unpostosullaterra ha scritto:Devo dire che non mi riconosco molto nelle categorizzazioni forse un po’ troppo rigide che usualmente vengono fatte.
Personalmente vivo la cosa in maniera diversa: ogni rapporto con un altro essere umano per me è una storia a se, e non mi viene naturale classificarli.
Faccio mio, della descrizione che Quickie fa dell’aromanticismo, l’attribuire ai rapporti chiamiamoli “non di coppia” una dignità ed intensità in generale non inferiori a quelli che normalmente si hanno in quello specifico tipo di rapporto. Però in altre cose non mi riconosco.
Per capirci partiamo dal dizionarietto del forum. Questo definisce il desiderio romantico come quello di formare una “relazione romantica”. Ecco, il punto essenziale è che cosa uno intenda per “relazione romantica”.
Io credo che ognuno si possa sentire libero di rivendicare la propria idea di relazione romantica, senza doversi appellare ad alcuno stereotipo. E potremmo anche chiamarla “relazione ideale” con un altro essere umano. Io credo che ognuno si possa sentire libero di rivendicare la propria idea di relazione romantica, senza doversi appellare ad alcuno stereotipo. E potremmo anche chiamarla “relazione ideale” con un altro essere umano. E per ognuno questo ideale può essere diverso, come diverse ancora saranno le realizzazioni: alcune più comuni, altre molto meno. Ciascuno, dei rapporti umani, ha una sua personale visione, e se è rispettosa del prossimo a mio avviso è sempre legittima.
Il mio punto di vista, ad esempio, è molto simile a quello di Bakeneko. Ai miei occhi l’ideale di coppia quasi non assume alcun significato, in particolare la sua esclusività. Potrei allora dirmi aromantico secondo la definizione di Quickie. Ma allo stesso tempo io mi innamoro, ovvero per capirci provo le famose “farfalle nello stomaco”. E in passato mi è capitato anche di innamorarmi di un amico verso cui non avevo nessuna attrazione sensuale, per dire! Con lui non avrei formato una coppia, ma sicuramente avrei voluto costruire la più profonda, sincera e impegnata delle relazioni..
Non esattamente in realtà! ^^ Provo ora a risponderti punto per punto.
unpostosullaterra ha scritto: Per capirci partiamo dal dizionarietto del forum. Questo definisce il desiderio romantico come quello di formare una “relazione romantica”. Ecco, il punto essenziale è che cosa uno intenda per “relazione romantica”.
Io credo che ognuno si possa sentire libero di rivendicare la propria idea di relazione romantica, senza doversi appellare ad alcuno stereotipo. E potremmo anche chiamarla “relazione ideale” con un altro essere umano. Io credo che ognuno si possa sentire libero di rivendicare la propria idea di relazione romantica, senza doversi appellare ad alcuno stereotipo. E potremmo anche chiamarla “relazione ideale” con un altro essere umano. E per ognuno questo ideale può essere diverso, come diverse ancora saranno le realizzazioni: alcune più comuni, altre molto meno. Ciascuno, dei rapporti umani, ha una sua personale visione, e se è rispettosa del prossimo a mio avviso è sempre legittima.
Riguardo questo hai perfettamente ragione. Ognuno imposta e vive, accordandosi con il partner se la cosa coinvolge anche lui, la relazione di coppia (ma non per forza di coppia, dato che esistono anche i poliromantici e polisessuali) nel suo modo personale che non per forza deve rispondere alle caratteristiche dettate dagli usi e i costumi della società. La cosa importante è il sentimento che lega le persone coinvolte, che nell'aromantico cambia, non è uguale a quello di un romantico ma non nel senso che viene vissuto in modo diverso, è proprio di un
tipo diverso, è un'altra cosa.
Ciò che fa la differenza non è la forma della relazione, ma il sentimento alla base che avrà forma e natura diverse.
Un asessuale aromantico potrà avere una relazione queerplatonica con un'altra persona, ma questo tipo di relazione non è una variante di una relazione romantica, o un modo diverso per vivere una relazione, è una cosa diversissima prodotta da sentimenti altrettanto diversi, anche qui, è proprio un'altra cosa. Questo perché, seppur con forme diverse a seconda della persona o delle persone coinvolte nella relazione, una relazione romantica avrà alla base l'innamoramento, che poi produrrà un certo risultato e sarà vissuto ed espresso in un certo modo, ma il sentimento è quello, ovvero amore espresso nel contesto dell'attrazione romantica.
