Autolesionismo *trigger warning*

[Ecate]

. Di solito l'autolesionismo è punizione, per qualcosa che abbiamo subito o inflitto, in altri casi più gravi sono portati da patologie psicotiche, nei casi di depressione acuta anche spostare il dolore dalla mente al corpo, sostituirlo, non so se mi spiego, farlo diventare più tangibile e meno "demone" interiore della mente.

Per me era così: vedere il sangue fluire via mi portava uno strano senso di sollievo in momenti di forte nervosismo o tristezza. Il dolore è minimo, inferiore a quello che si possa ipotizzare, almeno nel caso dei tagli. Mi aiutava ad allentare la tensione, però non cambiava la situazione e alla fine mi ritrovavo solo con nuovi tagli da nascondere. Per inciso la gente neanche li vede, io ero terrorizzata all'idea che qualcuno li notasse nonostante li praticassi in posti abbastanza nascosti; poi mi sono resa conto che la gente vede quel che vuole vedere, e puta caso li noti si bevono qualsiasi cazzata...penso che per chi non lo pratica l'autolesionismo sia quasi inconcepibile. A volte ho ancora voglia di farlo, ultimamente abbastanza spesso, ma provo a resistere.

[DrPrometheus]

Ogni tanto in passato, botte o mi causavo incidenti, ma il fatto che si vedessero le ferite mi dava fastidio e il dolore non mi aiutava, quindi ho lasciato stare, anche perché sto male già fisicamente.

[Endure&Survive]

Io credo di essere ancora autolesionista e mi sono auto portata da uno psicologo °-°
Tipo una volta mi sono rotta il braccio da sola.
Credo che ci siano molti motivi anche insensati ma mai da sottovalutare.

[Asphyxia]

.

[Alex1975]

Si sono stato autolesionista fin da bambino ma se non sai chi sei puo fare solo del bene al cuore

[Mlunaire]

Da adolescente, dai 15 ai 18 anni circa, sono stato autolesionista. Principalmente mi tagliavo con un taglierino e di tanto in tanto mi bruciavo spegnendomi le sigarette addosso, quasi solo su spalla e braccio sinistro. Alternavo periodi in cui mi facevo del male sistematicamente tutti i giorni ad altri in cui mi tagliavo solo in conseguenza di particolari eventi negativi (o che a me sembravano tali) o in momenti in cui mi sentivo particolarmente male. I motivi per cui lo facevo erano molteplici, molti dei quali sono già stati elencati da voi e che di volta in volta erano più o meno presenti: perché vivevo in uno stato di costante depressione e farmi del male mi serviva a veicolare il dolore psichico su qualcosa che in qualche modo ero io a creare e che potevo controllare; perché mi sentivo genericamente in colpa e dovevo punirmi; perché mi sentivo particolarmente apatico e avevo come il bisogno di provare qualcosa; perché mi disprezzavo; perché (anche se me ne sono reso conto più tardi, quando ormai avevo smesso) c'era (c'è...) in me una certa dose di masochismo. Ovviamente non serviva a niente e anzi, peggiorava le cose: ogni volta dopo essermi fatto del male stavo peggio e mi sentivo in colpa per essere stato 'debole', esserci ricaduto. Ogni tanto però, nei periodi in cui tagliarmi era prassi quotidiana, sotto sotto mi sentivo soddisfatto, come se avessi adempiuto al mio dovere. Ho avuto anche degli istinti suicidi (se così di possono definire), anche se non ho mai tentato di togliermi la vita.

Gradualmente ho poi capito che i problemi (veri o presunti tali) si risolvono in altra maniera e ho ridotto sempre più la frequenza degli episodi di autolesionismo (contavo i giorni, e ogni giorno senza impugnare il taglierino era una piccola conquista ) fino a smettere del tutto. Quel che mi è rimasto di quel periodo sono varie cicatrici su spalla e polso sinistro, alcune ferite erano anche abbastanza 'gravi' credo, ché si sono rimarginate con difficoltà e le cicatrici relative sono in rilievo e particolarmente evidenti.

Ma chi tra di voi si tagliava e ora ha delle cicatrici come si comporta? Ne parlate tranquillamente o resta un argomento che evitate?
Io anche a distanza di anni tendo a coprire tutto, tant'è che è molto tempo che non sto a torso nudo in pubblico (spiaggia ecc.) e quasi nessuno mi ha visto senza polsino. Ricordo che alle superiori era angosciante cambiarmi la maglietta nelle ore di educazione fisica
Il pensiero di essere anche tardivamente scoperto e di dover dare spiegazioni (vere o fittizie non fa differenza) mi angoscia, tendo quindi a evitare che si sappia, anche se alcune persone sanno, e si dividono in due categorie: quelle (poche) a cui l'ho detto di mia spontanea volontà e quelli (poche, ma troppe) a cui l'ho detto da ubriaco, magari in preda a una sbronza triste.

In ogni caso è un capitolo chiuso della mia vita: non soffro più di depressione (o, almeno, non nelle modalità del teenager - sarebbe un discorso lungo ma non è il caso ), la mia autostima non è più inesistente (anzi, a volte è addirittura eccessiva), non mi disprezzo più e tendo invece a salvaguardarmi, a 'volermi bene' e sto cercando in qualche modo di vivere il più a lungo possibile... ci tengo a stare al mondo, ecco.

[Asphyxia]

.

[Mlunaire]

Capisco, tutto sommato nemmeno io vorrei farle sparire, fanno parte del mio passato. Se quel periodo è servito a rendermi quel che sono ora non voglio cancellarlo, ecco. Però come detto preferisco evitare di parlarne e di mostrarle e a volte mi dà noia doverle coprire. In particolare ho una bruciatura di un paio di centimetri molto evidente sull'avambraccio e senza maniche lunghe è praticamente impossibile da coprire... Se potessi quella la farei sparire

[Asphyxia]

.

[Vagrant]

Nel Medioevo, nel periodo della cosiddetta Peste Nera, erano molto di moda i flagellanti, uomini e donne che andavo di città in città attraversando le strade recitando canti e flagellandosi a vicenda come penitenza per i propri peccati e come sacrificio per ottenere da Dio la fine delle catastrofi (appunto la peste)

[Edward]

Ho una discreta fila di cicatrici tra i polsi i gomiti. Mi danno fastidio solo perché le persone sono poco discrete e tendono a chiedermene l'origine. Di solito rispondo sinceramente; solo una volta ho mentito, perché a chiedermelo è stato un ragazzino di circa 11-12 anni e non volevo spaventarlo sull'adolescenza e le sue pene. Non me ne vergogno, ma appartengono a una persona che è profondamente cambiata, quasi una vita fa. A volte penso di coprirle con qualche tatuaggio.