Esperienza medica: l'assenza di autoerotismo è oggetto di incomprensione e scherno

Tutto quel che vi passa per la testa, senza restrizioni!
Rispondi
deckard
Ameba
Messaggi: 55
Iscritto il: dom lug 03, 2022 1:52 pm
Orientamento: Demisessuale Romantico
Genere: Maschio
Contatta:

Esperienza medica: l'assenza di autoerotismo è oggetto di incomprensione e scherno

Messaggio da deckard »

Buon giorno,
Ogni tanto mi interrogo sul perché in passato e forse ancora oggi i medici e la società si aspettano che un giovane 18enne (qualche mese più o meno)
abbia sentito per forza e messo in pratica l'autoerotismo.
Sono passati circa 28 anni e avevo riscontrato un problema alle basse vie urinarie. Il medico per avere maggiore comprensione sul fatto che il problema potesse essere situato sopra o sotto la prostata mi chiese se avessi mai praticato auto erotismo (forse conoscere l'intensità del “flusso” era in grado di spiegargli dei fattori importanti per una anamnesi).
Sono consapevole che libidine e autoerotismo sono aspetti completamente diversi dall'attrazione sessuale e dall'attrazione romantica, ma mi chiedo una cosa.
Se una persona non prova il desiderio perché deve essere considerata “bugiarda” ed essere trattata con tono “paternalistico e schernitorio”?!?
Almeno per quello che è stato il risultato e la percezione che ho avuto (magari il medico in questione non aveva tale intenzione, ma non è riuscito a trasmetterla).
Con mio padre e con mia madre, per motivi diversi per ciascuno dei due, non avevo mai avuto alcun confronto o dialogo su identità di genere, sesso, romanticismo e sentimenti e a scuola l'educazione ricevuta è stata praticamente inesistente, ma ero pienamente consapevole del fatto che non sentissi il desiderio di praticare autostimolazioni o di avere rapporti. Forse per me era già da allora maggiormente gratificante l'avere la possibilità di uno scambio di baci, abbracci, carezze etc
Forse le aspettative di genere relative a quella che dovrebbe o potrebbe essere l'espressione media e ciò che i giovani vorrebbero fare ha allontanato molte persone dall'essere veramente empatiche e comprensive?
Corsiali saluti.
That's all my dear folks...
Odiare i mascalzoni è cosa nobile. Marco Fabio Quintiliano, Calahorra, 35-40 d.C. – Roma, 96 d.C.
Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile: a ben vedere, significa onorare gli onesti. Aristofane. I Cavalieri.

ilia
Membro
Messaggi: 32
Iscritto il: mar giu 21, 2022 7:18 pm
Genere: femmina

Re: Esperienza medica: l'assenza di autoerotismo è oggetto di incomprensione e scherno

Messaggio da ilia »

da ignorante in materia nel campo maschile, da quel che ho sentito i maschi hanno un bisogno fisiologico di farlo (tipo.. se non lo pratica gli fa male o si gonfia, non so, una cosa del gerere), le donne invece no (se non lo praticano non succede nulla). forse per questo se lo aspettano da un ragazzo.
.. questo è quello che so per sentito dire, ma lascio parola a chi ne sa di più

deckard
Ameba
Messaggi: 55
Iscritto il: dom lug 03, 2022 1:52 pm
Orientamento: Demisessuale Romantico
Genere: Maschio
Contatta:

Re: Esperienza medica: l'assenza di autoerotismo è oggetto di incomprensione e scherno

Messaggio da deckard »

