Quando avete scoperto di essere asex, cosa pensavate?

Per tutto ciò che riguarda l'asessualità e gli asessuali.
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Walk Alone
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Re: Quando avete scoperto di essere asex, cosa pensavate?

Messaggio da Walk Alone »

In quanto ai poliamorosi...non sono magari la persona più esperta per commentare questa situation ma ne conosco alcuni: maschi gigolò che non fanno altro che esaltare le loro doti di Casanova...Non godono certo di grande considerazione da parte mia, non mi sembrano certo affidabili, non li capisco come fanno a volare di fiore in fiore senza mai essere sazi...dei satiri praticamente, per quanto riguarda quelli che ho citato. Mai sazi non solo di sesso, ma anche e sopratutto di sentimenti privi di ogni idea di fedeltà e di lealtà. Uno è anche sposato, ma ha praticamente una "famiglia immagine" tanto per dare una parvenza di normalità e di valori a cui terrebbe molto.

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Bianca
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Re: Quando avete scoperto di essere asex, cosa pensavate?

Messaggio da Bianca »

Anch'io volevo porre questa domanda a Chlip, ma ho temuto di ricevere un pallone ovale, in cuoio, cucito a mano dai poveri bambini cingalesi, in piena faccia...e dato che metto la maschera in ferro solo quando esco, temevo mi cambiasse i connotati....
Walk, t ciamu per piasì, butme nen li zura!!!.......

Sai che io mi stupisco tantissimo quando, guardando indietro, mi scopro così cambiata?
Non è che ora abbia delle caratteristiche che prima non avevo, ma ho imparato ad usarle in modo diverso; mi accorgo che sotto certi aspetti, mi sono ammorbidita, sotto altri, mi sono consolidata.
Alla fine, sono sempre io, ma strutturata in un altro modo.
E poi (lassù qualcuno mi ama...) sono grata al cielo che mi ha consentito di capire certi errori e di porvi rimedio, di rivedere posizioni e reazioni, i miei rapporti con gli altri.
Soprattutto, sono infinitamente grata al cielo, perchè la mia capacità di comprendere si è affinata, toccata da doni di intelligenza, sensibilità, senso umano, mi consente di entrare nell'animo altrui, in punta di piedi.

Tutto questo per dire che la vita è davvero un fiume che costantemente cambia.
Tutti abbiamo paura dei cambiamenti, vorremmo che la situazione rimanesse immobile, sempre uguale, invece qualcuno vede più lontano di noi e noi dobbiamo crederci.

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Edward
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Re: Quando avete scoperto di essere asex, cosa pensavate?

Messaggio da Edward »

Io avevo già sentito parlare dell'asessualità in passato, ma pensavo fosse una cosa che non mi riguardasse (questo perché non avevo capito cosa fosse davvero). Poi non so esattamente cosa sia successo, che mi ha fatto pensare di indagare meglio sulla questione e sono arrivata su Aven. Ogni tanto leggevo qualcosa, ma non sapevo bene come raffrontarmi. È stato un processo lungo... per - credo - un anno ho letto il forum senza iscrivermi, poi una sera ho fatto l'account e ho cominciato a partecipare.
La partecipazione, per me, è stata fondamentale nella scoperta di me stessa e di tutte le sfumature dell'asessualità.
Mi sono senz'altro sentita più compresa, meno "strana".
Ma forse il momento più particolare che ho vissuto qui sono stati gli ultimi mesi, nei quali ho finalmente composto il mio puzzle personale e sono arrivata a delle conclusioni che andassero oltre a quella nube grigia nella quale mi sentivo sempre un po' a disagio. Un viaggio sorprendente.
Aven mi ha insegnato anche ad avere pazienza, ad accogliere gli altri anche se hanno delle idee molto diverse dalle mie e a non pensare mai di avere la verità in tasca. Ho innalzato anche la mia "quota rispetto" (che comunque era già abbastanza alta, ma ora mi sento molto più in pace con le diversità altrui). Ho imparato che l'autoanalisi non finisce mai, anche quando pensi di conoscerti bene.

