Violenza sulle donne
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Violenza sulle donne
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- gio74
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Re: Violenza sulle donne
Premettendo sempre che un uomo che usa violenza verso la donna è un pezzo di merda senza se e senza ma, la tua domanda è giusta, e anzi ci sarebbe da capire anche il perché, molte donne, anche dopo aver ricevuto violenza, continuino a difendere i loro uomini
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Re: Violenza sulle donne
Sposto nell'angolo dei dibattiti
"Che cos'è la castità? Non è la castità una follia? Ma questa follia venne a noi e noi ad essa. Noi abbiamo offerto a questa ospite albergo e cuore: ora essa dimora in noi - e ci resti finche vuole!"
-Così parlò Zarathustra-
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Re: Violenza sulle donne
Klo, si è un argomento un po' tabù.. Sai mi preoccupa vedere che sempre più si stia dando una sproporzionata attenzione mediatica a questo ed altri temi relativi a vittimizzare la donna; Temo non stia portando ad un maggiore uguaglianza, ma al contrario maggiore conflitto e quindi disparità fra i sessi;
Certamente, più che vittimizzare sarebbe si utile per tutti, uomini come donne, educare a valutare meglio rischi e segnali di pericolo di qualsiasi situazione potenzialmente violenta (violenza fisica o psicologica), senza però cadere nella paranoia, pregiudizio e discriminazione, e per farlo si deve osservare il problema nella sua complessità;
Quella della vittima assoluta è una posizione comoda, ma che non aiuta a evolvere.
Perché questa distinzione? Appena un paio di giorni fa si parlava di uguale trattamento per uomini e donne, quindi perché questa distinzione sulla base del sesso?
Certamente, più che vittimizzare sarebbe si utile per tutti, uomini come donne, educare a valutare meglio rischi e segnali di pericolo di qualsiasi situazione potenzialmente violenta (violenza fisica o psicologica), senza però cadere nella paranoia, pregiudizio e discriminazione, e per farlo si deve osservare il problema nella sua complessità;
Quella della vittima assoluta è una posizione comoda, ma che non aiuta a evolvere.
gio74 ha scritto:Premettendo sempre che un uomo che usa violenza verso la donna è un pezzo di merda senza se e senza ma
Perché questa distinzione? Appena un paio di giorni fa si parlava di uguale trattamento per uomini e donne, quindi perché questa distinzione sulla base del sesso?
"Che cos'è la castità? Non è la castità una follia? Ma questa follia venne a noi e noi ad essa. Noi abbiamo offerto a questa ospite albergo e cuore: ora essa dimora in noi - e ci resti finche vuole!"
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Re: Violenza sulle donne
L'innamoramento è uno stato in cui, difficilmente si riesce ad essere obiettivi.
Infatti, si dice che chi ama veramente, di fronte a cento motivi per andarsene, ne trova sempre uno per rimanere.
Assodato questo, bisogna vedere quali sono gli elementi che le donne dichiarano di cercare in un uomo.
Da molto tempo io effettuo piccole interviste a donne sotto i 40 anni, single o che si accompagnano a qualcuno, rivestendo i ruoli più differenti.
a) Bello, deve essere bello; a volte aggiungono: con un bel fisico.
b) Deve avere disponibilità economiche, essere generoso in regali, cene e divertimenti. Dove prenda il denaro, non ha una grande importanza.
c) Al terzo posto, deve avere buone capacità amatorie.
E' chiaro che, finchè i criteri seguiti per frequentare un uomo sono questi, che la relazione non presenti imprevisti, è come vincere un terno al lotto.
In effetti, come dice Klo, l'uomo violento, qualche avvisaglia prima di strozzarti o darti fuoco, la dà.
Resta il fatto che, magari, se soddisfa i tre criteri suddetti, si è disposte a guardarlo con maggiore indulgenza e far finta di non vedere quando fa il gesto di dare un ceffone senza darlo, di non sentire quando insulta, alza la voce, usa espressioni volgari.
La violenza, non deve proprio esistere, nè da una parte, nè dall'altra.
Fisica o verbale che sia, non deve essere tollerata in un rapporto, che sia d'amore, di amicizia, di semplice conoscenza.