Io all'epoca non avevo mai avuto il fisiologico bisogno di autostimolarmi o perlomeno non lo avevo mai percepito consapevolmente.
Probabilmente ero ingenuo, o inesperto, o cresciuto in una famiglia con due sorelle più grandi di me e con due genitori con cui non avevo mai affrontato argomenti come il sesso e l'amore. Forse ritrosia o vergogna o timore che io potessi fare le scelte sbagliate non mie era stato mai spiegato che cosa fossero determinate cose e ho dovuto essere autodidatta.
Non dico che sarei arrivato all'età di 30 anni convinto che i figli venissero portati dalla cicogna o trovati nei campi di cavoli o al racconto delle api e dei fiori e dell' impollinatura. Credo che fino a 14 anni quasi ignoravo totalmente che cosa fosse la cosa, che cosa fosse una polluzione volontaria o notturna e tante altre cose, non che ciò fosse un male, ma probabilmente segno di enorme inesperienza e ingenuità. Nulla che meritasse un “No, ma dai?! Non ti credo! AH AH AH, non può essere vero!”
Anche qualora fossi stato credente, non ero mai stato convinto che tale pratica fosse causa di cecità, smemoratezza, disturbi neurologici o addirittura di “pianti da parte di Gesù!”
Io mi chiedo se la gente ritenga certe tappe un passo normale e quasi obbligato nell'evoluzione e nella dinamica fisica e psicologica di un ragazzo al punto che tale pratica è una aspettativa imprescindibile la cui assenza denoterebbe qualcosa di strano, anormale, atipico o altro... me lo sto chiedendo sinceramente. Come se la cosa fosse segno di sindrome di Peter pan e voglia di non crescere e incapacità di comprendere in maniera matura e adulta delle dinamiche essenziali (secondo il prossimo) nella vita di tutti i ragazzi nel passaggio a giovani adulti e poi a uomini cresciuti.
That's all my dear folks...
Odiare i mascalzoni è cosa nobile. Marco Fabio Quintiliano, Calahorra, 35-40 d.C. – Roma, 96 d.C.
Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile: a ben vedere, significa onorare gli onesti. Aristofane. I Cavalieri.

Avatar utente
Bianca
AVEN Mastermind
Messaggi: 29851
Iscritto il: lun mar 10, 2014 7:11 pm
Orientamento: Eterosessuale Sessuale Romanti
Genere: Signora

Re: Esperienza medica: l'assenza di autoerotismo è oggetto di incomprensione e scherno

Messaggio da Bianca »

Tutti possono essere autorizzati a mostrare un certo stupore di fronte ad un ragazzo che candidamente confessa di non sentire la necessità di praticare autoerotismo, eccetto un medico.

É vero che i loro studi contemplano assai poca psicologia, infatti ne incontri di maleducati, grossolani, ignoranti, incapaci di collegare le loro informazioni fisiche a qualche intuizione psicologica, tuttavia, perché trattare un giovane paziente da bugiardo o addirittura usare con lui un tono di scherno?

Perché umiliarlo ?

Ho cercato spesso di insegnare al medico di turno che la prima cosa da chiedere ad un paziente, prima di commentare i risultati dei suoi esami, è: come sta?

Sembra banale, invece, con questa domanda, si induce il paziente a riflettere su ciò che veramente prova e ad informare il medico su disturbi sottovalutati che permettono una diagnosi più completa.

deckard
Ameba
Messaggi: 55
Iscritto il: dom lug 03, 2022 1:52 pm
Orientamento: Demisessuale Romantico
Genere: Maschio
Contatta:

Re: Esperienza medica: l'assenza di autoerotismo è oggetto di incomprensione e scherno

Messaggio da deckard »

Io posso capire che il comportamento medio dei giovani sia quello di voler sperimentare il mondo del sesso, dei sentimenti, del romanticismo incominciando con la scoperta del proprio corpo e di come questo reagisce toccandosi.
Io posso capire che mediamente la gente ha un dialogo e un confronto con i compagni di classe e con gli amici su questi argomenti durante la pubertà.
Il problema è stato non aver avuto un confronto con varie persone a partire dai genitori, ma la cosa poteva anche essere comprensibile. Spiegare determinati argomenti decenni fa era diverso e probabilmente lo era ancor di più quando i miei nonni avrebbero potuto spiegarli a loro.
Questo mi ha portato a fare tutto un percorso di scoperta per conto mio.

Mostrare stupore di fronte a chi non sente la necessità di praticare autoerotismo è comprensibile, ma probabilmente c'è un limite a ciò che si può chiedere alla persona in questione o “indagare”. È come se io incontrassi fisicamente una persona asessuale e io, mentre cerco di comprendere l'argomento, mostrassi stupore e desiderio di sapere e di conoscere. Anche ammesso che io mi comporti con il necessario rispetto e la dovuta educazione nei confronti del prossimo c'è un limite a ciò che posso chiedere, limite stabilito ad esempio dal consenso.
Dubitare delle esperienze e del vissuto, voler sapere, dare l'impressione di giudicare sono comportamenti che trasmettono dei messaggi molto brutti e una mancanza di rispetto per quanto la cosa possa non essere consapevole e volontaria. Io posso capire come ciò denoti una certa difficoltà o incapacità nell'essere empatici e nel condividere emozioni e sensazioni (che magari non sono mai state veramente comprese).

