Vi racconto Detroit e Cleveland
- Bianca
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Vi racconto Detroit e Cleveland
Diverse persone mi hanno chiesto perchè avessi scelto di vedere queste due città......
Avendo in precedenza attraversato 37 stati, avendo visitato un gran numero di città che stanno nei pressi delle tre coste e al confine nord, non avevo più molta scelta, quindi , ho puntato il dito sulla cartina e ho colpito Detroit, poi ho visto che dall'altra parte del lago Eire, Cleveland la guardava e ho pensato che due città mi avrebbero consentito un confronto.
E' stato un viaggio istruttivo, in quanto ho fatto esperienze che non avevo mai fatto prima e scoperto una realtà che non avevo mai incontrato.
Arrivo in aeroporto e affronto la prima necessità: raggiungere l'hotel che si trova nella downtown.
I taxi non hanno un loro parcheggio ma arrivano su chiamata e così anche Uber, servizio migliore in assoluto.
Lo shuttle dell'hotel doveva essere prenotato dall'Italia telefonicamente
Il servizio pubblico di buses, non si capisce bene se segue degli orari o quando arriva, arriva.
La distanza tra l'aeroporto e la downtown è di circa 36 km.
Due ragazzi si offrono di chiamarmi un taxi. Ringrazio, il taxi arriva e parto.
Fatta circa la metà del tragitto, il telefono del taxista incomincia a suonare, lui guarda lo schermo, esce dalla superstrada, si ferma davanti ad un hotel, scarica i miei due trolley e senza pronunciare verbo, se ne va.
Entro nell'hotel e chiedo gentilmente di chiamarmi un taxi.
Arriva in pochi minuti e mi accompagna fino al mio hotel.
Grandioso, confortevole, elegante: non c'è un bianco tra tutto il numerosissimo personale.
Fuori dall'hotel, il deserto.
Non capisco una parola di ciò che mi dicono alla reception e loro non capiscono me.
Ho l'impressione che non parlino in inglese/americano, ma uno slang, quindi mi sento come se in Italia tentassi di conversare con un siciliano che parla solo in dialetto.
Impiegherò tre giorni a farmi entrare nelle orecchie questa parlata che sostituisce tutte le vocali con una A aperta ma loro continueranno a non capire me e mi rideranno anche in faccia più volte.
Il panorama dalla mia camera, inquadra grattacieli vuoti, parcheggi esterni multipiano, deserti, condomini senza abitanti: una città finta.
Avendo in precedenza attraversato 37 stati, avendo visitato un gran numero di città che stanno nei pressi delle tre coste e al confine nord, non avevo più molta scelta, quindi , ho puntato il dito sulla cartina e ho colpito Detroit, poi ho visto che dall'altra parte del lago Eire, Cleveland la guardava e ho pensato che due città mi avrebbero consentito un confronto.
E' stato un viaggio istruttivo, in quanto ho fatto esperienze che non avevo mai fatto prima e scoperto una realtà che non avevo mai incontrato.
Arrivo in aeroporto e affronto la prima necessità: raggiungere l'hotel che si trova nella downtown.
I taxi non hanno un loro parcheggio ma arrivano su chiamata e così anche Uber, servizio migliore in assoluto.
Lo shuttle dell'hotel doveva essere prenotato dall'Italia telefonicamente
Il servizio pubblico di buses, non si capisce bene se segue degli orari o quando arriva, arriva.
La distanza tra l'aeroporto e la downtown è di circa 36 km.
Due ragazzi si offrono di chiamarmi un taxi. Ringrazio, il taxi arriva e parto.
Fatta circa la metà del tragitto, il telefono del taxista incomincia a suonare, lui guarda lo schermo, esce dalla superstrada, si ferma davanti ad un hotel, scarica i miei due trolley e senza pronunciare verbo, se ne va.
Entro nell'hotel e chiedo gentilmente di chiamarmi un taxi.
Arriva in pochi minuti e mi accompagna fino al mio hotel.
Grandioso, confortevole, elegante: non c'è un bianco tra tutto il numerosissimo personale.
Fuori dall'hotel, il deserto.
Non capisco una parola di ciò che mi dicono alla reception e loro non capiscono me.
Ho l'impressione che non parlino in inglese/americano, ma uno slang, quindi mi sento come se in Italia tentassi di conversare con un siciliano che parla solo in dialetto.
Impiegherò tre giorni a farmi entrare nelle orecchie questa parlata che sostituisce tutte le vocali con una A aperta ma loro continueranno a non capire me e mi rideranno anche in faccia più volte.
Il panorama dalla mia camera, inquadra grattacieli vuoti, parcheggi esterni multipiano, deserti, condomini senza abitanti: una città finta.
- Volpe
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Re: Vi racconto Detroit e Cleveland
Va bene che negli USA son tutti obesi ma com'è che non c'è nemmeno un pedone? E poi la faccenda taxi è interessante: com'è che quel tipo si ferma e ti scarica al primo hotel che incontra? Hai fatto una puzza?
- Bianca
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Re: Vi racconto Detroit e Cleveland
Il mattino dopo che era domenica, non c'era anima viva.
Sul lungofiume ho incominciato a vedere qualche barbone.
Le attività lavorative sono pochissime e chi lavora nella città, non ci abita.
Non c'è inquinamento e si sente, anche il traffico è scarsissimo.
Per quanto riguarda il taxista, se fosse come dici tu, avrei almeno una spiegazione.
