Perché è così importante definire la propria asessualità?

Per tutto ciò che riguarda l'asessualità e gli asessuali.
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elbeis
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Perché è così importante definire la propria asessualità?

Messaggio da elbeis »

Ho fatto un giro sul sito e leggendo vari interventi ho appreso qualche nozione su come gli asessuali vivono le relazioni, l'amore eccetera. E in effetti vi sono un sacco di sfumature, davvero tante, chi odia il contatto fisico, chi solo in alcuni casi, chi bacia volentieri, chi solo quando gli gira, chi pratica autoerotismo chi no, chi è romantico chi invece del tutto aromantico, insomma, le combinazioni sono quasi infinite.

E da qui nasce la mia curiosità. Perchè è importante dare una definizione ad ognuna di queste possibilità?

Faccio l'esempio di un sessuale, visto che è un mondo che conosco molto bene.
Mettiamo caso, faccio proprio la lista delle caratteristiche:
- ha una libido da un giorno si e uno no
- ama fare sesso negli orari pomeridiani, la sera già un po' meno, la mattina manco morto
- gli piace il bondage
- pratica sesso solo se è innamorato o se sente una fiducia profonda con il partner
- non pratica sesso orale
- parla in modo volgare durante il sesso

Questa persona, pur conoscendo molto bene la proprio sessualità e i propri gusti, e potendo descriverli e parlarne, non si sognerebbe mai di creare definizioni del tipo
sono un sessuale un di sì uno no - pomeridiansex - bdsm - sexonlyinlove - noorale - vulgar activity

Non so se ho reso l'idea, quando ho letto la lista delle definizioni, sono rimasto a bocca aperta, cioè, mi sono proprio chiesto qual è lo scopo di definire in modo così dettagliato ogni possibile sfumatura della propria sessualità o asessualità.

Quindi riassumendo, qual è il bisogno che vi spinge a dover dare una definizione ad ogni singola possibilità?

Grazie.

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Trinny
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Re: Perché è così importante definire la propria asessualità

Messaggio da Trinny »

Mi associo alla domanda. Ottima. Non avrei saputo fare di meglio.

Stai esprimendo la stessa impressione che ho avuto io appena entrata in questo forum. Nel mio caso ho cominciato a fare domande più specifiche su aspetti parziali di tutte le varie "etichette" ma, davvero, questa tua domanda elbeis va dritta ad un punto fondamentale.... Perché definire così tanto i minimi aspetti dell'asessualità ?
È vero, noi "sessuali" non lo facciamo.....a volte sembra quasi che, paradossalmente, diamo meno importanza al sesso rispetto agli asex.
Infatti nel mio profilo ho specificato "femmina" e per me si deve capire tutto con una parola sola :lol:

(l'ultima frase è una battuta, ma ha anche un senso serio)

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Trinny
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Re: Perché è così importante definire la propria asessualità

Messaggio da Trinny »

:D Pomeridiansex mi fa troppo ridere :D

Asphyxia
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Re: Perché è così importante definire la propria asessualità

Messaggio da Asphyxia »

.
Ultima modifica di Asphyxia il sab dic 20, 2014 11:59 am, modificato 1 volta in totale.

eirikur
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Re: Perché è così importante definire la propria asessualità

Messaggio da eirikur »

Premesso che sono convinto che di categorie ce ne siano troppe, sia come orientamento sessuale sia come orientamento romantico.
Premesso che diverse categorie sono (a mio parere) puramente concettuali e quindi "inutili"
Premesso che diverse categorie hanno interpretazioni diverse anche fra due stessi individui che le usano, a riprova di quanto siano fumose.

Premesso tutto questo, bisogna considerare anche quanto segue.

Primo, le categorie o "etichette" possono servire a chi le usa, per definirsi, per darsi una identità, per farsi chiarezza con se stessi.

Secondo, tu non hai bisogno di definizioni perché mai nessuno ti chiederà conto di quello che sei. Non hai bisogno di dire che hai attrazione sessuale, in quanto viene dato per scontato. Se tu dici di avere attrazione sessuale, nessuno si stupisce e ti chiede spiegazioni. Se io invece dico di non avere attrazione sessuale, la gente si stupisce, si chiede come sia possibile, non ci crede, chiede spiegazioni; è allora che le definizioni possono essere di aiuto.

