Le lingue straniere
Re: Le lingue straniere
ma è vero che il cinese mandarino è molto semplice dal punto di vista grammaticale e che quindi basta relativamente poco tempo per imparare a parlarlo un poco? l'ho sentito dire più volte e anche una amica che è andata a lavorare in Giappone mi diceva la stessa cosa del giapponese.
Ovviamente intendo parlare e non scrivere con gli ideogrammi.
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Re: Le lingue straniere
Io ho fatto dei corsi a vari livelli di lingua cinese mandarino con insegnante un madrelingua, poi a casa studiavo e ripassavo anche per conto mio ma non ho mai fatto nessun esame HSK principalmente per il fatto che pur parlando molto bene in cinese mandarino e comprendendolo alla perfezione ho una notevole difficoltà nella lettura e scrittura degli ideogrammi sopratutto se devo leggerli o scriverli in corsivo.Oh, qualcun'altro che sa il cinese!
Posso chiederti se lo hai studiato per conto tuo, se hai seguito un corso o altro? Hai dato anche qualche esame HSK?
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Re: Le lingue straniere
Le lingue straniere mi affascinano moltissimo, ma conosco bene soltanto l'inglese. Ho un'infarinatura di francese che ho intenzione di approfondire, dato che è nel mio programma universitario. Mi piacerebbe imparare molte altre lingue, a cominciare da spagnolo e tedesco, obiettivo che spero di raggiungere, non importa se frequentando corsi o studiando da privatista.
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Re: Le lingue straniere
La grammatica è semplice fino ad un certo punto. Per esempio i verbi non vanno mai coniugati, restano sempre gli stessi per tutte le persone, ma se vuoi specificare il tempo di svolgimento dell’azione, devi aggiungere un’espressione temporale o delle particelle specifiche che seguono precise regole grammaticali.eirikur ha scritto:ma è vero che il cinese mandarino è molto semplice dal punto di vista grammaticale e che quindi basta relativamente poco tempo per imparare a parlarlo un poco? l'ho sentito dire più volte e anche una amica che è andata a lavorare in Giappone mi diceva la stessa cosa del giapponese.
Ovviamente intendo parlare e non scrivere con gli ideogrammi.
La lingua cinese parlata si basa su quattro toni, più uno neutro. Bisogna fare attenzione, perché pronunciando male un tono si può sballare totalmente il senso della frase e cadere in fraintendimenti abbastanza gravi, con il rischio anche di offendere qualcuno. Una volta imparati i toni, secondo me il peggio è passato.
Del giapponese non so molto, perché non l’ho studiato approfonditamente. Per quello che ho imparato mi sembra abbastanza complicato, in quanto si coniuga quasi tutto: nomi, aggettivi e verbi (che oltre ai vari tempi, hanno anche due o tre diversi livelli di cortesia, se ricordo bene).
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Re: Le lingue straniere
Ho provato con il russo. Due anni buttati via. Riesco solo a salutare e a litigare con i tassisti di Kiev che sono notoriamente bastardi.
La mia insegnante stava per andare in crisi.
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Re: Le lingue straniere
Toni vuol dire che il significato delle parole cambia a seconda di come si pronunciano, vero? Quindi, di una parola bisogna imparare i cinque modi con cui si pronuncia ed il loro significato, giusto?....allora è vero che in cinese non si può fare sarcasmo!!Bakeneko ha scritto: La ligua cinese parlata si basa su quattro toni, più uno neutro. Bisogna fare attenzione, perché pronunciando male un tono si può sballare totalmente il senso della frase e cadere in fraintendimenti abbastanza gravi, con il rischio anche di offendere qualcuno. Una volta imparati i toni, secondo me il peggio è passato.
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Re: Le lingue straniere
Volentieri, Bakeneko! Allora quando ho tempo di imparare una nuova lingua mi rivolgerò a te
Io di giapponese so poco, ma non mi pare eccessivamente difficile il parlato. La pronuncia è molto intuibile (le vocali sono uguali alle nostre, a parte il fatto che ci sono alcune "u" mute nei dittonghi), non c'è distinzione tra maschile e femminile per aggettivi e verbi (ci sono però termini specifici che hanno un genere, tipo "mamma" e "papà"), le forme verbali se non erro non hanno le persone come le abbiamo noi (quindi singolare e plurale sono uguali)... l'unica cosa che può essere complicata è imparare i livelli di cortesia come diceva Bakeneko, i giapponesi ne hanno un trilione e sono tutti riservati a determinati tipi di interazione, a seconda della persona con cui stai parlando. In compenso, non ci sono gli accenti come in cinese, che quando li "studiai" io (grazie a una mia compagna delle superiori che sapeva il cinese) mi stavano facendo esplodere la testaeirikur ha scritto:ma è vero che il cinese mandarino è molto semplice dal punto di vista grammaticale e che quindi basta relativamente poco tempo per imparare a parlarlo un poco? l'ho sentito dire più volte e anche una amica che è andata a lavorare in Giappone mi diceva la stessa cosa del giapponese.
