Non ci capisco più niente

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GoldS
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Non ci capisco più niente

Messaggio da GoldS »

Salve gente, volevo condividere con voi una situazione personale e chiedervi cosa ne pensate.

Non so esattamente cosa sia cambiato nell'aria di recente, sta di fatto che una porzione importante delle persone presenti nella mia vita... beh non mi va più di averci a che fare. Completamente apatico, proprio zero voglia. Oppure, per citare il titolo, non ci capisco più niente.

So che a volte posso sembrare pesante su queste cose, diciamo che se una cosa va fatta, allora mi piace che venga fatta bene. E non faccio eccezione sui rapporti con gli altri.

Lato sentimentale: premetto che qualunque cosa possa accadere di speciale possa accadere tra me ed un altro ragazzo, non è mai successo nulla. Sì mi piacerebbe una relazione ma non ho mai sentito il bisogno di "cercarla" per così dire. Fin'ora semplicemente non è accaduto. C'è sempre qualcosa che non va: o sono etero, o sono impegnati, oppure sul rapporto con la sessualità... proprio non ci siamo.

Se c'è una cosa di cui sono stanco è di percepire che dietro le interazioni con me ci debba sempre essere un secondo (o anche terzo, quarto, ecc.) fine dietro. Mi capita quasi più spesso che mi piaccia un ragazzo etero (sì, ho un qualche evidente errore di progettazione): molto semplicemente adoro il loro rapportarsi disinteressato nei miei confronti, riesco a percepire una spontaneità che altrove purtroppo scarseggia e che per me è fondamentale (questo diciamo più in generale, non solo in un'ipotetica relazione).

Lato amicizia: mi sento così circondato da persone che pensano solo ad incontrarsi, distrarsi, divertirsi e congedarsi. Poi, si azzera tutto e si riparte. Troppa superficialità. So che sono tutte persone diverse ma a me sembrano tutte uguali. All'inizio, quando non ci si conosce, ha anche senso che queste cose vadano così. Dopo un po' però mi passa la voglia. Poi sapete, quando io penso che una persona sia fantastica in genere, almeno di tanto in tanto, mi viene voglia di stare questa persona. Invece ci sono quegli "amici" che mi ripetono frasi del genere in continuazione, ma che a seguire nei fatti dimostrano tutt'altro. Ma magari ha senso anche così e per l'appunto sono solo io che non ci capisco più niente.

Ecco, ci sono davvero delle giornate in questo periodo, in cui tutto ciò... è semplicemente troppo. Basta così, grazie. Preferisco stare solo. Almeno ho più tempo per le mie passeggiate per le strade di Roma. E mentre sono qui a raccogliere le mie energie per poi provare a convogliarle in qualcosa di positivo, magari nuovo e stimolante, domando a voi: state vivendo o avete vissuto una situazione del genere? Come l'avete affrontata? Ci sono state situazioni/occasioni particolari che vi hanno aiutato in maniera significativa?

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Bianca
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Re: Non ci capisco più niente

Messaggio da Bianca »

Anche io ho spesso l’impressione che i rapporti con gli altri siano sempre più difficili.
È complicato capirsi, valutare esattamente i comportamenti altrui.
Le amicizie si instaurano con difficoltà, perché a volte, dietro atteggiamenti cordiali, scopri insidie, secondi fini, insincerità inaccettabili.

La menzogna, anche quella senza senso, viene sparsa qua e là come il sale sulle pietanze ed offende, anche se chi la usa si svaluta, perde dignità e credito.

A volte si evita persino di dare spiegazioni, tanto le si considera inutili.

Non è un bel tempo, sotto tanti punti di vista differenti ed ho persino l’impressione che stiamo andando verso l’uso di lingue diverse.

La superficialità abbassa la qualità dei rapporti e contribuisce ad una sempre maggiore incapacità a comunicare.

Capisco molto bene quando dici: basta così, grazie.

Capisco anche perô che l’errore più grande è isolarsi.
Quindi dobbiamo sforzarci di intraprendere e mantenere rapporti positivi, di grado elevato, alzandone la qualità e connotandoli di una sorta di correttezza e responsabilità.

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Beta
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Re: Non ci capisco più niente

Messaggio da Beta »

Ciao GoldS!

Quanto porti alla luce (la superficialità dei rapporti odierni) è un argomento di cui si parlava anche con Bianca recentemente e mi fa piacere che anche tu lo stia tirando in ballo, perché conferma che non sono solo io a vedere dei problemi attorno a me, ma ci sono anche altre persone che li vedono: evidentemente, allora, il problema esiste e io (esattamente come te) non me lo sto immaginando.

