Il solito dilemma delle coppie formate da un sessuale e un asessuale
Inviato: mar apr 27, 2021 10:18 am
Ciao a tutti e a tutte, come dicevo nella presentazione mi chiamo C. e sono una ragazza sessuale, approdata in questo forum come tante persone che hanno un partner che non si è dato una etichetta ma che, molto probabilmente, è asessuale.
Intanto chiedo scusa in anticipo se dovessi dire qualcosa di spiacevole dettato dalla mia ignoranza sul tema (spero di no ).
Sono in una storia d'amore lesbica da cinque anni.
Per lei la prima storia vera e propria, per me il primo vero amore dopo tante storie e frequentazioni che mi hanno lasciato poco o nulla.
Quando ci conosciamo mi confida di essere vergine perché non aveva trovato la persona giusta, io reagisco molto bene perché apprezzo il fatto che una persona non si sia data a qualcuno con cui non si sentiva a suo agio (come invece ho fatto io tante volte in passato).
Da subito c'è grande complicità ed affinità, nonostante due caratteri apparentemente molto diversi ed esperienze di vita (sessuali e non) molto distanti.
Arriva il primo bacio (faccio io la prima mossa) e le prime carezze mooolto lentamente.
Poi faccio qualcosa di cui oggi non vado fiera, ovvero dopo circa tre mesi insisto fino allo sfinimento per avere un rapporto, che mi concede probabilmente perché non ne poteva più.
Ovviamente se tornassi indietro non lo rifarei.
Passa il tempo ed i rapporti ci sono ma non sono rapporti completi e comunque perlopiù sono io a prendere l'iniziativa e a dare piacere a lei più che il contrario.
Passa il tempo ed iniziano a passare gli anni, nel mentre mi capita un lutto familiare che dà il colpo di grazia alla mia voglia di far sesso, che già si era abbassata prepotentemente a causa dell'insoddisfazione causata dai nostri rapporti sessuali.
Al tempo stesso iniziò a sentirmi sempre peggio, a curarmi meno, a non sentirmi per nulla piacente e soprattutto a litigare con tutti ed in primis con la mia compagna per ogni cosa.
Scopro però che lei non si era mai posta il problema del sesso, a lei sembrava tutto normale e non ci pensava mai.
Da qui iniziarono le mie domande sull'asessualità.
Lei dice di no, che non è possibile ecc, ma in realtà capisco che provava una grande vergogna ed una frustrazione per la consapevolezza di non soddisfarmi come vorrei.
Poi però viene fuori che da piccola ha subito una molestia e non ci ha mai lavorato su, quindi sia io che lei (a suo dire) iniziamo a pensare che sia un blocco dovuto a questo trauma e, dopo insistenze, inizia un percorso psicologico.
Questo percorso, neanche a dirlo, la trasforma in una attrice che cerca di fare di tutto per mostrarsi come non è sotto le lenzuola.
Diciamo che io fingo di non capire, almeno inizialmente, che si sta sforzando.
Ovviamente non si è sbloccato concretamente nulla perché credo proprio che il problema non siano i blocchi, ma che anzi (secondo me) non ce ne siano.
Semplicemente non le interessa il sesso e si capisce, ha fatto di tutto per mostrarsi diversa e ci ho voluto credere ma sapevo che non era la realtà.
Ovviamente il mio desiderio è sempre minore, tanto che se ci sono dei blocchi adesso li ho io.
La cosa brutta è che, nonostante in linea di massima mi senta sessualmente spenta, so che se arrivasse una persona che mi piace proverei il desiderio di tradirla e quindi arrivo al punto di nascondermi e precludermi qualsiasi conoscenza con ragazze omo o bisex che possano attrarmi, anche conoscenze solo amicali.
La mia ragazza è molto gelosa e terrorizzata all'idea di un tradimento, soprattutto per il fatto che capisco che vorrebbe darmi qualcosa che non può e che magari potrebbe darmi qualcun'altra.
Qualche mese fa è poi successo che una mia carissima amica mi abbia detto che se non fossi fidanzata vorrebbe fare sesso con me, io veramente non me lo aspettavo e ci sono rimasta di sasso.
Mi sono arrabbiata con questa ragazza e non ne abbiamo più parlato, però ovviamente neanche a dirlo dentro di me è iniziata qualche fantasia perché non mi sembrava vero che qualcuno mi desiderasse ancora.
Alla mia ragazza non ho detto niente e so di aver sbagliato per questo, ma la verità è che se glielo dicessi sarebbe gelosissima e finirei per sentirmi in obbligo di non essere più sua amica ma non voglio, siamo amiche da dieci anni, non c'è mai stato niente e mai ci sarà.
Per concludere, qualche giorno fa dopo cinque anni ho detto alla mia ragazza che è meglio se non facciamo più niente e manteniamo un rapporto bianco, perché sono stanca che ci raccontiamo cose non vere e facciamo finta che le cose siano diverse.
Ho visto che ci è rimasta male però non mi ha detto nulla.
Io, dal canto mio, preferisco non far niente piuttosto che avere rapporti senza reale trasporto.
Sono innamoratissima e non immagino la mia vita con nessun altro, però certo qualcosa manca.
Ammetto che vorrei il nullaosta per avere rapporti al di fuori della coppia ogni tanto, è una cattiveria da parte mia?
Per me il tradimento non è contemplato e non sopporterei di dover fare qualcosa dietro alle sue spalle, già che ho tenuto il segreto su quello che mi ha detto la mia amica mi sento in colpa.
