Il confine tra amicizia e "più che amicizia"

Per tutto ciò che riguarda l'asessualità e gli asessuali.
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SilverKitsune
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Il confine tra amicizia e "più che amicizia"

Messaggio da SilverKitsune »

Vorrei portarvi a riflettere un attimo su una tematica piuttosto ampia: la differenza che esiste, per voi, tra amicizia e tutto quel che va al di là di essa (non necessariamente ciò si limita ai rapporti romantici), come riuscite a capire la differenza tra una persona a cui volete bene come amico/a e una persona a cui volete bene in modo diverso.

In più vi domando: quando provate un affetto di tipo romantico e/o esclusivo (anche se non romantico) per una persona, riuscite comunque a starle vicino anche se sapete che non vi ricambia? In altre parole, riuscite comunque a essere amici anche se da parte vostra non c'è un semplice sentimento di amicizia, ma dell'altro?
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Esycos
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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"

Messaggio da Esycos »

SilverKitsune ha scritto:Vorrei portarvi a riflettere un attimo su una tematica piuttosto ampia: la differenza che esiste, per voi, tra amicizia e tutto quel che va al di là di essa (non necessariamente ciò si limita ai rapporti romantici), come riuscite a capire la differenza tra una persona a cui volete bene come amico/a e una persona a cui volete bene in modo diverso.
Direi che la differenza si sente: è proprio differente - non solo nell'intensità, ma qualitativamente.
SilverKitsune ha scritto:In più vi domando: quando provate un affetto di tipo romantico e/o esclusivo (anche se non romantico) per una persona, riuscite comunque a starle vicino anche se sapete che non vi ricambia? In altre parole, riuscite comunque a essere amici anche se da parte vostra non c'è un semplice sentimento di amicizia, ma dell'altro?
Sì, e non vedo perchè no. Si prova un dolore agrodolce.
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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"

Messaggio da Asuka »

esattamente quello che ha detto esycos :mrgreen:
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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"

Messaggio da Jun »

SilverKitsune ha scritto:come riuscite a capire la differenza tra una persona a cui volete bene come amico/a e una persona a cui volete bene in modo diverso.
Ma questa domanda è troppo difficile!! non credo di sapere rispondere... so solo che io per arrivare a considerare una persona migliore amica, devo trovare qualcuno con cui instaurare un rapporto profondissimo, se no rimane solo un amicizia comunque bellissima e importante ma non esclusiva e così unica. Forse senza accorgermi la differenza la creo già qui.
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Bakeneko
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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"

Messaggio da Bakeneko »

Come distuguo l'amizicia da qualcosa di più? Domanda difficile. Mi sembra scontato dire che è una cosa altamente soggettiva. Io non ho ancora capito il mio limite. Verso la mia migliore amica per esempio provo un affetto talmente forte che credo che se fossi un maschio le starei vicina come un fidanzato :D Forse è ammirazione, forse mi dà tenerezza e sicurezza... non lo so di preciso.
Verso un ragazzo la questione cambia. Mi rendo conto di aver superato il limite amicizia quando se lo vedo in giro con un'altra mi sento infastidita. Questa sensazione comporta che ci sia un desiderio di esclusività nel rapporto con lui. Quindi è una specie di segnale d'allarme. POi ci sono altri piccoli segnali quasi del tutto ovvi, tipo il desiderio di renderlo felice, di essere sua confidente, di creare un rapporto di assoluta fiducia ed esclusività, di ascoltarlo, di incontrarlo quando siamo lontani, ecc...

Premetto che non ho le idee chiarissime riguardo la definizione di "romantico" perché ogni volta che credo di aver capito scopro che per qualcun'altro la cosa è diversa.. comunque la mia risposta è sì.
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Nemesi
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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"

Messaggio da Nemesi »

Non sono mai stata in grado di definire un confine preciso fra l'amicizia e ciò che va oltre ad essa. Nei confronti delle ragazze, diciamo piuttosto che sento di provare diversi tipi di amicizia, a seconda della persona che ho davanti. Ad esempio, una mia compagna di università è considerata da tutti la mia migliore amica perché siamo pappa e ciccia, e in effetti sentiamo affetto l'una per l'altra, parliamo a viso aperto di molte cose come la giustizia sociale, la stimo per la sua onestà. Ma mi sentirei giudicata da lei se osassi parlarle del mio sistema ontologico dove il principio del mondo è il Destino, o se le confidassi che mi piace il ragazzo che mi piace (lui ha dei problemi psicologici). Di queste cose parlo invece liberamente con un'altra amica che studia da un'altra parte (e tra parentesi il sistema filosofico citato l'abbiamo creato insieme!). In compenso però quest'ultima si fa sentire un po' di rado. Se esistesse una che condensa le affinità che ho con entrambe sarebbe "speciale". Ma non esiste, perché quella sono io. :D
Per i ragazzi, la faccenda cambia nel senso che la compatibilità di vedute può portarmi alla stima verso di loro, e ad una buona amicizia. Ma per andare oltre, ho bisogno di provare un affetto che non so bene neppure io da dove venga, è incondizionato.
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Esycos
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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"

