Il confine tra amicizia e "più che amicizia"
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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"
ti capiscoe ti ammiro per il tuo coraggio, toglimi una curiosità come mai hai scritto "spero che sia asessuale"'?
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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"
Non mi sento coraggiosa, solo sincera con me stessa. Amarlo non è una scelta volontaria...animapura ha scritto:ti capiscoe ti ammiro per il tuo coraggio, toglimi una curiosità come mai hai scritto "spero che sia asessuale"'?
Lo preferirei asessuale perché in quel caso, se volesse frequentarmi, saprei per certo che non lo farebbe solo per attrazione, ma che lo muoverebbe un sentimento più profondo dell'amicizia. Altrimenti la situazione nella sua logica potrebbe essere "Lei mi è più vicina di ogni altra ragazza + Ci piacciamo a vicenda = Stiamo insieme"... mentre magari quello che prova è appunto un'attrazione fisica + un'amicizia. (Ovviamente non deve per forza capitare, anche nel caso che fosse sessuale...)
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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"
capito...del suo passato e presente dal punto di vista sentimentale sai qualcosa?
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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"
No, niente... Ti dico, non abbiamo mai parlato di queste cose...
Tu come hai fatto ad avvicinarti al tuo amico Aspie a quel tempo? Intendo, che spunti hai preso per dichiararti?
Tu come hai fatto ad avvicinarti al tuo amico Aspie a quel tempo? Intendo, che spunti hai preso per dichiararti?
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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"
ti mando un mp
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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"
Grazie. Allora chiuso OT.
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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"
Che peccato! Mi stavo incuriosendo terribilmente alla storia di entrambe. Avrei voluto continuare a spiare il topic in segreto per un po'. Mannaggia mannaggia
Se non vi va di parlarne, parliamo anche di un'altra cosa: tra "amicizia" e "più che amicizia", per voi, c'è anche dell'altro?
Per esempio io ho notato che quando considero una persona un amico/a, tra le altre cose vuole anche dire che non mi attrae sentimentalmente. E' strano da spiegare... per me ci sono due "categorie" di persone: gli sconosciuti, ai quali sono sostanzialmente indifferente, e le persone conosciute, nelle quali ci sono un'infinità di sottoinsiemi. Gli amici fanno ovviamente parte delle persone conosciute, ma quando uno sconosciuto comincia a diventare per me un conoscente non è che diventi "amico" e poi "persona speciale" (speciale = potenzialmente potrei provare attrazione, anche se non è sicuro). O diventa l'uno, o l'altro. Se avete presente il termine "friendzoned", ecco, per me si applica: chi finisce nella mia zona amico non ne esce più.
La zona "persona speciale" invece è riservata a pochissime persone e sono le persone per cui provo effettivamente affetto, cosa che per gli amici non riesco a provare. Ed è una vastissima grey area dove ci può essere di tutto. Alcune di queste persone arrivo a considerarle come parenti - come il mio migliore amico, che per me è l'esatto equivalente di un fratello, infatti lo considero appieno un fratello e non un amico - altre invece le reputo sagge e ottime consigliere, una sorta di "mentori", altre ancora sono le persone per cui ho finito per provare un'attrazione di tipo romantico. Il fatto è che poi appena conosco un po' una persona e non entra nella friendzone, ma nella zona persona speciale, per mesi e mesi non so esattamente in quali di questi posti collocarla perché ho una percezione quantomai nebulosa del tipo di affetto che provo per le persone. JESUS, dire che è una cosa confusa sarebbe l'eufemismo del millennio
Se non vi va di parlarne, parliamo anche di un'altra cosa: tra "amicizia" e "più che amicizia", per voi, c'è anche dell'altro?
Per esempio io ho notato che quando considero una persona un amico/a, tra le altre cose vuole anche dire che non mi attrae sentimentalmente. E' strano da spiegare... per me ci sono due "categorie" di persone: gli sconosciuti, ai quali sono sostanzialmente indifferente, e le persone conosciute, nelle quali ci sono un'infinità di sottoinsiemi. Gli amici fanno ovviamente parte delle persone conosciute, ma quando uno sconosciuto comincia a diventare per me un conoscente non è che diventi "amico" e poi "persona speciale" (speciale = potenzialmente potrei provare attrazione, anche se non è sicuro). O diventa l'uno, o l'altro. Se avete presente il termine "friendzoned", ecco, per me si applica: chi finisce nella mia zona amico non ne esce più.