Scusatemi tantissimo per il papiro, se vi va datemi una opinione molto onesta.
Grazie
C.
Intanto chiedo scusa in anticipo se dovessi dire qualcosa di spiacevole dettato dalla mia ignoranza sul tema (spero di no ).
Sono in una storia d'amore lesbica da cinque anni.
Per lei la prima storia vera e propria, per me il primo vero amore dopo tante storie e frequentazioni che mi hanno lasciato poco o nulla.
Quando ci conosciamo mi confida di essere vergine perché non aveva trovato la persona giusta, io reagisco molto bene perché apprezzo il fatto che una persona non si sia data a qualcuno con cui non si sentiva a suo agio (come invece ho fatto io tante volte in passato).
Da subito c'è grande complicità ed affinità, nonostante due caratteri apparentemente molto diversi ed esperienze di vita (sessuali e non) molto distanti.
Arriva il primo bacio (faccio io la prima mossa) e le prime carezze mooolto lentamente.
Poi faccio qualcosa di cui oggi non vado fiera, ovvero dopo circa tre mesi insisto fino allo sfinimento per avere un rapporto, che mi concede probabilmente perché non ne poteva più.
Ovviamente se tornassi indietro non lo rifarei.
Passa il tempo ed i rapporti ci sono ma non sono rapporti completi e comunque perlopiù sono io a prendere l'iniziativa e a dare piacere a lei più che il contrario.
Passa il tempo ed iniziano a passare gli anni, nel mentre mi capita un lutto familiare che dà il colpo di grazia alla mia voglia di far sesso, che già si era abbassata prepotentemente a causa dell'insoddisfazione causata dai nostri rapporti sessuali.
Al tempo stesso iniziò a sentirmi sempre peggio, a curarmi meno, a non sentirmi per nulla piacente e soprattutto a litigare con tutti ed in primis con la mia compagna per ogni cosa.
Scopro però che lei non si era mai posta il problema del sesso, a lei sembrava tutto normale e non ci pensava mai.
Da qui iniziarono le mie domande sull'asessualità.
Lei dice di no, che non è possibile ecc, ma in realtà capisco che provava una grande vergogna ed una frustrazione per la consapevolezza di non soddisfarmi come vorrei.
Poi però viene fuori che da piccola ha subito una molestia e non ci ha mai lavorato su, quindi sia io che lei (a suo dire) iniziamo a pensare che sia un blocco dovuto a questo trauma e, dopo insistenze, inizia un percorso psicologico.
Questo percorso, neanche a dirlo, la trasforma in una attrice che cerca di fare di tutto per mostrarsi come non è sotto le lenzuola.
Diciamo che io fingo di non capire, almeno inizialmente, che si sta sforzando.
Ovviamente non si è sbloccato concretamente nulla perché credo proprio che il problema non siano i blocchi, ma che anzi (secondo me) non ce ne siano.
Semplicemente non le interessa il sesso e si capisce, ha fatto di tutto per mostrarsi diversa e ci ho voluto credere ma sapevo che non era la realtà.
Ovviamente il mio desiderio è sempre minore, tanto che se ci sono dei blocchi adesso li ho io.
La cosa brutta è che, nonostante in linea di massima mi senta sessualmente spenta, so che se arrivasse una persona che mi piace proverei il desiderio di tradirla e quindi arrivo al punto di nascondermi e precludermi qualsiasi conoscenza con ragazze omo o bisex che possano attrarmi, anche conoscenze solo amicali.
La mia ragazza è molto gelosa e terrorizzata all'idea di un tradimento, soprattutto per il fatto che capisco che vorrebbe darmi qualcosa che non può e che magari potrebbe darmi qualcun'altra.
Qualche mese fa è poi successo che una mia carissima amica mi abbia detto che se non fossi fidanzata vorrebbe fare sesso con me, io veramente non me lo aspettavo e ci sono rimasta di sasso.
Mi sono arrabbiata con questa ragazza e non ne abbiamo più parlato, però ovviamente neanche a dirlo dentro di me è iniziata qualche fantasia perché non mi sembrava vero che qualcuno mi desiderasse ancora.
Alla mia ragazza non ho detto niente e so di aver sbagliato per questo, ma la verità è che se glielo dicessi sarebbe gelosissima e finirei per sentirmi in obbligo di non essere più sua amica ma non voglio, siamo amiche da dieci anni, non c'è mai stato niente e mai ci sarà.
Per concludere, qualche giorno fa dopo cinque anni ho detto alla mia ragazza che è meglio se non facciamo più niente e manteniamo un rapporto bianco, perché sono stanca che ci raccontiamo cose non vere e facciamo finta che le cose siano diverse.
Ho visto che ci è rimasta male però non mi ha detto nulla.
Io, dal canto mio, preferisco non far niente piuttosto che avere rapporti senza reale trasporto.
Sono innamoratissima e non immagino la mia vita con nessun altro, però certo qualcosa manca.
Ammetto che vorrei il nullaosta per avere rapporti al di fuori della coppia ogni tanto, è una cattiveria da parte mia?
Per me il tradimento non è contemplato e non sopporterei di dover fare qualcosa dietro alle sue spalle, già che ho tenuto il segreto su quello che mi ha detto la mia amica mi sento in colpa.
Scusatemi tantissimo per il papiro, se vi va datemi una opinione molto onesta.
Grazie
C.