Cibo, che tortura
- Labelle
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Cibo, che tortura
Secondo voi è possibile un nesso tra la mancanza di attrazione sessuale e un rapporto perennemente conflittuale con il cibo? Ho sempre sentito dire che il cibo rappresenta quello che siamo, ma non so nel mio caso fino a che punto ciò sia vero!
- Bianca
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Re: Cibo, che tortura
Secondo me, il rapporto che abbiamo con il cibo, è sempre influenzato dal nostro umore, dai rapporti con gli altri, da come ci va la vita.
Personalmente, ho verificato di poter avere reazioni diverse: di fronte ad una sofferenza, mi può scoppiare una fame rabbiosa o chiudermisi completamente lo stomaco.
Forse dipende dal fatto di ritenere di poter fare qualcosa o meno.
Se so di non poter cambiare la situazione, mi viene il rifiuto del cibo; se penso di poter fare qualcosa mi viene un appetito incontrollabile.
Poi, ci sono le crisi di astinenza: da cioccolato, dai fritti, dalla birra, dagli spaghetti, dalle patatine, ecc.
Personalmente, ho verificato di poter avere reazioni diverse: di fronte ad una sofferenza, mi può scoppiare una fame rabbiosa o chiudermisi completamente lo stomaco.
Forse dipende dal fatto di ritenere di poter fare qualcosa o meno.
Se so di non poter cambiare la situazione, mi viene il rifiuto del cibo; se penso di poter fare qualcosa mi viene un appetito incontrollabile.
Poi, ci sono le crisi di astinenza: da cioccolato, dai fritti, dalla birra, dagli spaghetti, dalle patatine, ecc.
- Edward
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Re: Cibo, che tortura
Per me il nesso può esserci, ma non in assoluto. Ovvero, dipende dalla storia specifica della persona in questione.
- Labelle
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Re: Cibo, che tortura
Non lo nascondo...soffro di dipendenza dal cibo: e come se non bastasse proprio oggi ne abbiamo parlato non tanto affettuosamente io e la mamma
- Bianca
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Re: Cibo, che tortura
Labelle, non posso rispondere per mia esperienza diretta alla domanda che tu poni, ma credo, come dice Ed, che possa dipendere da come la persona si pone nei confronti della sua caratteristica: se e quanto l'ha accettata; se le crea problemi qualche volta o quotidianamente; se riceve pressioni dall'esterno in proposito; se vive un conflitto con qualcuno.
Se, in qualche modo e per qualche motivo, accumuliamo stress, sicuramente questi si fa sentire nei nostri rapporti con l'alimentazione e causa degli squilibri.
Le preoccupazioni incidono, come i problemi da risolvere, la vita sentimentale, la stessa situazione economica può avere una certa influenza.
A mio parere, nessuno di noi ha una vita che non influenzi in qualche modo ciò che mangia; non ultimo, incide quando e quanto si consumano pasti, più o meno sani, fuori e dentro casa.
Se, in qualche modo e per qualche motivo, accumuliamo stress, sicuramente questi si fa sentire nei nostri rapporti con l'alimentazione e causa degli squilibri.
Le preoccupazioni incidono, come i problemi da risolvere, la vita sentimentale, la stessa situazione economica può avere una certa influenza.
A mio parere, nessuno di noi ha una vita che non influenzi in qualche modo ciò che mangia; non ultimo, incide quando e quanto si consumano pasti, più o meno sani, fuori e dentro casa.
Re: Cibo, che tortura
Ok spero di non dire cavolate ma penso che in generale gli asessuali, praticando poco o niente l'attività sessuale, credo che abbino un'altra "valvola di sfogo" o cose del genere (suona malissimo, scusate ) un po' come con la rabbia: ognuno di noi la "libera" in maniere diverse attraverso varie attività. Quindi il tuo problema penso che si possa collegare all'asessualitá, ma può benissimo essere la causa di qualcos'altro: i disturbi alimentari sono molto frequenti nelle persone
- Bianca
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Re: Cibo, che tortura
A me sembra che tu non dica affatto cavolate...
Le carenze affettive, ad esempio, trovano sovente compensazioni nell'alimentazione, così come poche soddisfazioni in campo lavorativo, bassa autostima, mancanza di ottimismo e di speranza.