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Caos
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Re: Perché è così importante definire la propria asessualità

Messaggio da Caos »

Diciamo che la penso come eirikur, alle volte le definizioni sono troppe e rischiano di aggiungere casino al casino, tuttavia pare le cose inizino ad esistere veramente nel momento in cui le si da' un nome.
Un giorno spero seriamente che nessuno ne debba più averne bisogno, intanto se servono ok.
Poi va detto che, qui sul forum, ci sono le discussioni di persone che hanno letteralmente appena scoperto un mondo, quindi il tutto è molto più entusiasta e visto da fuori può fare uno strano effetto :D
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Bianca
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Re: Perché è così importante definire la propria asessualità

Messaggio da Bianca »

Asp, come riesci a concentrare tu il mio pensiero, non ci riesce nessuno!
Quando sono entrata qui e ho cominciato a leggere tutte le sottosottodefinizioni delle sottodefinizioni, ho pensato di essere entrata in manicomio.....poi mi sono trovata bene, ho capito che forse mi avrebbero curata e allora sono rimasta.

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Esmeralda
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Re: Perché è così importante definire la propria asessualità

Messaggio da Esmeralda »

Le varie etichette, che secondo me sono troppe e tra di esse alcune superflue (tipo quella che riguarda l' identità di ''cisgender'' cioè chi è biologicamente donna e si sente anche tale e viceversa per gli uomini) servono ad inquadrare un ''fenomeno'' poco conosciuto come l' asessualità e soprattutto permettono a chi non sa se è o non è asessuale, di orientarsi in questo universo.

Uno può scoprire, ad esempio, che appartiene all' area grigia anche se prova attrazione sessuale verso qualcuno che lo prende ''mentalmente'' o con cui stabilisce una relazione profonda. Tu potrai ribattere che lui continuerà ad essere ciò che è a prescindere dall' etichetta che possiamo affibiargli, e questo è vero ma fai conto che è proprio una caratteristica della natura umana classificare lo scibile per comprenderlo meglio.

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The Wayward Fox
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Re: Perché è così importante definire la propria asessualità

Messaggio da The Wayward Fox »

È vero che a volte si rischia di creare troppe categorie, ma per il momento sono utili eccome. Un giorno, forse, non ci sarà più bisogno di tante spiegazioni e cadranno in disuso. Ma, ad oggi, io mi sono res* conto di quanto fosse funzionale avere un ampio lessico quando ho spiegato ai miei amici le basi dell'asessualità.
Per dire, una mi ha chiesto se gli asessuali non provassero impulsi sessuali, e io le detto che esistono asessuali con una libido, i libidoisti, e asessuali che non ce l'hanno, i non-libidoisti. U'altra mi ha chiesto se gli asessuali provassero sentimenti romantici, e io le risposto che alcuni sono attratti romanticamente da altre persone, gli etero/omo/biromantici, e altri no, gli aromantici. Un altro ancora mi ha domandato cosa succede se un asessuale fa coppia con una persona che non lo è, e io gli spiegato che esistono asessuali che non scenderebbero mai a compromessi perché insofferenti nei confronti del sesso, i repulsi, e altri che invece sono disposti a farlo, gli indifferenti. Hanno tutti espresso grande meraviglia nel realizzare che l'universo asessuale fosse molto, molto più vario di quanto si aspettassero.
C'è da dire, inoltre, che il lessico originale di AVEN è in inglese. Non so se sia solo una mia impressione, ma ho notato che chi parla la lingua d'Albione tende molto più di noi a inventare neologismi per rendere concetti che forse noi ci limiteremmo a esprimere con una perifrasi.
(tipo quella che riguarda l' identità di ''cisgender'' cioè chi è biologicamente donna e si sente anche tale e viceversa per gli uomini)
Esmeralda, sei andata a pescare proprio un'etichetta che non fa parte del lessico dell'asessualità :lol: “Cisgender” è nato in opposizione a transgender perché la particella latina cis- significa “dalla stessa parte”, al contrario di trans- che implica il passaggio. È un'opposizione già usata in ambito geografico (es. Gallia Cisalpina e Gallia Transalpina; Repubblica Cisalpina e Repubblica Transalpina) e, credo, geometrico. “Cisgender” è nato in seno agli studi di genere e alla sessuologia, non si usa soltanto su AVEN. Una volta ho letto un articolo sulla moda (non ho idea di come ci fossi finit*) che parlava di donne cisgender, per esempio. Il lessico riguardante l'identità di genere non è parte integrante di quello dell'asessualità: suppongo che sia stato riportato perché AVEN si pone come ambiente trans-friendly e c'è molta disinformazione sull'argomento.
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animapura
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Re: Perché è così importante definire la propria asessualità