Infatti, si dice che chi ama veramente, di fronte a cento motivi per andarsene, ne trova sempre uno per rimanere.
Assodato questo, bisogna vedere quali sono gli elementi che le donne dichiarano di cercare in un uomo.
Da molto tempo io effettuo piccole interviste a donne sotto i 40 anni, single o che si accompagnano a qualcuno, rivestendo i ruoli più differenti.
a) Bello, deve essere bello; a volte aggiungono: con un bel fisico.
b) Deve avere disponibilità economiche, essere generoso in regali, cene e divertimenti. Dove prenda il denaro, non ha una grande importanza.
c) Al terzo posto, deve avere buone capacità amatorie.
E' chiaro che, finchè i criteri seguiti per frequentare un uomo sono questi, che la relazione non presenti imprevisti, è come vincere un terno al lotto.
In effetti, come dice Klo, l'uomo violento, qualche avvisaglia prima di strozzarti o darti fuoco, la dà.
Resta il fatto che, magari, se soddisfa i tre criteri suddetti, si è disposte a guardarlo con maggiore indulgenza e far finta di non vedere quando fa il gesto di dare un ceffone senza darlo, di non sentire quando insulta, alza la voce, usa espressioni volgari.
La violenza, non deve proprio esistere, nè da una parte, nè dall'altra.
Fisica o verbale che sia, non deve essere tollerata in un rapporto, che sia d'amore, di amicizia, di semplice conoscenza.
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Re: Violenza sulle donne
Quello della violenza sulle donne (vale anche l'inverso, se pur statisticamente meno frequente, la violenza sugli uomini) è argomento complesso, e quanto mai trascurato.
Bravo, aprire un thread sull'argomento è più che mai utile.
Anzitutto andrebbero individuati i due tipi di violenza, quella fisica, palese, e quella morale, più insidiosa e subdola. Possono coesistere, spesso la violenza morale conduce in ultima analisi alla costrizione fisica sino alla eliminazione della vittima.
È un argomento che trova riscontra scarso interesse nella società, salvo i moti di sdegno all'ennesimo tragico episodio; oltre ad essere di difficile percezione si tende generalmente a sminuirla o ad ignorarla.
Di base sussiste sempre un disturbo patologico della personalità, ad esempio il disturbo narcisistico della personalità. Si trovano diversi forum di vittime di narcist* patologici, possono essere utili per aver un'idea di cosa si tratta e quali implicazioni comporta.
Una cosa importante da comprendere è che il comportamento masochista della vittima, apparentemente contro ogni logica e buon senso, si spiega con il classico ben noto "principio" della rana bollita: questa, posta in una pentola, resta tranquilla e non si accorge che l'acqua si sta scaldando, posto che il riscaldamento sia graduale, sino a che essa bolga. Trasposto: un* pervers* è una persona, spesso dotata di intelletto fine, estremamente insicur*, che possiede una abilità fuori comune nell'incantare, circuire, ammaliare la vittima, nascondendo la propria indole, esperto nel conquistarne la fiducia ed a manipolarla subdolamente, gradualmente, senza che essa se ne accorga. Una forte, tronfia dipendenza emotiva viene instaurata e mantenuta in vita con le buone (leggasi manipolazione) o, se la vittima dovesse mostrare segni di insofferenza o ribellione, con la forza.
Va considerato che alcuni meccanismi di manipolazione sono comuni anche senza la presenza di una patologia; restando nell'ambito relazionale-affettivo: primo fra tutti la gelosia: rivela insicurezza, indubbiamente non auspicabile in un rapporto a due (o più, visto il diffondersi della poliamoria), oltre a condurre a forme più o meno ossessive di controllo e possesso. Ancora: il bisogno, ritenuto quasi quale orpello imprescindibile nei rapporti ("ho bisogno di te", "senza te non posso vivere" e cosi via) che in ultima analisi null'altro è che un ricattare egoisticamente il prossimo. Ancora, i non detti, le mezze verità, le menzogne, tutti strumenti di manipolazione comunicativa. Per non parlare degli stramaledetti sensi di colpa, in molti casi indotti, anche inconsapevolmente, e forieri di sofferenza psichica (qua subentra la relazione tra masochismo, panico e depressione). Chi pensa criticamente a queste dinamiche ed alle implicazioni, diffuse nella quotidianità e pertanto bene o male accettate come normali, se non imprescindibili? Ecco perchè l'argomento "violenza morale" risulta sfuggente ed apparentemente non spiegabile.