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Bianca
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Re: Quando avete scoperto di essere asex, cosa pensavate?

Messaggio da Bianca »

Che bello Ed leggere esperienze come questa..
Rimanere ai margini per osservare da fuori e poi tuffarsi, affrontare la terminologia, i nuovi argomenti, capire quanto possono riguardarti e cominciare a vedere più chiaro.
Questo dovrebbe essere il percorso di tutti coloro che devono misurarsi con una società che di loro non tiene conto, che li guarda con sufficienza o con fastidio, che non crede e diffida di tutto ciò che non è canonico, scontato.
Di tutti coloro che ricevono dagli altri, indifferenza, affronti, offese. Perchè l'offesa, non è soltanto l'insulto, è anche l'indifferenza.
Conoscersi a fondo, è un impegno notevole, come dici tu, non finisce mai, ma riuscire a collocarsi in un "luogo" sereno, è un bel successo.
Sono molto contenta per te Ed e spero per te, una vita sempre meglio

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Chlipper
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Re: Quando avete scoperto di essere asex, cosa pensavate?

Messaggio da Chlipper »

Più che altro odio quando le persone mi stanno troppo attorno.
Stranamente essendo una persona schifosamente associale che parla poco(bugia, quando sono in sintonia dico cose a caso senza un senso logico) amo avere contatti con le persone, altrimenti vi eviterei tutti e fare la reclusa.

Le persone sono strane oppure sono io quella strana emotivamente ritardata che non sa come reagire ad alcuni comportamenti delle persone.
Ma nella mia piccola testolina bacata esistono con certezza le parole "figli" e "partner for life"...questo significa che uno dei miei obbiettivi di vita e avere famiglia ma ma MAAAAAAA essendo come sono le chance sono diminuite e quindi SCREEEWWWW ALL OF YOU!

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Bianca
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Re: Quando avete scoperto di essere asex, cosa pensavate?

Messaggio da Bianca »

Indubbiamente, sei un tipino "a modo suo", ma direi, nè strana, nè ritardata.
Poi, bisognerebbe vederti inserita nel tuo contesto di tutti i giorni, di lavoro, di divertimento, sportivo, per capirti davvero.
Forse sei un po' ribelle (ma alla fine desideri quello che desiderano tutte); forse sei timida, per cui, per reazione diventi aggressiva.
Vorresti più attenzione, ma ne ricevi poca e allora cerchi di metterti in evidenza.
Sei contradittoria (non ho scoperto l'acqua calda...credo lo abbiano notato tutti...) o forse solo bastian contrario per partito preso.
La scoperta dell'asessualità che ti caratterizza, non l'hai ancora digerita, per cui ti punge un po' e ti spinge ad essere dissacrante.
Pur essendo avanti, hai ancora molta strada da fare ma la farai benissimo, perchè sei piena di coraggio e intraprendenza che saprai tirar fuori.
Non vergognarti di piangere qualche volta: ti fa anche bene alla salute e poi, mettiti nell'ordine di idee, che puoi essere amata per quello che sei. :wink:

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Enfys
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Re: Quando avete scoperto di essere asex, cosa pensavate?

Messaggio da Enfys »