Perché trattare un giovane paziente da bugiardo?
Siccome i giovani mediamente esplorano il proprio corpo e provano piacere e sentono il desiderio di avere delle relazioni è facile capire chi ha esperienze, ma è più difficile comprendere chi non ne ha.
In tutto questo non sono mai stato una persona astensionista delle masturbazioni o del sesso, volontariamente o involontariamente celibe o quant'altro. Ho cercato di capire quali fossero i miei sentimenti e le mie emozioni a vari livelli e di chiedermi che cosa fosse per me un problema, come stavo, e via discorrendo.
Addirittura perché usare con lui un tono di scherno? Perché umiliarlo?
Io non so fino a che punto la cosa fosse intenzionale e consapevole e in buona fede. Sicuramente questo è il risultato del comportamento del medico.
Probabilmente il dottore in questione aveva il dubbio che io mentissi e che non volessi parlare del mio vissuto impedendogli di scoprire delle informazioni che gli servivano per fare una anamnesi e una diagnosi del problema.
Cioè, detto terra terra, se praticavo autoerotismo e il flusso del liquido che usciva era intenso, allora il problema era collocato in una parte diversa delle vie urinarie, ipotizzo io. Se pure quel flusso era scarso o problematico, allora doveva essere l'uretra a essersi ristretta. Sto facendo delle ipotesi.
Forse il medico si sentiva preso in giro da una mia ipotetica menzogna e invece che chiedersi se effettivamente era una bugia ha voluto forzare la mano pensando di potermi costringere a essere sincero e a non vergognarmi a parlare di quell'argomento di fronte a un dottore e alla presenza di mio padre. E anche qui credo che il comportamento, per quanto comprensibile, non sia completamente corretto.
L'unica cosa che posso dire è che con mio padre ho avuto un confronto sull'argomento e sulla sfera sessuale e sentimentale solo negli ultimi anni della sua vita prima che lui purtroppo morisse. Con mia madre e con le mie sorelle e ancor meno con l'unica nonna che ho conosciuto non ho mai affrontato queste tematiche.
That's all my dear folks...
Odiare i mascalzoni è cosa nobile. Marco Fabio Quintiliano, Calahorra, 35-40 d.C. – Roma, 96 d.C.
Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile: a ben vedere, significa onorare gli onesti. Aristofane. I Cavalieri.

ilia
Membro
Messaggi: 32
Iscritto il: mar giu 21, 2022 7:18 pm
Genere: femmina

Re: Esperienza medica: l'assenza di autoerotismo è oggetto di incomprensione e scherno

Messaggio da ilia »

L'unica cosa che posso dire è che con mio padre ho avuto un confronto sull'argomento e sulla sfera sessuale e sentimentale solo negli ultimi anni della sua vita prima che lui purtroppo morisse. Con mia madre e con le mie sorelle e ancor meno con l'unica nonna che ho conosciuto non ho mai affrontato queste tematiche.
con amicizie invece?
capisco che con la sfera familiare sia difficile (io per prima non l ho mai avuta e non la voglio avere, anche solo il raccontare di avere un interesse per qualcuno lo tengo lontano dalla famiglia) ma con un amico, o anche solo un collega, è più facile, secondo me, avere questo tipo di confronto.
personalmente ho mezzo parlato di questo argomento (in ambito femminile) solo con una mia amica, e neanche così approfonditamente. però se mai avrò domande in medito so che c'è e mi risponderà senza troppi problemi.
a me non interessa. non mi pesa. non sono curiosa. gli altri lo fanno? buon per loro. gli altri non lo fanno? buon per loro.
infatti con:
Tutti possono essere autorizzati a mostrare un certo stupore di fronte ad un ragazzo che candidamente confessa di non sentire la necessità di praticare autoerotismo
Mostrare stupore di fronte a chi non sente la necessità di praticare autoerotismo è comprensibile
no, personalmente non lo trovo comprensibile (forse arrivare vergini a 40 anni, se proprio devo trovare una comprensione allo stupore di una persona verso la sessualità di un'altra -ma neanche-)

