nakamaramaza ha scritto:Cari signori,
l'aggressività è una brutta bestia è??? Anche questa la leggerei come un sintomo. Comunque leggendo bene il mio secondo topic (si chiama così? Boh!) il messaggio non è rivolto agli "asessuali" felici ma a quelli che sono in ricerca e che vivono con frustrazione questa loro condizione.
A volte nella vita anche le scelte (apparentemente sbagliate) aprono un via alla soddisfazione. E su questo nulla da dire!
Anche per un'alcolista (o per chiunque è affetto da qualche dipendenza...) morire scolandosi le ultime 10 bottiglie di scotch può essere una via per la felicità ma ne conosciamo le conseguenze. L'importante e che sia una scelta consapevole.
Purtroppo qui si "combatte" con le stesse armi che mi si contestano. Ovvero l'"asessualità" come una certezza assoluta... Quasi una condizione di beatitudine. Tutte le altre posizioni... Cialtronerie.
Diamo la possibilità agli incerti e ai frustrati di questa condizione ( e non ai "felici") una via d'uscita.
Alla fan della psichiatria dico con semplicità che il sottoscritto, dopo una laurea in MEDICINA E CHIRURGIA ha scelto la via della psicoterapia (anziché della psichiatria) proprio per una differenza di approccio. Invito la signorina alla lettura di "Binswanger e Freud: malattia mentale e teoria della personalità" edito da Boringhieri per capire con cognizione di causa quali sono i punti di vicinanza e di distanza.
Un abbraccio a tutti gli arrabbiati.
Non metto in dubbio la sua pura e semplice conoscenza in materia...
Ma lei ha davvero capito cosa stava studiando? Pensava di studiare la Bibbia o il Corano? Credo che un bravo psicoterapeuta sia in grado A)di mettersi in gioco e quindi in discussione (quindi l'arroganza e la presunzione di chi ne sa di più, andrebbe messa da parte per ascoltare quello che il paziente ha da dire. E' il paziente il centro delle sedute. Non deve di certo sentirsi sminuito dal terapeuta, o trattato come un povero ignorante che non capisce un cazzo...) B) Un bravo terapeuta non impara l'arte una volta per tutte, ha un suo modo personale di lavorare...E una sua testa e delle sue teorie che si formano sì sulla base di quello che a letto, ma gli permettono di andare anche oltre il proprio naso...
C) Freud era un genio... Dobbiamo veramente tanto a Freud... Ma guardi... é vissuto a cavallo tra 1800 e 1900... vale a dire nel secolo scorso... da allora le cose sono "leggermente" cambiate. Lei che è laureato in medicina, dovrebbe sapere che il modo in cui si operava una gamba 100 anni fa non ha nulla a che vedere con il modo in cui si opera oggi...Lo stesso dicasi per la difficile e delicata arte della psicoterapia...
Mi consenta di darle un consiglio amichevole... Per quanto io non possegga i suoi "titoli", per quanto io non sia laureata nè in psichiatria, nè in psicoterapia le posso dare un parere preziosissimo (e le consiglio di farne tesoro): il paziente non è un povero "malato disgraziato" e infelice a cui manca qualcosa. Impari ad attingere dalle persone diverse come una fonte preziosa. Freud fece questo in fondo... Un paziente non è una persona "deficiente", incapace di pensare e capire da sè di cosa abbia bisogno. Anzi una persona per quanto sofferente e confusa, sa senz'altro meglio di un terapeuta di cosa ha bisogno.
Il suo atteggiamento sinceramente lascia supporre tutt'altro. (Mi) sembrerebbe che lei della sua bellissima professione non abbia capito niente.
Lo diceva anche Freud: le parole hanno un potere magico, "taumaturgico".
Ma lei sa anche quanto danno possono fare le parole?
Le parole hanno un immenso potere. Impari ad interrogarsi circa questo: cosa traspare dalle mie parole di me all'altro.
Mi pare che in lei questa attenzione non ci sia.
In lei ravviso solo un puerile senso di onnipotenza e onniscenza.
Ultima cosa: i migliori professionisti che io abbia incontrato erano persone dotate di una grandissima umiltà...