Messaggio da Esycos »

Nemesi ha scritto:...il mio sistema ontologico dove il principio del mondo è il Destino
Interessante; se non fosse OT, ti chiederei prima di tutto "cosa vuoi dire" e in seguito "come lo sai". :mrgreen:

(In caso, si può sempre aprire un topic apposito!)
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Nemesi
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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"

Messaggio da Nemesi »

Ehehe come lo so... Per esperienza di premonizioni e sogni incrociati con quella mia amica... Quella teoria è stata l'unica conclusione logica che abbiamo tratto... Sul cosa vuol dire, sì, bisognerebbe aprire un topic apposta! Comunque, per avere un'idea, hai presente l'Essere di Heidegger? Più o meno! (ma noi queste cose le dicevamo già in seconda liceo, e Heidegger l'abbiamo studiato solo in quinta! :mrgreen: ) /OT
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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"

Messaggio da SilverKitsune »

Bakeneko ha scritto:Verso un ragazzo la questione cambia. Mi rendo conto di aver superato il limite amicizia quando se lo vedo in giro con un'altra mi pongo una serie di domande e mi sento anche solo un po' gelosa o infastidita. Questa sensazione comporta che ci sia un desiderio di esclusività nel rapporto con lui. Quindi è una specie di segnale d'allarme. Poi ci sono altri piccoli segnali quasi del tutto ovvi, tipo il desiderio di renderlo felice, di essere sua confidente, di creare un rapporto di assoluta fiducia ed esclusività, di ascoltarlo, di incontrarlo quando siamo lontani, ecc...
Per me è essenzialmente questa la definizione di affetto romantico, più qualche altro elemento, per esempio il desiderio di spendere l'intera vita con la persona in questione e non separarsene più. E' anche una questione di fiducia, nel mio caso: mi fido completamente di una persona solo se arrivo a stabilirci un legame molto, molto stretto, e generalmente ci deve essere una certa inclinazione verso i cuoricini da parte mia per arrivare a tanto. :mrgreen:

Però ad esempio ci sono state delle persone per cui sapevo di non provare affetto romantico e nel contempo sapevo che per me fossero più di semplici amici. In quel caso la confusione arriva a livelli esponenziali perché non so mai se per loro provo qualcosa di simile a un legame familiare, se li ammiro e li stimo come mentori o cos'altro... questa fase, poi, può portare anche a farmi sviluppare dei sentimenti romantici per la persona (anche se capita molto raramente), quindi ogni volta che ci arrivo vado nel pallone e ho timore che si sviluppi in direzioni che non voglio che prenda.

La risposta alla seconda domanda è invece: no, non ci riuscirei, per me una persona che mi piace è una persona che mi piace e sapere di starle vicino senza averla accanto come vorrei è una cosa straziante. Ho provato a mantenere un'amicizia con un individuo che mi piaceva tempo addietro e i risultati sono stati disastrosi per me personalmente - siamo amici anche adesso, ma ho dovuto affrontare una devastazione psicologica di cui sento ancora (e forse sentirò sempre) gli effetti :|
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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"

Messaggio da animapura »

