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Per tutto il materiale divulgativo mediatico riguardante l'asessualità, nonché le iniziative e i progetti rivolti alla diffusione della visibilità.
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ithaca
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Messaggio da ithaca »

Userò questo thread per postare vecchi articoli, visto che la nostra storia andò persa nel 2008 con il crash del forum. Non ho tempo di cercarli tutti ora, ma ne posterò un paio nel frattempo :) (E chiunque voglia ricercare vecchi articoli, siete benvenut* e postateli qui!)

Associzione Tempo.Ra.Li pubblica "Gli Asessuali" nel 2008: http://www.temporali.altervista.org/not ... suali.html
Gli Asessuali
Scritto da Mark Merenda
Venerdì 08 Febbraio 2008 16:43

"Tira di più un pelo di **** che un carro di buoi!" Ho voluto iniziare così questo articolo perchè molti utilizzano questo detto per glorificare il famoso organo femminile all'Argentario...
La disse un famoso prete durante una cena (Incredibile ma vero)... Per chi sia eterosessuale questo non c'è ombra di dubbio, il motto quindi fa da garanzia per chi è attratto dal sesso opposto, ma come sappiamo bene la società è sempre stata quello che è stata per tanti anni... Ancora si pensa che l'omosessualità sia una malattia da curare, e nonostante tutto chi ha questo orientamento all'Argentario è stato discriminato davvero in tanti modi dall'infanzia fino ad adesso. Chiunque ha il diritto di vivere la propria vita con serenità e non farsi calpestare la propria dignità...

Comunque questo non fa parte dell'argomento di oggi.. L'omosessualità ha una piccola parentesi come l'eterosessualità che si collegano tutte ad un nuovo settore di cui pochi ne parlano e si chiama Asessualità. Sembra una cosa aliena e che non abbia a che fare con nessuno, ma a quanto pare la popolazione asessuale c'è, e in continua crescita. Se da una estremità ci sono coloro che si pavoneggiano del loro curriculum di esperienze sessuali, dall'altra c'è una generazione che si sbarazza assolutamente dell'istinto corporeo noto all'intera umanità.

Questo perchè?
Un ipotesi c'è: Se siamo in un mondo sempre più fortemente mediatico, l'eccitazione sessuale umana viene promulgata sempre di più a scelta ed interazione di qualsiasi utente mediatico: cybersex, linee telefoniche erotiche in diretta ed altre interazioni sessuali su internet non fanno altro che vendere "servizi sessuali" a poco prezzo e alla portata di tutti... Il mondo sessuale di oggi quindi sminuisce sempre di più la propria natura evolvendo quindi i bisogni e gli stimoli sessuali umani.

Ma che cos'è l'asessualità e gli asessuali?
un asessuale è una persona che non prova interesse per il sesso. In generale dunque, si può dire che un asessuale è colui che non prova attrazione sessuale.

Contrariamente all'astensione, che è una scelta personale, l’asessualità è parte integrante di ogni essere umano. Essere asessuali non peggiora né migliora le nostra vita, ma fa sì che si affrontino situazioni e problemi diversi da quelle normalmente affronati dalle persone 'sessuali'. C’è una grande diversità all’interno della comunità asessuale: ogni persona sperimenta relazioni, attrazione ed eccitazione in modi differenti.

L'Attrazione:
Molti asessuali provano attrazione, ma non sentono l’esigenza di dimostrare sessualmente tale attrazione. Invece, si prova il desiderio di conoscere qualcuno, di essere vicino a questa persona nel modo più confacente. Gli asessuali che sperimentano attrazione sono spesso attratti da un sesso particolare e di conseguenza si identificheranno come gay, bi, o etero.

L'Eccitazione:
Per alcune persone asessuali l’eccitazione è cosa frequente, ma non è associata al desidero di trovare uno o più partner sessuali. Alcuni si masturbano occasionalmente ma non provano alcun desiderio per una sessualità di coppia. Altri asessuali provano poca o nessuna eccitazione sessuale. Poiché il sesso non è oggetto di interesse, gli asessuali generalmente non vedono nella mancanza di eccitazione sessuale un problema da risolvere e concentrano le loro energie nell’apprezzare altri tipi di piacere ed eccitazione.