La zona "persona speciale" invece è riservata a pochissime persone e sono le persone per cui provo effettivamente affetto, cosa che per gli amici non riesco a provare. Ed è una vastissima grey area dove ci può essere di tutto. Alcune di queste persone arrivo a considerarle come parenti - come il mio migliore amico, che per me è l'esatto equivalente di un fratello, infatti lo considero appieno un fratello e non un amico - altre invece le reputo sagge e ottime consigliere, una sorta di "mentori", altre ancora sono le persone per cui ho finito per provare un'attrazione di tipo romantico. Il fatto è che poi appena conosco un po' una persona e non entra nella friendzone, ma nella zona persona speciale, per mesi e mesi non so esattamente in quali di questi posti collocarla perché ho una percezione quantomai nebulosa del tipo di affetto che provo per le persone. JESUS, dire che è una cosa confusa sarebbe l'eufemismo del millennio
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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"
wow, che discussione filosofica!
allora io faccio distinzione tra conoscenti, amici e "fratelli".
i conoscenti sono quelle persone che posso vedere anche molto spesso per motivi di lavoro o perchè abitano vicino a me ma che comunque non sono entrati nella mia vita in nessun modo, il rapporto con loro non "evolve" mai, è semplicemente superficiale.
poi ci sono gli amici: sono quei ragazzi con cui esco, vado al cinema, al mare, a mangiare la pizza ecc...con loro il rapporto è più che superficiale, a volte mi confido anche..ridiamo, scherziamo però sento comunque che manca qualcosa...
i "fratelli" (che attualmente è solo il mio migliore amico, anche perchè si tratta di un legame molto dificile da stabilire) sono più che amici el senso che con loro si stabilisce una sensazione di "appartenenza psicologica", loro fanno parte della tua vita prorpio come i genitori o i veri fratelli o sorelle, danno quella sensazione di protezione, sicurezza, familiarità che è davvero bella.
per quanto riguarda il discorso dell'attrazione..io proo attrazione estetica, sessuale no. Provare attrazione per me non è un problema in quanto non che quando la provo mi viene voglia di "concretizzare", è fine a se stessa.
allora io faccio distinzione tra conoscenti, amici e "fratelli".
i conoscenti sono quelle persone che posso vedere anche molto spesso per motivi di lavoro o perchè abitano vicino a me ma che comunque non sono entrati nella mia vita in nessun modo, il rapporto con loro non "evolve" mai, è semplicemente superficiale.
poi ci sono gli amici: sono quei ragazzi con cui esco, vado al cinema, al mare, a mangiare la pizza ecc...con loro il rapporto è più che superficiale, a volte mi confido anche..ridiamo, scherziamo però sento comunque che manca qualcosa...
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per quanto riguarda il discorso dell'attrazione..io proo attrazione estetica, sessuale no. Provare attrazione per me non è un problema in quanto non che quando la provo mi viene voglia di "concretizzare", è fine a se stessa.
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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"
Ahaha no, Kit, mi dispiace! Il fatto è che eravamo decisamente troppo OT... Si potrebbe aprire una discussione sull'amare un Asperger in effetti, ma non avrebbe molto seguito... Ci saremmo io e Animapura che parliamo e un po' di gente che ci stalkerizza!