Bianca ha scritto:Tu sei qui per capire meglio te stessa e in altre comunità ci vai per interessi generali, se ho capito bene.
Per quanto mi riguarda, questo è l'unico argomento a cui mi dedico.
Anche per me è molto difficile capire i poliamorosi.
Io posso amare il mondo, ma c'è un amore particolare che, per me, ha indiscutibilmente, la connotazione dell'esclusività.
Eppure, queste persone che possono avere più amori, esistono.
A me piacerebbe molto conoscere una di queste persone, porle delle domande e capire come spiega questa sua caratteristica
Credimi, Bianca, non vorresti averci a che fare. Come diceva Walk Alone, sono generalmente ragazzi frivoli... posso dirlo per esperienza, purtroppo. Certo, non dovrei parlare a nome loro, ma "l'essere" che ho conosciuto, per mia grande sfortuna, affermava di poter essere interessato a più ragazze contemporaneamente e che gli bastava poco per potersi innamorare di loro. :cry: Io non riesco a legarmi sentimentalmente a qualcuno e poi devo sentire certe "confessioni" da parte di qualcuno... Ti giuro, mi ha fatto una rabbia sentire una cosa simile e avrei voluto prenderlo a schiaffi. Però, è giusto accettare questo genere di identità, solo che io, purtroppo, posso accettarlo da persone che non ci godono di questa situazione -ammesso che ci siano. Poiché la persona in questione, per quanto sincera nei miei confronti (beh, me lo ha detto dopo la mia dichiarazione, a dire il vero ), si è dimostrata alquanto "farfallona", me ne sono fatta un'idea poco buona, del tipo "In pratica, potrei tradirti con un'altra, perché io sono fatto così".

Tornando al topic principale, invece, la mia esperienza è stata alquanto traumatica...
A dire il vero, vorrei condividere questo mio pensiero con voi e capire se è solo la mia impressione, o se è davvero così: la società ci influenza troppo, o almeno molte persone lo sono, per quanto riguarda la propria identità e sessualità.
Ricordo che sin da tenera età solevo affermare la mia indipendenza e il mio desiderio di non trovarmi un'anima gemella, cosa a cui tutti rispondevano con una grassa risata, dicendo "Eh, adesso dici così, ma quando sarai più grande vedrai". Ovviamente, all'epoca non potevo comprendere le loro parole e l'idea di un mondo così complicato come quello dell'orientamento romantico/sessuale, perciò esprimevo i miei sentimenti e desideri di allora. Tra l'altro, per ovvie ragioni scientifiche era prematuro fare un discorso di attrazione sessuale, ma a livello estetico e sentimentale non avevo ancora provato interesse verso qualcuno, quindi vivevo tranquillamente la mia infanzia senza pormi il problema -ero felice così.
Tuttavia, già dopo l'inizio delle medie e soprattutto durante il periodo delle superiori, il confronto coi miei coetanei iniziava a rammentarmi che qualcosa non andava. Il primo fidanzatino, il primo bacio, insomma... le prime storielle. All'epoca, per me era già assai avere qualcuno da chiamare amico e grazie a Dio i miei genitori mi assillavano solo con la tipica domanda "Ma perché non hai una tua comitiva? Ma perché non esci mai di casa?" e così via, esortandomi a frequentare volentieri compagnie poco raccomandabili, piuttosto che stare a casa al sicuro a godermi qualche videogioco in santa pace. Beh, eviterò di commentare la mia semplicità contrapposta alla precocità dei miei coetanei (a 9 anni già guardavano Grande Fratello e sapevano le peggiori parolacce, mentre io parlavo ancora di cartoni animati), perciò continuiamo...
Probabilmente è il periodo delle superiori che mi ha segnata particolarmente. Molte mie conoscenze si ritrovavano fidanzate e, finalmente trovato un gruppo di amiche da frequentare, i miei avevano ben altro di cui lamentarsi. Ovviamente, il fidanzato. Come ho detto, ero fermamente convinta delle mie idee da single, perciò non sentivo il "bisogno" di trovarmi qualcuno. Scusate se uso la parola bisogno, ma lasciate che apra una parentesi più grande per spiegarvi la mia visione:

