Mia intervista per una tesi di laurea triennale.

Per tutto il materiale divulgativo mediatico riguardante l'asessualità, nonché le iniziative e i progetti rivolti alla diffusione della visibilità.
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Cat.

Mia intervista per una tesi di laurea triennale.

Messaggio da Cat. »

Buona sera,

una ragazza che ho conosciuto al Milano Pride che fa una tesi in antropologia sull'asessualità mi ha chiesto di rilasciarle un'intervista da inserire appunto nella tesi,
ho pensato di pubblicarvela qua sotto per vostra conoscenza:

Domande:

1. Quando hai scoperto di essere asessuale?
2. Quando, e come, sei venuta a conoscenza di AVEN?
3. E' stato grazie a questo network che hai scoperto la definizione di asessualità?
4. Hai cominciato subito a usarla per descriverti?
5. In che modo aver trovato questa comunità ha contribuito nella costruzione della tua identità?
6. Qual'è stata la tua reazione quando hai scoperto questo network?
7. Quando pensi a te stessa, ritieni che l'essere asessuale sia una tua caratteristica fondamentale?
8. Quali sono i tuoi rapporti con la comunità asex?
9. Hai mai conosciuto altri utenti al di fuori di internet? come,e perché, vi siete incontrati?
9. Quali credi siano gli obiettivi che questa comunità dovrebbe raggiungere? e in che modo?
10. Qual è stato secondo te il contributo dato tramite questo network alla definizione di asessualità come orientamento sessuale?
11. Qual'è il rapporto tra voi e la comunità lgbt? ritieni sia importante entrare a far parte di questo movimento? quali credi che siano le cose che vi accomunano?
12. Qual'è invece il rapporto con la società etero-dominante?
13. Quali sono le maggiori forme di discriminazione nei confronti degli individui asessuali?

Mia risposta: tenete conto che mi ha chiesto di fare una risposta unica in cui raccontavo di me, quindi non trovate le risposte in ordine(sì, la risposta è lunga, scusatemi, sono grafomane):