Nell'aromantico
non esiste attrazione romantica.
unpostosullaterra ha scritto: Il mio punto di vista, ad esempio, è molto simile a quello di Bakeneko. Ai miei occhi l’ideale di coppia quasi non assume alcun significato, in particolare la sua esclusività.
Ok, questo è appunto un
modo di intendere la relazione molto valido e perfettamente legittimo. Non ha però a che fare con il tipo di sentimento alla sua base, il quale a quanto ho capito resta sempre amore romantico. Infatti, di seguito:
unpostosullaterra ha scritto:Ma allo stesso tempo io mi innamoro, ovvero per capirci provo le famose “farfalle nello stomaco”. E in passato mi è capitato anche di innamorarmi di un amico verso cui non avevo nessuna attrazione sensuale, per dire! Con lui non avrei formato una coppia, ma sicuramente avrei voluto costruire la più profonda, sincera e impegnata delle relazioni..
Perfetto. Il fatto che ti innamori e quindi provi amore romantico fa si che tu in teoria hai attrazione romantica, che può essere anche fine a se stessa ma sta di fatto che è presente. Per rispondere all'affermazione
unpostosullaterra ha scritto: Il mio punto di vista, ad esempio, è molto simile a quello di Bakeneko. Ai miei occhi l’ideale di coppia quasi non assume alcun significato, in particolare la sua esclusività. Potrei allora dirmi aromantico secondo la definizione di Quickie.
No, assolutamente! Bisogna distinguere tra attrazione romantica e desiderio romantico. Tu puoi benissimo provare attrazione romantica senza avere desiderio romantico ed essere ugualmente romantico in quanto avendo attrazione romantica ti innamori e provi determinati sentimenti (di un certo tipo, romantici) verso quella persona, però non hai l'idea astratta (astratta per modo di dire, nel senso di fine a se stessa) di costruire una relazione con essa. Va benissimo, non c'è nessun problema, però questo non è il concetto di aromanticismo, neanche lontanamente.
Un aromantico (considero sempre asessuale aromantico, poi esistono anche i sessuali aromantici ma entrano in gioco altri fattori e quindi per ora mi limito a considerare un asessuale aromantico come me) non ha esattamente questo:
unpostosullaterra ha scritto: Ma allo stesso tempo io mi innamoro, ovvero per capirci provo le famose “farfalle nello stomaco”.
In un asessuale aromantico, non sussistendo attrazione romantica, non vi è innamoramento, non vi è amore romantico e non vi sono sentimenti legati a tale attrazione, ma ce ne saranno altri che non ci sono nel sessuale romantico, e pertanto le sue relazioni sono caratterizzate da suddetti sentimenti e non da quelli legati all'attrazione romantica. Il discrimine tra romantico e aromantico non è il desiderio romantico, ma bensì l'attrazione romantica, che come abbiamo detto più volte non è presente nell'aromantico esattamente come nell'asessuale non è presente l'attrazione sessuale.
Ovvero
non gli piaceranno ne gli uomini ne le donne, e non sarà attratto da essi.
I sentimenti non romantici nell'aromantico sono però forti esattamente come quelli romantici di un romantico, soltanto che nel primo saranno assenti i secondi e nel secondo saranno assenti i primi ( o meglio, saranno assenti quelli caratteristici dell'aromatico e quelli che ci sono saranno espressi in maniera molto diversa da come li esprime un aromantico)
In parole povere, se vogliamo usare un esempio un po' impreciso, un aromantico sarà gay nei confronti delle donne e lesbica nei confronti degli uomini, ciò che proverà sarà come dicevo prima sentimenti non romantici estremamente forti che in intensità e dignità sono pari e significativi a quelli di un romantico, ma sono comunque completamente diversi, non possono essere messi assieme perchè sono due cose diversissime.
Bianca ha scritto:Credo di capire quello che hai spiegato, con qualche riserva.
I rapporti "non di coppia", hanno certamente dignità, importanza, intensità.
Per me, le loro, specifiche, che non saranno mai uguali a quelle che io riscontro in un rapporto unico.
Per l'aromantico invece, potrebbero essere uguali.
Questa è forse la cosa che meno mi è chiara.
Mi sembra un disperdere, mi sembra un non saper distinguere.