Messaggio da animapura »

rientrare in una determinata "categoria" serve per fare chiarezza con se stessi, non per "sbandierare" ai quattro venti la categoria stessa a cui si appartiene.
nel mio caso ad esempio posso dire che le due parole che mi rappresentano (asessuale etero-platonica) sono la sintesi di un percorso di autoanalisi che è inizato con l'adolescenza, quindi almeno una quindicina di anni, pensa un pò.
riuscire a capire me stessa per me è stata una fonte di sollievo che dall'esterno non si potrà mai capire, me ne rendo conto. Però è così.
I sessuali non hanno bisogno di definizioni perchè l'attrazione sessuale (per lo stesso sesso o per l'altro sesso) offre comunque una "base" di appoggio...per me che sono non solo asessuale ma anche etero-platonica immagina come deve essere difficile trovare una "base" di appoggio per muovermi nella società.

Immagina un pò come deve sentirsi una ragazza come me che non vuole essere corteggiata perchè sente che non "è nella sua natura" però sta alla costante di punti di riferimento emotivi nell'altro sesso.

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ZilRaag
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Re: Perché è così importante definire la propria asessualità

Messaggio da ZilRaag »

E' vero: troppe etichette creano casino. Per chi le legge.
Immaginatevi che casino deve essere per chi, con quelle "etichette" ci deve vivere!
Almeno il gusto di non sentirsi rispondere "naah! Troppo casino! Scegline al massimo tre".
Siamo a discutere di orientamenti, non dal gelataio, dovrebbe essere una cosa seria.
"Capire le differenze" (potrei scrivere su Repubblica, dopo questa frase) è complicato, perché si entra nella vita degli altri. L'alternativa è fregarsene, come fa la maggior parte della popolazione e considerare gli altri come "strani" e "malati".
E non si può dire che alcune differenze esistano ed altre no, solo perché sono minoritarie, o perché la loro somma sia complicata da capire.

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Re: Perché è così importante definire la propria asessualità

Messaggio da LikeNumbers96 »

Le varie sfumature sessuali o asessuali servono soltanto a dare più informazioni riguardo al proprio orientamento, in maniera veloce.
Nella società in cui viviamo, il sesso è considerato "sacro"...ma paradossalmente parlando è anche considerato un tabù...ti invogliano a fare sesso, a procreare...ma allo stesso tempo si scandalizzano se dici la parola "sesso" a tavola...ma questo è un altro discorso...però, proprio per il fatto che per la società il sesso è importante, per le persone è importante quindi definire la propria sessualità.

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elbeis
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Re: Perché è così importante definire la propria asessualità

Messaggio da elbeis »

Ok, ho letto diversi punti di vista e vi ringrazio per espormeli, mi fa piacere che alcuni asessuali come asphixia, eirikur, caos e esmeralda trovino che ci sia qualcosa di "esagerato" nelle definizioni, perchè così comprendo che in effetti anche nelle persone di questo mondo esistono dei dubbi a riguardo.
C'è da dire che restano molti dubbi sulle varie risposte, ve li scrivo qui sotto.
Se io invece dico di non avere attrazione sessuale, la gente si stupisce, si chiede come sia possibile, non ci crede, chiede spiegazioni; è allora che le definizioni possono essere di aiuto.
Davvero è in funzione di quello che gli altri possano pensare? mi viene allora da chiederti, e senza alcun giudizio nè insinuazione: essere asessuali è motivo di scarsa autostima, di sentirsi inferiori agli altri al punto di doversi giustificare?