Anche per questo si sentirà sempre la risposta balorda "era una bravo ragazzo", "era una persona così intelligente e disponibile", ecc. ecc. ecc.. Il fattaccio risalta, sdegna, commuove, ma non porta quasi mai a riflessioni critiche. Aggiungendo l'acuita misoginia, risultante da una diffusa insicurezza maschile alle prese con donne più indipendenti, meno "docili", si aggiungano anche le attuali battaglie femministe muro contro muro, che vedono spesso l'uomo quale problema a prescindere. La separazione, minacciata o attuata, fa scattare la molla della violenza fisica in quanto coincidente con la ribellione della vittima, che un pervers* non può accettare.
L'argomento merita una trattazione più approfondita e dettagliata, cosa che esula dalle mie capacità. A chi interessa approfondire consiglio il libro di Marie-France Hirigoyen, "Molestie morali. La violenza perversa nella famiglia e nel lavoro", di agevole lettura che offre una analisi lucida ed utili risposte al quesito "è possibile distruggere qualcuno anche soltanto con le parole, gli sguardi, i sottintesi?"
Bravo, aprire un thread sull'argomento è più che mai utile.
Anzitutto andrebbero individuati i due tipi di violenza, quella fisica, palese, e quella morale, più insidiosa e subdola. Possono coesistere, spesso la violenza morale conduce in ultima analisi alla costrizione fisica sino alla eliminazione della vittima.
È un argomento che trova riscontra scarso interesse nella società, salvo i moti di sdegno all'ennesimo tragico episodio; oltre ad essere di difficile percezione si tende generalmente a sminuirla o ad ignorarla.
Di base sussiste sempre un disturbo patologico della personalità, ad esempio il disturbo narcisistico della personalità. Si trovano diversi forum di vittime di narcist* patologici, possono essere utili per aver un'idea di cosa si tratta e quali implicazioni comporta.
Una cosa importante da comprendere è che il comportamento masochista della vittima, apparentemente contro ogni logica e buon senso, si spiega con il classico ben noto "principio" della rana bollita: questa, posta in una pentola, resta tranquilla e non si accorge che l'acqua si sta scaldando, posto che il riscaldamento sia graduale, sino a che essa bolga. Trasposto: un* pervers* è una persona, spesso dotata di intelletto fine, estremamente insicur*, che possiede una abilità fuori comune nell'incantare, circuire, ammaliare la vittima, nascondendo la propria indole, esperto nel conquistarne la fiducia ed a manipolarla subdolamente, gradualmente, senza che essa se ne accorga. Una forte, tronfia dipendenza emotiva viene instaurata e mantenuta in vita con le buone (leggasi manipolazione) o, se la vittima dovesse mostrare segni di insofferenza o ribellione, con la forza.
Va considerato che alcuni meccanismi di manipolazione sono comuni anche senza la presenza di una patologia; restando nell'ambito relazionale-affettivo: primo fra tutti la gelosia: rivela insicurezza, indubbiamente non auspicabile in un rapporto a due (o più, visto il diffondersi della poliamoria), oltre a condurre a forme più o meno ossessive di controllo e possesso. Ancora: il bisogno, ritenuto quasi quale orpello imprescindibile nei rapporti ("ho bisogno di te", "senza te non posso vivere" e cosi via) che in ultima analisi null'altro è che un ricattare egoisticamente il prossimo. Ancora, i non detti, le mezze verità, le menzogne, tutti strumenti di manipolazione comunicativa. Per non parlare degli stramaledetti sensi di colpa, in molti casi indotti, anche inconsapevolmente, e forieri di sofferenza psichica (qua subentra la relazione tra masochismo, panico e depressione). Chi pensa criticamente a queste dinamiche ed alle implicazioni, diffuse nella quotidianità e pertanto bene o male accettate come normali, se non imprescindibili? Ecco perchè l'argomento "violenza morale" risulta sfuggente ed apparentemente non spiegabile.
