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ithaca
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Asessualità, evoluzione di un fenomeno in crescita
Non nutrono interesse per l'erotismo. Né desiderio. Vent'anni fa gli asessuali erano ritenuti malati. Ora sono una comunità.
di Antonella Scutiero

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Niente sesso. Per scelta. Dopo la rivoluzione degli Anni 70, il terzo millennio fa una repentina marcia indietro. E se il sesso è dovunque, c’è chi dice no e si gira dall’altra parte.
Anche in modo molto più radicale di quanto mai fatto in passato. Tanto che per qualcuno il nocciolo della questione non è dare valore alla castità ma, semplicemente, non essere interessati a quello che accade tra le lenzuola.
L’asessualità è definita appunto come la mancanza di attrazione e l'assenza di interesse o desiderio.
Non è una rinuncia, non è un sacrificio, assolutamente non è una forzatura. Molto diverso dall’astensione volontaria quindi.

L'ASESSUALITÀ COME TURBA PSICHICA. «Era consuetudine pensare che una mancanza di interesse, di desiderio o di attrazione per gli altri non fossero necessariamente interpretate come un problema, a dire il vero venivano considerate come una virtù», ha spiegato uno dei principali esperti dell’asessualità, Anthony Bogaert, professore di psicologia alla Brock University in Ontario. «Questa considerazione è cambiata negli ultimi 20 anni o giù di lì, quando la comunità medica ha cominciato a interessarsi alla ricerca di trattamenti e la mancanza di interesse per i rapporti cominciò a essere interpretata come un problema».
Come prima l’omosessualità, l’asessualità è stata considerata a lungo una turba psichica. E solo ultimamente le cose stanno cambiando.

INTERESSA IL 3% DELLA POPOLAZIONE MONDIALE. In America se ne parla già da un po’, ma il fenomeno è in crescita. Anche se i numeri rimangono piccoli: interessa, secondo gli esperti, all’incirca il 3% della popolazione mondiale, qualcuno azzarda un 5%. Poco, ma abbastanza da far sorgere una comunità. La più diffusa e ampia probabilmente è l’Aven.Asexual Visibility and Education Network, nata negli Stati Uniti nel 2001, fondata da David Jay con gli obiettivi di favorire l’accettazione degli asessuali - detti anche Ace - nella società e iniziare un dibattito per facilitare la crescita della comunità.

Aven, la comunità più grande è nata 12 anni fa

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Esiste anche una classificazione, perché non c’è un solo tipo di disinteresse per le faccende intime. Secondo questo sistema, del tutto empirico, quattro sono le categorie: c'è chi prova desiderio ma non attrazione romantica, quelli che provano attrazione romantica ma non sessuale, quelli che provano entrambe, e quelli che non ne provano nessuna. In nemmeno 12 anni Aven si è diffusa in tutto il mondo, Italia compresa: solo nel nostro Paese il forum conta 2.500 utenti attivi. E il 28 giugno scorso il network ha organizzato a Toronto la Conferenza internazionale dell'orgoglio asessuale, uno dei raduni pù grandi in assoluto.
Insomma, quelli dell’amore bianco sono più di quanto si pensi. Tanto che una fotografa e giornalista, Laia Abril, ha messo su un web project, ha girato il mondo, è stata anche in Italia, per raccontare le storie di chi non ama il sesso. Non per forza sono vergini, c’è pure chi lo fa ogni tanto, come uno di quei “compromessi” cui si acconsente, in una coppia, per amore dell’altro.

GLI ANTISESSO DI IAM. Nell’universo “in bianco”, ben diversa è poi l’antisessualità, ovvero l’opposizione e addirittura l’ostilità verso i rapporti di ogni tipo.
La community più nota del genere è il sito Antisex.info (Antisexual Stronghold), fondato dal russo Yu Nesterenko, principale attivista creatore anche del Movimento Internazionale Antisessuale (Iam) che risponde al motto «Say no to sex».
La tesi di fondo è che le pulsioni erotiche siano responsabili della violenza, evitabili attraverso la ragione oppure trasformate attraverso l'astinenza. Lo Iam si propone di dimostrare che il sesso è alienazione.

I SOSTENITORI DELL'ASTINENZA VOLONTARIA. Sul fronte del “no”, c’è poi un mondo ancora più vasto, che è quello dell’astinenza volontaria. Ne fanno parte movimenti che esaltano il valore della castità, muovendo da principi religiosi, ma non solo. L’esempio più eclatante è True Love Waits, il vero amore aspetta, conosciuto in America con l’acronimo Tlw. Il target è prettamente adolescenziale, e con una sapiente operazione di marketing - tra messaggi a uso teenager e magliette e anelli brandizzati - è riuscito nell’impresa di far sembrare cool l’attesa del vero amore. Merito di un pastore protestante, Richard Ross, che nel 1993 a Nashville, nel Tennesse, decise di dare il suo contributo al problema delle gravidanze indesiderate. Sviluppando una specie di “filosofia” dell’astinenza con tanto di contratto laico in cui ci si impegna ad aspettare. Nulla di diverso, in fondo, da quanto la chiesa cattolica va predicando da secoli. Ma per capire la presa - e il potenziale - di Tlw basti pensare che hanno dichiarato di farne parte Justin Bieber e Miley Cyrus. Nonostante il twerking, sia chiaro.

Domenica, 13 Luglio 2014

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The Wayward Fox
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Re: Lettera43 scrive (anche) di noi

Messaggio da The Wayward Fox »

Niente sesso. Per scelta.
L’asessualità è definita appunto come la mancanza di attrazione e l'assenza di interesse o desiderio.
Non è una rinuncia, non è un sacrificio, assolutamente non è una forzatura. Molto diverso dall’astensione volontaria quindi.


Io mi chiedo se la gente conosca il significato delle parole. Ora, a meno che la prima frase non si riferisse alle comunità menzionate più sotto, un paragrafo del genere non crea altro che confusione. Non puoi usare “asessualità” nel titolo, dirmi che si tratta di una scelta e poi definirla correttamente come l'assenza di attrazione sessuale! Se finissi sul sito e leggessi l'articolo per caso, assieme a questo minestrone di astinenza e antisessualità, non capirei un bel nulla. Perché menzionarle, poi, in un articolo che sembra volersi concentrare soltanto sul fenomeno dell'asessualità come orientamento? Un titolo molto più generico, del tipo “Gente che vive senza sesso: scopriamo perché” sarebbe stato meno fuorviante: a quel punto l'articolista avrebbe potuto specificare c'è chi lo fa perché non sperimenta attrazione, chi per presa di posizione idealogica e chi per astinenza volontaria prima del matrimonio.
Perlomeno ha azzeccato qualche punto fondamentale, come le percentuali e la volontà di scendere a compromessi. Mi fa piacere che sia stato citato Asexual Project, magari qualche curioso lo cercherà per approfondire.
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Caos
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Re: Lettera43 scrive (anche) di noi

Messaggio da Caos »

Come ha detto Fox è un po' un minestrone, purtroppo mette dentro di tutto e di più.
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Re: Lettera43 scrive (anche) di noi

Messaggio da SilverKitsune »

Io non lo trovo troppo brutto. E' scritto in maniera confusionaria, ma fa capire (soprattutto verso la fine) che astinenza e antisessualità non sono la stessa cosa, e che non bisogna confondere gli asessuali con gli astinenti/antisessuali.
Nel complesso da' un'immagine neutra, non negativa, dell'asessualità. Ho visto di meglio, ma ho visto anche di molto peggio :lol:
"I see now that the circumstances of one's birth are irrelevant; it is what we do with the gift of life that makes us who we are."

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