In molti pensano che non avere un ragazzo sia come sentirsi soli e che dunque quella persona debba colmare un vuoto. Non solo. Mia madre ha sempre spiegato la mia mancanza di interesse verso l'altro sesso (bigotta cristiana, purtroppo) come il semplice risultato del troppo affetto che la mia famiglia dimostrava nei miei confronti e che una volta venuto meno (andando a vivere da sola per esempio), avrei iniziato a cercare l'affetto di qualcuno. Detto così, a me sembra quasi che l'amore sia visto come un "bisogno", il supplemento di qualcosa che ci manca.
A questo poi vorrei aggiungere un'altra cosa che mi turba particolarmente, ovvero, il modo in cui la gente parla dei sentimenti. Dalle mie parti sono soliti dire "Ma tu vuoi...?", dove per volere si intende anche "ti piace". Ci ho ragionato per molti anni e sinceramente sono giunta ad una risposta solo in tempi recenti: la gente tende a sminuire il concetto di amore, perché non capisce cosa c'è in esso. Io, invece, preferisco suddividerlo nelle sue giuste sfumature, per una questione di chiarezza, a dire il vero. Per me esiste l'interesse inteso non come sentimento sessuale/romantico, bensì una sorta di curiosità che mi spinge a dare una maggiore attenzione a qualcuno piuttosto che un altro. Leggendo dei post su tumblr, ho scoperto che questo interesse poteva essere definito come attrazione, a sua volta suddivisa in fisica, estetica, intellettuale, ecc... cosa che io ho sempre differenziato da una cotta, da un'infatuazione o da un vero e proprio sentimento romantico. Sinceramente, credo che sia una distinzione importantissima da insegnare ai ragazzi, perché sono davvero confusi quando si tratta di "amare" qualcuno e perché loro mentono a se stessi per non rimanere soli (conosco molte persone che nonostante la propria cotta per X, non appena se ne è presentata l'occasione si sono fidanzati con Z e vi posso assicurare che si tratta di roba allucinante... non per giudicare, ma... è una questione che moralmente non riesco ad accettare, perché si trattava di palesi prese in giro, di messe in scena da parte di entrambi).

Ad ogni modo, spiegato come la vedo io, il periodo delle superiori per me è stato alquanto sofferente perché mi sentivo interessata a qualcuno per -okay, lo so, sono sciocca e comune nel dirlo...- l'aspetto fisico o intellettuale, ma quando li conoscevo meglio, quell'interesse veniva meno. Non c'era un sentimento, perciò lo considero un semplice interesse, attrazione leggera estetica/intellettuale, appunto. Ovviamente, mancando il sentimento, non mi aspettavo chissà chi, anche se -ecco che arrivano le influenze di cui parlavo all'inizio- speravo di potermi fidanzare anche io e trovarmi qualcuno che mi avrebbe resa felice, visto che non lo ero. In più, i miei si mettevano a darmi pressioni, scherzando ogni volta a riguardo quando mi vedevano parlare con un ragazzo. "Ah, ma finalmente ti sei trovata il fidanzato!" o "Mo' che mi porti il ragazzo a casa, rideremo" e cose così. Questo, più il confronto con le mie amiche che uscivano spesso portandosi il fidanzato (dando libero sfogo alle proprie effusioni) o parlavano sempre e solo del moroso, in un certo senso sono finita in un loop di pensieri alquanto tristi che mi spingevano alla ricerca di qualcuno, dandomi il chiodo fisso del "Chissà, magari anche io ho qualche ammiratore segreto, ma non ne so nulla?".
Purtroppo, è una situazione che mi porto avanti tutt'ora, tenendo conto di un altro paio di cosette.
A dire il vero, verso la fine del liceo conobbi un ragazzo che sembrava provarci con me. Ci uscii per un po' -finché non iniziai la facoltà-, ma sebbene all'inizio fossi interessata, continuavano a mancare i sentimenti... tra l'altro, quest'altro "elemento" puntava implicitamente sempre a una cosa: il sesso. Quando realizzai che i suoi inviti a casa sua e il conforto (lo avevo aggiornato su una situazione di famiglia per me parecchio stressante) che voleva offrirmi avevano quel fine, iniziai a distanziarmi, anche perché mi sentivo... mm, come posso dire? Un po' impaurita e scoraggiata. Sicuramente non avevo quel genere di sentimento per lui, perché a livello fisico la prima cosa che pensavo di certo non era "Massì, uno scopamico non potrebbe fare male" e né provavo qualcosa a livello sentimentale.
Ad ogni modo, il periodo universitario è stato quello che mi ha aiutato parecchio a capire la mia identità, perché è quello in cui sono successe molte cose legate a questa tematica. In questi 3 anni ho continuato a sentire il peso di quelle influenze schiacciarmi e rammentarmi la mia condizione da "sfigata", la mancanza di qualcuno che mi volesse davvero bene e che mi sostenesse, dandomi la forza di andare avanti nei momenti difficili (per quanto non sia romantica, ho una visione piuttosto idilliaca dell'amore, a quanto pare) e al tempo stesso mi sentivo ferita dalla mia "condizione": nonostante qualcuno si fosse fatto avanti, non mi sentivo innamorata o interessata a nessuno... non so quando iniziai a pensarlo, ma ormai in me era entrato un pensiero fisso "Sarò io il problema, sarò difettosa... sono rotta". Mi sentivo, o meglio, mi sento tutt'ora in colpa per la mia condizione, perché penso che ci sia qualcosa che non va in me, ma... un momento...