Nota: Le persone non hanno bisogno di eccitazione sessuale per essere sane, ma in una minoranza di casi la mancanza di eccitazione può essere il sintomo di una disfunzione fisica di qualche tipo. Se non sperimentate eccitazione sessuale o se perdete in modo improvviso l’interesse nel sesso dovreste probabilmente parlarne con il vostro medico, giusto per essere sicuri.

L'Identità:
L'asessualità può essere una scelta di identità sessuale a tempo indeterminato che possa essere dichiarata o meno. Così come alcune persone raramente da etero diventeranno gay, gli asessuali raramente diventeranno sessuali o viceversa. Un’altra piccola minoranza di persone riterrà se stessa asessuale per un breve periodo di tempo durante il quale esplorare e interrogare la propria sessualità.

L'importanza dell'asessualità oggi:
Nel 2001 David Jay, fonda l'organizzazione dell' Asexual Visibility and Education Network con filiale anche in Italia e inaltri paesi del mondo dove possono consultarsi la propria asessualità anche sui blog officiali, questa organizzazione è meglio conosciuta come AVEN, la più grande comunità di asessuali su internet. Secondo questo sistema gli asessuali sono divisi in gruppi da A a D. Gli asessuali di tipo A provano desiderio sessuale ma non attrazione romantica, quelli di tipo B provano attrazione romantica ma non sessuale, quelli di tipo C provano entrambe, e quelli di tipo D nessuna. Le categorie non vogliono essere mutualmente esclusive: il tipo di asessualità può cambiare, oppure un individuo può essere al limite tra due categorie. Va notato che AVEN non usa più questa classificazione, dato che sembrava essere troppo esclusiva, ma alcuni asessuali la considerano ancora utile per spiegare il loro orientamento.

Concludiamo l'articolo con delle domande di dibattito...
- Cosa ne pensi sull'ipotesi che la teconlogia e l'abuso dei servizi sessuali sia una delle cause di propagamento di asessualità? Oppure pensi sia dovuto ad un fattore più che naturale?
- Ti entusiasma avere il famoso curriculum sulle tue esperienze sessuali? O pensi più al sesso come naturale bisogno umano e di importanza fondamentale nella tua vita? O pensi che sia relativo sotto vari aspetti?
- Cosa ne pensi sugli asessuali?

Qua troverete varie informazioni a riguardo:
Sezione italiana di AVEN, l'Asexual Visibility and Education Network
http://www.asexuality.org/it/

La Rivoluzione Asessuale - Una gioventù sempre più stufa del sesso
http://psicolinea.blogspot.com/2006/05/la-riv...

No Sex Please, We're Asexual
http://www.guardian.co.uk/life/science/...

Wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Asessualit%C3%A0

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La Repubblica, 28 Nov 2007: http://dweb.repubblica.it/dettaglio/Nie ... ento/30001
Niente sesso, siamo un movimento

Alcuni non hanno mai provato attrazione per una persona. Altri hanno smesso presto. Altri ancora si amano ma non fanno l'amore. In un'epoca dove la libido è business e ovunque vende - dai film agli abiti ai telefonini - dove l'assenza è considerata una patologia, c'è una minoranza invisibile per cui fare sesso è eccitante quanto fissare un soffitto bianco. Jean-Philippe de Tonnac (vedi intervista) la chiama "la rivoluzione asessuale".

È un fenomeno poco osservato, ma esiste. Ma cosa c'è dietro? Secondo uno studio di Anthony Bogaert, professore di Psicologia alla Brock University in Ontario, Canada, da una a due persone su 100 non avrebbe mai provato alcun fascino sessuale. E il rifiuto del sesso non deriverebbe da una presa di posizione ideologica ma sarebbe una sorta di condizione, come nascere coi capelli ricci o gli occhi blu. Il movimento degli asessuali, che senza avere l'ambizione di convincere nessuno almeno ha il piacere di ritrovarsi insieme, è emerso sui media nel 2001, quando un giovane americano, David Jay, ha fondato il sito Aven (Asexual Visibility and Education Network) che conta ottomila membri. "Il desiderio vive in tante forme: nel ballare tutta la notte a una festa, nel guardare un giardino di camelie, nel combattere per qualcosa in cui credi", spiega Jay. Per lui è come mangiare il cioccolato. Nonostante sia buono, c'è tanta gente a cui non piace. "Non esiste un solo modo di avere le endorfine in circolo per il corpo. Inoltre la gente sta insieme per affetto, per costruire qualcosa, per fare dei figli, per interessi comuni o interessi economici", scrive sul suo sito. "Il sesso non è la prima ragione degli incontri di coppia.

