Intorno al controllo dei miei desideri

[Bianca]

Non credo che Gi fraintenda l'asessualità.
Gi ama quel suo 70% che lo tiene lontano dal sesso, per questo desidera che quel 30% rimanente, si allinei.
E lo desidera talmente, che ci mette impegno affinchè questo avvenga.

Altri, potrebbero impegnarsi per far allineare il 70 al 30, o almeno, desiderarlo.
Lui no.
Fino a che punto sottrarsi a quel 30 rappresenti per lui una tortura, non lo sappiamo.
Probabilmente Gi ritiene, che in questo modo, sia meglio per lui.

[GiFerri]

Forse un esempio pratico potrebbe aiutare a spiegare meglio l'ambiguità relativa a quel 30% e alla (sperata) necessità di una sua graduale riduzione.

L'altro giorno, volontariamente, ho guardato immagini piuttosto osè dal cellulare. Ora, si darebbe il caso che l'atto di volontà in sè stesso presupponga l'attesa di piacere sessuale, e per banale estensione l'attrazione dallo stesso, con buona pace della mia presunta asessualità.

Salvo poi riconoscere che, ecco, quelle immagini non mi hanno provocato alcunchè. Nessun piacere di sorta. Zero. Nihil. Nicht. Nada.

Questo lo definirei senza indugio una naturale forma di asessualità: mancanza totale di piacere per ciò che di cosiddetto ''hard'' vedevo.

E però quella risposta non poteva soddisfarmi a sua volta del tutto (si noti l'ironia nel gioco di parole ) .


Perchè comunque la volontà di vedere presupponeva, dovrei dedurne, desiderio di provare piacere. Solo che, nell'istante di un attimo, non ho provato letteralmente nulla alla visione effettiva. Ma come potevo comunque essere certo che quel nulla sia davvero nulla (!), se poco prima la semplice libera scelta di vedere, in quanto libera scelta, presupponeva dietro di essa un fine, ed un fine - dovrei giudicare su un piano meramente moralistico, nemmeno morale - di certo non proprio ''casto'', qualunque significato si voglia dare alla parola ?

Quindi cosa sono? Cosa sono veramente?

[Bianca]

Io mi butterei su: sei un asessuale, con qualche guizzo ogni tanto.

Quando, come, perchè questo guizzo si manifesti, può non essere facile determinarlo, ma io penso che, di quel guizzo, tu ne possa fare quello che ti pare e piace.

[J.P.Klondike]

Semplicemente dopo anni e anni di automenzogne del tipo (sono etero,mi deve piacere il porno come a tutti) te ne sei autoconvinto e provi l'impulso a farlo anche senza provare niente durante la visione. Non sono uno psicologoma credo che la cosa abbia nome. Mi è successa anche a me. Tutti fanno x, quindi anche io devo fare x, e ci credo a tal punto da crearmi un surrogato di emozione per farlo. Basta che prendere coscienza dj se stessi, smetterla di forzarsi in una direzione sbagliata, e piano piano va tutto a posto. Certo non in 3 giorni. Dovrei conviverci e ci saranno sali e scendi, ma alla fine lo supererai.

Le suggestioni sono cose potenti. Soprattutto se supportate da anni di menzogne.

[Bianca]

Perché immergersi in falsità per autoconvincersi di qualcosa?
Le bugie connotano il perdente, la falsità è il fango in cui sguazza il debole.
Usarle, danneggia, non porta a niente, anzi, presenta il conto, nel momento in cui, cade l'asino.

[J.P.Klondike]

Perché un si nasce imparati. E a 16 anni quando tutti intorno a te parlano e si esaltano per il sesso, mentre a te risulta noioso ed inutile, ti sforzi di capire e trovi un modo di esser come gli altri. Poi cresci, fanculizzi le convenzioni sociali, e capisci che non sei come gli altri e ritorni a vivere come pare a te. Solo che non è un processo immediato...il cervello, la psiche, non sono oggetti che possono essere manipolati attraverso la ragione o col pensiero positivo.

Ammettere una cosa del genere al liceo è una mossa abbastanza grulla. E non parlo solo di spregi, per quelli ci sono sempre le mani. Ma per la gente che non si fa i cazzacci suoi e che cerca di cambiarti e curarti. Lo fanno ora che vado per i 30...figuriamoci la rottura di scatole tra amici e professori se avessi ammesso questo al liceo. Per citare un gran film "il problema non è che si sbagliano, il problema è che ti assillano."

[Bianca]

Sono d'accordo con il tuo ragionamento.
Pur non essendo asessuale, ma solo più seria della media, ho sperimentato anch'io, in certi ambienti, qualche sguardo di biasimo, perché non mi comportavo come la maggioranza o qualche battuta che mi faceva capire di essere considerata diversa.
Mi ricordo un episodio capitato a scuola...
Mi arrivò un foglio con sopra il decalogo del bacio, molto particolareggiato circa posizioni e movimenti.
Lo lessi e invece di passarlo a quella davanti, mi alzai e andai a buttarlo nel cestino.
La classe mi conosceva, ma soprattutto, avevo la deferenza interessata di quella parte a cui correggevo il tema, quindi la cosa non ebbe tanti risvolti.
Nella vita, nonostante quel gesto, non mi è mancato niente: ho avuto baci appassionati e baci dolcissimi e il decalogo me lo sono proprio dimenticato.

[J.P.Klondike]

Sìsì infatti. Io parlo di asessualità, ma il discorso è generico e applicabile a molti ambiti differenti.

[Bianca]

Succede a tutti quelli che non rientrano alla perfezione nella massa, quei pezzetti di puzzle che, per quanto si provi, non si riesce ad incastrare.
Molto più facile è vivere omologati e corrispondere sempre a ciò che gli altri si aspettano.

[Truele]

GiFerri.... tu sei fuori!
(niente di negativo in questa affermazione, per carità!)

[Bianca]

Proprio fuori no.
Diciamo che può essere considerata un'idea originale che Gi ha voluto esternare su Aven.
Della propria sessualità, (o asessualità) ciascuno può farne ciò che vuole, soprattutto può utilizzarla oppure no.
Gi vuol liberarsi anche di quella parte rimanente di sessualità che possiede.
Avrà tempo e modo di convincersi della positività della sua decisione o di cambiare completamente idea.