Ne ho parlato con un amico carissimo, il quale mi ha detto "Non credo tu sia asessuale. Non esiste l'asessualità. Semplicemente, non è ancora giunto il momento di dare sfogo alla tua sessualità. Probabilmente, non hai ancora incontrato una persona che possa portarti a sentirti in quel modo". Non so se ha ragione lui o meno, però, dopo aver incrociato i vari termini della sfera sessuale su tumblr, ho avuto una specie di rivelazione. Penso di averci anche pianto una volta, perché finalmente mi sembrava di capire cosa stesse succedendo e di aver compreso chi fossi. Insomma, qualcuno dall'altro capo del mondo parlava di sensazioni e pensieri molto simili ai miei e finalmente riusciva a spiegarmi che non ero io il problema, bensì gli altri che non mi permettevano di accettarmi per quello che ero. E diciamo che quello avrebbe dovuto essere il mio supporto per intraprendere una filosofia di vita più allegra dalla solita. Voglio dire, se non riesco ad avere quel contatto con qualcuno, non ci posso fare niente. Ci sto male, perché tutti continuano a chiedermi quando mi darò una mossa a trovarmi un ragazzo, a maritarmi e roba simile -i miei già parlano di nipotini...-, ma non dovrei, perché non è una condizione che io posso cambiare e in me non c'è niente che non va. Posso stare da sola e non significa che non avrò esperienze... questo dipenderà dalla mia volontà, quando arriverà il momento, ma se quel momento non arriva, io non devo abbattermi per qualcosa su cui non ho potere. Perciò, la scoperta dell'asessualità mi ha aperto un mondo nuovo, come si suol dire, e mi ha aiutato a capire meglio me stessa e i miei problemi.
L'unico inghippo? E' che io sono una persona molto complessata e per quanto io dica di aver accettato la mia asessualità, non riesco ancora a non leggere una storia romantica senza pensare "Che invidia..." :/
(*a dire il vero ho omesso un evento dell'ultimo anno che non ha a che fare con l'asessualità, bensì con l'aromanticità o romanticità -ecco perché l'ho omesso-, episodio che mi ha praticamente sconvolto la mia visione del tema, perciò scusatemi...)

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Bianca
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Re: Quando avete scoperto di essere asex, cosa pensavate?

Messaggio da Bianca »

Ho letto attentamente quello che hai scritto, domani rileggerò e ti risponderò dal pc.
Poco per volta la tua situazione diventerà più tranquilla, vedrai.

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Re: Quando avete scoperto di essere asex, cosa pensavate?

Messaggio da Aliah »

La prima volta che lessi dell'asessualità fu in un articolo di Focus di una decina di anni fa. La parola rimase nel mio cervello per molti anni, ma non osavo definirmi così (non mi sono mai piaciute le etichette). Perciò non saprei dire come mi sentii. Normale. Poco impressionata.
Scusate l'intervento poco stimolante, ma davvero, per me è stato normale, un pezzo del puzzle che andava al suo posto, uno dei tanti...
.I won't LAST LONG in this WORLD so WRONG.

natasha
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Re: Quando avete scoperto di essere asex, cosa pensavate?