Anche noi cerchiamo l'affetto, ma rinunciamo all'erotismo comunemente inteso. Siamo a favore della tenerezza, delle coccole, della masturbazione". Anche il Kinsey Institute si è interessato al fenomeno e l'anno scorso ha diffuso i risultati di una ricerca su un campione di mille persone. Lo scopo era capire se i "no-sex" potessero essere un nuovo genere sessuale, come gli omo o gli etero. In realtà la responsabile della ricerca, Nicole Prause, ha stabilito che non sono un nuovo genere, ma uno dei tipi di "orientamento sessuale" possibili. "Gli asessuali sembrano essere meglio caratterizzati dal basso livello di desiderio ed eccitazione sessuale", spiega, "piuttosto che dal basso livello di attività sessuale o da alto livello di inibizione relativa al sesso". Sembra quindi che la questione sia quella del desiderio o dei desideri, più che del sesso e del corpo. Ma sotto l'ombrello dell'asessualità ci sono altre condizioni. Molti hanno avuto una vita erotica, sanno cosa è il sesso, eppure vi rinunciano. Caterina, 37 anni, si astiene da dieci: "Non ho più desideri fisici", dice, "non pratico neanche autoerotismo.

Ho provato pure con i fumetti erotici ma niente, è tutto spento lassù, o laggiù. Non ne ho bisogno, almeno in questo momento. E non me ne faccio un cruccio. Di fare cose senza senso, finte, non mi va.

Di tutte le mie esperienze ne salvo due su quindici. Due storie belle e coinvolgenti, tredici molto modeste. Se è a questa modestia che devo rinunciare, non c'è problema". Lo psicoanalista francese Laurent Jouannaud, autore di La condition sexuelle, ha una tesi in proposito: "La nostra società, che esaspera il bisogno sessuale, ne organizza anche la penuria", scrive. "Di colpo la miseria sessuale è immensa, Una malattia vergognosa che si preferisce nascondere. E così la sofferenza cresce: la si può vedere, in tutta la sua estensione, negli studi degli psicologi, nella cronaca nera o nei romanzi di Houellebecq". Così la pensa anche Daria, 43 anni, romana, che si astiene da otto, dopo una relazione da amante che definisce dolorosissima. "Molte volte "tagliar corto" e andare a letto con una persona è l'alibi della nostra società per non conoscerci e non apprezzarci", dice. "La società ci spinge a consumare qualsiasi cosa, anche il sesso, come fosse un prodotto a buon mercato e prêt-à-porter. Ho capito col tempo che tra il provare attrazione per un uomo e il volerci andare a letto passa una certa distanza. Se un uomo mi piace, magari accetto che mi tenga per mano, che sia galante. E questo può anche provocare eccitazione. Ma il passo verso il sesso fisico non lo faccio più, e ne sono felice.

Questo per me vuol dire fare una scelta di consapevolezza". Nella nostra società altamente sessualizzata, il coming out non è semplice. È anche per questo che non ci sono dati sicuri. Per Caterina il problema sono proprio gli altri: "Gli amici mi guardano con aria ansiosa, mi spingono a buttarmi nelle braccia di qualcuno, a "farmi una scopata". Quando li ascolto penso alla loro vita sessuale, che so, in alcuni casi, essere tristissima. Qualche volta penso che recitino una commedia e che quello che davvero li preoccupa è che io non partecipi a questa recita collettiva". Per chi ha una vita sessuale è difficile capire l'assenza totale di sesso. I commenti vanno dal "sono gay nascosti", a "repressi", a "non sanno che cosa si perdono". Quelli che non l'hanno mai provato sanno di non sapere cos'è ma non desiderano scoprirlo. Un po' come con l'algebra: capiscono il concetto ma non provano alcun interesse. Martino, dirigente di una multinazionale farmaceutica, è vergine a 38 anni, ma soddisfatto. "Col mio lavoro potrei dirvi qualsiasi cosa di chimica, ma non sulle chimiche umane", scherza. La storia di Martino comincia con una non-scelta: sono le donne che lo ignorano, e lui si getta nello studio. Poi la trasformazione. "La mia asessualità mi ha imprevedibilmente regalato, da adulto, un certo tipo di charme, di spavalderia, che hanno fatto bene al mio aspetto. Ora mi sento fascinoso", racconta. "E sono geloso di questa cosa.