Come si fa a vivere, con la stessa intensità, un rapporto qualsiasi che non prevede un legame particolare, come si vivrebbe un rapporto a due?
Io ho vissuto rapporti di stima profonda, ammirazione, sentimenti di profondo affetto, ma non posso dire che avessero la stessa intensità dell'unico rapporto a due.
Quella che tu chiami "relazione ideale" con un altro essere umano, non può essere che a senso unico.
Giustamente il modo di realizzare questa relazione, potrà essere diverso, anche molto diverso dal modo tradizionale.
E anche varia, per ciascuna persona, che cosa si intende per ideale.
Per te l'ideale di coppia non esiste?
Per te non esiste l'esclusività?
Ma se tu ti innamori, nel modo tradizionale del termine, tu non senti il bisogno che quella persona ci sia solo per te?
Non voglio dire che non deve più esistere per nessun altro, ci mancherebbe!
Intendo che esista per te in modo speciale, esclusivo e unico.
Con l'amico di cui parli, non avresti voluto avere una cosa unica?
Direi che forse stai riuscendo a capire. Allora:
Bianca ha scritto: I rapporti "non di coppia", hanno certamente dignità, importanza, intensità.
Per me, le loro, specifiche, che non saranno mai uguali a quelle che io riscontro in un rapporto unico.
Per l'aromantico invece, potrebbero essere uguali.
Questa è forse la cosa che meno mi è chiara.
Perfetto! Per te non saranno mai uguali, ma tu non sei aromantica, appunto (anche se è soggettivo perché ci sono persone sessuali romantici da quanto ne so che comunque hanno per un amico/a/* un sentimento forte come quello per il compagno). Per un asessuale aromantico l'amicizia (per come la intende un aromantico, ovviamente) sarà quello che per te è il rapporto di coppia, l'innamoramento, l'amore romantico, e in essa
potrà dare la stessa passione e intensità che tu puoi dare nel rapporto romantico. Questo accade perché la tua impostazione mentale è completamente diversa dalla mia, così come quella di un asessuale è diversa da quella di un sessuale. L'ambiente in cui questi tipi di sentimenti avvengono e si esprimono sono diversi.
Ti faccio un esempio.
Supponiamo che ci siano due ambienti, due sistemi. Nell'ambiente 1 valgono le nostre leggi della fisica, quindi gravità, leggi quantistiche, forze, elettromagnetismo ecc.. nell'ambiente 2 valgono altre regole, altre leggi, e non vi è il concetto di gravità. Supponiamo inoltre che in questo ambiente vi sia la possibilità di ubiquità al posto della gravità.
Ora capisci che il movimento di un corpo, supponiamo, avrà altre dinamiche in questo ambiente rispetto a come accadrebbe nell'altro ambiente, e quindi ci saranno risultati diversi, ma alla fine il corpo si muove comunque, sia nel primo ambiente che nel secondo, e non vi sarà un ambiente mancante rispetto all'altro, soltanto che entrambi saranno
diversi l'uno dall'altro.
Tu vivrai nel primo ambiente ed esisterai in un certo modo, io vivrò nel secondo ed esisterò in altro modo, questo non vuol dire che uno è migliore dell'altro, semplicemente siamo diversi.
Ora prova a sostituire:
Ambiente 1 = Natura del sessuale romantico; Ambiente 2 = Natura dell'asessuale aromantico; Gravità: Attrazione romantica; Ubiquità: Istinti e pulsioni presenti nell'aromantico e non nel romantico; Corpo in movimento: Amore (in senso generale, non caratterizzato).
Avremo che:
Ci sono due nature, una romantica, una aromantica in cui non è presente attrazione romantica. Nella natura romantica valgono i concetti di amicizia e amore romantico consueti per i sessuali romantici, quindi innamoramento, amicizia comunque ben distinta dall'amore romantico e spesso non paritaria (non sempre), attrazione sessuale ecc..Nella natura aromantica valgono altre sensazioni e pulsioni, oltre a quelle in comune con i sessuali romantici ma esse sono posti in modo diverso e vengono influenzati dalle sensazioni tipiche dell'asessuale aromantico, inoltre non vi è attrazione romantica e al posto di essa vi sarà un tipo di sentimento non romantico diverso ma di uguale intensità a quello di un sessuale romantico.
