitano di niente e quelli che dubitano di tutto" - Charles-Joseph de Ligne
"Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile." - Woody Allen
"L'ultimo passo della ragione, è il riconoscere che ci sono un'infinità di cose che la sorpassano" - Blaise Pascal
secondo me fare coming out è un buon motivo per trovare un equilibrio interiore, non è un obbligo ovvio, nessuno deve andare in giro per forza a dichiarare il proprio orientamento, ma ti può aiutare a prendere consapevolezza di chi sei.
io l' ho fatto con mia mamma e di rimando lo sa anche mio padre, e poi l' ho detto al mio migliore amico.
ci sono ancora 2 persone alle quali voglio comunicarlo ma ho bisogno di prendermi del tempo per dirglielo.
Io non considero dire che sono asessuale come "coming out"... nel senso, non è che mi preparo il discorso "ommioddiocomereagirannohopaura", se capita, per qualsiasi ragione, di parlare di queste cose, io semplicemente lo dico, non me ne vergogno né ho paura delle reazioni della gente. Se a loro non sta bene come sono, non è un problema mio.
Mi trovi più che d'accordo, per me è lo stesso.
Più ci si mostra insicuri, più gli altri pensano che abbiamo chi sa cosa da nascondere... invece è bene parlare tranquillamente di ciò che si è e si sente senza problemi, poi se agli altri sta bene ok, altrimenti pazienza!
♥ La vita è come uno specchio: ti sorride se la guardi sorridendo! ♥
Concordo con francy81 non ho mai sbandierato il fatto di essere asessuale, ovviamente se qualcuno mi fa domande "strane" non mi faccio problemi a dire ciò che penso! :)Poche persone sono a conoscenza di questa possibilità a sfumature del piano sessuale quindi dirlo ad altri secondo me serve a diffondere questo fatto... e poi è divertente vedere le facce e le reazioni di certi individui ^__^''
A mio parere, un motivo buono per fare coming out (o coming A, come mi piace chiamarlo ) è quando c'è necessità di fare chiarezza in una relazione, soprattutto se si pensa che possa essere duratura e impegnativa o se si deve compiere un passo importante.
Per il resto, penso che se una persona non si sente di dirlo, non debba sentirsi obbligata. Dopotutto, l'orientamento sessuale è solo una piccola parte della propria vita e non è (o non dovrebbe essere) rilevante a livello pubblico.
"La dialettica del cervello è solo il riflesso del movimento del mondo reale, entrambi della natura e della storia." F. Engels "Anyone who believes that the laws of physics are mere social conventions is invited to try transgressing those conventions from the windows of my apartment." A. Sokal "The old faiths light their candles about / But burly truth comes by and puts them out." L. Reese
Mi trovi d'accordo con te.
E' essenziale parlarne con il partner perchè è lui/lei direttamente coinvolt*, ma gli altri non è necessario che sappiano tutti i fatti nostri, nel senso che non è essenziale parlarne a tutti immediatamente.
Però, se capita il discorso, è importante parlarne tranquillamente, senza vergognarsi; solo così cambierà qualcosa =)
♥ La vita è come uno specchio: ti sorride se la guardi sorridendo! ♥
ma se non lo si fa in nessun modo come fa la gente a capire che non esiste una sola strada già tracciata (in un mondo ideale dovrebbero avere tutti abbastanza tatto da capirlo da soli, ma è un'utopia)?
) è quando c'è necessità di fare chiarezza in una relazione, soprattutto se si pensa che possa essere duratura e impegnativa o se si deve compiere un passo importante.