alle volte le definizioni sono troppe e rischiano di aggiungere casino al casino
e detto da caos ha il suo perché ;)
pare le cose inizino ad esistere veramente nel momento in cui le si da' un nome.
Non sono d'accordo, ad esempio in tedesco esiste una parola per definire il "godere quando gli altri perdono", noi non abbiamo questa parola, ma il concetto ci è perfettamente chiaro lo stesso. Ci sono molti altri esempi.
Esistono per chi? Per chi le sente? Ma se le senti esistono anche senza dar loro un nome. Allora è per gli altri? E ricadiamo nel concetto espresso prima, se ho voglia di fare sesso una volta al mese e solo se sono innamorato....tanto piacere, perchè sentirsi diversi? perchè doversi etichettare "sono un demisessuale greyA romantico" (scusate se è una definizione inesatta), boh, proprio non ci arrivo....
I sessuali non hanno bisogno di definizioni perchè l'attrazione sessuale (per lo stesso sesso o per l'altro sesso) offre comunque una "base" di appoggio...per me che sono non solo asessuale ma anche etero-platonica immagina come deve essere difficile trovare una "base" di appoggio per muovermi nella società.

Immagina un pò come deve sentirsi una ragazza come me che non vuole essere corteggiata perchè sente che non "è nella sua natura" però sta alla costante di punti di riferimento emotivi nell'altro sesso.
Animapura, mi puoi fare un esempio che ti è capitato, perché credo di non aver afferrato il concetto di "base" di appoggio. Ti ringrazio.
Ma, ad oggi, io mi sono res* conto di quanto fosse funzionale avere un ampio lessico quando ho spiegato ai miei amici le basi dell'asessualità.
Per dire, una mi ha chiesto se gli asessuali non provassero impulsi sessuali, e io le detto che esistono asessuali con una libido, i libidoisti, e asessuali che non ce l'hanno, i non-libidoisti. U'altra mi ha chiesto se gli asessuali provassero sentimenti romantici, e io le risposto che alcuni sono attratti romanticamente da altre persone, gli etero/omo/biromantici, e altri no, gli aromantici. Un altro ancora mi ha domandato cosa succede se un asessuale fa coppia con una persona che non lo è, e io gli spiegato che esistono asessuali che non scenderebbero mai a compromessi perché insofferenti nei confronti del sesso, i repulsi, e altri che invece sono disposti a farlo, gli indifferenti. Hanno tutti espresso grande meraviglia nel realizzare che l'universo asessuale fosse molto, molto più vario di quanto si aspettassero.
C'è da dire, inoltre, che il lessico originale di AVEN è in inglese. Non so se sia solo una mia impressione, ma ho notato che chi parla la lingua d'Albione tende molto più di noi a inventare neologismi per rendere concetti che forse noi ci limiteremmo a esprimere con una perifrasi.
Ok, è funzionale nell'esporlo a gente, quello che mi stupisce è che in fondo si è parlato di terzi, o di una sorta di "mondo", nel senso, non è sufficiente parlare di te e dire i tuoi gusti? Per te mi viene allora la domanda: "c'è un bisogno di appartenenza nelle definizioni?"
Poi, si, gli anglofoni sono specialisti, quello che mi interessa è capire se da italiano lo consideri qualcosa di buono o no, cioè, per te è meglio la definizione o la perifrasi?

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Celeste
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Re: Perché è così importante definire la propria asessualità

Messaggio da Celeste »

Concordo che le definizioni siano tante.
Ma come potremmo dire che sono troppe? Con il parametro di chi? Di chi vive nella condizione della maggioranza e a cui basta molto sinteticamente definire gli altri "diversi da me"?
Chi vive nello spettro dell'asessualità si è sempre sentito "diverso", in un modo che magari non riusciva a identificare e definire. Diverso dal gruppo sociale in cui si trovava, ovviamente, a causa del confronto con gli altri. Il confronto e il riconoscimento con e da parte del gruppo sono bisogni dell'essere umano, possiamo farci belli dicendo che l'essere riconosciuti e accettati dagli altri non conta nulla ma semplicemente non è vero. A meno che non si tratti di un asociale, e allora sì, non gli importerà nulla del riconoscimento altrui.