Allora, per me funziona così: ci sono i conoscenti, che sono semplicemente le persone che conosco e che non mi hanno mai fatto niente di male. Poi ci sono i conoscenti simpatici, che come dice il nome stesso mi fanno spesso compagnia perché ci sto bene insieme. Poi ci sono gli amici veri, che sono davvero rarissimi, che dall'esterno possono sembrare come conoscenti simpatici, ma io nel profondo so quello che provo per gli amici: stima e affetto, non certo solo simpatia. Poi c'è un tipo di amicizia un po' più speciale, che si potrebbe chiamare queerplatonic per quanto mi riguarda, che mi fa vedere la persona in oggetto come un fratello a cui confido tutto. Questa amicizia l'ho provata per una persona sola in vita mia, quel famoso migliore amico con cui avrei voluto fidanzarmi e che ora si fa prete... Se mi ci fossi fidanzata avrei ascoltato la mia parte razionale anziché il cuore, perché qui lo sanno tutti ormai che sono innamorata di quell'altro, l'Aspie. Il bene che volevo a quell'amico era dovuto alla nostra grande affinità morale ed intellettuale, c'erano stima e affetto in misura maggiore che per gli altri amici, ma mancava del tutto la parte irrazionale del voler bene (nonché l'attrazione sessuale, ma di quella sinceramente non mi importa molto). E qui veniamo all'ultima "categoria" di persone a me vicine, che si riduce alla persona amata. Comincio senza un motivo apparente a volerle tanto bene. In entrambi i casi in cui mi è capitato (cioè a 13 anni e ora) ne consegue un'attrazione sessuale che non si concretizza in desiderio (da cui la definizione che a volte do di me di semisessuale).
Allora, per me funziona così: ci sono i conoscenti, che sono semplicemente le persone che conosco e che non mi hanno mai fatto niente di male. Poi ci sono i conoscenti simpatici, che come dice il nome stesso mi fanno spesso compagnia perché ci sto bene insieme. Poi ci sono gli amici veri, che sono davvero rarissimi, che dall'esterno possono sembrare come conoscenti simpatici, ma io nel profondo so quello che provo per gli amici: stima e affetto, non certo solo simpatia. Poi c'è un tipo di amicizia un po' più speciale, che si potrebbe chiamare queerplatonic per quanto mi riguarda, che mi fa vedere la persona in oggetto come un fratello a cui confido tutto. Questa amicizia l'ho provata per una persona sola in vita mia, quel famoso migliore amico con cui avrei voluto fidanzarmi e che ora si fa prete... Se mi ci fossi fidanzata avrei ascoltato la mia parte razionale anziché il cuore, perché qui lo sanno tutti ormai che sono innamorata di quell'altro, l'Aspie. Il bene che volevo a quell'amico era dovuto alla nostra grande affinità morale ed intellettuale, c'erano stima e affetto in misura maggiore che per gli altri amici, ma mancava del tutto la parte irrazionale del voler bene (nonché l'attrazione sessuale, ma di quella sinceramente non mi importa molto). E qui veniamo all'ultima "categoria" di persone a me vicine, che si riduce alla persona amata. Comincio senza un motivo apparente a volerle tanto bene. In entrambi i casi in cui mi è capitato (cioè a 13 anni e ora) ne consegue un'attrazione sessuale che non si concretizza in desiderio (da cui la definizione che a volte do di me di semisessuale).
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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"
Io non ho ancora ben capito in cosa sia diverso il volere bene razionale dal volere bene irrazionale. Se so di volere bene a una persona (volerle bene veramente, quindi so che rientra nella mia categoria "persone speciali") so dare una motivazione del perché le voglio bene, anzi, anche più di una motivazione. Le cause più comuni sono: mi ascolta sempre, mi capisce, mi fa sentire speciale trattandomi in un modo diverso da come tratta tutti gli altri, mi aiuta sempre volentieri quando ne ho bisogno, si interessa spontaneamente a quel che faccio, vuole rendersi partecipe della mia vita e del mio mondo, mi sa consolare quando sono giù di morale, sa dire sempre la cosa giusta al momento giusto... ecco, un insieme di queste cose per me costruisce piano piano il legame affettivo, che può essere più o meno intenso a seconda di quanti fattori entrano in gioco. Ma è una cosa razionale o irrazionale? Non ne ho ideaNemesi ha scritto:Il bene che volevo a quell'amico era dovuto alla nostra grande affinità morale ed intellettuale, c'erano stima e affetto in misura maggiore che per gli altri amici, ma mancava del tutto la parte irrazionale del voler bene (nonché l'attrazione sessuale, ma di quella sinceramente non mi importa molto).
