Le "etichette"
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Le "etichette"
Come saprete bene voi utenti di AVEN, ci sono molti termini specifici associati all'(a)sessualità, agli orientamenti romantici, a diversi tipi di identità e via dicendo.
Vorrei chiedervi con che ottica vivete questa "varietà linguistica" che caratterizza la community: pensate che le etichette siano utili o meno? Le suggerireste o le abolireste (o nessuna delle due cose)? Perché?
Vorrei chiedervi con che ottica vivete questa "varietà linguistica" che caratterizza la community: pensate che le etichette siano utili o meno? Le suggerireste o le abolireste (o nessuna delle due cose)? Perché?
"I see now that the circumstances of one's birth are irrelevant; it is what we do with the gift of life that makes us who we are."
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Re: Le "etichette"
Secondo me anche se non sono indispensabili sono utili, soprattutto per chi ha bisogno di fare chiarezza su se stesso e sentirsi più facilmente capito dagli altri senza dover raccontare tutta la sua storia, anche se a qualcuno danno un senso di eccessiva classificazione, come un volersi ghettizzare...
Io personalmente quando ho letto su AVEN la classificazione delle diverse identità di genere ho capito che c'erano altre persone che provavano quello che provo io e mi ha fatto sentire bene, sentire a posto, magari se non ci fossero state le definizioni sarei ancora a vagare per internet a cercare di capire dai racconti altrui se ero l'unica a pensarla così o no.
Penso che le persone che hanno appena scoperto la loro asessualità e arrivano per la prima volta su questo forum si sentano molto sole e avere un senso di appartenenza, almeno inizialmente, non può far altro che bene.
Anche se però per alcune persone può essere difficile comprendere se stessi anche con mille etichette a disposizione, io per prima.
Io personalmente quando ho letto su AVEN la classificazione delle diverse identità di genere ho capito che c'erano altre persone che provavano quello che provo io e mi ha fatto sentire bene, sentire a posto, magari se non ci fossero state le definizioni sarei ancora a vagare per internet a cercare di capire dai racconti altrui se ero l'unica a pensarla così o no.
Penso che le persone che hanno appena scoperto la loro asessualità e arrivano per la prima volta su questo forum si sentano molto sole e avere un senso di appartenenza, almeno inizialmente, non può far altro che bene.
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- Sidhe
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Re: Le "etichette"
Allora, personalmente a me le etichette piacciono, le trovo utili, facilitano la vita a chi si sente diverso ma "non sa se quella cosa che lui/lei si sente, esista oppure no", ecc.
C'e' sempre il rovescio della medaglia, ossia che possono essere usate per ghettizzare, ma va beh, gli idioti ci saranno sempre, un motivo per ghettizzare il prossimo lo si trova sempre, volendo.
Io sono favorevole alle etichette ma vedo il loro limite: il panorama umano e' molto variegato e pretendere di etichettarne ogni sfumatura e' eccessivo (ricordo l'altro giorno in cui esprimevo la mia incertezza su dove porre la linea di confine fra grey-a e semisessuali). Io penso che dovremmo tenere le etichette più significative e accettare l'idea che in ogni "area" di umanita' etichettata esistano sfumature. Per esempio, una sedia si chiama sedia sia che abbia quattro gambe sia che ne abbia tre, sia che abbia le rotelle oppure no, sia che sia imbottita, di legno, di plastica o di vimini, o in casi estremi, anche un oggetto diverso viene chiamato "sedia" se quella e' la sua funzione; spesso a una parola corrisponde un insieme di oggetti simili ma non uguali. Sarebbe solo naturale se per le persone fosse lo stesso.
C'e' sempre il rovescio della medaglia, ossia che possono essere usate per ghettizzare, ma va beh, gli idioti ci saranno sempre, un motivo per ghettizzare il prossimo lo si trova sempre, volendo.