Della mia privazione, che mi dà tanto. È una specie di superpotere, di vista ai raggi X, di scudo invisibile".

Alcuni asessuali usano tra di loro un sistema di classificazione inventato da David Jay stesso, per la comunità di Aven. Secondo questo sistema, del tutto empirico, gli asessuali si dividerebbero in quattro categorie: chi prova desiderio sessuale ma non attrazione romantica, quelli che provano attrazione romantica ma non sessuale, quelli che provano entrambe, e quelli che non ne provano nessuna. Martino appartiene al terzo tipo, le prova entrambe ma riesce a sublimare. "Io gli amori più belli li ho vissuti e li vivo così, dal lontano sguardo del mio corpo", continua. "Ho molte donne-amiche con cui mi scambio effusioni, carezze; ci sfioriamo, ci abbracciamo. A volte quando una ragazza mi guarda, dopo aver parlato per ore, e mi dice "grazie tu sei meraviglioso, sei un uomo che sa ascoltare", mi si apre un sorriso: penso a quanto sia bello conoscere davvero le donne e quanto il sesso non ci permetta di farlo. E allora sono fiero di me".
(Pubblicato il 27 novembre 2007)

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Questo è stato copiato e incollato da una mia intervista per Il Grande Colibrì: https://m2.facebook.com/168421019914974 ... 68/?type=1
27 dicembre 2013
Essere o non essere se stessi ; il dilemma degli altri

Alcuni conoscono John Updike solo per la sua celebre frase: "Il sesso è come il denaro: solamente quando è troppo è abbastanza". Perché, come disse una volta Marilyn Monroe, "il sesso fa parte della natura - e io seguo la natura". "Il sesso è la sorgente della creatività", sentenziava il mistico indiano Osho. E il premio Nobel per la letteratura John Steinbeck ha scritto: "Di quale libertà godrebbero uomini e donne, se non fossero continuamente turlupinati e resi schiavi e tormentati dal sesso! Il solo inconveniente di questa libertà è che uno allora non è più un essere umano. E' un mostro". Tutte frasi che attirano facile approvazione. Poi scopri Lea Vittoria Uva, un'attivista asessuale. E ti vengono spontanee due riflessioni: 1) è l'esatto contrario del mostro prospettato da Steinbeck; e 2) forse conviene indagare un po' di più sulla realtà dell'asessualità e sulla presunta e tanto sbandierata "inesorabilità" della sessualità...

Come possiamo definire l'asessualità?
Essere asessuali significa non provare attrazione sessuale verso nessuno. A differenza di ciò che tante persone pensano, non è "la scelta di non fare sesso", non è il risultato di abusi nell'infanzia, non è dovuta a malattie fisiche o mentali, e non è una cosa "solo da donne".


Dunque una persona asessuale non ha desiderio sessuale, giusto?
No. Le persone asessuali possono avere una libido, ma non è diretta verso nessuno, e questa è una delle maggiori differenze tra le persone asessuali e le persone "sessuali".
Una persona asessuale può essere giudicata come "strana", "anormale", "malata", "vittima di un trauma"...
Sì, in generale la gente crede che chi è asessuale (che abbia una libido o no), non sia "normale". Non è sempre facile spiegare che l'asessualità è normale: per molte persone, desiderare una relazione sessuale è una parte così importante della loro esperienza di vita che non riescono a credere che esistano persone che non provano le stesse emozioni. Per ora, tra i diversi risultati ottenuti da ricerche, il più citato dice che circa l'1% della popolazione è asessuale.
esistono ancora psicoterapeuti che considerano l'asessualità una vera e propria malattia...
Sì, tanti "professionisti" sono poco informati e continuano a supportare, anche pubblicamente, la patologizzazione dell'asessualità, così come succede a volte ancora con l'omosessualità, purtroppo. In parole povere, ci sono ancora psicologi e psichiatri che considerano l'asessualità una malattia: alcuni credono che sia la stessa cosa del Desiderio Sessuale Ipoattivo e/o del Disturbo da Avversione Sessuale
Il DSM ha cominciato a fare chiarezza sulla confusione tra asessualità, Desiderio Sessuale Ipoattivo e Disturbo da Avversione Sessuale già nella quarta revisione (DSM IV) del 1994 e anche nell'ultima edizione (DSM V) del 2013. Il Disturbo da Avversione Sessuale è stato rimosso quest'anno perché è utilizzato troppo raramente e non ha ricerca di supporto. Nel paragrafo del Desiderio Sessuale Ipoattivo, invece, era già stato specificato nel 1994 che per essere un disturbo deve causare al paziente notevole disagio e difficoltà. Nel DSM V è stato esplicitamente aggiunto che non dovrebbe essere diagnosticato a persone che si identificano come asessuali.