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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"
Ecco, hai spiegato benissimo quello che per me è un voler bene razionale. Infatti so spiegare i motivi del mio attaccamento a questa persona, trovo sensato volerle bene. Invece quell'altra cosa che mi è capitata (e che sento tuttora) non è spiegabile con questi parametri... più che dire che è un sentimento totalmente incondizionato non so che dire... Voglio bene a priori, appena so che è una persona onesta mi ci affeziono e vorrei tutto il suo bene anche se so di stargli solo un po' simpatica, desidero tutto il meglio per la persona in modo non proporzionale al suo merito... Tendo a perdonarla più facilmente... Ma ovviamente non mi capita quasi mai anche con le persone oneste! Non so, è una cosa priva di ogni logica, ma mi succede. Ad esempio, una mamma vuole bene ad un figlio a priori da chi è, solo perché è suo figlio. Ecco, io non so cosa abbiano rappresentato questi due personaggi per la mia vita, ma in qualche modo mi hanno completata. E, cosa ancor più strana, solo in seguito a questo sentimento ho provato attrazione sessuale.SilverKitsune ha scritto:Io non ho ancora ben capito in cosa sia diverso il volere bene razionale dal volere bene irrazionale. Se so di volere bene a una persona (volerle bene veramente, quindi so che rientra nella mia categoria "persone speciali") so dare una motivazione del perché le voglio bene, anzi, anche più di una motivazione. Le cause più comuni sono: mi ascolta sempre, mi capisce, mi fa sentire speciale trattandomi in un modo diverso da come tratta tutti gli altri, mi aiuta sempre volentieri quando ne ho bisogno, si interessa spontaneamente a quel che faccio, vuole rendersi partecipe della mia vita e del mio mondo, mi sa consolare quando sono giù di morale, sa dire sempre la cosa giusta al momento giusto... ecco, un insieme di queste cose per me costruisce piano piano il legame affettivo, che può essere più o meno intenso a seconda di quanti fattori entrano in gioco. Ma è una cosa razionale o irrazionale? Non ne ho ideaNemesi ha scritto:Il bene che volevo a quell'amico era dovuto alla nostra grande affinità morale ed intellettuale, c'erano stima e affetto in misura maggiore che per gli altri amici, ma mancava del tutto la parte irrazionale del voler bene (nonché l'attrazione sessuale, ma di quella sinceramente non mi importa molto).
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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"
Quello non sarebbe un esempio di amore incondizionato? Trovo difficile che una buona madre non voglia bene al proprio figlio almeno un po'. Non deve per forza considerarlo il bimbo migliore del mondo (anzi, meglio se non lo fa, che così crescono i viziati) ma di certo, se è madre per sua scelta e con cognizione di causa, quantomeno ci terrà alla sua prole.
In questo senso però l'amore incondizionato è l'unico amore irrazionale, nel senso che ogni legame sviluppato eventualmente con persone al di fuori del nucleo familiare è razionale. E' questo che intendi?
Tra l'altro, di per sé l'amore incondizionato può anche non esserci: di per sé i legami di parentela che non si sono "scelti" - riallacciandoci al discorso di prima, una madre può scegliere di avere un figlio, ma il figlio non può scegliere di avere una madre - possono benissimo non essere genuini, né tantomeno intensi.
In questo senso però l'amore incondizionato è l'unico amore irrazionale, nel senso che ogni legame sviluppato eventualmente con persone al di fuori del nucleo familiare è razionale. E' questo che intendi?
Tra l'altro, di per sé l'amore incondizionato può anche non esserci: di per sé i legami di parentela che non si sono "scelti" - riallacciandoci al discorso di prima, una madre può scegliere di avere un figlio, ma il figlio non può scegliere di avere una madre - possono benissimo non essere genuini, né tantomeno intensi.
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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"
Sì esatto, l'amore che intendo io e quello di una madre hanno in comune l'essere incondizionati. E questo è l'unico amore autentico che concepisco. È molto raro sentire questo tipo di sentimento per una persona esterna al nucleo familiare (per una interna non è comunque necessario). Quasi sempre si prova il voler bene descritto dal tuo post precedente, che io avevo definito "razionale" perché dettato da motivi esplicitabili, che sono quelli che hai citato.