Questa è una bellissima domanda, davvero. Rispondo con molto piacere, per me parlarne è fonte di sfogo e so che voi potete capirmi bene.
Dunque per me il confine tra "amicizia" e "più che amicizia" risiede in una sensazione che provo (ovviamente a livello psicologico) molto ma molto particolare.
Ne ho già parlato un pò in un altro post ma mia fa sempre piacere discuterne.
Dunque, c'è stato un periodo molto preciso della mia vita che va dai 6 ai 12 anni (dunque infanzia e preadolescenza) che senza esitazione posso definire "magico e surreale".
Ricordo tantissimi episodi che mi sono accaduti...con un misto di dolcezza, nostalgia e malinconia....non ero una bambina socievole, anzi ero molto timida..però quegli anni sono stati per me indimenticabili...li ho trascorsi tra sogno e realtà...ogni musica che ascoltavo, ogni film che vedevo, ogni storia di Topolino che leggevo..tutto mi dava lo spunto per immaginare.....avevo una fantasia e una creatività vivacissime...vivevo in questo mio mondo fantastico in cui mi sentivo protetta e al sicuro, felice davvero.
Come ho già scritto in un altro post, con l'adolescenza le cose sono nettamente cambiate, e in negativo. Ho passato anni davvero difficili, il confronto coi coetanei mi lasciava una sensazione di vuoto e d'insoddisfazione molto forti. Allora non avevo capito di essere asessuale (questo era il motivo del mio "non allineamento" col mondo).
La mia creatività e la mia fantasia non bastavano a colmare il vuoto che sentivo perchè da bambina pur avendo la sensazione di essere più sensibile della maggioranza non mi ero mai sentita sola, anzi ero apprezzata e benvoluta anche se restavo timida.
Da adolescente e fino a poco tempo ero emarginata. La sessualità è un "tramite" fondamentale per il mondo e chi non è sessuale si trova spesso fuori posto, specie se non ha la piena consapevolezza di esserlo.
Cosa centra tutto questo discorso circa la domanda "qual è la differenza tra l'amicizia e il sentimento che va oltre l'amicizia?"
Semplice, io capisco di provare un sentimento che va al di là dell'amicizia quando sono in compagnia dell'altro e mi sento di nuovo bambina.
E' una sensazione di sollievo indescrivibile, di armonia, di essere liberamente me stessa. E questa sensazione continua ad accompagnarmi anche quando l'altro non è con me in quel momento.
Provare più che amicizia vuol dire allora per me ritornare all'infanzia...perchè l'altro ha capito il mio modo di essere e lo accetta. E io non mi sento più sola.

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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"

Messaggio da Nemesi »

animapura ha scritto: Semplice, io capisco di provare un sentimento che va al di là dell'amicizia quando sono in compagnia dell'altro e mi sento di nuovo bambina.
E' una sensazione di sollievo indescrivibile, di armonia, di essere liberamente me stessa. E questa sensazione continua ad accompagnarmi anche quando l'altro non è con me in quel momento.
Provare più che amicizia vuol dire allora per me ritornare all'infanzia...perchè l'altro ha capito il mio modo di essere e lo accetta. E io non mi sento più sola.
Animapura... Grazie. Grazie di aver condiviso questo pensiero bellissimo. È esattamente quello che mi capita con il ragazzo di cui sono innamorata. È ingenuo e senza malizia, e in effetti un po' bambino anche lui.
Da adolescenti spesso capita di modificarsi per non avere un giudizio negativo da parte degli altri, oppure capita di scegliere razionalmente di rimanere fedeli a se stessi ignorando i loro giudizi. Ma non si riesce più ad esserlo in modo totalmente spontaneo. Il fatto che lui invece lo è ancora, fa diventare un po' così anche me quando ci sto vicino, e questo è impagabile.
Ma forse non sarei riuscita a creare questo rapporto se non provassi l'affetto incondizionato... Magari mi perdo questo tipo di sensazione anche con altra gente...
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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"

Messaggio da animapura »

io credo che quando abbiamo la fortuna di trovare una persona che ci vuole davvero bene, si "adegua" a noi. Perchè ci capisce. anche se è sessuale. 7
questo ragazzo di cui pari è asessuale o sessuale?

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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"

Messaggio da Nemesi »

Non lo so. Come vorrei saperlo... Non abbiamo mai avuto modo di parlarne. E non si può dedurlo dalle sue azioni e dalle cose che dice, perché ha quasi sicuramente la sindrome di Asperger (nel senso, ce l'ha di sicuro, ma io non so se è mai stato diagnosticato "ufficialmente"), che è un disturbo dello spettro autistico. Lui è sì ingenuo, spontaneo, non pensa mai male, è molto timido, ecc... Ma questo c'entra con l'Asperger, non con l'asessualità. Potrebbe benissimo essere un sessuale! Il punto è che devo aspettare a fare certi discorsi con lui, che ha bisogno dei suoi tempi. Tende a non fidarsi di nessuno perché sa che il mondo è governato dall'ipocrisia e non riesce ad intuire di chi fidarsi... Per ora sa che io gli voglio bene, gliel'ho detto, ma voglio confidarmi piano piano.
Io spero che sia asessuale, ma in fondo mi andrebbe bene ugualmente: sono demisessuale, lui mi attrae anche fisicamente, non penso che avrei problemi ad essere sua.
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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"