Anche per questo si sentirà sempre la risposta balorda "era una bravo ragazzo", "era una persona così intelligente e disponibile", ecc. ecc. ecc.. Il fattaccio risalta, sdegna, commuove, ma non porta quasi mai a riflessioni critiche. Aggiungendo l'acuita misoginia, risultante da una diffusa insicurezza maschile alle prese con donne più indipendenti, meno "docili", si aggiungano anche le attuali battaglie femministe muro contro muro, che vedono spesso l'uomo quale problema a prescindere. La separazione, minacciata o attuata, fa scattare la molla della violenza fisica in quanto coincidente con la ribellione della vittima, che un pervers* non può accettare.
L'argomento merita una trattazione più approfondita e dettagliata, cosa che esula dalle mie capacità. A chi interessa approfondire consiglio il libro di Marie-France Hirigoyen, "Molestie morali. La violenza perversa nella famiglia e nel lavoro", di agevole lettura che offre una analisi lucida ed utili risposte al quesito "è possibile distruggere qualcuno anche soltanto con le parole, gli sguardi, i sottintesi?"
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Re: Violenza sulle donne
Condivido, per esperienza personale posso solo confermare: se pur statisticamente i casi di violenza fisica e morale che colpiscono le donne sono più rilevanti, le perversioni, è di questo che si parla, NON sono appannaggio di un genere o di un altro.AnDieWelt ha scritto:Klo, si è un argomento un po' tabù.. Sai mi preoccupa vedere che sempre più si stia dando una sproporzionata attenzione mediatica a questo ed altri temi relativi a vittimizzare la donna; Temo non stia portando ad un maggiore uguaglianza, ma al contrario maggiore conflitto e quindi disparità fra i sessi;
Certamente, più che vittimizzare sarebbe si utile per tutti, uomini come donne, educare a valutare meglio rischi e segnali di pericolo di qualsiasi situazione potenzialmente violenta (violenza fisica o psicologica), senza però cadere nella paranoia, pregiudizio e discriminazione, e per farlo si deve osservare il problema nella sua complessità;
Quella della vittima assoluta è una posizione comoda, ma che non aiuta a evolvere.
gio74 ha scritto:Premettendo sempre che un uomo che usa violenza verso la donna è un pezzo di merda senza se e senza ma
Perché questa distinzione? Appena un paio di giorni fa si parlava di uguale trattamento per uomini e donne, quindi perché questa distinzione sulla base del sesso?
Questo è solo l'ennesimo esempio di come il manicheistico pensare per opposti, i pregiudizi, le semplificazioni non fanno che aggravare la situazione senza nulla risolvere.
- Bianca
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Re: Violenza sulle donne
Sì, è possibile distruggere qualcuno con le parole, gli sguardi di disprezzo, i commenti denigratori, le considerazioni sprezzanti.
Non c'è bisogno di toccarlo con un dito.
Questa tecnica è usata principalmente dalle donne: all'esterno non c'è un graffio, all'interno la distruzione.
L'uomo che usa la violenza, è un essere che ha perso totalmente l'autostima, si sente un verme, un incapace, indegno di avere ancora una donna e sovente anche di vedere i figli.
Si sente sospeso sul baratro, perde coraggio e capacità di ragionare e si insinua in lui il tarlo della follia: se la faccio fuori, ritrovo valore e credibilità.
La forza fisica è l'unica cosa che ancora sente di possedere e procede nel tunnel della pazzia, con un'unica idea in testa: ricuperare la dignita che una donna, senza nemmeno sfiorarlo, gli ha completamente tolto.
Non c'è bisogno di toccarlo con un dito.
Questa tecnica è usata principalmente dalle donne: all'esterno non c'è un graffio, all'interno la distruzione.
L'uomo che usa la violenza, è un essere che ha perso totalmente l'autostima, si sente un verme, un incapace, indegno di avere ancora una donna e sovente anche di vedere i figli.
Si sente sospeso sul baratro, perde coraggio e capacità di ragionare e si insinua in lui il tarlo della follia: se la faccio fuori, ritrovo valore e credibilità.
La forza fisica è l'unica cosa che ancora sente di possedere e procede nel tunnel della pazzia, con un'unica idea in testa: ricuperare la dignita che una donna, senza nemmeno sfiorarlo, gli ha completamente tolto.