Ora capisci che l'espressione dell'amore avrà altre dinamiche in questa natura rispetto a quanto accadrebbe in quella romantica, e quindi ci saranno risultati diversi, ma alla fine il concetto di amore e la capacità di amare ci saranno comunque, ed avranno la stessa identica intensità e forza sia nella natura dell'asessuale aromantico che in quella del sessuale romantico, e non vi sarà una natura mancante rispetto all'altra, soltanto che esse saranno
diverse l'una dall'altra.
Tu sarai sessuale romantica (anzi, iper romantica, ed è un complimento) ed esisterai, vivrai e amerai in un certo modo, io sarò asessuale aromantico ed esisterò, vivrò e amerò in un altro modo. Il tuo amore passerà attraversò l'attrazione romantica e sarà espresso in quel contesto, il mio non passerà attraversò l'attrazione romantica che è assente ma attraverso un sentimento non romantico e sarà espresso in quel contesto. Questo non vuol dire che uno è migliore dell'altro, o uno è mancante rispetto all'altro o peggio che uno non sa amare, semplicemente siamo
diversi.
Questo concetto era spiegato in modo chiarissimo nello schema che ho fatto ma purtroppo non ho ancora lo scanner per metterlo nel forum. -.-''
Bianca ha scritto: Mi sembra un disperdere, mi sembra un non saper distinguere.
Come si fa a vivere, con la stessa intensità, un rapporto qualsiasi che non prevede un legame particolare, come si vivrebbe un rapporto a due?
Io ho vissuto rapporti di stima profonda, ammirazione, sentimenti di profondo affetto, ma non posso dire che avessero la stessa intensità dell'unico rapporto a due.
Non è questione di
non saper distinguere, il fatto è che
non c'è niente da distinguere, senza attrazione romantica non c'è relazione romantica, ovviamente, come non c'è innamoramento (nel senso romantico del termine) e tutte le sensazioni correlate, non è un non voler avere un rapporto di coppia, è non avere attrazione, sono cose diverse. Al contrario un romantico non vede ciò che vede un aromantico e queste cose che percepisce in esso costituiscono ciò che per il romantico è l'innamoramento, il rapporto romantico e sensazioni affini.
Bianca ha scritto:Come si fa a vivere, con la stessa intensità, un rapporto qualsiasi che non prevede un legame particolare, come si vivrebbe un rapporto a due?
Io ho vissuto rapporti di stima profonda, ammirazione, sentimenti di profondo affetto, ma non posso dire che avessero la stessa intensità dell'unico rapporto a due.
E' molto semplice, la mente di un aromantico è settata per natura a questo, la tua magari no, e di conseguenza è perfettamente normale che vi sia difficoltà a capire.
Il problema è, a mio parere, che quello che stai cercando di fare è cercare di capire secondo il tuo metro di giudizio, in base alle tue pulsioni, sentimenti e sensazioni. Il problema è che un aromantico non ha le tue stesse sensazioni, e di conseguenza vive il rapporto non romantico secondo sensazioni, istinti e pulsioni che non fanno parte della tua natura, che sono molto diverse dai tuoi e quindi lui potrà vivere queste cose con un'intensità che tu metti nella relazione romantica e che non saresti minimamente in grado di concepire nell'amicizia, ti risulterebbero magari innaturali, sempre che tu riesca a vedere l'amicizia in quel modo (il tuo concetto di amicizia probabilmente non centra niente con quello di un asessuale aromantico, poi dipende ovviamente)
Non prevede un legame particolare? In realtà si, probabilmente per il modo in cui lo concepisci potrebbe avere questa caratteristica, ma per un aromantico è diverso, è proprio il presupposto che è completamente differente.
Per quanto riguarda me posso amare individualmente tutte le persone a cui voglio bene, pertanto ho un rapporto esclusivo con ognuno di loro, non fanno massa per così dire, ma gli voglio bene per ciò che ognuno è. So che è difficile da spiegare e sembra un controsenso, ma è così.
Comunque anche un asessuale aromantico può avere un rapporto esclusivo, è ciò che fanno gli aromantici queerplatonici, in cui vi è una relazione di coppia non romantica, a tutti gli effetti paritaria con quella romantica, cambia solo il tipo di sentimento che lega le persone ma il sentimento in se è forte allo stesso modo.