Messaggio da natasha »

Quando ho scoperto di essere Asex e sono arricata su Aven, e' stato come avere delle ali, essere in una posizione elevata e poter rivedere tutta la mi vita da un altra prospettiva.A breve sara' un.anno di permanenza.Ho appreso moltissimo sia dai singoli interventi,.sia dalle corrispondenze personali che dai m9deratori.Oltre ad aver scoperto di essere asex ho in aggiunta scoperto anche di essere Agender e quindi ho ampliato not3volmente anche su altri siti una serie di argomenti tra non binary e gender queer...tutte realta' a me estranee prima.Aven per me e' come una famiglia, un gruppo di supporto..Quanso mi sento stanc¤ o sol¤ lefgo degli argomenti,.interagisco e mi confronto.Ormai ho accettato chi sono e molte domande con.le quali lottavo prima hanno trovato una spiegazione.Il rapporto con me e con gli altri e' migliorato, mi sento alleggerita da qualcosa che ora conosco.Una nuova vita, con.tutti i tasselli di un mosaico che mancavano.Va decisamente meglio...grazie a tutti voi che avete reso questo percorso possibile

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Re: Quando avete scoperto di essere asex, cosa pensavate?

Messaggio da Bianca »

Che belle cose dici, nat!
Aver potuto prendere coscienza delle tue varie sfaccettature, è stato molto importante.
Non ritenere di sapere già tutto. Scoprirai nella vita che puoi ancora sorprendere te stessa, perchè alcuni risvolti dell'anima, li conosciamo soltanto dopo aver vissuto certe esperienze.
Credo che riuscire a migliorare il nostro rapporto con gli altri, sia estremamente importante, perche degli altri, abbiamo bisogno; non in un calcolo egoistico, ma perchè ci sono dei percorsi che cambiano completamente facendoli in compagnia.

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Re: Quando avete scoperto di essere asex, cosa pensavate?

Messaggio da natasha »

Si' certo Bianca, non si finisce mai di imparare e di aver bisogno di un confronto,ma mi sento come se a un uccellino che prima era fragile fossero state date delle ali nuove robuste con.le quali volare dinuovo.

Inoltre sto portando avanti un lavoro di ricerca sulle varie realta' che esistono ed e' importante conoscerle tutte.

Purtroppo in una societa' sessocentrica le statistiche della maggioranza influenzano gli altri creando degli schemi mentali che andrebbero analizzati all' origine.Tutte le diversita' vanno tutelate distinte e capite.

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Re: Quando avete scoperto di essere asex, cosa pensavate?

Messaggio da Bianca »

Mi sono sempre chiesta quanto siano attendibili le statistiche che si basano su ricerche effettuate attraverso domande a cui rispondere.
E' vero che si applicano dei correttivi che dovrebbero eliminare incongruenze e limitare errori, tuttavia, quando le domande sono molto personali e/o riguardano la sfera sessuale, mi chiedo quanto le risposte siano sincere.
L'italiano medio, deve fare bella figura, per cui, non è da escludere che menta spudoratamente.
In questo modo, le statistiche, come dici tu, influenzano in modo errato il pensiero comune e finisce che molte persone si sentano in difetto.

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Re: Quando avete scoperto di essere asex, cosa pensavate?

Messaggio da lelevup »

Sollievo anche per me. Sapere che essere (quello che poi avrei scoperto si chiamasse) grey-A non è uno dei mille problemi che hanno caratterizzato la maggior parte della mia vita, in particolare i miei ultimi 10/15 anni, non solo mi ha tolto un peso di dosso ma ha sensibilmente migliorato o comunque reso un po' più sopportabili gli altri novecentonovantanove. Ché poi è il motivo per cui mi sono entusiasmato per l'AceWeek: se parlando di asessualità riesco a togliere quel mio stesso peso ad un'altra persona sarà un successo, se non succederà sarò comunque felice per averci provato.
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Bianca
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Re: Quando avete scoperto di essere asex, cosa pensavate?

Messaggio da Bianca »

Gli aiuti dati, a volte producono effetti positivi, anche anni dopo.

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