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Re: Le lingue straniere
I toni sono gli accenti presenti in ogni sillaba. Per esempio la parola "comprare" è formata da una sola sillaba che si pronuncia "măi (mai3)". Se la pronunci "mài (mai4)" significa vendere.Caos ha scritto: Toni vuol dire che il significato delle parole cambia a seconda di come si pronunciano, vero? Quindi, di una parola bisogna imparare i cinque modi con cui si pronuncia ed il loro significato, giusto?....allora è vero che in cinese non si può fare sarcasmo!!
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Re: Le lingue straniere
Mi piace molto studiare lingue straniere, anche se ho avuto poco tempo per farlo. A parte l'inglese e l'italiano ho imparato il tedesco. Una decina d'anni fa lo parlavo bene, tanto che a volte gente di madrelingua mi faceva i complimenti. Da allora il mio tedesco parlato si e' un po' arruginito per mancanza di pratica, anche se lo capisco e leggo ancora senza problemi.
Tra le lingue straniere che ho studiato senza finire ci sono il russo e l'ebraico moderno. Del primo ricordo l'alfabeto e qualche parola. Del secondo ho dimenticato quasi tutto. Un giorno mi piacerebbe riprenderli ma per ora non ho tempo, anche se di tanto in tanto mi verrebbe voglia.
Mi piace la fase iniziale dello studio di una lingua, quando se ne scopre la struttura grammaticale e si puo' metterla in relazione a quella di altre lingue. Poi viene la fase noiosa, in cui si devono quasi solo memorizzare vocaboli, ma non si sa abbastanza da poter leggere testi senza usare in continuazione un vocabolario. Dopo, quando si comincia a capire libri, giornali, o programmi di notizie, imparare diventa facile ed entusiasiasmante, e da quel punto in poi il processo va avanti quasi senza sforzo.
Tra le lingue straniere che ho studiato senza finire ci sono il russo e l'ebraico moderno. Del primo ricordo l'alfabeto e qualche parola. Del secondo ho dimenticato quasi tutto. Un giorno mi piacerebbe riprenderli ma per ora non ho tempo, anche se di tanto in tanto mi verrebbe voglia.
Mi piace la fase iniziale dello studio di una lingua, quando se ne scopre la struttura grammaticale e si puo' metterla in relazione a quella di altre lingue. Poi viene la fase noiosa, in cui si devono quasi solo memorizzare vocaboli, ma non si sa abbastanza da poter leggere testi senza usare in continuazione un vocabolario. Dopo, quando si comincia a capire libri, giornali, o programmi di notizie, imparare diventa facile ed entusiasiasmante, e da quel punto in poi il processo va avanti quasi senza sforzo.
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Re: Le lingue straniere
Sono d'accordo con questa descrizione. Io, per quanto riguarda italiano, sono in una fase dove posso capire il senso generale dei testi che leggo (anche se devo utilizzare un dizionario per molti dettagli) ma i testi piu' lunghi o piu' letterari oppure formali possono essere frustanti da leggere perche devo cerchare troppe parole.Bruno ha scritto:Mi piace la fase iniziale dello studio di una lingua, quando se ne scopre la struttura grammaticale e si puo' metterla in relazione a quella di altre lingue. Poi viene la fase noiosa, in cui si devono quasi solo memorizzare vocaboli, ma non si sa abbastanza da poter leggere testi senza usare in continuazione un vocabolario. Dopo, quando si comincia a capire libri, giornali, o programmi di notizie, imparare diventa facile ed entusiasiasmante, e da quel punto in poi il processo va avanti quasi senza sforzo.
I materiali video sono una cosa piu difficile, perche', mentre capisco le parole- ho notato che gli italiani parlano in modo chiaro - al solito si parla troppo velocemente perche' io possa sistemare cio' che sento nella mia mente
E voi, che tipi di materiali usate per imparare o per esercirarvi? Ci sono dei siti web che potete raccomandare?
Negli ultimi anni ho comprato molti materiali per poter esercitarmi/imparare diversi aspetti dell'italiano, ma molte volte mi manca la disciplina mentale per usarli con constanza. Ora, per esempio, leggo un primo numero di una rivista per chi impara l'italiano. Ci sono articoli legati a diversi aspetti della vita in Italia (geografia, cucina, cultura, ecc.) con gli elenchi di vocaboli usati e alcuni di loro sono anche disponibili in mp3.
Italiano non e' la mia lingua natale. Per cortesia, siate pazienti con me se non riesco a spiegare qualcosa o faccio un errore
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Re: Le lingue straniere
Ah, le lingue, il mio argomento preferito!
La mia lingua materna è il tedesco (e adesso non voglio sentire commenti sull'Oktoberfest, grazie ). So molto bene l'italiano ed il francese, ho studiato entrambe le lingue all'università e oggi sono le mie lingue di partenza per il mio lavoro di traduttrice. Con l'inglese me la cavo, ma mi capita spesso di non capire le barzellette o le espressioni in gergo. Poi provo ad imparare il polacco, ora il mio corso è appena finito, ma credo che riprenderò prima o poi. Da piccola ho studiato il russo, ma non ho mai raggiunto un livello alto e oggi non capisco quasi niente. Poi c'è qualche lingua in cui conosco alcune parole, ma preferisco non approfondire perché il mio testo si fa lungo.