Devo specificarti subito che in realtà mi sto ancora interrogando sul mio orientamento, o se vogliamo la mia identità, e la definizione, che ho scoperto grazie ad AVEN, in cui mi viene maggiormente da riconoscermi è quella di demisessuale, non di asessuale. I demisessuali, a differenza degli asessuali che non provano attrazione sessuale, possono provare attrazione sessuale solo dopo aver stabilito un legame emotivo profondo, non necessariamente romantico, con una persona. Avendomi io sempre approcciato agli altri cercando primariamente la conoscenza fine a se stessa e poi, in maniera del tutto eventuale uno sviluppo romantico in termini di attrazione, e sentendomi intimamente innaturale se mi comportassi diversamente, come ad esempio mettermi alla ricerca attiva di un partner, ho pensato di poter rientrare nella categoria, tanto più dopo essermi scoperta attratta da una persona che mostrava premure nei miei confronti in un periodo in cui stavo passando pesanti difficoltà. La cosa purtroppo andò parecchio male e le mie difficoltà personali, per quanto mitigate attualmente, sono rimaste, tuttavia mi è in seguito capitata la stessa cosa con un mio compagno di corso e, attualmente, con un mio amico che si dimostra più di altri in grado di starmi accanto e sostenermi. Questo fattore però riconosco che può essere ambivalente, dato che potrebbe deporre a favore sia dell'orientamento sia del bisogno da parte di mia di avere accanto a me qualcuno che mi aiuti in un momento non troppo facile della mia vita. C'è anche da dire che, anche prima che scoprissi la definizione, ho sempre sentito queste mie tendenze come il mio carattere, come il modo in cui ero fatta e non come qualcosa di sbagliato o problematico, il problema semmai, risiedendo in chi non lo capiva. Specifico che questa cosa a me capita solo con i ragazzi, dato che per le ragazze invece non ho mai sentito attrazione.
Come ho già detto, sulla mia identità mi sto ancora interrogando, anche se la lettura di discussioni ed esperienze altrui sul forum di AVEN mi ha dato indizi più o meno forti sul possibilità di potermi definire demisessuale e fornito una chiave di lettura di alcuni miei comportamenti e atteggiamenti che, considerati con il metro di giudizio della mentalità tradizionale, possono sembrare particolari. C'è anche da dire che la politica del forum è quella di, giustamente, incoraggiare l'utente stesso a scegliere se e come definirsi, in base a ciò che più intimamente sente e percepisce come significativo riguardo a se stess*. Io ho solo da poco pubblicato la mia esperienza nel forum e iniziato ad interagire con gli utenti, spero comunque di averne confronti fruttuosi e di trovare uno spazio accogliente e non giudicante in cui definire meglio, o anche scoprire, chi sono. Sulla reazione che ho avuto venendo a conoscenza di questa rete, devo dire, non ho avuto le "classiche" reazioni che di solito hanno le persone ad apprenderne l'esistenza, che vanno dallo stupore/incredulità di chi queste condizioni non le ha mai sperimentate al sollievo e senso di appartenenza di coloro che invece ci si riconoscono e che magari spesso hanno si sono sentiti incompresi sino ad allora: nel mio caso direi che invece ho vissuto la cosa con un senso di attesa, cercando di capire, a fronte di dettagliata lettura, se mi ci potevo riconoscere oppure no. Infatti dell'esistenza della comunità online sono venuta a conoscenza per caso tramite un'intervista pubblicata da un blog di comunicazione delle questioni di genere che seguivo su facebook, e leggendo di comportamenti e inclinazioni tipici di persone di persone appartenenti a questo spettro che sembravano coincidere con i miei ho pensato di approfondire la cosa, non fosse mai che trovassi qualcosa che fosse utile a capirmi di più. Attualmente i miei rapporti con la comunità asessuale, essendo più che altro una comunità virtuale, devono ancora consolidarsi e l'unica volta che ho avuto occasione di incontrarli di persona.è stato in occasione del Pride di Milano dello scorso 27 giugno
Venendo al discorso politico, penso che il movimento, oltre ovviamente a far capire e accettare l'asessualità e le sfumature all'interno del suo spettro come un'orientamento sessuale legittimo e una manifestazione sana della sessualità al pari delle altre, dovrebbe darsi un obiettivo ancora più ambizioso, cioè demistificare il sesso e togliergli il ruolo centrale che ha assunto nella nostra società, in cui è usato a mio parere molto più a fini di controllo e di mantenimento del modello sociale invece che di espressione dell'individuo. Ma tu che studi antropologia sicuramente ti indendi di questi discorsi meglio di me che studio giurisprudenza. D'altra parte, e qua mi sembra di affermare l'ovvio, è davvero seccante e limitante che un individuo debba essere definito e validato o invalidato solo per un aspetto della sua personalità ed espressione, ignorando tutti gli altri che concorrono a definirlo: il suo lavoro, le sue idee, il suo carattere, le sue passioni, i suoi valori, il suo impegno per delle cause, eccetera. Quanto all'obiettivo istituzionale di AVEN, cioè la diffusione degli orientamenti dello spettro asessuale come orientamenti sessuali legittimi e sani, penso che la comunità svolga un ruolo importante nella condivisione di storie di persone con vissuti simili, consentendo loro di sentirsi meno soli, confusi e incompresi, se non addirittura rifiutati, inoltre è anche importante lo sforzo di essere costantemente visibili agli occhi dei media e del pubblico, in particolare coinvolgendo i giovani, tendenzialmente di mentalità più aperta, e i professionisti della salute quali medici, psichiatri, psicologi e ricercatori in ambito psicologico desiderosi di approfondire un nuovo campo di indagine senza preconcetti e anche pronti a rivedere conoscenze che si ritengono consolidate: è importante che l'asessualità, come spettro, venga riconosciuta e agevolata nella sua diffusione dalle autorità del settore. Purtroppo, una delle maggiori discriminazioni che subiscono le persone asessuali è invece, a mio avviso, proprio la patolagizzazione della loro condizione, considerati gli effetti a livello relazionale di immagine sé che lo stigma derivante da essa comporta: li si ritiene affetti da problemi ormonali, blocchi o traumi che possono portare a convincerli che il problema sono loro e spesso vengono spinti a sottoporsi a cure, anche da persone benintenzionate ma, d'altra parte, come gli esperti a cui si trovano a doversi rivolgere, impreparate. Ma questo non è vero, si stima che nello spettro asessuale ricada dall'1 al 3% della popolazione e queste persone conducono vite normali e, anche se alcuni di loro possono vivere esperienze difficili a livello personale, non è detto che esse siano correlate con l'asessualità e bisogna comunque ricordare che la correlazione non è la causa. Nel mio caso, ad esempio, sono state delle difficoltà a livello economico e familiare, quindi un fattore esterno, a rendermi difficile il relazionarmi con gli altri e non le mie inclinazioni nel modo di relazionarmici.
Per quanto riguarda l'intersezionalità tra l'asessualità e le questioni lgbt e i rapporti con il modello eteronormativo, direi che sicuramente l'asessualità, a parte la sua peculiare caratteristica di non essere, a differenza degli altri orientamenti, visibile, ha punti in comuni con le questioni lgbt e le battaglie per farsi riconoscere e accettare andrebbero svolte assieme: da una parte perché l'asessualità condivide con l'omo-bi-sessualità e il transgenderismo la storia e la condizione, anche se più recente nel nostro caso, di un orientamento non riconosciuto, incompreso ed osteggiato, dall'altra perché all'interno dello spettro asessuale ci sono persone la cui affettività è rivolta verso persone del proprio stesso genere, o verso entrambi, o verso persone con il genere diverso dal proprio sesso biologico, o che prescinde dal genere di una persona, per cui vi sono anche moltissime situazioni che si intersecano tra un'identità e l'altra. E, come si dice, l'unione fa la forza. Per quanto riguarda il rapporto con il modello sociale eteronormativo, qui la questione a mio avviso si fa più complessa e chiama in causa più questioni: vi è la discriminazione omo-bi-transfobica che possono subire le persone asessuali con orientamento romantico/affettivo non etero, vi è il rischio per le persone asessuali con orientamento eteroaffettivo che, dichiarando la propria sessualità, possano venire non credute, incomprese o svalutate, e qui si ritorna ai discorsi della patologizzazione e del ruolo del sesso nella nostra società.