Come reagiscono di solito parenti, amici e conoscenti quando una persona dimostra di non provare attrazione sessuale verso nessuno?
Le reazioni sono varie. Se una persona non è "out" come asessuale, il più delle volte riceverà pressioni sul perché è single e quando si deciderà a trovarsi un partner, o perché non esce con quella persona lì che mi sembra una brava persona, eccetera. Se è in una relazione e gli amici sentono il partner lamentarsi, magari, di non avere rapporti abbastanza spesso, la persona asessuale quasi sicuramente riceverà pressioni a riguardo, indipendentemente se è "out" o no: le verrà detto che deve soddisfare il partner sessualmente se vuole una relazione soddisfacente, se non vuole essere lasciata o tradita, indipendentemente dai suoi desideri e dalle sue inclinazioni.


E, quando si fa esplicitamente coming out come asessuali, quali sono le reazioni più comuni?
Si va dalla patologizzazione ("Hai sicuramente un problema di salute, magari ormonale!") all'inferire cause e soluzioni al "problema": "Sei stato abusato da piccolo", "E' solo perché ti sei lasciata con quella persona di recente", "Devi solo trovare la persona giusta", "Vieni a letto con me che ti faccio cambiare idea". E non mancano coloro che direttamente negano la possibilità che una persona sia asessuale: "Sei solo gay, ma non hai il coraggio di ammetterlo", "L'asessualità non esiste, te lo stai inventando", "Non è possibile che una persona non provi attrazione per nessuno, stai mentendo".


Le difficoltà sembrano molte...
Beh, questo tipo di reazioni, ovviamente, crea disagio e sconforto. Generalmente parlando, molte persone asessuali scoprono la loro identità proprio perché notano la loro differenza rispetto alle altre persone, e hanno già paura di essere le sole a sentirsi così, che non ci sia nessuno che le capisca, che ci sia qualcosa che non va in loro. Scoprire l'asessualità e l'esistenza di una comunità spesso dà una sensazione di sollievo difficile da spiegare a parole; fare coming out, dopo, con persone di cui ci si fida, e ricevere risposte come quelle che ho elencato prima, può distruggere questo senso di sollievo e portare la persona asessuale a sentirsi nuovamente a disagio con gli altri, a nascondersi, a fingere ciò che non prova.


Prima accennavi anche alle pressioni che si possono avere riguardo alla vita di coppia... Una persona asessuale può vivere serenamente una relazione romantica con una persona sessuale?

Le persone asessuali hanno gli stessi bisogni emotivi del resto della popolazione: nonostante ci siano individui asessuali che sono anche aromantici, cioè che non provano attrazione romantica, moltissime persone asessuali si identificano come etero, omo, bi o panromantiche e desiderano o vivono relazioni romantiche con altre persone asessuali o sessuali. E la maggior parte delle persone asessuali che hanno una relazione sono con un partner sessuale... In una relazione "mista", cioè asessuale con sessuale, è facile che ci siano difficoltà dal punto di vista sessuale della relazione, ma ci sono diverse soluzioni, come per ogni "problema". Credo sia anche importante ricordare che essere asessuali non significa automaticamente non essere attivi sessualmente o non essere disponibili alle richieste di un partner, e che essere sessuali non significa essere schiavi del sesso.