Io sono favorevole alle etichette ma vedo il loro limite: il panorama umano e' molto variegato e pretendere di etichettarne ogni sfumatura e' eccessivo (ricordo l'altro giorno in cui esprimevo la mia incertezza su dove porre la linea di confine fra grey-a e semisessuali). Io penso che dovremmo tenere le etichette più significative e accettare l'idea che in ogni "area" di umanita' etichettata esistano sfumature. Per esempio, una sedia si chiama sedia sia che abbia quattro gambe sia che ne abbia tre, sia che abbia le rotelle oppure no, sia che sia imbottita, di legno, di plastica o di vimini, o in casi estremi, anche un oggetto diverso viene chiamato "sedia" se quella e' la sua funzione; spesso a una parola corrisponde un insieme di oggetti simili ma non uguali. Sarebbe solo naturale se per le persone fosse lo stesso.
Non ci sarò quando verrai a cercarmi nel sole... che la tua vita non è la mia, io sarò già andato via... [Angelo Branduardi, Lamento di un uomo di neve]
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Re: Le "etichette"
Io mi trovo d'accordo, sostanzialmente... le etichette sono utili, soprattutto ad evitare che una persona pensi di essere "sola al mondo" (come avrebbero pensato molti asessuali prima che il termine "asessualità " venisse usato). Mi trovo anche piuttosto d'accordo sulla pluralità delle etichette stesse, per la medesima ragione.
Certo se per ogni cosa ce ne volesse una non si affitterebbe più il problema è per chi non si sente né carne né pesce, come si suol dire: c'è chi decide di non identificarsi con nessuna di esse perché non vuole, e chi invece non si ritrova pienamente in nessuna etichetta, nonostante lo vorrebbe!
Certo se per ogni cosa ce ne volesse una non si affitterebbe più il problema è per chi non si sente né carne né pesce, come si suol dire: c'è chi decide di non identificarsi con nessuna di esse perché non vuole, e chi invece non si ritrova pienamente in nessuna etichetta, nonostante lo vorrebbe!
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Re: Le "etichette"
In quel caso, se si sente a meta' fra due posizioni opposte puo' attaccare un "semi" a una delle due posizioni, se le abbraccia entrambe un "bi", o un altro prefisso cumulativo se sono più di due, e se invece si sente tirato tra mille correnti, potrebbe inventare la propria definizione... Magari mettendo insieme più parole.SilverKitsune ha scritto:il problema è per chi non si sente né carne né pesce, come si suol dire: c'è chi decide di non identificarsi con nessuna di esse perché non vuole, e chi invece non si ritrova pienamente in nessuna etichetta, nonostante lo vorrebbe!
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Re: Le "etichette"
mi ero già espresso sul fatto che il proliferare delle etichette, al punto da dover leggere diverse pagine di spiegazioni e confronti per cogliere le sottigliezze, le sfumature che le distinguono, diventa eccessivo... nel senso che una persona al primo approccio con la tematica, prima di potersi riconoscere in una definizione deve acquisire un impianto culturale molto esteso e articolato a riguardo, oltre ad essere cmq una definizione valida solo tra gli "addetti ai lavori", perchè mettersi a spiegare tutto questo impianto all'esterno diventa un delirio. la cosa positiva rispetto a prima è la maggiore inclusività delle definizioni, la maggiore discrezionalità attribuita alla persona, che se si sente asessuale ha il diritto di usare questa definizione anche se nei fatti non corrisponde perfettamente ai canoni dell'asessualità... secondo me non è necessario avere etichette troppo precise, che inquadrino perfettamente ogni singola sfumatura individuale: è bello che potersi confrontare, poter arricchire l'etichetta con una descrizione estesa...
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Re: Le "etichette"
Io concordo con tutti i commenti precedenti, in quanto le etichette servono ad ognuno per riconoscersi e non perdersi, ma terrei solo alcuni scaglioni dell'asessualità, lasciando come già detto, le varie sfumature, senza etichettature, che tra l'altro servono a distinguerci gli uni dagli altri, e a renderci unici e speciali.
No fear... I am ace inside!!