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Bianca
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Re: Mia intervista per una tesi di laurea triennale.

Messaggio da Bianca »

Avendo io comparso uno spettro con in mano uno stigma
tutti gli ormoni mi si sono sobbolliti e mi sono detta: e se io attivamente mi cercassi un partner "qual'è" il problema?
Risiedendo in chi non mi capisce io mi dico alla fine l'importante è capirsi tra laureati.
Ma quali ormoni ma quale partner...se io mi ho approcciato agli altri io ho bisogno di intesa mentale
corretta senza buru


Bianca, perché sei così piccola?
Su smettila!

Cat.

Re: Mia intervista per una tesi di laurea triennale.

Messaggio da Cat. »

Guarda che se ti sembra scritto male faresti meglio a dirlo chiaramente, se non altro perché trattandosi di comunicazione posso impegnarmi a rendere il messaggio più chiaro e accessibile. Altrimenti risparmiati queste cazzate, che dette da una persona adulta con figlio in età universitaria sono ancora più fastidiose.

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Edward
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Re: Mia intervista per una tesi di laurea triennale.

Messaggio da Edward »

Dai non litigate che il mondo è già abbastanza brutto là fuori!

Cat.

Re: Mia intervista per una tesi di laurea triennale.

Messaggio da Cat. »

Edward, ho pubblicato un mio contributo nella sezione dedicata alla visibilità e alla comunicazione: essendo appunto il suo fine quello di accrescere la visibilità e la consapevolezza circa questo orientamento preferisco ricevere critiche sul pezzo se qualcuno ritiene che presenti difetti o sia migliorabile, non che la si butti in caciara.
E sì, non so come sia per te e per gli altri utenti del forum, ma a me ricevere scherzi e battute non pertinenti da parte di una persona sconosciuta, con cui non sono in confidenza e che si definisce pure adulta irrita e non poco.

Cat.

Re: Mia intervista per una tesi di laurea triennale.

Messaggio da Cat. »

Piuttosto, se qualcuno ha suggerimenti da fare in merito dica pure.

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Bianca
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Re: Mia intervista per una tesi di laurea triennale.

Messaggio da Bianca »

Cat, ti faccio un suggerimento: tu sei una salama.
Guardando bene, in fondo, dici delle cose intelligenti.
Dai, non ti impermalire (!!!!!!!!!!)
non litigare con la Bianca e non dire parolacce che ti faccio lavare la bocca col sapone di Marsiglia..

Facciamo la pace?
Ultima modifica di Bianca il dom lug 05, 2015 4:46 am, modificato 1 volta in totale.

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Bakeneko
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Re: Mia intervista per una tesi di laurea triennale.

Messaggio da Bakeneko »

Credo che Bianca volesse dire che in alcuni punti la lettura è poco scorrevole...
Non ho ancora letto tutto, ma ho trovato subito una frase che mi sembra suoni male "Avendomi io sempre approcciato agli altri cercando primariamente la conoscenza fine a se stessa...". Io scriverei "Essendomi sempre approcciata agli altri cercando primariamente la conoscenza fine a se stessa ..." o addirittura modificherei l'intera frase per renderla più semplice.
Mi riservo altre osservazioni per quando avrò letto per intero.
53x+m³=Ø

Cat.

Re: Mia intervista per una tesi di laurea triennale.

Messaggio da Cat. »

[quote="Bakeneko"]Credo che Bianca volesse dire che in alcuni punti la lettura è poco scorrevole...
ì/quote]

E allora lo dica e mi porti esempi come hai fatto tu.

Per Bianca: io e te non siamo in confidenza, siamo due estranee che hanno appena iniziato ad interagire online e nell'anonimato, quindi non c'è niente per cui si debba "fare pace" come dei bambini o ignorare le regole di cortesia nell'approcciarmi ritenendosi in diritto di prendersi certe libertà, c'è da trattare la gente con rispetto anche nei modi e nei toni. Se continui a mantenere questo atteggiamento nei miei confronti inizio ad ignorarti in maniera sistematica.

Cat.

Re: Mia intervista per una tesi di laurea triennale.

Messaggio da Cat. »

P.S.: Comunque ormai l'ho spedita così com'è alla ragazza dato che deve consegnare la tesi entro il 7 di luglio e mi aveva sollecitata a rispondere.

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