Esistono anche casi di discriminazioni palesi nei confronti di persone asessuali?
La comunità asessuale non ha subito lo stesso tipo di discriminazioni e violenze che le persone gay, lesbiche, trans e intersessuali hanno storicamente sofferto. Detto ciò, le persone asessuali si sentono, generalmente, vicine al movimento LGBTQI, perché anche loro soffrono molto per via dell'eterosessismo presente in società. Come gruppo, sono più invisibili di altri gruppi LGBTQI; come individui si possono sentire ugualmente isolati, soli e spaventati. Molti crescono confusi e preoccupati e si vergognano e negano la loro natura per vivere secondo le aspettative di famiglia e amici. Per questo, come altre persone queer, le persone asessuali sono più propense a soffrire di depressione. Le persone asessuali non hanno un gruppo di supporto a cui rivolgersi, se non online, ma purtroppo pochi lo sanno.


Insomma, ci sono molte esperienze comuni tra asessuali e persone LGBT...
Molti asessuali hanno subito bullismo e violenze omofobiche, perché generalmente, se una persona non è attratta dal sesso opposto, viene automaticamente classificata come gay. Le donne asessuali a volte ricevono minacce di "stupro correttivo" per farle "tornare etero", come succede anche alle donne lesbiche. Infine, ovviamente, molte persone asessuali sono trans o romanticamente attratte dallo stesso sesso: sondaggi indicano che solo circa il 30% degli asessuali si identifica come eteroromantico e che la comunità asessuale ha una percentuale di persone trans e genderqueer più elevata rispetto al resto della popolazione.

Nella nostra società il sesso e la sua rappresentazione conquistano sempre più un ruolo centrale e pubblico, diventando "una parte della vita quotidiana", come ha spiegato entusiasticamente Kevin Clarke a ilgrandecolibri.com, per il quale questo fenomeno significa liberazione e superamento del perbenismo.

Ma lo sviluppo di una "società pornografica" causa più problemi alle persone asessuali?
Rispetto alle persone sessuali, le persone asessuali hanno, in media, più difficoltà a relazionarsi a una società sesso-centrica: i media sono sempre più sessualizzati e gli asessuali possono provare indifferenza, repulsione e/o un sentimento di alienazione. Ma non sono solo le rappresentazioni mediatiche, la cultura è influenzata da questa "sessocrazia" più profondamente.

Ad esempio, la società occidentale odierna, diversamente da altri tempi e da altre culture, sembra mettere il sesso come elemento decisivo di differenziazione tra un rapporto di amicizia e una relazione romantica, anche se fa questo in un modo contraddittorio, considerando che per molti è normale pensare a relazioni di amicizia dove il sesso è incluso, ma non concepiscono una relazione romantica dove il sesso è escluso o non importante. Una persona che desidera avere una relazione romantica, e ammette che preferirebbe se non ci fosse sesso, riceve risposte che sono un misto tra derisioni e "allora vuoi solo amicizie".

Questo non ha tanto a che fare con il superamento del perbenismo, quanto con, semplicemente, uno spostamento di focus su quali atteggiamenti e valori sono rivestiti di maggiore importanza oggi. Il romanticismo e l'amore, oggi, sembrano essere indissolubilmente legati al sesso per la maggioranza delle persone.
Pier
Fonte :http://www.ilgrandecolibri.com/2013/12/ ... .html#more

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State of Mind, il giornale delle scienze psicologiche: http://www.stateofmind.it/2013/10/asessualita-2/
ASESSUALITÀ. TRA REPULSIONE E INDIFFERENZA, LONTANO DAL PIACERE.
17 Ottobre 2013
di Gessica Iannone

SE LE FORME DI RIFIUTO E DI ASTENSIONE DAL SESSO, GENERALMENTE DEFINITE COME CASTITÀ, SONO SEMPRE STATE DICHIARATE OLTRE CHE VALORIZZATE IN ALCUNE CULTURE RELIGIOSE, NEGLI ULTIMI ANNI È EMERSO L’INTERESSE SCIENTIFICO PER QUELLO CHE VUOLE ESSERE DESCRITTO COME UN FENOMENO “NUOVO”: L’ASESSUALITÀ.

La storia della sessualità è stata soprattutto storia della repressione sessuale, dei meccanismi che l’hanno socialmente designata e culturalmente tramandata, fino all’epoca della tanto attesa (e mai pienamente raggiunta) liberazione sessuale.

L’epoca moderna e post-moderna sono state poi caratterizzate dall’ipersessualizzazione, dalla diffusione della pornografia e dalla banalizzazione dell’esperienza erotica, che hanno contribuito al calo del desiderio, sia maschile che femminile, in tutte le fasce d’età. Se le forme di rifiuto e di astensione dal sesso, generalmente definite come castità, sono sempre state dichiarate oltre che valorizzate in alcune culture religiose, negli ultimi anni è emerso l’interesse scientifico per quello che vuole essere descritto come un fenomeno “nuovo”: l’asessualità.