- gio74
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Re: Violenza sulle donne
Quale distinzione And ? Potrei anche scrivere che una donna che usa violenza verso il suo uomo è altrettanto pezza di merda, ma suona male XD , e poi statisticamente come ha detto qualcuno prima, è meno "probabile" diciamo così... Non volevo fare nessuna distinzione di sesso
- gio74
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Re: Violenza sulle donne
Bianca tu pensi che l'amore, l'essere innamorata, basti a spiegare il perché una donna non capisce chi abbia veramente accanto, a tal punto da difenderlo e giustificarlo anche quando la violenza si è manifestata ?
- Bianca
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Re: Violenza sulle donne
Non ricordo fatti gravi di violenza fisica di una donna nei confronti di un uomo.
Magari tra le lanciatrici di giavellotto succede spesso............
Una donna, al massimo, paga qualcuno per farlo fuori al posto suo.
Magari tra le lanciatrici di giavellotto succede spesso............
Una donna, al massimo, paga qualcuno per farlo fuori al posto suo.
- gio74
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Re: Violenza sulle donne
Lo fa con molta più "eleganza"
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Re: Violenza sulle donne
Nei casi in cui, la donna sopporta la violenza fisica e la giustifica, è perchè, indubbiamente, si è creata una dipendenza.
Ma i motivi per cui una donna non fa niente per uscire da una simile situazione, possono essere tantissimi.
Non credo sia perchè l'ama.
Non sa dove andare.
Ha paura dello scandalo.
Non vuole dare un dolore alla sua famiglia.
Teme le tolgano i figli.
Ha paura di reazioni ancora più violente.
Non ha alternative.
E' sola.
Gli crede quando lui dimostra pentimento e chiede perdono.
Preferisce le botte al rimanere sola.
Ha paura che il suo caso venga strumentalizzato.
Ha qualcosa da nascondere.
Deve ammettere un fallimento.
Inoltre, nella coppia si installano dei meccanismi che, dall'esterno, è difficile individuare e capire.
Una donna conosce il partner molto più di quanto lui conosca lei.
Se lei percepisce che lui è un debole e trova nella violenza la sua rivincita, una sorta di riscatto, lo scusa, lo perdona, lo difende.
So che è difficile da capire, ma se si parla con donne che per anni hanno preso botte e si chiede loro, perchè hanno sopportato, si riscontra in loro, più che un grande rancore, una immensa commiserazione.
La donna è fatta anche così.
Ma i motivi per cui una donna non fa niente per uscire da una simile situazione, possono essere tantissimi.
Non credo sia perchè l'ama.
Non sa dove andare.
Ha paura dello scandalo.
Non vuole dare un dolore alla sua famiglia.
Teme le tolgano i figli.
Ha paura di reazioni ancora più violente.
Non ha alternative.
E' sola.
Gli crede quando lui dimostra pentimento e chiede perdono.
Preferisce le botte al rimanere sola.
Ha paura che il suo caso venga strumentalizzato.
Ha qualcosa da nascondere.
Deve ammettere un fallimento.
Inoltre, nella coppia si installano dei meccanismi che, dall'esterno, è difficile individuare e capire.
Una donna conosce il partner molto più di quanto lui conosca lei.
Se lei percepisce che lui è un debole e trova nella violenza la sua rivincita, una sorta di riscatto, lo scusa, lo perdona, lo difende.
So che è difficile da capire, ma se si parla con donne che per anni hanno preso botte e si chiede loro, perchè hanno sopportato, si riscontra in loro, più che un grande rancore, una immensa commiserazione.
La donna è fatta anche così.
- gio74
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Re: Violenza sulle donne
Tutti motivi plausibili... L'amore non c'entra nulla
- Bianca
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Re: Violenza sulle donne
No, l'amore non c'entra, diventa una sorta di condivisione.
Ti ricordi il film La Strada di Fellini?
Quando qualcuno chiede a Gelsomina perche non lascia Zampanó, che è cattivo con lei e la tratta male, lei risponde: e che cosa farebbe lui senza di me?
Ti ricordi il film La Strada di Fellini?
Quando qualcuno chiede a Gelsomina perche non lascia Zampanó, che è cattivo con lei e la tratta male, lei risponde: e che cosa farebbe lui senza di me?