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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"
No, non ci riesco nel modo più assoluto.quando provate un affetto di tipo romantico e/o esclusivo (anche se non romantico) per una persona, riuscite comunque a starle vicino anche se sapete che non vi ricambia? In altre parole, riuscite comunque a essere amici anche se da parte vostra non c'è un semplice sentimento di amicizia, ma dell'altro?
Infatti in genere parlo chiaro e poi mi allontano.
Alla prima domanda posso risponderti che mi chiedo: "vivrei tutta la vita assieme a questa persona?".
Se la risposta è sì, provo qualcosa in più della semplice amicizia.
Per me il confine tra amicizia (vera e profonda, non conoscenza) e qualcosa di più è molto ma molto sottile, e credo che, come è stato già detto, si hanno sensazioni piuttosto diverse verso una persona di cui si è innamorati; ma penso anche che si possa vivere assieme e stare bene con una persona, senza impazzire, solo se si è davvero innamorati.
Una precisazione: per me essere innamorati comprende necessariamente essere quasi completamente affini.
Se a prima vista una persona mi piace, parlandoci vedo che siamo completamente diversi, mi passa tutto l'interesse nei suoi confronti.
Con gli amici è quasi lo stesso, nel senso che qualche differenza in più rispetto a mio marito non mi disturba, ma solo perchè, appunto, non ci devo vivere insieme.
Ma comunque nemmeno gli amici li voglio troppo diversi da me.
Dimenticavo: non credo nell'amore/affetto incondizionato: se voglio bene a una persona, come ho spiegato, è perchè mi è simile, ci sto bene, ci capiamo.
Non riuscirei mai a voler bene a una persona che magari è il mio opposto e con cui mi trovo male.
Devo prima conoscere almeno un po' una persona e trovarmici bene per cominciare anche a provare affetto per lei.
Questo è uno dei motivi per cui non voglio figli e perchè mi fa un sacco rabbia la gente che sopporta i parenti, anche se stronzetti, solo perchè sono tali e "gli si deve volere bene" (anche se magari non è vero, ma l'ipocrisia la fa da padrona in questo mondo purtroppo).
Voglio scegliere da me chi frequentare e chi no, in base all'affinità.
♥ La vita è come uno specchio: ti sorride se la guardi sorridendo! ♥
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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"
Quotissimo sulla domanda del vivere insieme! Siccome per molto tempo non riesco a discernere tra un affetto non-romantico e un affetto romantico, mi pongo spesso anch'io lo stesso dubbio. Al quale, peraltro, rispondo "sì" soltanto se c'è la compatibilità che tu stessa citi: non avendo una grande tolleranza di certi atteggiamenti nelle persone, accetterei di condividere il tetto solo con un individuo che abbia le mie stesse abitudini, preferenze, e così via.Chiara78 ha scritto:Alla prima domanda posso risponderti che mi chiedo: "vivrei tutta la vita assieme a questa persona?".
Se la risposta è sì, provo qualcosa in più della semplice amicizia.
[...]
Una precisazione: per me essere innamorati comprende necessariamente essere quasi completamente affini.
Se a prima vista una persona mi piace, parlandoci vedo che siamo completamente diversi, mi passa tutto l'interesse nei suoi confronti.
Con gli amici è quasi lo stesso, nel senso che qualche differenza in più rispetto a mio marito non mi disturba, ma solo perchè, appunto, non ci devo vivere insieme.
[...]
Questo è uno dei motivi per cui non voglio figli e perchè mi fa un sacco rabbia la gente che sopporta i parenti, anche se stronzetti, solo perchè sono tali e "gli si deve volere bene" (anche se magari non è vero, ma l'ipocrisia la fa da padrona in questo mondo purtroppo).
Sui legami familiari ci sarebbe veramente tanto da dire... mi limito a fare una semplice considerazione: non li ho mai capiti, non ho mai capito la loro importanza, non ho mai capito perché chi li considera importanti non comprende il mio punto di vista e di questo passo credo che l'incomprensione non cambierà
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