Quanto riguarda le lingue antiche so bene il latino ed il francese antico. Ho studiato il greco al liceo, ma non sono mai stata brava.
Mi piace studiare il polacco, ma non è facile, quindi preferisco fare una pausa adesso. Avrei voglia di leggere testi latini con altre persone, tradurre, discuterne ecc., ma non sono più all'università . Poi per il francese antico la situazione è disperata, credo di essere l'unica persona nel mio paese che ha meno di 50'anni e conosce questa lingua, non viene quasi più insegnata (io l'ho studiata un po' in Germania e un po' in Francia e poi autonomamente).
Ci sono altre persone qui che amano le lingue "morte"?
La mia lingua materna è il tedesco (e adesso non voglio sentire commenti sull'Oktoberfest, grazie ). So molto bene l'italiano ed il francese, ho studiato entrambe le lingue all'università e oggi sono le mie lingue di partenza per il mio lavoro di traduttrice. Con l'inglese me la cavo, ma mi capita spesso di non capire le barzellette o le espressioni in gergo. Poi provo ad imparare il polacco, ora il mio corso è appena finito, ma credo che riprenderò prima o poi. Da piccola ho studiato il russo, ma non ho mai raggiunto un livello alto e oggi non capisco quasi niente. Poi c'è qualche lingua in cui conosco alcune parole, ma preferisco non approfondire perché il mio testo si fa lungo.
Quanto riguarda le lingue antiche so bene il latino ed il francese antico. Ho studiato il greco al liceo, ma non sono mai stata brava.
Mi piace studiare il polacco, ma non è facile, quindi preferisco fare una pausa adesso. Avrei voglia di leggere testi latini con altre persone, tradurre, discuterne ecc., ma non sono più all'università . Poi per il francese antico la situazione è disperata, credo di essere l'unica persona nel mio paese che ha meno di 50'anni e conosce questa lingua, non viene quasi più insegnata (io l'ho studiata un po' in Germania e un po' in Francia e poi autonomamente).
Ci sono altre persone qui che amano le lingue "morte"?
- Celeste
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Re: Le lingue straniere
Una volta il greco antico e il latino li sapevo molto bene, non sarebbe una brutta idea rispolverare qualcosa... Ovviamente si fa per sfizio, non come lo studio delle lingue vive che si studiano per essere effettivamente utilizzate
Perdona l'ignoranza ma non avevo mai pensato all'esistenza del francese antico... Giusto per capire, era la lingua dei Galli?
È molto diverso dal francese moderno?
Perdona l'ignoranza ma non avevo mai pensato all'esistenza del francese antico... Giusto per capire, era la lingua dei Galli?
È molto diverso dal francese moderno?
Nè più mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede.
Re: Le lingue straniere
perdonami l'insolenza ma questa frase fa un po' ridereCeleste ha scritto:... ma non avevo mai pensato all'esistenza del francese antico...
credo di poter dire che tutte le lingue del mondo hanno una loro versione "antica", che non sarà altro che quella parlata... in antichità?
Non credo che a Da Vinci gli dicessero "Bella zio" quando faceva qualche invenzione
Quello che stupisce a me è che qualcuno abbia voglia di studiarselo
- Celeste
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Re: Le lingue straniere
Ho riso anche io mentre la scrivevo!
Ogni tanto mi rendo conto che penso veramente delle sciocchezze !
Nè più mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede.
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Re: Le lingue straniere
Il francese antico è il francese parlato e scritto nel medioevo. L'italiano non è cambiato moltissimo dalla stesura del primo testo (che ci dà un'idea di come era la lingua all'epoca) fino a oggi (anche se Eirikur ha ragione con la sua battuta su Da Vinci*), il francese invece sì; il francese antico è come un'altra lingua. Autori come Chrétien de Troyes o Marie de France scrivevanon in francese antico, cioè ciascun* in uno dei suoi dialetti. Io amo molto i romanzi di Ch. de T. ed è un piacere per me di leggere i testi nella versione originale. Inoltre lo studio del francese medievale mi ha permesso di capire meglio l'ortografia francese di oggi (in pratica si scrive come si parlava nel '200).
* Già che ci siamo: Qualcuno può spiegarmi cosa vuol dire "bella zio" o in quali situazioni si dice questo e a chi? Qualche settimana fa ho incontrato l'espressione in un romanzo italiano e non mi diceva nulla, credo che non si usasse ancora quando io vivevo in Italia (12 anni fa). È come "che figata"?
* Già che ci siamo: Qualcuno può spiegarmi cosa vuol dire "bella zio" o in quali situazioni si dice questo e a chi? Qualche settimana fa ho incontrato l'espressione in un romanzo italiano e non mi diceva nulla, credo che non si usasse ancora quando io vivevo in Italia (12 anni fa). È come "che figata"?