La scuola, per forza di cose, si rivolge ad un pubblico che ha la stessa età ma non necessariamente le stesse problematiche, le stesse esigenze.
Ci sono genitori che spiegano ai figli, per filo e per segno, tutta la riproduzione, senza partire da api e fiori e ci sono figli che soddisfano, su siti pornografici, tutte le loro curiosità.
Un discorso che vada bene per tutti, è difficile da mettere insieme.
Quindi, ciò che manca, non è l’informazione terra terra ma un insegnamento che si basi su educazione e morale.
In cosa consiste l’amare un’altra persona.
Il rispetto.
La fedeltà.
L’onestà.
La correttezza.
La collaborazione.
La disponibilità.
L’aiuto reciproco.
L’educazione sessuale non consiste in uno schema da imparare a memoria e da seguire: è molto di più.
È formare una donna consapevole dei suoi diritti e delle sue responsabilità.
È crescere un figlio che diventa uomo fedele ai suoi doveri, che fa suoi principi e valori e li spende nei confronti di coloro che vivono le conseguenze dei suoi comportamenti.
Se si tiene conto di tutto questo, i termini tecnici, le capacità fisiche, l’aspetto esteriore, l’eleganza ostentata, l’apparire, le disponibilità economiche, l’uso di devianze, di tecniche particolari, l’accesso a scambi vari, il perdersi nella ricerca di tecniche raffinate e discutibili per rendere il piacere sempre più appetibile ed infine l’uso di sostanze che mettono a tacere remore e controlli, rendendo ogni incontro soltanto l’uso dell’altro senza alcun rispetto, perdono d’importanza in quella che chiamiamo “educazione sessuale”, perché non rendono migliore l’umanità, non innalzano il livello della società in cui viviamo e, probabilmente, non è neppure ciò che i nostri figli desiderano.