Comunque, ho pensato che fosse qualcosa che riguardasse i ragazzi che lo avevano chiamato da un loro telefono.
Sul lungofiume ho incominciato a vedere qualche barbone.
Le attività lavorative sono pochissime e chi lavora nella città, non ci abita.
Non c'è inquinamento e si sente, anche il traffico è scarsissimo.
Per quanto riguarda il taxista, se fosse come dici tu, avrei almeno una spiegazione.
Comunque, ho pensato che fosse qualcosa che riguardasse i ragazzi che lo avevano chiamato da un loro telefono.
- Antares
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Re: Vi racconto Detroit e Cleveland
Casette in vendita ad $1 c'erano ?
Ti amo col sole e con la pioggia
- Bianca
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Re: Vi racconto Detroit e Cleveland
Non mi sono interessata di immobili, ma non ho visto neppure in giro cataloghi di real estate, altrimenti ne avrei preso uno per vedere i prezzi.
Li ho trovati dappertutto eccetto che a Detroit.
I grattacieli sono liberi; magari c'è un piano utilizzato ma tutto il resto è vuoto.
Le periferie in cui abita la gente di colore, sono fatte di catapecchie in legno o lamiera.
Lasciano intuire una nascita decorosa ma si vede che non subiscono alcuna manutenzione da parecchio.
Li ho trovati dappertutto eccetto che a Detroit.
I grattacieli sono liberi; magari c'è un piano utilizzato ma tutto il resto è vuoto.
Le periferie in cui abita la gente di colore, sono fatte di catapecchie in legno o lamiera.
Lasciano intuire una nascita decorosa ma si vede che non subiscono alcuna manutenzione da parecchio.
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- Mega-Mitosi
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Re: Vi racconto Detroit e Cleveland
da Volpe » lun set 04, 2017 8:11 pm
Va bene che negli USA son tutti obesi ma com'è che non c'è nemmeno un pedone? E poi la faccenda taxi è interessante: com'è che quel tipo si ferma e ti scarica al primo hotel che incontra? Hai fatto una puzza?
Troppo simpatico Fox!!! Ma non si fanno certe domande ad una signora!! A parte gli scherzi come mai non è vissuta nel quotidiano questa città?
Va bene che negli USA son tutti obesi ma com'è che non c'è nemmeno un pedone? E poi la faccenda taxi è interessante: com'è che quel tipo si ferma e ti scarica al primo hotel che incontra? Hai fatto una puzza?
Troppo simpatico Fox!!! Ma non si fanno certe domande ad una signora!! A parte gli scherzi come mai non è vissuta nel quotidiano questa città?
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Re: Vi racconto Detroit e Cleveland
Volpe non è simpatico....
È un ragazzaccio screanzato e irriguardoso!
Man Mano che il mio racconto andrà avanti, lo spiegherò.
È una città capovolta.
Sono andata a leggermi la presentazione di Detroit su diverse guide: non ce n'è una che racconti il vero motivo per cui la città si sia ridotta in queste condizioni.
Sembra che una sorta di pudore impedisca di parlarne.
Ma se tu la visiti, intuisci che cosa è successo e da qualcuno, riesci anche a fartelo confermare.
È un ragazzaccio screanzato e irriguardoso!
Man Mano che il mio racconto andrà avanti, lo spiegherò.
È una città capovolta.
Sono andata a leggermi la presentazione di Detroit su diverse guide: non ce n'è una che racconti il vero motivo per cui la città si sia ridotta in queste condizioni.
Sembra che una sorta di pudore impedisca di parlarne.
Ma se tu la visiti, intuisci che cosa è successo e da qualcuno, riesci anche a fartelo confermare.
- Bianca
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Re: Vi racconto Detroit e Cleveland
Una piccola premessa prima di continuare....
Io non sono una giornalista, non ho carta da vendere, non devo fare sensazione, non devo scrivere ad effetto.
Quindi, quello che racconterò è realmente quello che ho visto e vissuto, senza esagerazioni, senza la necessità di tirare acqua a nessun mulino.
Potrò essere imprecisa, perché girando da sola, non ho neppure modo di puntualizzare scambiando idee con qualcuno, ma sono assolutamente sincera.
Io non sono una giornalista, non ho carta da vendere, non devo fare sensazione, non devo scrivere ad effetto.
Quindi, quello che racconterò è realmente quello che ho visto e vissuto, senza esagerazioni, senza la necessità di tirare acqua a nessun mulino.
Potrò essere imprecisa, perché girando da sola, non ho neppure modo di puntualizzare scambiando idee con qualcuno, ma sono assolutamente sincera.
- Bianca
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Re: Vi racconto Detroit e Cleveland
Al mattino dopo, mi reco al water front.
Il deserto. Non c'è anima viva.
Poi, incontro alcuni homeless.......
Passeggio sul lungo fiume, guardo i grattacieli e incrocio qualcuno che corre, anche spingendo il passeggino col pupo.
Mi infilo in una chiesa anglicana dove c'è la funzione domenicale.
Torno fuori e scopro un locale aperto dove potrei fare colazione.
Il deserto. Non c'è anima viva.
Poi, incontro alcuni homeless.......
Passeggio sul lungo fiume, guardo i grattacieli e incrocio qualcuno che corre, anche spingendo il passeggino col pupo.
Mi infilo in una chiesa anglicana dove c'è la funzione domenicale.
Torno fuori e scopro un locale aperto dove potrei fare colazione.