Viviamo la cultura dell'avere, lo sappiamo tutti. Lo diciamo tutti. Eppure nessuno sembra intenzionato a distaccarsi da questo circolo vizioso fatto di "mi serve l'ultimo modello" e di "lo tengo che non si sa mai". Un nuovo cellulare, una nuova auto, un nuovo paio di scarpe... siamo sommersi di cose e dalle cose. Eppure questa ricchezza materiale non corrisponde quasi mai ad una soddisfazione reale, anzi. Sembra che più otteniamo più vorremmo.Vorrei condividere con voi una riflessione che feci diversi anni fa. E' una sorta di articolo che avevo scritto per una delle mie miriadi di blog perciò può avere un tono da giornalista wannabe.
Spero che possa interessarvi perché l'argomento per me è davvero importante e cerco sempre di fare... "proselitismo"![]()
Immaginiamo, per un attimo, per assurdo, che ora, in questo preciso istante la nostra casa venga rasa al suolo da un terremoto, ma ci vengano dati 20 secondi per prendere tre oggetti da salvare. Quanti di noi si sentirebbero in crisi non sapendo cosa lasciare e cosa portare via?!? Di che cosa abbiamo davvero bisogno per vivere?
Se domani restassimo senza casa, posto che un tetto ci sia garantito dai soccorritori, di quante delle cose che ingombrano le nostre stanze sentiremmo davvero la mancanza?
Facciamo un altro esempio. Quante volte ci è capitato di frugare tra i cassetti alla ricerca di un vecchio documento o semplicemente per fare pulizia, e abbiamo trovato cose che non ricordavamo nemmeno di avere?
Pensiamoci, ogni tanto. A che serve avere cassetti ingombri di cianfrusaglie che magari stiamo conservando solo perché ci sentiremmo in colpa a buttare? O avere armadi pieni di abiti che non indossiamo ma non buttiamo perché... non si sa mai?
E intanto compriamo altri vestiti, altre scarpe, altri oggetti...
E poi dobbiamo sempre avere il "meglio": il cellulare più sofisticato, il computer più potente, il vestito più adatto all'occasione... al giorno d'oggi non è (quasi) pensabile non avere un cellulare, ma non è necessario comprare dei minicomputer con ogni genere di funzioni delle quali buona parte non utilizzeremo mai.
Tutto è alla nostra portata, eppure non siamo affatto più felici, anzi, ci sentiamo frustrati quando vediamo che è già uscito un modello più nuovo, più bello, più sofisticato...
Siamo costipati dalle cose.
E allora che fare?
La soluzione a questo malessere da sovraccarico di cose è tanto banale quanto difficile: liberarsene, liberarsi di tutto ciò che ingombra la nostra vita.
Andiamo al nostro armadio e apriamolo, un'anta a caso, svuotiamo tutto sul letto e pensiamo a quante delle cose che abbiamo sotto gli occhi non abbiamo più indossato negli ultimi tre anni. Non sarebbe il caso di buttarle?
Non per fare spazio ad altre cose, certamente, ma per rompere quel primo, traumatico strato di resistenza al liberarsi. Si sa che se vogliamo spezzare delle catene i primi colpi sono i più dolorosi. E noi siamo incatenati. Dalla pubblicità, dalla società, dagli amici perfino che ci dicono cosa va di moda quest'anno e di cosa non possiamo fare a meno.
Inutile dire che se impariamo a vivere bene con poche cose questo si rifletterà inevitabilmente anche sulle nostre finanze. Ma non è questo il tipo di benessere primario che potremmo ottenere dal minimalizzare le nostre esigenze. Poiché se impariamo a vivere bene con poco il fatto di avere tanti soldi sarà di relativa importanza per noi. Il vero benessere sarà quello di vivere in un ambiente più sgombro sia fisicamente sia mentalmente.
Non avere più il pensiero dell'avere quel nuovo gadget o quel bel vestito ci darà modo di (ri)scoprire nuove cose per riempire le nostre vite. Dedichiamoci ad un hobby (che potremo mantenere con i soldi che avremo risparmiato), iscriviamoci ad un corso di musica, di scrittura... spendiamo di più in libri (digitali) o per visitare mostre, musei o per preparare cene e serate per i nostri amici che inviteremo in una casa molto più ordinata e più facile da tenere pulita...
Se dedicassimo tutto il denaro e il tempo che sprechiamo in cose inutili per fare cose che ci arricchiscano come persone e non come consumatori, non sarebbe un bel modo per dare il buon esempio anche agli altri su come non sia affatto necessario avere tanto per stare bene?