C'è crisi in me.

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axelay
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C'è crisi in me.

Messaggio da axelay »

Ho sempre apprezzato Aven per una cosa; un luogo dove non ti senti giudicato, anche se ammetto che qui ho commesso dei giudizi, forse è proprio sbagliata la natura degli esseri umani.
Scrivo perché solo qui son libero di turare fuori tutto. Ci sono cose che non puoi dire neanche al tuo migliore amico.
Magari alla fine non invio, non lo so.
Comunque, non è un bel.periodo interiore, per me.
Sono molto nervoso, spero non dipenda da altro, un profondo esame di ippocrate che avrei dovuto fare qualche anno fa, dove non volli sapere se c'era o meno questa materia oscura, che mi avrebbe pesato come una spada di damocle. Non tanto per me ma per chi mi è vicino. Se poi un giorno sarà così, andrò lontano, come fanno i gatti, con discrezione, quando il tempo finisce.
Negli ultimi anni questa rabbia è aumentata, ma spero che dipenda da altro. Sì è altro, anche perché noto gente davvero rincoglionita.
Mi sento come un pezzo di legno preso a bastonate negli anni.
E i colpi ricevuti non possono rientrare. Ma a furia di battere poi si raggiunge la parte più tenera, quella più emotiva. Lì ogni colpo ricevuto fa molto più male. Si sente di più, si comprende di più.
Allora partono gli interrogativi.
Sarà che è proprio invitante da battere questo pezzo di legno, perché lui e non altri? Ci sarà un motivo, la colpa sarà sua. Se tutti battono lì deve essere per forza così.
E quindi anche i colpi del passato, sarò stato io a fare in modo di attirarli. Troppo, buono, troppo debole, troppa poca madre.
La madre, che può essere gioia o rovina di un figlio.
È strano come certe cose influiscano per sempre la nostra vita.
Noi crediamo di avere il controllo ma non è così.
C'è qualcosa dentro di noi che ha una vita propria, e se è ferita fin da bambino, poi, non potrà mai guarire.
Le urla, il corpo che trema sul letto, la follia, cercare di spiccare il volo, e poi sentirsi traditi, offesi, giudicati, senza amore, son tutte cose che non dovrebbero essere viste. Fortificano? No, indeboliscono. Ci tendono solo più abituati al dolore e in alcuni casi freddi e cinici come chi è abituato a certi strazi.
Per questo credo che le scelte che ho fatto son state condizionate da un certo imprinting, probabilmente condito da una mia certa sensibilità innata, genetica, boh.
Allora adesso mi trovo in questa situazione.
Non ce la faccio più. Basta una parola sbagliata e mi sento crollare tutto, mi appare tutto il passato e quindi capisco il perchè. Sembra tutto un continuo rifiuto.
Questo dannato rifiuto che mi perseguita manco fossi un criminale con chissà quali capi di imputazione.
Il rifiuto della fiducia verso di me di una madre, e quindi del suo amore. Il cercare altrove tutto questo, con ingenuità.
Il rifiuto di un amore in gioventù, che forse si riconduceva ad una figura materna.
Il rifiuto in età adulta a letto, negli anni più belli, quando non dovrebbe essere così.
Poi avvengono anche i giudizi degli altri che non hanno un cazzo da fare. E allora tutto ciò mi spinge a cambiare, a comprendere, che il mondo legge determinati segnali che forse trasmetto.
Ho sempre pensato che essere buoni e sinceri non è una cosa sbagliata. Ma così si diventa bersagli nudi.
Non voglio diventare una persona falsa per compiacere gli altri, troppo stressante sarebbe fingere.
Credo che questa privazione sessuale stia dando i suoi amari frutti dopo tutti questi anni. Mi mancano conferme, non avverto calore, il mio umore ne risente.
Se vedo una scena di amore mi girano le palle.
Dico, come sono belli quei corpi che si amano in questo modo.
E poi penso a me e a ciò che non ho vissuto.
Sempre perché ho scelto in base a qualcosa che mi è mancato e che non potrà mai essere colmato interamente, ma soltanto come un bicchiere che si svuota di continuo.

Di sicuro le mie parole spero siano utili a qualcuno che ha vissuto una condizione ed un passato simile al mio.
Forse dovrei davvero fare come fan tutti. Fregarsene ed egoisticamente pensare a ciò che può farmi stare bene, giusto o sbagliato che sia.
Seguire la mia natura, a costo di guardarmi allo specchio e dirmi che in fondo sono una merda, faccio schifo, sono un uomo da disprezzare. Tutto questo sacrificio interiore, per gli ideali, a cosa mi porteranno? Ad impazzire, a diventare un malato, magari un giorno un pervertito schifoso, un maiale da sparare in fronte?
Mi chiedo se forse, non sia saggio, oggi, commettere il male minore, per cercare di avere un futuro, anche se certamente discutibile e non trasparente, almeno più umano.

In me, nelle scelte, è sempre presente un costante e silente timore, che si riconduce probabilmente al solito giudizio negativo materno, di questa madre per certi versi diabolica e manipolatrice.
E allora tendo a vedere e studiare ogni aspetto, rasentare la perfezione nelle scelte, quasi come se ci fosse la paura che altrimenti qualcosa vada storto. Oppure si finisce di non scegliere proprio, per la paura dell'incertezza.
Devo imparare a vivere con leggerezza tante cose.
Quel chi se ne fotte potrebbe essere un buon mantra, come si suol dire.
Rimane sempre questa lotta interiore tra me e me stesso.
È una battaglia che forse non vincerò mai.
Forse un giorno sarò una persona completamente nuova, chissà.
Ma è difficile allontanarsi da ciò che reputo più vicino all'amore, anche se è un amore malato, imperfetto.
Forse ogni tanto devo imparare a sbagliare.
Qualche errore, in fin dei conti, me lo merito proprio.
Magari chiuderanno gli occhi tutti.

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Bianca
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Re: C'è crisi in me.

Messaggio da Bianca »

Basta che non li chiuda tu.

Cosa ti succede in questa Santa Pasqua?
Bisogna che io mastichi a lungo quello che tu hai scritto, dandoti la risposta che i tuoi pensieri meritano.
Abbi una serena Pasqua axe del mio cuore e guardati attorno...quanta miseria mentale si sta manifestando?

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