comunque, non è mai troppo tardi nei cercare confronto con chi hai affianco, basta individuare le persone giuste, che potrebbero affrontare qusto argomento con tranquillità senza malizie o che
c'è un limite a ciò che si può chiedere alla persona in questione o “indagare”. È come se io incontrassi fisicamente una persona asessuale e io, mentre cerco di comprendere l'argomento, mostrassi stupore e desiderio di sapere e di conoscere. Anche ammesso che io mi comporti con il necessario rispetto e la dovuta educazione nei confronti del prossimo c'è un limite a ciò che posso chiedere, limite stabilito ad esempio dal consenso.
qui a che tipo di domande ti riferisci? se una persona è curiosa e mostra interesse nel sapere e conoscere, trovo che nessuna domanda sia maleducata, se posta educatamente per puro sapere, per informarsi in maniera sana sulla questione. al massimo se una domanda è particolarmente personale uno dice che preferisce non rispondere, ma sempre con tranquillità. (per quanto riguarda la sfera medica invece risponderei a tutto, ma se percepisco giudizio personale poi non mi vedrà più. Si parla di professionalità e non transigo.)
Perché trattare un giovane paziente da bugiardo?
magari aveva avuto pazienti che hanno mentito su questo argomento perchè affincati dal genitore, e per pudore hanno detto una bugia per poi magari scoprire che aveva avuto un peso sul piano terapeutico. però.. se il medico trasmette quel tipo di disagio e di giudizio l'unica è cambiarlo, perchè, appunto, non sta svolgendo il suo lavoro con professionalità. È la persona dietro alla figura di medico che è sbagliata, non di certo il paziente.

deckard
Ameba
Messaggi: 55
Iscritto il: dom lug 03, 2022 1:52 pm
Orientamento: Demisessuale Romantico
Genere: Maschio
Contatta:

Re: Esperienza medica: l'assenza di autoerotismo è oggetto di incomprensione e scherno

Messaggio da deckard »

ilia ha scritto:
dom lug 24, 2022 4:19 pm
con amicizie invece?
capisco che con la sfera familiare sia difficile (io per prima non l ho mai avuta e non la voglio avere, anche solo il raccontare di avere un interesse per qualcuno lo tengo lontano dalla famiglia) ma con un amico, o anche solo un collega, è più facile, secondo me, avere questo tipo di confronto.
personalmente ho mezzo parlato di questo argomento (in ambito femminile) solo con una mia amica, e neanche così approfonditamente. però se mai avrò domande in medito so che c'è e mi risponderà senza troppi problemi.
a me non interessa. non mi pesa. non sono curiosa. gli altri lo fanno? buon per loro. gli altri non lo fanno? buon per loro.
All'epoca non avevo amicizie con i compagni di classe o scuola o sport praticati al punto da potermi aprire, confidare e chiedere.
Forse ero ingenuo da non sapere che tale pratica esisteva e non avevo alcuna motivazione o pulsione intima o desiderio di scoperta o comunque di chiedere a qualcuno.
Forse non sapevo che c'erano argomenti di cui io potessi parlare con amici e compagni, ma probabilmente non era un problema per me non praticare.

Ogni persona può contare su un numero maggiore o minore di riscontri da parte del prossimo e può essere un problema non saper a chi chiedere, ma probabilmente non ho mai sentito la curiosità di informarmi. Forse non avevo mai percepito la presenza di lacune da colmare.
ilia ha scritto:
dom lug 24, 2022 4:19 pm
qui a che tipo di domande ti riferisci? se una persona è curiosa e mostra interesse nel sapere e conoscere, trovo che nessuna domanda sia maleducata, se posta educatamente per puro sapere, per informarsi in maniera sana sulla questione. al massimo se una domanda è particolarmente personale uno dice che preferisce non rispondere, ma sempre con tranquillità. (per quanto riguarda la sfera medica invece risponderei a tutto, ma se percepisco giudizio personale poi non mi vedrà più. Si parla di professionalità e non transigo.)
Io mi riferisco al fatto che se io ignoro che cosa sia l'asessualità e chiedo a una persona in che cosa consista tale persona mi risponderà almeno con la stessa educazione, ma non necessariamente mi fornirà indicazioni personali (o perlomeno ciò dipende dal rapporto che si è instaurato).
Porre le domande in maniera sana significa non lasciare a intendere che si sta invalidando o sminuendo o giudicando l'esperienza dell'altra persona, ma si sta soltanto cercando di capire che cosa sia un aspetto che caratterizza la vita di tale persona. Scendere nel personale dipende dal legame che si è creato. Probabilmente il/la migliore amico/a che ci ha dimostrato di rispettarci saprà porci correttamente le domande, saprà quali domande fare e che tematiche richiedono più tatto e delicatezza.
ilia ha scritto:
dom lug 24, 2022 4:19 pm
se il medico trasmette quel tipo di disagio e di giudizio l'unica è cambiarlo, perché, appunto, non sta svolgendo il suo lavoro con professionalità. È la persona dietro alla figura di medico che è sbagliata, non di certo il paziente.