Chi vive nell'eteronormatività questo non lo capisce, perchè il riconoscimento degli altri come "simile" ce l'ha in tasca fin dalla nascita. Non ha mai provato cosa significhi non averlo, non ne può avere idea. E allo stesso modo non può capire perchè chi non si trova nella sua condizione ne senta la necessità (questo topic lo dimostra).

Le definizioni servono a chi si è sempre sentito "al di fuori", parte di nulla, non parte del gruppo in cui viveva, non parte di quello che si vedeva attorno. Gli servono per poter dare finalmente forma e contorni al suo modo di essere, in un modo finalmente definito e "reale", perchè lo rendono simile ad altri. Io non vado a recitare in giro le mie etichette imparate a memoria come una preghierina della sera, ma le rivendico come mia identità. Qualcuna è superflua? Chissenefrega.

Quando Fox dice che le etichette *l* sono servite per definirsi con i suoi amici, non significa che ha spostato l'accettazione di sè da sè stess* agli altri. L'accettazione di sè l'ha già ottenuta, cerca solo di essere riconosciut* dal suo gruppo in modo definito, con tutte le sfaccettature che il suo essere uman* comporta.
Come l'avrebbe presa se, mentre era lì intent* a spiegare la complessità che vive ogni giorno, qualcuno le avesse risposto "ma sì, non sei come me, ok, nessun problema". Anche questa sarebbe stata accettazione, ma sicuramente non comprensione, nè sarebbe stato un mettersi realmente in condizione di comprendere la sua natura.

E se sembrano "tante" adesso, pensiamo che le definizioni sono perennemente in divenire: pochi anni fa quelle che leggiamo qui non esistevano neanche, ma persone hanno lavorato per crearcele, dare loro dignità e regalarcele, perchè dessero sollievo ad altre persone. Fa piacere sapere che anni di studi di genere e sugli orientamenti sono considerati "inutili" da chi vive dalla parte della norma, ma sinceramente non mi stupisce.
Sono tante, ma tranquillizzatevi, non sono finite: se un nuovo utente entra qui alla ricerca di un qualcosa in cui finalmente potersi identificare, e non trova una definizione adatta, perchè non può crearsela o cercarsela altrove? Il caso sollevato da animapura in questa discussioneè emblematico: perchè definire le persone solo in base all'orientamento sessuale e a quello romantico, quando ci sono degli aromantici che riconoscono in sè un'attrazione precisa per un genere, ma non di tipo romantico? Chi deve valutarne la superfluità, chi non ci ha mai pensato o chi quella condizione la vive?
E se allo stesso modo arrivasse un domani un altro utente che non si riconosce ancora in nessuna definzione, cosa gli dovremmo rispondere? Guarda, le etichette sono già tante, abbiamo chiuso le liste, trovatene una che sia il più simile possibile a come ti senti e fattela bastare...?
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Nè più mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede.

eirikur
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Re: Perché è così importante definire la propria asessualità

Messaggio da eirikur »

elbeis ha scritto:...
Se io invece dico di non avere attrazione sessuale, la gente si stupisce, si chiede come sia possibile, non ci crede, chiede spiegazioni; è allora che le definizioni possono essere di aiuto.
Davvero è in funzione di quello che gli altri possano pensare? mi viene allora da chiederti, e senza alcun giudizio nè insinuazione: essere asessuali è motivo di scarsa autostima, di sentirsi inferiori agli altri al punto di doversi giustificare?

...

cosa c'entra il sentirsi inferiori? Non è una questione di autostima, né del doversi giustificare, è semplicemente una questione di spiegare delle cose quando te le chiedono. Si, si potrebbe usare una perifrasi, ma perché non dare un nome ad una situazione?

Ma poi ti domando... tu giri con un mezzo di trasporto a quattro ruote destinato al trasporto umano spinto da un motore a combustione interna a ciclo Otto, oppure giri in una automobile a benzina?

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