Penso che ognuno di noi cerchi, si costruisca dei compensi per sopperire a delle mancanze e, sotto l'aspetto umano, è sicuramente spiegabile.
Le carenze affettive, ad esempio, trovano sovente compensazioni nell'alimentazione, così come poche soddisfazioni in campo lavorativo, bassa autostima, mancanza di ottimismo e di speranza.
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- SilverKitsune
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Re: Cibo, che tortura
In linea generale non penso ci siano nessi, però all'individuo singolo può capitare. Io passo periodi di notevole fame (solitamente i mesi freddi) e periodi di completa inappetenza (solitamente i mesi caldi).
"I see now that the circumstances of one's birth are irrelevant; it is what we do with the gift of life that makes us who we are."
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Re: Cibo, che tortura
Perchè quando fa freddo, si ha più bisogno di calorie....
Io ho già messo su una bella riserva per l'inverno prossimo!....Accidenti a La Fontaine !!!!!!!
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Re: Cibo, che tortura
Tranquilla non è per il freddo (e manco per il caldo)
Semplicemente trovo un' appagamento specifico nell' alimentazione, e per quanto a sentirla così pare un piacere in realtà è per me tutt' altro
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Re: Cibo, che tortura
Sai che c'è la battuta: se lo stress facesse dimagrire, io peserei 40 chili!...
In realtà io penso che lo stress induca a mangiare.......
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- SilverKitsune
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Re: Cibo, che tortura
Dipende da persona a persona. Alcune diventano più affamate quando sono stressate, altre non hanno più fame.Bianca ha scritto:Sai che c'è la battuta: se lo stress facesse dimagrire, io peserei 40 chili!...
In realtà io penso che lo stress induca a mangiare.......
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Re: Cibo, che tortura
Mai che me ne vada bene una!!!....
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Re: Cibo, che tortura
Mi ha fatto pensare abbastanza questo tuo post, perché sono una donna che mangia poco da almeno 13 anni. Gli stessi 13 anni passati da quella che considero la fine dell'adolescenza e l'ingresso nel mondo "dei grandi" con l'università e tutto quel che ne consegue.
Ho un rapporto strano con il cibo, sono una di quelli che "quantitativamente" mangia per vivere e di certo non vive per mangiare; eppure ho le mie passioni molto forti per vino e birra, oltre che l'ottimo cibo. Preferisco uscire a cena che cucinare, arte per la quale non sono di certo portata, e spesso la mia serata post lavoro finisce con un calice di rosso e qualche fetta di pane e affettato.
Solo ora cerco un nesso tra quel che sono e quello di cui mi nutro, in effetti trovare rifugio nel cibo può essere una consolazione per chi ha delle privazioni... Ma io non mi privo di nulla. Non faccio sesso ora perché sto meglio così, non ho appuntamenti con uomini/donne perché non è quel che voglio e sono nella fase "io non li capisco, loro non mi capiscono" tipica degli schizoidi. Sto cercando, lo ammetto, un compagno/a con cui condividere quello che sono e che abbia i miei stessi limiti, ma so che è una utopia.
Ho un rapporto strano con il cibo, sono una di quelli che "quantitativamente" mangia per vivere e di certo non vive per mangiare; eppure ho le mie passioni molto forti per vino e birra, oltre che l'ottimo cibo. Preferisco uscire a cena che cucinare, arte per la quale non sono di certo portata, e spesso la mia serata post lavoro finisce con un calice di rosso e qualche fetta di pane e affettato.
Solo ora cerco un nesso tra quel che sono e quello di cui mi nutro, in effetti trovare rifugio nel cibo può essere una consolazione per chi ha delle privazioni... Ma io non mi privo di nulla. Non faccio sesso ora perché sto meglio così, non ho appuntamenti con uomini/donne perché non è quel che voglio e sono nella fase "io non li capisco, loro non mi capiscono" tipica degli schizoidi. Sto cercando, lo ammetto, un compagno/a con cui condividere quello che sono e che abbia i miei stessi limiti, ma so che è una utopia.
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Re: Cibo, che tortura
Se tu parti da un atteggiamento negativo, influenzi il risultato....
Sii convinta che la cosa è possibile e magari sarà più facile che si realizzi.
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