In effetti la domanda era perfettamente pertinente considerando che soffrivo di stenosi uretrale e sapere che l'eiaculazione (se ci fosse mai stata) avveniva con fuoriuscita praticamente nulla o non avveniva forse avrebbe confermato l'esistenza del problema. Ma se il medico mi trasmette la sensazione di giudizio vuol dire che senza neanche conoscermi mi sta mancando di rispetto. Se pensava che io avessi avuto vergogna a parlare dell'argomento avrebbe dovuto spiegarmi che masturbarsi non è sbagliato e dirmi che l'informazione è importante da un punto di vista medico. Oppure avrebbe potuto chiedere a mio padre di parlare da solo con me se avesse pensato che io avevo timore ad affrontare determinati argomenti alla presenza del padre. Avrebbe dovuto cercare di essere empatico, non fermarsi saldamente al fatto di non crederci e chiudere la visita con un nulla di fatto come se la mia mancata ammissione fosse stata una menzogna che gli impediva di capire di che cosa io soffrissi.
Successivamente un esame medico richiesto da un dottore diverso e praticato con mezzo di contrasto permise capire la patologia.
Grazie all'altro medico io riuscii a risolvere ogni problematica da quel punto di vista.
That's all my dear folks...
Odiare i mascalzoni è cosa nobile. Marco Fabio Quintiliano, Calahorra, 35-40 d.C. – Roma, 96 d.C.
Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile: a ben vedere, significa onorare gli onesti. Aristofane. I Cavalieri.

Avatar utente
Bianca
AVEN Mastermind
Messaggi: 29851
Iscritto il: lun mar 10, 2014 7:11 pm
Orientamento: Eterosessuale Sessuale Romanti
Genere: Signora

Re: Esperienza medica: l'assenza di autoerotismo è oggetto di incomprensione e scherno

Messaggio da Bianca »

Ci sono medici che hanno atteggiamenti assai poco professionali, conditi da grossolanità e ironia.

Vi sono anche pazienti che con garbo ed educazione, usando termini precisi, fanno notare al medico che sarebbe necessario un comportamento più consono alla situazione.
Qualcuno capisce, altri no.

deckard
Ameba
Messaggi: 55
Iscritto il: dom lug 03, 2022 1:52 pm
Orientamento: Demisessuale Romantico
Genere: Maschio
Contatta:

Re: Esperienza medica: l'assenza di autoerotismo è oggetto di incomprensione e scherno

Messaggio da deckard »

Personalmente da un medico mi posso aspettare serietà, ma non ironia sulla mia persona. Posso accettare che si ironizzi sulle problematiche, ma non sui clienti. Ai clienti si offre una realtà fatta di serietà professionale e di correttezza.
Mi aspetto che il dottore non giudichi con grossolanità, ma che piuttosto chieda per capire meglio.
Spesso è difficile andare oltre le scelte e le situazioni che non sono chiare, come la mia astinenza, ma il giudizio cancella ogni possibilità di dialogo costruttivo.
That's all my dear folks...
Odiare i mascalzoni è cosa nobile. Marco Fabio Quintiliano, Calahorra, 35-40 d.C. – Roma, 96 d.C.
Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile: a ben vedere, significa onorare gli onesti. Aristofane. I Cavalieri.

Avatar utente
Bianca
AVEN Mastermind
Messaggi: 29851
Iscritto il: lun mar 10, 2014 7:11 pm
Orientamento: Eterosessuale Sessuale Romanti
Genere: Signora

Re: Esperienza medica: l'assenza di autoerotismo è oggetto di incomprensione e scherno

Messaggio da Bianca »

Il paziente ( e già questo termine lo qualifica) si trova sempre, di fronte al medico, in una posizione di sudditanza.
É completamente dipendente dal suo verbo, viene colpito, nel bene e nel male, da una diagnosi benigna o senza speranza, vorrebbe parole che gli addolciscano la pillola, nella trasmissione di un minimo di speranza.
Ci sono modi diversi di dire la verità al paziente ed anche di capire i casi in cui il paziente, questa verità, non la vuole sentire.

A volte medici pieni di sé, consapevoli del proprio potere, vogliono esprimerlo fino in fondo: sono i peggiori.

Esistono, per fortuna, anche medici pieni di delicatezza, preparati, ricchi di scienza ed umiltà, che lasciano nel cuore di chi si sottopone a diagnosi e cure, un ricordo incancellabile e riconoscente.

Rispondi