Innazitutto, quoto tutto quello che ha detto Bianca, parola per parola.

Dal canto mio, mi sono ritrovata in una situazione assolutamente sovrapponibile a quella che descrivi tu. E' stato quando ero adolescente: io fino ai 18 anni non ho avuto praticamente alcun amico (salvo la mia migliore amica, che ho conosciuto in quel periodo e con cui tutt'ora ho un legame) e una delle motivazioni era che non riuscivo a trovare un legame "serio". La gente era superficiale, voleva trovarsi solo per fare casino e poi, nel momento del bisogno, tutti si davano alla macchia. Nessuno che volesse veramente instaurare un vero legame con qualcun altro, ma tutti che volevano semplicemente circondarsi di "gente", con una serie di rapporti di una superficialità imbarazzante. Io non volevo questo, sicché (per questo e anche per altri motivi) ho sempre preferito restare da sola: meglio a casa a leggere un libro che in un locale con gente a cui di me, alla fine della fiera, non fregava una cippa (tradotto: che io ci fossi stata o meno, per loro non sarebbe cambiato nulla); oppure, se vuoi, la puoi leggere come un "meglio soli che mal accompagnati". Mi ha fatto molto male tutto questo, perché mi mancava la presenza di amici veri, sentivo il bisogno di avere qualcuno per cui ero importante e per cui la mia esistenza contasse qualcosa, ma non lo trovavo. Come ne sono venuta fuori? Con tanta pazienza. Ho aspettato e aspettato, ho tenuto duro e alla fine gli amici veri sono arrivati. Ho fatto la scelta di non uscire con gente solo per uscirci, ho deciso di non cedere alla superficialità, ma ho voluto cercare di instaurare dei rapporti veri: come dice Bianca, ho cercato di sforzarmi di creare delle vere amicizie con gente a cui tenevo. Ho preso un sacco di bastonate, non te lo nascondo: un sacco di gente fingeva di essere mia amica e poi, in realtà, aveva altri fini o, appena non si divertivano più con me, mi mettevano in disparte come se fossi un giocattolo vecchio e questo ogni volta mi faceva male; ma ho tenuto duro, ho voluto comunque andare alla ricerca dell'amicizia vera e, alla fine, è arrivata. Adesso, per fortuna, posso dire di avere un sacco di amici veri. Non che il mio entourage di amici sia ricchissimo in numero, sia chiaro! Pochi, ma buoni. Però ne annovero diversi. E ne sono molto felice e molto orgogliosa, perché, andando a cercare il rapporto sincero e autentico, ho fatto una scrematura di tutta la gente che non andava bene e il setaccio lo hanno passato solo coloro che erano in grado di instaurare un rapporto non superficiale.

Questa la mia esperienza. Non so se ti aiuterà a risolvere il problema, perché ognuno di noi è diverso e le situazioni che viviamo sono diverse, ma spero che, almeno, possa esseri un po' di conforto :wink:

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Bianca
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Re: Non ci capisco più niente

Messaggio da Bianca »

Le scremature sono necessarie.
Arrivano dei momenti nella vita in cui ti trovi costretta a mettere ordine.
Come quei cassetti che hai in casa che per anni non consideri, ti abitui al loro disordine e pur conoscendo a grandi linee cosa c’è dentro, un giorno capisci che è ora di rovesciarli e farli tornare splendidi ed efficienti.

Le sensazioni e le difficoltà che io riscontro nei rapporti, immagino come possano essere più complicate per chi svolge un lavoro a contatto con gli altri.
Che sia la cassiera del supermercato o il tipo che sta ad una biglietteria, l’insegnante o l’avvocato o il medico, come nel caso di Beta, si ritrovano tutti ad interloquire con gente che richiede un servizio, la soluzione di un problema e spesso non si sa spiegare o conduce un discorso senza senso.
Per cui, la cosa principale, non è il servizio da prestare o il problema da risolvere ma diventa il capire che cosa l’altra persona sta chiedendo.

Ogni tanto mi capita di seguire dei discorsi del genere e il primo pensiero è: bene, stiamo qui fino a Natale; si è instaurato un “colloquio” in cui ciascuno parla per conto suo e non si incontreranno mai.

E bisogna chiamarlo colloquio tra virgolette, perché prima (prima di cosa?) ci si capiva e si arrivava ad una conclusione.
Anche quando si ragionava tra persone di modesta cultura, si riscontrava buon senso, correttezza e pazienza.