- SilverKitsune
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Re: Le "etichette"
Vi ringrazio delle condivisioni
Ora vi pongo un'altra questione, apparentemente contraddittoria, ma secondo me ci si può riflettere bene: secondo voi, il non identificarsi di un individuo in nessuna etichetta deriva più dalla mancanza dell'etichetta giusta o dalla presenza di troppe etichette?
Ora vi pongo un'altra questione, apparentemente contraddittoria, ma secondo me ci si può riflettere bene: secondo voi, il non identificarsi di un individuo in nessuna etichetta deriva più dalla mancanza dell'etichetta giusta o dalla presenza di troppe etichette?
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Re: Le "etichette"
Per fare un analogia potrei dire che nonostante i numeri siano infiniti non si riesce a trovare il valore esatto del pi greco (perdonate la risposta nerdosa) questo perché per quante etichette possano essere create le variabili in gioco sono così tante che sono veramente pochi coloro che si sentono descritti appieno da un "titolo".
Se mi sono spiegato col deretano ditemelo
EDIT: Ok rileggendo non ci ho capito niente manco io LOL
Volevo dire che il numero non è sinonimo di precisione XD
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EDIT: Ok rileggendo non ci ho capito niente manco io LOL
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Re: Le "etichette"
Non penso che ci sia una correlazione; alcune persone semplicemente credono che le etichette siano in toto inutili e limitanti.SilverKitsune ha scritto:Vi ringrazio delle condivisioni
Ora vi pongo un'altra questione, apparentemente contraddittoria, ma secondo me ci si può riflettere bene: secondo voi, il non identificarsi di un individuo in nessuna etichetta deriva più dalla mancanza dell'etichetta giusta o dalla presenza di troppe etichette?
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Re: Le "etichette"
Quoto. Le etichette hanno una loro utilità, ma poi, spesso, l'uso che se ne fa è sbagliato.Sidhe ha scritto:Allora, personalmente a me le etichette piacciono, le trovo utili, facilitano la vita a chi si sente diverso ma "non sa se quella cosa che lui/lei si sente, esista oppure no", ecc.
C'e' sempre il rovescio della medaglia, ossia che possono essere usate per ghettizzare, ma va beh, gli idioti ci saranno sempre, un motivo per ghettizzare il prossimo lo si trova sempre, volendo.
Io sono favorevole alle etichette ma vedo il loro limite: il panorama umano e' molto variegato e pretendere di etichettarne ogni sfumatura e' eccessivo (ricordo l'altro giorno in cui esprimevo la mia incertezza su dove porre la linea di confine fra grey-a e semisessuali). Io penso che dovremmo tenere le etichette più significative e accettare l'idea che in ogni "area" di umanita' etichettata esistano sfumature. Per esempio, una sedia si chiama sedia sia che abbia quattro gambe sia che ne abbia tre, sia che abbia le rotelle oppure no, sia che sia imbottita, di legno, di plastica o di vimini, o in casi estremi, anche un oggetto diverso viene chiamato "sedia" se quella e' la sua funzione; spesso a una parola corrisponde un insieme di oggetti simili ma non uguali. Sarebbe solo naturale se per le persone fosse lo stesso.
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Re: Le "etichette"
ZakALM ha scritto:Per fare un analogia potrei dire che nonostante i numeri siano infiniti non si riesce a trovare il valore esatto del pi greco (perdonate la risposta nerdosa) questo perché per quante etichette possano essere create le variabili in gioco sono così tante che sono veramente pochi coloro che si sentono descritti appieno da un "titolo".
Se mi sono spiegato col deretano ditemelo
dire che il numero non è sinonimo di precisione XD
quoto
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Re: Le "etichette"
Questo post mi era sfuggito; e' una metafora azzeccatissima!ZakALM ha scritto:Per fare un analogia potrei dire che nonostante i numeri siano infiniti non si riesce a trovare il valore esatto del pi greco (perdonate la risposta nerdosa) questo perché per quante etichette possano essere create le variabili in gioco sono così tante che sono veramente pochi coloro che si sentono descritti appieno da un "titolo".
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EDIT: Ok rileggendo non ci ho capito niente manco io LOL
Volevo dire che il numero non è sinonimo di precisione XD
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