Messaggio da animapura »

ho capito la situazione..sai anch'io mi riconosco molto nel quadro della sindrome di Asperger, (non sono sicura di esserlo, però certo ho dei tratti) sono molto appassionata di questa neurodiversità, ho letto diversi libri e saggi a proposito e sono pure iscritta a un forum che mi permette di dialogare con utenti diagnosticati asperger da medici e psichiatri.
Anni fa m'innamorai di un ragazzo con questa sindrome, per certi versi lo vedevo simile a me, gli ho dichiarato anche i miei sentimenti ma lui mi disse la solita frase"restiamo amici". Ci rimasi male perhè pensavo che lui, essendo simile a me, mi avrebbe capita, che avremmo potuto stabilire un bel rapporto anche di sola amicizia (che poi per me alla fine è SEMPRE amicizia), invece non riuscimmo a legare se non come semplici colleghi di corso. M'illudevo di poter diventare una persona speciale per lui,ma alla fine per lui non ero quasi nessuno, trattava me come tutte le altre colleghe...ero io a vedere un legame tra noi due che non esisteva, se non nella mia mente.
La conferma definitiva del mio sospetto lo ebbi una volta durante una telefonata in cui mi disse "perchè poi sai con Sara (una nostra collega) ho lo stesso rapporto che ho con te". Fu dura riprendersi, ma alla fine l'ho dimenticato anche perchè finito il corso in occasione del quale ci ervamo conosciuti lui non si fece minimamente sentire, si limitava a rispondere anche un pò freddamente ai miei tentativi di rimanere in contatto, altro che amici!
Col passare del tempo ho capito che i legami tra le persone nascono spontaneamente e non perchè si è simili caratterialmente, anzi magari è prorpio la diversità a far avvicinare due persone. Quando ho conosciuto il mio migliore amico non avrei mai e poi mai pensato che saremmo diventati così amici, eppure è successo, e lui, a differenza dell'altro ragazzo che mi paragonava a tutte le nostre colleghe, tende spesso a sottolineare anche davanti agli altri che noi due siamo molto amici, che il nostro è un rapporto bello, fondato sulla massima trasparenza, che tutto quello che mi dice lo sente davvero ecc..

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Re: Il confine tra amicizia e "più che amicizia"

Messaggio da Nemesi »

Wow sono contenta che tu abbia un amico così! :)
Io non mi sono mai illusa di essere speciale per lui, però gli voglio davvero bene, e vorrei cercare di dimostrarglielo in tutti i modi. Non prendertela se il tuo amico Asperger non si è fatto più sentire spontaneamente, spesso loro lo fanno, hanno una visione un po' passiva dei rapporti sociali... Spesso hanno anche bisogno di periodi "di stacco" in cui sembrano sparire... Bisognerebbe insegnargli esplicitamente a non farlo, perché non ci arrivano a capire che può ferirci. :roll: Per quanto mi riguarda, anche il mio amico Aspie ha sempre bisogno di sollecitazioni da parte mia, ma sembra contento quando ci vediamo... Non ha socializzato veramente con nessuno all'università, tranne con me, ma perché un giorno mi sono presentata spontaneamente a lui. Al massimo raramente l'ho visto parlare con qualcuno se aveva bisogno magari di qualche appunto. A me invece non vuole mai disturbare, dice che non devo venire apposta per lui (magari in un orario strano per fargli fare delle fotocopie...)... ma a me fa piacere! :mrgreen: Poi un'altra volta si è ostinato ad accompagnarmi alla fermata dell'autobus, anche se non deve prenderlo... In questo senso se riuscissimo a conoscerci meglio direbbe che all'università non ha con nessuno il rapporto che ha con me; ma questo potrebbe benissimo voler dire solo che gli sto simpatica.
È difficile amare un Aspie. Una volta l'ho guardato, lui mi ha vista, io ho abbassato lo sguardo, e lui non l'ha sospettato. Un'altra volta gli ho chiesto se per caso gli andava se ci vedevamo in un'ora buca, e non ha minimamente pensato male. Se voglio fargli capire che per me lui è speciale, devo dirglielo papale papale. E non sono capace, o almeno non prima di esserci confidati su tante piccole cose... Quindi tutto questo andrà avanti per molto tempo. :roll:
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