Inoltre in ogni caso l'esclusività vi può essere anche tra sei, otto, dieci persone, se vedi i poliromantici possono avere un rapporto di coppia con più persone e amarle tutte con pari intensità, e l'amore che c'è tra queste persone è esclusivo, nel senso che esclude altri al di fuori di tali persone. Non è come andare con chiunque, si tratta di costruire un rapporto che comprenda in pari dignità più individui e in cui essi vengono amati individualmente.
unpostosullaterra ha scritto:In effetti è abbastanza complesso risponderti, per cui inizialmente mi sforzerò di farlo con le parole più semplici.
Per quello che ho sperimentato su di me, la maniera di provare amore, e di metterlo in opera, matura col maturare della personalità, della propria individualità. Non intendo dire che evolve verso il meglio, ma semplicemente che le varie parti di quello che siamo tendono ad armonizzarsi.
Un monaco buddista (mi pare che è stato citato), è una persona come le altre, come tutti può provare rabbia, gelosia, invidia.. però il costante esercizio di non alimentare sentimenti nei quali non si identifica, perché considera negativi nella sua visione dei rapporti umani, lo porta nel tempo a dare a questi stati d’animo un peso sempre minore, finché nella sua vita non hanno più alcun ruolo effettivo. E a quel punto, in larghissima parte, si placano; come se sapessero che tanto è energia sprecata..
Io non sono un monaco ma queste cose le ho provate su me stesso.
Nel caso dei rapporti è la stessa cosa. All’inizio, come tutti, pensavo di essere “obbligato” a desiderare un rapporto assolutamente esclusivo. Ma, a torto o a ragione, in questo io ci leggevo anche una mia infantile pretesa di possesso. Realizzai che la coppia in fondo è una convenzione sociale, in altre culture c’è l’harem, e in alcune comuni degli anni settanta c’erano rapporti articolati che potremmo dire di fratellanza..
Tutto sta nelle nostre abitudini, nelle aspettative, in ciò che vogliamo essere.
Personalmente quando trovo una persona a cui vorrei dedicare tutto me stesso, e che ricambia, non sento desiderio di altro. Ma la vita è sempre aperta a mille possibilità, e non sento nemmeno il bisogno di porre degli aut aut
Questo mi sembra giustissimo, le forme sono qualcosa che appartiene all'individualità delle persone interessate dal rapporto, quindi non è qualcosa di fisso ma deve venire naturale e spontaneo, rispettando ovviamente le parti coinvolte.
Bianca ha scritto:Évvai! Forse ce l'ho fatta!
Anzi, ce l'hai fatta tu.
L'esempio del Monaco mi risulta chiaro.
Tu, come fa il monaco con i sentimenti che considera negativi o "non suoi", eserciti la volontà di non alimentarli e in questo modo, allenandoti, ti abitui ad un controllo che ti viene sempre più naturale.
Anch'io non sono monaca, ma il lavoro di far tacere i sentimenti negativi, l'ho fatto e di più lo faccio adesso.
I 7 vizi capitali che ognuno di noi si porta dentro, possono scatenare sentimenti cattivi, negativi che provocano danni agli altri e a noi stessi.
È un dovere di ciascuno di noi sforzarsi di tenerli a bada e dobbiamo farlo, accettando le sconfitte, ma senza che mai l'impegno venga meno.
Tutto sta, come dici tu, in ciò che vogliamo essere.
In effetti, nel formare una coppia, si insinua sicuramente il desiderio di possesso.
Forse è anche un desiderio legittimo o meglio, umano (finché non diventa patologico) ; l'affetto non pretende l'esclusiva, l'amore sì.
In realtà, questa condizione, qualunque strumento sancisca l'unione, non si realizza mai in pieno, perché le due persone, continuano ad essere entità a sè stanti, con possibilità per entrambi di amare altre persone e lo vediamo succedere molto spesso.
Infatti, nel matrimonio si parla della necessità di scegliersi quotidianamente.
Per quanto mi riguarda, non sono stata portata a controllare un sentimento d'amore nei confronti di una persona, ma anch'io mi sono allenata a controllare sentimenti d'amore verso altri, per cui capisco abbastanza bene quello che tu dici.
Ti ringrazio per avermi spiegato.
Ehm..per ''Evvai! Forse ce l'ho fatta'' intendi il concetto di aromanticismo o di non esclusività? ^^ Se ti riferisci al concetto di aromanticismo non avviene nessuna azione di controllo, non essendovi attrazione non si è attratti da nessuno e per natura non ci sono i concetti legati all'attrazione romantica. Non è qualcosa che si sceglie, è qualcosa che c'è o non c'è, esattamente come per l'attrazione sessuale negli asessuali.