Il primo lavoro a riscontrare un dato significativo a riguardo è stato il rapporto Kinsey:

“nell’America degli anni ’50 la percentuale di chi non esprimeva nessun interesse per i comportamenti sessuali risultava andare da1l’ 1 al 4% negli uomini e dall’ 1 al 19% nelle donne. La ricerca sul tema viene rilanciata da Anthony Bogaert, professore di psicologia nell’ università canadese di Brock , che dal 2004 fino ad oggi si è occupato di analizzare quello che ha definito come « quarto sesso », una dimensione al pari delle altre nello spettro dell’orientamento sessuale”.

Nella prima ricerca di Bogaert su un campione britannico, l’ 1,05% delle persone intervistate ha dichiarato di “non essersi sentito mai sessualmente attratto da nessuno”.

Questa risposta correlata con altri dati ha permesso di trarre le seguenti conclusioni:

in media, questa parte del campione presentava un’età più alta della media e con maggiori problemi di salute; inoltre si trattava di persone non sposate né conviventi e che, sempre rispetto alla media, avevano iniziato a fare sesso più tardi .

Queste ricerche sono state sostenute e approfondite da David Jay, fondatore nel 2001 dell’associazione Asexuality Visibility and Education Network (AVEN) che oggi conta 42 mila membri in tutto il mondo, dei quali 2 mila in Italia.

In un sondaggio internazionale realizzato da AVEN con la partecipazione di 3 mila iscritti, il 28% ha ammesso di cedere alle richieste sessuali del partner occasionalmente, il 17% di farlo regolarmente e il 25% di rimanere fermo sulle proprie posizioni.

Mentre al pensiero di immaginarsi durante un atto sessuale il 17% ha provato repulsione totale, il 38% repulsione moderata e il 27% indifferenza.
Messaggio pubblicitarioQuesti dati, insieme alle interviste e ai racconti di vita, vengono presentati da AVEN in pubblicazioni e convegni, con l’intento di “informare chi non prova pulsioni sessuali e raggiungerlo perchè non si senta solo e diverso; educare le persone sia asessuali sia non, aiutandole ad approfondire la propria conoscenza del fenomeno; aumentare la visibilità per una futura integrazione tra stili di vita diversi”.

Lo scopo primario sembra quindi essere il riconoscimento sociale di una “categoria di persone” che vuole rimanere svincolata ma anche accettata dalle altre. Il proclamo è l’ orgoglio di vivere questa condizione non come una scelta ma come un orientamento sessuale, al pari di quello eterosessuale, omosessuale e bisessuale.

In una società nella quale avere una sessualità attiva e regolare è assimilata alla normalità, l’asessualità non vuole essere annessa a un trauma o ad una patologia.

Certamente le novità più recenti sono il coming out delle persone che si definiscono asessuali, con la voglia di sostenere le proprie motivazioni nonchè, soprattutto nei mass media, con il bisogno di conoscersi e di riconoscersi.

Come riflessione sulle ultime pubblicazioni in merito e sull’invito alla sessuologia ad assumere il punto di vista asessuale, in un gioco di specchi fra la follia della sessualità e la follia dell’asessualità, viene da spostare il focus della discussione dalla mancanza d’interesse per il sesso all’assenza del piacere.

Mi piace ricordare le parole di Foucault, che in una intervista del 1978 affermava:

“Credo che sia molto difficile intraprendere una lotta nei termini della sessualità senza, a un certo punto, trovarsi intrappolati da nozioni come quelle di malattia della sessualità, patologia della sessualità, normalità della sessualità.” Per preservare la sessualità, nel corso della sua opera Foucault aveva spostato l’obiettivo sul piacere, prendendolo come “un semplice evento, un evento che si produce, che si produce al limite del soggetto, o tra due soggetti”.

Il piacere, dunque, questo semplice evento che si verifica o non si verifica, concerne soprattutto se stessi e, nella condivisione diventa la caratteristica prima della relazione con l’altro.

Data per raggiunta la legittimità e la legittimazione dell’asessualità, c’è una domanda che rimane ancora senza risposta: dov’è il piacere?

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