A me sembra che da quando è stato portato a 16 anni l’obbligo scolastico, ci sia stato un peggioramento notevole, sia dal punto di vista sintattico che logico.

Il mio medico di base ha una settantina d’anni, cinque figli ed una esperienza vasta, anche ospedaliera.
Prima del covid, ci facevamo ogni tanto una chiacchierata.
Un giorno mi riferì che spesso i pazienti arrivano da lui con un foglio stampato da internet in cui compare già la malattia che ritengono di avere con i sintomi che combaciano alla perfezione, quindi diagnosi e relativa cura con elenco dei farmaci di cui gli richiedono la prescrizione.

Di fronte a queste ed altre manifestazioni, come si fa a non dire che siamo diventati tutti matti?

E l’amicizia, cos’è l’amicizia?
Alla prima che mi fai, ti ficco una padellata in testa che dormi tre giorni.

GoldS
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Re: Non ci capisco più niente

Messaggio da GoldS »

Ti ringrazio Beta per aver condiviso la tua esperienza, per il resto mi trovo in sintonia con entrambi i vostri pensieri.

Una sfida ancor più difficile dell'instaurare buoni rapporti è mantenere in salute quelli già esistenti. Si può avere a che fare con una persona per così tanto tempo, che mentre sei lì ti sembra tutto una meraviglia. Almeno lo è fino a quando un'occasione di incontro frequente (ad esempio: stesso ambiente scolastico, di lavoro, ecc.) viene a mancare. Poi il buio più totale.

Il tempo trascorso insieme a volte non è mai abbastanza ad imprimere un qualcosa dentro, che possa restare. Magari ci accorgiamo che c'era un ingrediente mancante nel rapporto, allora cerchiamo il dialogo e finiamo per trovare... una porta chiusa. Come se una discussione del genere non potesse esistere.

Forse semplicemente perché non siamo abituati a discutere con un'altra persona su come gestire il nostro rapporto con quest'ultima. In fondo che colpa ne abbiamo, non ce lo insegna nessuno: la società trasmette tutt'altro, la scuola è, come dicevi tu Bianca, un bel flop. I genitori per i propri figli possono farsi in due (ma anche quattro, otto, sedici...) quanto vogliono, a volte proprio non è sufficiente.

Infine, come non menzionare la pandemia. Certo la questione "superficialità" era preesistente, ma questa storia del virus non è che stia aiutando. In compenso ci ha fatto stare più soli per un bel po', e quando si è soli si ha più tempo per pensare (la butto lì: pensare a quali momenti con gli altri ci mancavano?). Dopodiché sono del parere che anche dalle brutte situazioni si possa cercare di apprendere qualcosa: è un modo per uscirne sempre, almeno in parte, vincitori. Con la situazione attuale in miglioramento non posso fare a meno di chiedermi quanti di noi sapranno tirarne fuori qualcosa di buono, e quanti avranno dimenticato la pandemia ancor prima della sua fine.

PS: avevo giusto in cucina qualche vecchia padella di cui dovermi liberare, magari potrei ispirarmi alla tua ultima frase Bianca per trovare loro un uso per così dire... alternativo :lol: :lol: :lol:

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Bianca
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Re: Non ci capisco più niente

Messaggio da Bianca »

La padella non tradisce mai.
Ha un certo peso intrinseco e un bel manico lungo che aiuta ad aumentarne l’efficacia.
Può servire a selezionare gli amici.

Hai proprio ragione: è più difficile conservare le vecchie amicizie che instaurare nuovi rapporti.
In questi ultimi, c’è un aspetto che facilita: loro non ti conoscono e soprattutto, tu non conosci loro.

Quindi, dopo qualche incontro e qualche cena, scopri che sono grossolani, pettegoli, parlano male di tutti, fanno i conti in tasca agli altri, sono di umore mutevole.

A quel punto, ti chiedi: siccome di qui ci sono già passato, è il caso che continui?
Quando poi ti dicono che sei intelligente, come se tu ti aspettassi da loro questo riconoscimento, pensi: odddiooo! siamo alle solite.
Percepisci l’invidia dietro l’angolo e non vuoi altre esperienze del genere.

Riguardo agli amici datati, non ti basta conoscerne tutti i difetti, ne scopri pure dei nuovi.
Come è possibile che non me ne sia accorto prima?

Insomma, i rapporti sono difficoltosi, sotto qualsiasi aspetto si presentino.
Forse, la soluzione sta nel prendere tutti a piccole dosi.

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