Se invece ti riferisci alla non esclusività direi che l'esempio di unpostosullaterra è molto chiaro.
Dico questo perché non vorrei che per errore passasse il messaggio che gli aromantici
scelgono di non innamorarsi cercando di controllare i sentimenti, cosa falsissima (tra l'altro è lo stesso ragionamento che fanno quelli che dicono che l'asessualità non esiste, ovvero che è una scelta o un blocco quando in realtà è una caratteristica della persona).
Detto questo non significa che un aromantico è una sorta di cherubino capace di correre oltre la velocità della luce e che morirebbe piuttosto di vedere ferito una persona a cui vuole bene, questo ci tengo a precisarlo.
Esattamente come un romantico potrebbe fregarsene degli altri e dare molta poca importanza all'amore, pur potendo potenzialmente innamorarsi ed avere un rapporto, così può fare un aromantico, potrebbe tranquillamente dare poca o nessuna importanza all'amicizia perché pensa ad altro, ha altri interessi, non glie ne può fregar di meno, per carattere, per egoismo ecc.., anche se potenzialmente è in grado di amare in modo non romantico.
Bianca ha scritto:Sì, anch'io penso che la sincerità sia fondamentale in qualunque rapporto, indipendentemente su quali sentimenti è fondato.
Devo dirti che la sincerità, con cui convivo costantemente, mi ha causato e mi causa qualche guaio, ogni tanto, perché ci sarebbero delle cose che io, senza mentire, potrei tranquillamente, non dire.
Cosa che non so fare, quando mi sembra che il non dire, equivalga a nascondere.
Preferisco rischiare, ma nè mentire, nè non dire.
Un lungo rapporto di coppia è sicuramente un arricchimento reciproco, poi, si diventa entrambi custodi di questa ricchezza, che si è concretizzata nei figli, nelle capacità di entrambi, nel poter guardare in modo positivo al passato, nonostante difficoltà ed errori.
Si capisce che quello che è stato, non è avvenuto per caso, lo si è scelto, condiviso, difeso.
Lo si è voluto.
La relazione, io la vedo anche senza figli e senza attrazione sessuale, ma, a livello di sentimenti, io non posso pensare che si verifichi, con la stessa intensità, con amici.
Un amico, per quanto caro, non sarà mai tanto caro quanto può esserlo una persona che ti porti nel cuore, che pensi al suo viso e vedi i suoi occhi, pensi ai suoi occhi e vedi il suo cuore, lì, aperto, palpitante davanti a te.
Tu hai sperimentato quello che io non posso capire e che può soltanto essermi raccontato.
Grazie
Sono perfettamente d'accordo, in tutto (tranne che per l'ultima frase).
La sincerità è qualcosa di importantissimo e si deve a tutti, perché è la base come dici tu di qualunque rapporto, indipendentemente dal tipo. In vita mia (perlomeno partendo dall'età in cui potevo distinguere il bene dal male) ringraziando il Signore non mi è mai capitato di mentire (per ragioni personali, dato che biblicamente mentire è peccato), e prego perché ciò non capiti mai.
Per quanto riguarda la frase in corsivo ti posso assicurare che per me non è così, anche se capisco che per te possa essere molto difficile concepire sensazioni, forme e istinti che non fanno parte della tua natura, come d'altronde per me è difficilissimo capire teoricamente sensazioni e istinti che fanno parte della tua ma non della mia, quindi non c'è alcun problema.
L'amicizia (sarebbe meglio dire amore non romantico, dato che non si tratta di amicizia nella consueta accezione del termine ma qualcosa di molto diverso, almeno per quanto riguarda me) e l'amore non romantico hanno caratteristiche completamente differenti. Ma diverso non vuol dire che uno è inferiore all'altro, ma solo che hanno caratteristiche differenti, regole e sensazioni diverse, ma pari intensità nel momento in cui si ha una percezione di un certo tipo. Nel sessuale romantico la percezione si ferma ad un punto ed è vista in rapporto anche all'attrazione romantica (in essa vi sarà in genere il passaggio preferenziale del concetto di amore, in un asessuale aromantico la percezione è completamente diversa e si hanno istinti e forme tali per cui essi hanno pari valore a livello di sentimenti, seppur seguendo regole diverse.