Ho comprato i tappi per le orecchie per andare in autobus sperando che attutiscano la musica di quelli che ignorano l'esistenza degli auricolari per non smartellare musicalmente le palle agli altri presenti cercavo un grosso tappo per attutire i pensieri e non l'ho trovato e un grosso tappo da infilare in bocca a chi stra parla e non articola il linguaccio insieme al cervello
..Ho bisogno di credere che qualcosa di straordinario sia possibile..
Pure equino ! vabbuò via c'è sempre una prima volta per tutto.. già devo cavalcare a pelo l'unicorno senza sella.. già che ci sono mi giro e to lì, mi evito il dildo. Vado di natura, sono animalista io.
..Ho bisogno di credere che qualcosa di straordinario sia possibile..
Sinceramente mi sono sempre chiesto come mai, nella nostra società, si fatichi a fare veramente silenzio: sembra quasi che se ne voglia fuggire.
Se ho del tempo libero e sono sui mezzi pubblici, metto le cuffie e ascolto altro; durante lunghi viaggi, invece che scambiare qualche parola con chi mi è vicino, leggo un libro oppure, anche lì, tornano le cuffie. E lo stesso vale se faccio sport, tipo la corsa. O anche se devo riordinare casa, andare a fare compere, o lavare l'auto. Ho detto "io" per non dire che la maggioranza delle persone fa così, ma credo che si sia capito.
Per non parlare del fatto che, volenti o nolenti, facciamo sempre pensieri abbastanza articolati: nessunə di noi "stacca mai il cervello" e difficilmente si sta in una condizione di inattività.
Vi chiedo quindi: è possibile che non facciamo mai veramente "silenzio" per paura di guardare dentro noi stessə? C'è una celebre frase di Seneca che dice: "mutano i cieli sotto i quali ti trovi, ma non la tua condizione interiore; perché sono con te le cose da cui cerchi di fuggire". Non è "nascondendo la polvere sotto il tappeto" che si può fingere che non esista, e lo stesso vale per tutto ciò che ci ha segnato, nel bene e nel male.
Che riflessioni vi suscitano tali parole? Un saluto a tuttə.